UNC domina UK in una partita senza storia
Tradizionalmente il mese di Novembre con le prime partite di basket college porta subito qualche spunto di discussione.
Il primo viene dai Kentucky Wildcats che come lo scorso anno perde una delle prime partite in casa contro una squadra mediocre: nel 2007 Gardner Webb quest’anno VMI.
Virginia Military Institute è un piccolo college che coach Duggar Baucom ha preso nel 2005 ed a cui, dopo una prima stagione pessima, ha radicalmente cambiato lo stile di gioco portandola nei 2 anni seguenti al titolo di miglior attacco della nazione; un modo di giocare basato sul tiro rapido, e spesso da 3pti (quasi 42 tiri a partita nel 2007 e oltre 36 nel 2008).
Vedere squadre di Division I che perdono contro altre di Division II non è così strano se i college sono Coastal Carolina, Delaware State o Alabama A&M ma se la squadra che perde addirittura in casa anche se di 1 punto, contro Southwest Baptist, è quella degli Utah Utes allora bisogna dare un’occhiata.
E’ vero che gli Utes non sono più la squadra di qualche anno fa ma è altresì vero che rigiocata altre 20 volte SBU le avrebbe perse tutte e 20; purtroppo quella che contava era la prima dove con 5 giocatori in doppia cifra e un 50% (16 su 32) da oltre l’arco i Bearcats ha espugnato Salt Lake City.
Questa di SBU non è però una classica Cenerentola perché guardando bene a roster troviamo un transfer di Missouri State (Tomas Brock), un transfer di New Mexico (Johnnie Harris), un transfer da Central Michigan (John Tiemeyer), uno da Alabama State (Wendell Mardis) e altri 8 giocatori provenienti da Junior o Community College.
Di contro Tennessee parte col botto perché se Chattanooga non può rappresentare una grossa difficoltà (UK docet), 114 punti segnati all’esordio sono un bel viatico per la stagione: 6 giocatori in doppia cifra e Wayne Chism con una doppia-doppia da 14-13 in 21’.
Nel primo week-end iniziano la loro avventura con una vittoria Mike Montgomery a California, Trent Johnson a LSU, Tom Crean a Indiana, Travis Ford a Oklahoma State, Johnny Dawkins a Stanford e Pat Knight a Texas Tech mentre proseguono nella loro serie di vittorie Jim Boeheim a Syracuse, Tom Izzo a Michigan State, John Calipari a Memphis e Bill Self a Kansas.
L’avventura di Derek Kellogg sulla panchina di Umass parte invece in salita perché dopo una vittoria contro Arkansas-Monticello (Division II) arriva la sconfitta di 7 punti con Southern Illinois e poi una lezione da parte del suo precedente head coach Calipari che con Memphis rifila un duro 80-58 ai Minutemen tra i quali si salva solo Tony Gaffney: 16 punti, 19 rimbalzi, 5 stoppate e 3 rubate.
Dopo aver perso di 8 con VMI, Kentucky affronta North Carolina (#1) venendo letteralmente spazzata via e sepolta sotto 19 punti di scarto trovandosi 0-2 come non capitava dal 2001.
Solo Patrick Patterson si salva grazie a 19 punti (8 su 11 dal campo) e 11 rimbalzi mentre il resto della squadra combina per un 12-34 e un assist-to-turnover ratio di 2 (13 assist e 27 perse).
Ma se Atene piange Sparta non ride perché Tyler Zeller freshman di 7’0” di UNC lanciato in contropiede a 1’26” dalla fine subisce un fallo duro ma non cattivo di Ramon Harris e, cadendo male, si frattura il polso sinistro ponendo fine anticipatamente alla sua stagione.
Nel primo scontro tra squadre di ranking Oklahoma (#12) batte Davidson (#21) nonostante il career-high di Stephen Curry che segna 44 punti (14-14 ai liberi, 6-15 da 3pti e un complessivo 12-29) grazie al 52% dal campo ed all’84% ai liberi (26 su 31). Partita che nel secondo tempo sul 61-40 per i Sooners sembrava chiusa ma che i Wildcats sono dapprima riusciti a riaprire con un rapido 14-0 e poi rimesso in discussione fino al 82-78 finale. Per Oklahoma ottime le prestazioni del pre-season All-America Blake Griffin (25+21), di suo fratello Taylor Griffin (16+6) e del freshman Willie Warren (20 punti); Davidson era è e resterà Curry-dipendente con Lovedale, Rossiter e Bryant a fare quel poco che possono.
Per la seconda partita consecutiva la difesa di Washington State tiene gli avversari sotto i 33 punti segnati. Le squadre affrontate erano entrambe modeste (Mississippi Valley State e Fairleigh Dickinson) ma non è comunque facile subire 58 punti in 2 partite. Complimenti a coach Tony Bennett ed ai suoi ragazzi.
Arizona, orfana di Lute Olson, aveva iniziato la stagione con una vittoria non convincente con una modesta Florida Atlantic contro la quale l’interim head coach Russ Pennell aveva dovuto far giocare quasi tutta la partita a 3 dei suoi titolari (Budinger, Horne e Wise).
Già alla seconda uscita contro una solida UAB guidata da Mike Davis (coach dimessosi ad Indiana nel 2006 a seguito di pesanti contestazioni) l’intenso utilizzo dei titolari non evita una sconfitta di un punto arrivata con 0.8” sul cronometro dalla lunetta dove i Blazers fino a quel momento avevano tirato con il 36%. Per i Wildcats maiuscola la partita di Jordan Hill che segna 13 punti e prende 22 rimbalzi (11 offensivi e 11 difensvi) ma macchia la prestazione con un 1 su 6 ai liberi.
Come spesso faceva suo padre, Pat Knight ha preparato per Texas Tech una schedule con 14 partite di non-conference tra i più facili della nazione visto che prevede solo una squadra delle prime 50 (Pitt).
Tutto considerato segnare 167 punti, si proprio 167, in una partita, pur avendo di fronte East Central, non è una cosa di tutti i giorni ma, guardando il bicchiere mezzo vuoto, anche prenderne 115 da East Central non lo è.