Austin Freeman e DaJuan Summers stanno facendo divertire i tifosi degli Hoyas
A Georgetown nel distretto di Columbia, come tutti sanno, giocano gli Hoyas affiliati alla Big East Conference. Ciò che probabilmente non tutti conoscono altrettanto bene sono tre giocatori che quest’anno, alle dipendenze del coach John Thompson III, scendono sul parquet del Verizon Center incitati dalla sempre più folkloristica mascotte Jack the Bulldog.
La squadra in questa stagione ha cambiato decisamente il volto del proprio roster a causa sia del conseguimento delle lauree di alcuni giocatori sia dell’approdo nel campionato professionistico di Roy Hibbert agli Indiana Pacers.
Scendendo più nel dettaglio del parco giocatori incontriamo i tre che sono sotto la lente di ingrandimento: Austin Freeman, Greg Monroe e DaJuan Summers.
Austin Freeman
Nato a Hyattsville, Maryland il 6 maggio 1989, figlio di Austin Freeman Senior e Edith Bestman gioca come guardia con il numero 15 sulle spalle, ha dalla sua un’altezza di 1.95 metri per 103 chili. Diplomato alla DeMatha High School raccoglie cifre come 23.1 punti, 7 rimbalzi e 4 assist guadagnandosi numerosi riconoscimenti, quali il Met player of the year nella sua stagione da senior 2006/2007. Guida inoltre la squadra a vincere la conference di appartenenza, Washington Collegiate Athletic Conference, per tre anni consecutivi.
Questo il suo biglietto da visita all’arrivo alla corte degli Hoyas.
Nel suo primo anno da fresh-man totalizza delle buone cifre considerando i minuti giocati e il ruolo già ricoperto da Hibbert stellina dell’allora team. Finisce l’anno con 9.1 punti, 3 rimbalzi e 1.6 assist venendo selezionato nell All-Big East rookie selection.
Quest’anno, da sophomore, i suoi minuti sono lievitati e di conseguenza anche le sue cifre. 13.4 punti, 2.2 assist e 4.6 rimbalzi ogni 30 minuti. Season high di 19 punti contro syracuse dove ha mostrato un esorbitante 4 su 5 da oltre la linea da tre punti e un 7 su 10 da due.
Nonostante non sia altissimo si difende egregiamente e avendo guadagnato in peso muscolare anche il suo atletismo ne ha giovato facendolo soffrire nei contatti in modo molto limitato rispetto all’anno da freshman.
Il pregio più grande è la sua capacità di punire le difese sugli scarichi che spesso gli arrivano quando si fa trovare prontamente oltre l’arco sia piedi per terra, sia uscendo da un blocco. Anche il jumper è buono e unito alla sua altissime intelligenza cestistica riesce a far si che sia molto temuto.
Bravissimo sulle linee di passaggio avversarie, dove riesce spesso a intercettare dei palloni, soffre invece nella marcature sull’uomo quando questi è rapido; non avendo ancora, Freeman, una adeguata velocità nelle gambe. È invece energica e buona la sua difesa quando viene dirottato sulle ali piccole avversarie dove, nonostante i mezzi fisici spesso impari, tiene testa egregiamente.
Probabilmente finirà la sua carriere al college come prima opzione offensiva degli Hoyas ma dovrà lavorare ancora duramente per salire al piano superiore.
Greg Monroe
Nato a New Orleans, Louisiana il 4 giugno 1990, figlio di Gregory Monroe Senior e Norma Jean gioca come sia come centro che come ala grande con il numero 10 sulla canotta, alto 2.16 metri per 113 kg.
Diplomatosi alla Helen Cox High School mettendo insieme ottimi numeri quali 21. punti e 14 rimbalzi nel suo anno da senior; una doppia doppia di media invidiabile. Viene nominato nel McDonald All-American team. È al suo primo anno da freshman a Georgetown ma gli sprazzi di grande gioco si sono già intravisti. In 29 minuti di media mette a referto 13.2 punti, 6.8 rimbalzi e 2.8 assist e il suo season high l’ha fatto registrare nella sconfitta contro Notre Dame il 5 gennaio scorso con 21 punti conditi da 10 rimbalzi e 3 assist.
Giocatore molto versatile vista la sua stazza, caratteristica che potrebbe richiamare un po’ Chris Webber. Ottima abilità come passatore e grande altruismo spiccano in mezzo ad altre qualità come il fisico e la forza che gli permettono sia di catturare rimbalzi, sia di stoppare con efficacia sia di banchettare sottocanestro quando spesso incontra giocatori dalla taglia più piccola.
