Kelvin Sampson comunica le dimissioni
Come tutti gli anni anche l'estate 2008 ha portato una ventata di cambiamento sulle panchine NCAA di atenei anche prestigiosi (Indiana, LSU, Oklahoma State e Stanford) trascinando via allenatori che hanno fatto la Storia del basket o del singolo college e portandone altri con piccole o grandi storie.
La panchina più prestigiosa coinvolta è quella di Indiana, college che nel 2006 pensava di aver trovato in Kelvin Sampson l'allenatore del futuro ma che da subito si è rivelato fonte di problemi.
I primi sono sorti appena firmato il contratto quando Sampson è stato accusato dalla NCAA di aver effettuato o avallato una enorme quantità di telefonate inammissibili a prospetti e quindi condannato a 12 mesi di sospensione dall'attività di reclutamento.
Nonostante questi problemi la squadra sul campo ha ottenuto buoni risultati chiudendo la sua prima stagione 21-11 al 2° turno del Torneo NCAA e proseguendo in quella successiva con un 22-4 interrotto dalle sue dimissioni il 22 Febbraio.
Ma cos'è stato a portarlo a questa decisione estrema?
Beh, è stato l'invio da parte della NCAA a Indiana di un "Atto di accusa" riguardante il comportamento del coach e di altri membri del suo staff, indiziati di almeno 5 gravi violazioni al regolamento che compredevano il non aver rispettato la precedente condanna e l'aver mentito alla NCAA circa il suo coinvolgimento nelle telefonate.
Nei fatti Indiana e Sampson hanno trovato un accordo economico-legale che portava al coach parte della liquidazione ma lo impegnava a non intentare una causa civile.
Finita la stagione gli Hoosier, per voltare definitivamente pagina, scelgono una "faccia pulita", quella di Tom Crean che in 9 anni a Marquette ha registrato tutte stagioni vincenti, una media di oltre 20 vittorie a stagione e 8 post-season (3 NIT e 5 NCAA con una Final Four nel 2003).
Ma visto che la NCAA non è mai stata molto clemente ed ha sostanzialmente portato Indiana ad auto-infliggersi delle sanzioni consistenti nella rinuncia a 4 borse di studio, coach Crean dovrà affrontare questa stagione con una situazione difficilissima.
Il roster comprende un Senior operato al ginocchio in Agosto, un solo altro giocatore reduce dalla scorsa stagione durante la quale ha giocato complessivamente 11 minuti (Brett Finkelmeier), 2 JuCo e 8 Freshman con solo 4 giocatori alti 6'6" (circa 185cm) o più.
Con questa premessa è chiaro come la stagione sarà difficile ma i tifosi sanno che la colpa non è di coach Crean né tanto meno di questi ragazzi che dovranno giocare da uomini.
Ad Oklahoma State si è chiusa definitivamente l'era della famiglia Sutton.
Dopo l'addio forzato di papà Eddie che nel 2006 si dimette a seguito di un incidente automobilistico avuto mentre guidava sotto l'effetto dell'alcool, indicando come suo successore il figlio Sean, questo lascia OSU dopo solo 2 stagioni con un modesto 39-29.
Le cause di queste dimissioni che, come sempre negli USA, vengono concordate con la squadra ed abbinate ad una transazione economica (in questo caso gli verranno pagati anche i prossimi 3 anni di stipendio previsti dal contratto), si devono cercare nel fatto che il decente record ha portato per 2 volte il NIT, che già di per sé è una magra consolazione, perdendo per giunta in entrambe le occasioni al 1° turno.
Al suo posto i Cowboys scelgono un giovane coach partito dalla gavetta della NAIA che ha portato al Torneo NCAA Eastern Kentucky prima di trasferirsi a Umass e riportare alla post-season una squadra che non ci andava da un decennio: Travis Ford.
Difficile dire se Ford riuscirà a rinverdire i fasti di una OSU in evidente declino, di c'è che si tratta di un allenatore che non ha problemi a rimboccarsi le maniche e lavorare sodo per ricostruire squadre e programmi.
