Blake Griffin, a detta di tutti, la prossima prima scelta
Appena finita la stagione regolare, partiamo dall'articolo di gennaio di Luca e vediamo come sono andati negli ultimi due mesi i migliori prospetti del draft.
La divisione è sempre quella: hot, meno hot e limbo. Via ai nomi:
Who's Hot
Blake Griffin (PF, So., Oklahoma)
Il dominatore tra i lunghi: in attacco Griffin ha una grande varietà di movimenti, esplosività , ball handling, controllo del corpo e capacità di trovare il fallo; caratteristiche che a questo livello lo rendono semplicemente il migliore. Rimbalzista sopraffino (sopra i 14 a gara), possiede anche un eccellente potenziale difensivo. A detta di tutti, sarà il primo nome chiamato da Stern.
James Harden (G, So., Arizona State)
Unica e riconosciuta alternative a Griffin; Harden è la migliore guardia in tutto il panorama universitario: versatile, abile nel crearsi il tiro, aggressivo dopo aver preso la decisione corretta.
Il Sun Devil non spicca solo per la capacità di andare a segno con continuità (20.8 PPG) ma è un solido a rimbalzo, da cui crea per sé e i compagni in transizione.
Jeff Teague (G, So., Wake Forest)
Il protagonista dell'annata dei Demon Deacons: quasi 20 punti a partita, sempre in doppia cifra con ottime percentuali. In difesa soffre ma solo per mancanza di voglia, visto che i mezzi ci sono tutti.
Il Torneo NCAA sarà un'ottima occasione per vedere le sue decisioni nella gestione della palla quando è sotto pressione, in caso di riscontri positivi sarà difficile vederlo dopo le prime cinque chiamate.
Chase Budinger (SF, Jr., Arizona)
Oscurato prima da Williams e Bayless, ora da Hill, Budinger ha tenuto per tutti i tre anni le stesse cifre con miglioramenti nelle percentuali (48% dal campo e 43% da 3). Non un futuro da superstar, ma da subito diventerà un utilissimo uomo di rotazione grazie alla sua altezza unita ad un QI cestistico elevato.
DeJuan Blair (PF, So., Pittsburgh)
Ala grande molto simile a Paul Milsap e Jason Maxiell: undersized, atletico, veloce e molto forte sotto i tabelloni (primo della Nazione per rimbalzi d'attacco); Blair si è fatto notare soprattutto per le vittorie negli scontri contro Thabeet nonostante un evidente vantaggio in termini di centimetri a favore del pivot di UConn. Con un buon torneo potrebbe assicurarsi un posto tra le prime venti.
Willie Warren (SG, Fr., Oklahoma)
Se a gennaio era materiale da primo giro, ora Warren può ambire ad un posto nella lotteria: guardia tiratrice se ce n'è una, crea attacco con facilità per sé e i compagni e ha un primo passo difficile da contenere. In difesa ha tutte le caratteristiche per far bene, ha solo bisogno di un po' di esperienza.
Al-Farouq Aminu (SF, Fr., Wake Forest)
Molto lungo, Aminu supera le difficoltà offensive grazie ad un mix di atletismo, fisico e velocità . Difficile da fermare quando accelera, conclude facilmente vicino al ferro. Nessun problema dietro, dove controlla facilmente ali più piccole di lui; se viene battuto, rinviene forte con la stoppata.
Lotteria fin da subito.
Jordan Hill (PF, Jr., Arizona)
Giunto al suo terzo anno ai Wildcats, Hill ha trovato sicurezza nell'attaccare fronte a canestro dal post medio: ottimo primo passo oppure turnaround jumper difficile da contestare; se giunge vicino al ferro il suo fisico lo rende infermabile. In difesa è veloce negli scivolamenti e nelle rotazioni dal lato debole. Dovrebbe giocarsi la terza scelta con Thabeet.