Riesce, inoltre, a correre su e giù per il campo con grande energia nonostante il sopraccitato fisico imponente, ha un buon tocco di palla e una buona meccanica per quanto riguarda il tiro libero e il suo carattere, assicurano in molti, è di grande lavoratore che non ha paura di allenarsi per migliorare.
D’altro canto anche lui possiede qualche piccola debolezza: nonostante il fisico tende a evitare contatti quando dall’altra parte trova giocatori della sua stazza, è sicuramente più pronto per giocare un post-alto piuttosto che un post- basso.
Alcuni vorrebbero guadagnasse ancora qualche chilo di muscoli soprattutto nella parte superiore del corpo ma altri affermano che verrebe meno la sua peculiarità di un ballerino agile in un corpo possente.
Dovrebbe inoltre estendere il proprio gioco rendendo credibile ed efficace anche il tiro dalla media distanza. Vista la giovane età è perdonabile il difetto di perdere occasionalmente la concentrazione sia di partita in partita sia durante lo stesso match. in questo sistema, però, si integra a meraviglia e forma con Freeman e Summers un trio molto temuto dagli avversari che spesso non hanno tre uomini validi per marcarli. Ultima chicca per lui è stato recentemente nominato per la terza volta nella stagione giocatore della settimana della Big East.
DaJuan Summers
Nato a Baltimore, Maryland il 24 gennaio 1988, alto 2.07 metri per 102 kg, noto al pubblico meno appassionato di basket universitario per essere apparso sulla copertina di Sports Illustrated durante la preview della rivista dedicate alla March Madness dello scorso anno. Gioca come small forward mostrando ai tifosi amici e avversari la sua canotta numero 3.
Probabile futura top ten chiamata al draft di giugno DaJuan fa della sua versatilità e della sua eslposività fisica una delle armi migliori. Ha un naturale istinto per quanto riguarda la fase difensiva e la lettura delle linee di passaggio del playmaker avversario e da ciò ne deriva una media di 1.4 palle rubate a serata.
Ama spesso isolarsi in post basso in eventuali mismatch creati dalle rotazioni difensive ma unitamente a questi pregi l’ala da Baltimore dimostra una scarsa tendenza alla leadership nei momenti caldi della partita e probabilmente il sistema di gioco degli Hoyas non lo valorizza al massimo come un sistema quale quello di Arizona potrebbe fare. Anche se naturalmente il palcoscenico qui è da condividere con gli altri due imprescindibili compagni.
Oltre a ciò il ragazzo ha mostrato negli ultimi tempi una gran voglia di lavorare e allenarsi per migliorare e c’è chi afferma che aver giocato fianco a fianco con Jeff Green nel suo anno da freshman sia stato per DaJuan una scuola molto molto utile. I numeri per lui a questo punto della stagione recitano ad allacciata di scarpa 15.5 punti, 1.3 assist e 4.4 assist ogni 29 minuti circa.
Per quanto riguarda la capacità di segnare il ragazzo è migliorato costantemente: nel 2006/2007 ha messo a referto 9.2 punti in 26.4 minuti di media, nel 2007/2008 i punti a referto sono saliti a 11.1 in 27.2 minuti medi fino alle cifre sopraccitate riguardanti la stagione in corso. Season high di 22 punti per lui nella cocente sconfitta contro Pittsburgh, un’altra dopo la pesante sconfitta nel championship della Big East della scorsa stagione, e in questa strepitosa annata finora non è mai sceso al di sotto della doppia cifra.
I miglioramenti sono continui ed evidenti. Insomma che la forza sia con lui come direbbe un vecchio saggio Jedi.
Concludendo sicuramente i tifosi di Georgetown quest’anno si stanno divertendo, la squadra ha un record positivo di 12 W e 4 L al momento della stesura di questo articolo, è numero 13 nel ranking e avvalendosi dei suoi big three sta guadagnandosi rispetto e attenzione al di là dell’oceano.
Non resta altro che aspettare e sperare di vederla dal 17 marzo darsi battaglia per la conquista del titolo NCAA, senza però tralasciare la rivincita nella corsa verso il championship della Big East. Per tutti i tifosi degli Hoyas che la forza sia con voi. E con i vostri big-three.