Rihards Kuksiks: due bombe per dominare l'Arizona
Pazza, pazza e sempre più pazza: ecco la versione 2008/2009 della Pac10 con tutte le big che sembrano fare di tutto per non vincere la conference; incapaci a turno di sfruttare le occasioni che gli si sono presentate sulla strada che porta al titolo.
E la settimana appena mandata in archivio è stata il riassunto perfetto di tutto ciò; incarnato dalla squadra che fin qui più di tutti ha sprecato ed ora si trova a rincorrere: UCLA.
Ma andiamo con ordine e ripercorriamo le nove canoniche gara dell’ultimo fine settimana, partendo da quello che – classifica alla mano – doveva essere il piatto forte e poi lo è stato, anche se solo in parte visto quello che è poi successo nelle altre gare.
Piatto forte che non poteva non essere rappresentato dalla sfida tra Huskies e Bruins, con i primi che arrivavano giovedì al Pauley con l’intento di tagliare fuori UCLA dalla corsa al four-peat ed i padroni di casa che, invece, dopo le due scoppole rimediate in Arizona dovevano assolutamente “rimbalzare” e riaprire la corsa al titolo.
Missione compiuta per i Bruins che, guidati da uno stoico Aboya che dopo non aver mangiato per tre giorni per problemi intestinali è sceso in campo – con annessa flebo a fine gara dopo che all’intervallo i dottori non avevano trovato la vena per somministrargliela dopo i primi 20’ – chiudendo in doppia-doppia da 13+11, sono riusciti a guidare la gara fin dai primi minuti ed a ricacciare indietro ogni tentativo di rimonta di Washington; piegata 85-76 dopo il +7 di metà gara.
Per UCLA oltre al Presidente tutto il quintetto in doppia cifra con 20 punti di Shipp e 17 con 5 assist di Collison; mentre per gli Huskies 16+14 di Brockman e 22 di Dentmon ma ben limitati Thomas ed Overton che all’andata erano stati decisivi.
Dopo il big-match resto del programma del giovedì senza scossoni, a partire da California che ha passeggiato su Oregon 78-60 con 17 di Randle, 16 di Cristopher ed 11+14 di Boykin mentre per i malinconici Ducks Porter è stato, come ormai abituati, l’unica spina nel fianco degli avversari con i suoi 19 punti.
Prevista e prevedibile anche la vittoria di USC su Washington State, 61-51 il finale con i Trojans che nell’ultimo minuto hanno riallungato dopo che negli ultimi 7 minuti di partita i Cougars hanno tentato il sorpasso, senza mai riuscirci, dopo essere arrivati a -2 da -14. Decisivi down the stretch Lewis, 7 dei suoi 17 punti nel finale, ed Hackett, 12+6+3; mentre Gibson era stato protagonista in precedenza di un solido 16+8. Per i Cougars, con le polveri completamente bagnate dalla lunga distanza (2/18 da 3 con 0/8 nel primo tempo), sono inutili i 16+5+4 di Rochestie.
Chiude il programma del giovedì la vittoria 66-54 di Oregon State su Stanford, con i Beavers che dominano più di quanto non dica il risultato finale grazie al career high a quota 26 di Schaftenaar ed ai 17 di Haynes; mentre per i Cardinals non bastano i 17 con brutte percentuali di Fields e soprattutto i 19 punti tutti nel secondo tempo in 17’ dal pino – con 5 triple – del freshman Jeremy Green.
Sembrava, dunque, un fine settimana indirizzato tutto a favore dei Bruins che dopo aver fermato Washington erano attesi, negli ultimi 5 impegni di RS, da tutte squadre già battute e con la sola trasferta a Berkeley a contrapporre gli uomini di Howland contro una delle prime 6 della classifica.
Però ancora una volta in questa stagione UCLA si è dimostrata troppo altalenante ed assolutamente discontinua; discontinua peraltro in difesa, quello che dovrebbe essere il marchio di fabbrica, e non nella metà campo offensiva dove i Bruins mettono in mostra il terzo attacco della nazione (contro la 44° difesa, ndr).