Greg Monroe (PF, Fr., Georgetown)
Non ai livelli di Griffin e Harden anche a causa della brutta stagione di G'Town, Monroe merita fin da subito il passaggio ai pro. Ottime mani sia per ricevere che per tirare, è in grado di attaccare il suo avversario fronte a canestro con buoni risultati grazie alla velocità di movimento (anomala per un giocatore della sua taglia) e al jump shot affidabile.
Tyreke Evans (G, Fr., Memphis)
Uscito dall'High School già con la fama di futura superstar, l'ottima stagione di Memphis non l'ha visto protagonista nel ruolo di creatore di gioco ma di accentratore: molti gli isolamenti e i tiri forzati che lo hanno fatto scendere dalle primissime posizioni dei mock. Migliorato nella seconda parte di stagione, dopo essere passato al ruolo di guardia con i compiti di impostazione delegati ad altri. Due le alternative per Evans: uscire immediatamente con una chiamata da metà primo giro oppure aspettare il prossimo anno dimostrando di valere i primissimi pick.
James Johnson (SF, So., Wake Forest)
Non la vostra normale ala piccola NCAA: Johnson ha buoni movimenti vicino a canestro ed è in grado di segnare anche da lontano con continuità ; la sua altezza gli permette di andare forte a rimbalzo dove ha numeri degni di un centro. Discreto anche in difesa quando rimane concentrato sul suo avversario, fatica contro gli attaccanti veloci. Molto dipenderà dai needs delle squadre NBA, dalla ventesima posizione in avanti.
Gerald Henderson (G, Jr., Duke)
Ha sorpreso la maturità con cui Henderson si è presentato da metà gennaio in avanti: gioca maggiormente sotto controllo, non affretta i tempi come nelle passate stagioni. Eccellente quando attacca dalla punta per concludere con un tiro dalla media dopo aver creato separazione. Possibile pick da top 10.
Ty Lawson (PG, Jr., North Carolina)
Rimangono dei dubbi sul futuro del velocissimo Tar Heel: non affidabile con il jump shot, ha problemi contro quelli più alti di lui e tende troppo spesso a cercare il centro area senza avere le idee chiare. Difensivamente deve imparare a contenere almeno il primo passo avversario per dare tempo all'aiuto di arrivare. Nominato ACC Player of the Year dopo aver portato UNC in testa alla Conference, per Lawson si attende una chiamata a fine lotteria e un futuro come play dalla panchina per cambiare ritmo.
Who's Not
DeMar DeRozan (SF, Fr., USC)
Ha fatto ampia mostra del suo atletismo, le altre meravigliose potenzialità da superstar si sono solo intraviste. Fatica nel tiro da lontano e nel coinvolgere i compagni, tendendo a forzare anche in serate con problemi al tiro. Non il tipo di giocatore a cui vorresti affidare la squadra: discontinuo e senza la leadership necessaria. Sceso nei mock a causa anche della non scintillante stagione dei Trojans, vale una chiamata da lottery.
Hasheem Thabeet (C, Jr., Connecticut)
Il tanzaniano ha senza dubbio una corporatura adatta per il basket ma manca dei fondamentali sia offensivi che difensivi. In attacco pochi movimenti presenti spalle a canestro sono meccanici e poco efficaci; di dietro ha seri problemi a contenere gli avversari di un certo livello. Per quanto riguarda il draft: sicuramente il corpo di Thabeet è una buona base di partenza su cui lavorare, dipende da quale squadra avrà voglia di farlo. Al momento vale una decina di minuti di energia in NBA, non certo quello che ti aspetti da una scelta Top5!
Tyler Hansbrough (PF, Sr., North Carolina)
Troppa insicurezza verso il passaggio NBA, molti dubbi sul ragazzo di North Carolina: piccolo per fare il 4, poco tiratore per giocare da numero 3. Ormai assestato attorno alla fine del primo giro nei vari mock, nemmeno una cavalcata trionfale verso il titolo di UNC lo potrebbe aiutare: due anni sono stati di troppo.
Austin Daye (F, So., Gonzaga)
Cifre molto simili a quelle dello scorso anno, insufficienti per Daye: è dotato di un eccellente tiro da lontano ed è molto lungo per giocare da ala piccola; ma mancano muscoli, capacità di concludere vicino a canestro nel traffico e un primo passo che lo porti ad avere un buon vantaggio. Se, come sembra, rimarrà a Gonzaga dovrà imparare a sfruttare la sua altezza nei pressi del ferro.
Raymar Morgan (F, Jr., Michigan State)
Non è riuscito a distinguersi nell'ottima annata di Michigan State: incostante è il primo aggettivo che viene in mente osservando le sue prestazione; non si può sapere se scenderà in campo il Morgan da 26 e 10 in 27 minuti oppure da 8 punti e 6 palle perse in 33 minuti. Sulla leadership vale il discorso fatto per DeRozan.
B.J. Mullens (C, Fr., Ohio State)
La stagione di BJ è stata di molto al di sotto delle attese. Nonostante le ottime potenzialità , non è riuscito a diventare quel centro dominante che ci aspettava al momento del reclutamento. Le cifre modeste (9.1 PPG e 4.8 RPG) confermano le difficoltà . C'è da lavorare molto anche in difesa sia in 1 vs 1 che in aiuto.
Floating in the middle
Jrue Holiday (G, Fr., UCLA)
Nella talentuosa UCLA, Collison e Shipp hanno il compito di mettere punti a tabellone mentre Holiday si occupa di un continuo e intenso lavoro difensivo, spesso sull'avversario più pericoloso, che ne fanno una PG richiesta già da giugno. Non trascura comunque la fase offensiva: molto ordinato nella gestione dei possessi, bravo nel servire i compagni in campo aperto.
In vista del passaggio ai pro necessita di un miglioramento come scorer: tende a prendere pochi tiri e a smettere se ne sbaglia qualcuno; spesso questa sua paura si riversa anche sui compagni (Holiday solo una volta in doppia cifra nelle sconfitte).
Brandon Jennings (G, Lottomatica Roma)
Comincia adesso a superare le difficoltà dell'ambientamento, dando ragione alla scelta di Roma di puntare su di lui. Grande atletismo in relazione all'altezza, deve mettere su qualche muscolo per poter assorbire meglio i contatti duri. Eccellente nel rubare la palla, ha invece qualche difficoltà nella lettura dell'attacco avversario. Vale la top 10.
Kyle Singler (SF, So., Duke)
Era riuscito a convincere tutti della propria scelta ad inizio anno mettendo in fila ottime prestazioni, ha pagato con un calo nella seconda parte. Con buone prestazioni nel torneo potrebbe riportarsi tra le prime venti a giugno; ulteriori progressi in esplosività e tiro da 3 faranno di lui un grande giocatore.
Darren Collison (PG, Sr., UCLA)
Avrà problemi contro i lunghi play NBA, ma rimane un ottimo giocatore: buon distributore della palla, tira bene anche da lontano. Se nei primi anni a UCLA tendeva troppo spesso a cercare la transizione anche a costo di perdere qualche pallone in più, quest'anno ha mostrato un netto miglioramento nella gestione dell'attacco a metà campo. Probabile fine primo giro.
Earl Clark (F, Jr., Louisville)
Punti, rimbalzi, assist, ball handling e esplosività : Clark ha tutte le caratteristiche per far bene su un campo da basket a qualsiasi livello; rispetto ad inizio stagione, ora tende a farsi condizionare meno dal tipo di avversario che si trova davanti. C'è da scommettere che con le potenzialità mostrate solo sporadicamente qualche GM provi a prenderlo già tra i primi 10.
Stephen Curry (G, Jr., Davidson)
Costretto a fare gli straordinari per tutta la stagione, a causa di compagni mai in grado di fare la differenza; Curry ha inevitabilmente finito la benzina nelle ultime gare. Molto male nella semifinale persa del torneo della Southern Conference dove ha spadellato finendo con 20 punti (32 per il resto della squadra) ma con pessime percentuali (5/18 dal campo e 2/11 da 3). Rimane un giocatore dalle mani meravigliose e una scelta da top 10 o poco più.