Tutti ingredienti che sono risaltati perfettamente in uno degli upset più clamorosi, fin qui, della stagione di Pac10 con Washington State capace di violare il Pauley Pavilion 82-81 sabato all’ora di pranzo di LA e ricacciare indietro UCLA nella corsa al four-peat, ora a serissimo rischio.
Partita tutta punto a punto sul Nell&John Wooden Court con i Cougars che scappano sul +8 a 120” dalla sirena e resistono alla furiosa rimonta dei padroni di casa grazie al career high da 33 punti di Rochestie.
Per i Bruins career high a quota 23 di Dragovic oltre ai 20 ed 8 assist di Collison ed un’altra doppia-doppia da 13+11 di Aboya, ma assolutamente una partita orribile in difesa concedendo il 59% dal campo ed il 53% da 3 a WSU che in stagione tirava rispettivamente con il 43% e 35%, lasciando segnare agli ospiti 35 dei 42 punti del primo tempo praticamente “uncontested”.
Ringrazia sentitamente Washington che riallunga solitaria in vetta alla classifica con la vittoria al Galen Center – dopo aver rincorso per gran parte della gara – con un parziale di 14-1 negli ultimi 5’53” di gara. Pondexter è l’unico dei suoi in doppia cifra, con 22 punti ed un pregevole 10/13 dal campo, mentre per USC ci sono 11 punti a testa di Hackett e Lewis e 10 di Gibson, ma la W prende la strada di Seattle.
Chi non approfitta dello scivolone dei Bruins, invece, sono i Golden Bears che a Corvallis sono costretti ad inchinarsi ai redivivi Beavers sotto i colpi di Calvin Haynes, autore di 19 punti e decisivo negli ultimi minuti con una tripla ed un layup che hanno spezzato la gara. Per Cal, sepolta dalla pessime percentuali, si salva solo Theo Robertson con i suoi 15+4+3stl.
Ed a chiudere un sabato particolare ci pensa la sfida tra i due fanalini di coda, Stanford ed Oregon, con i Ducks che negli ultimi 90” mettono il turbo e dopo 14 sconfitte consecutive finalmente riescono a cogliere la loro prima vittoria stagionale nella Pac10 piegando davanti al proprio pubblico i Cardinals 68-60. Con Porter fermo a 6 punti l’MVP è Dunigan, che chiude a quota 14+8, ben spalleggiato da Longmire e Catron mentre per Stanford è inutile la produzione del trio Fields– Hill– Goods, che in 3 segnano 53 dei 60 punti di squadra.
A chiudere il programma del fine settimana un pirotecnico derby dell’Arizona con i Sun Devils che partono forte ed a metà secondo tempo sono addirittura avanti di 22. Gara in ghiaccio? Manco per sogno perché Arizona rientra e mette addirittura la freccia sul 62-60 a 4’14” dalla sirena; a questo punto, però, si prende la scena il più inatteso dei possibili match-winner: Rihards Kuksiks. Non è infatti Harden a decidere la gara nel crunch time ma bensì il sophomore di Riga che piazza due triple che mandano i titoli di coda: 70-68 Sun Devil con Hill che reclama un fallo sull’ultima azione.
Il lettone di ASU chiude con 17 punti e 5 triple con Harden che conclude la giornata in ufficio a quota 18+9+5 e Pendergraph che firma l’ennesima doppia-doppia da 16+12; tra gli sconfitti ci sono 17 e 7 assist di Wise, 14 punti a testa di Fogg ed Hill e 13+9+6+4stl di Budinger.
Test importanti nel prossimo settimana per Washington, visto che a Seattle arriveranno prima Arizona State e poi ‘Zona, ma attenzione anche alla trasferta di UCLA in casa di Cal.
Stay tuned.
CLASSIFICA
#19 Washington 11-4 (20-7)
#11 Arizona State 10-4 (21-5)
California 9-5 (20-7)
#15 UCLA 9-5 (20-7)
Arizona 8-6 (18-9)
USC 7-7 (16-10)
Oregon State 7-8 (13-13)
Washington State 6-9 (14-13)
Stanford 4-10 (15-10)
Oregon 1-14 (7-20)