La panchina di John Brady a LSU aveva iniziato a scricchiolare già al termine della scorsa stagione iniziata come #5 del ranking AP e terminata senza post-season ma l'aveva salvata in virtù del recente passato che l'aveva visto arrivare alle Final Four.
Quando però nel periodo Dicembre 2007-Gennaio 2008 i Tigers hanno registrato una serie da 3-10 con le vittorie ai danni di squadre con record perdenti, il suo destino è stato segnato e l'esonero è arrivato l'8 Febbraio quando la squadra è stata affidata ad un interim coach.
La scelta del nuovo allenatore cade su Trent Johnson che dopo aver risollevato Nevada fino al Torneo NCAA del 2004, aveva preso le redini di una Stanford abbandonata da Mike Montgomery attratto dalle sirene della NBA e l'aveva guidata a 4 anni post-season consecutive.
Johnson ha dimostrato nel tempo la sua abilità come coach ma anche come reclutatore con i gemelli Lopez che sono per ora il suo fiore all'occhiello.
Affidare la panchina di Stanford che era di Trent Johnson con il suo pesante fardello ad un allenatore alla sua prima esperienza sembrerebbe un'azzardo ma già leggendo il nome qualcosa dovrebbe saltarci alla memoria: Johnny Dawkins.
Dawkins ha giocato a Duke sotto Mike Krzyzewski dove ha vinto un Naismith Player of the Year nel 1986 prima di restare 4 anni nella NBA e tornare nel 1998 sulla panchina della sua Alma Mater come associate head coach dello stesso coach-K.
Sfortunatamente per i Cardials l'aver lavorato come assistente di coach-K apre molte porte (attualmente sono 7 i suoi ex-assistenti capo allenatori nella NCAA) ma non garantisce buoni risultati perchè Quinn Snyder si è dimesso nel 2006 dopo 6 anni e mezzo a Missouri, Tommy Amaker è stato licenziato nel 2007 da Michigan dopo 5 anni ed ora allena Harvard e Jeff Capel è coach di Oklahoma ma in 2 anni ha registrato un mediocre 39-27.
Rispetto allo scorso anno la squadra ha perso i gemelli Lopez ma ha a roster 4 Senior, 3 dei quali erano titolari, che potranno garantire a Dawkins quell'esperienza sul campo fondamentale per un allenatore al primo anno.
A Texas Tech nello scorso Febbraio si è definitivamente chiusa un'epoca: quella di Bobby Knight.
Mitico allenatore pazzoide, famoso per aver vinto 3 titoli quanto per aver lanciato sedie in mezzo al campo di gioco, aver preso per il collo un giocatore ed aver basato gioco e vittorie sulla motion offense e la difesa uomo-a-uomo.
Bobby Knight, come 2 anni fa Eddie Sutton, ha lasciato la panchina al figlio Pat con la speranza che i risultati siano migliori di quelli ottenuti dall'altro figlio d'arte.
Pat parte avvantaggiato perché in passato è già stato capo allenatore di squadre professionistiche nella IBA e nella USBL prima di tornare alla NCAA come assistente a Indiana dal padre, ad Akron e di nuovo con Bobby a Texas Tech; a suo favore gioca anche l'aver potuto preparare questa successione che non è stata forzata da una baraccata del padre ma studiata a tavolino.
Prendere una squadra verso fine stagione, anche se dal padre, non è facile e quindi ci può stare che Pat abbia chiuso lo scorso campionato con un 4-7 ma in questa stagione non avrà alibi perché se anche gli verrà meno Martin Zeno, il miglior marcatore della scorsa stagione, rimarrà con un gruppo esperto e 2 buoni JuCo.
Oltre a queste major ci sarebbero tante storie da raccontare di atenei della seconda fascia.
Di John Brady licenziato a LSU ne hanno parlato in molti ma il fatto che abbia subito trovato una panchina è passato inosservato a molti.
Assunto da Arkansas State con l'incarico di far ripartire un programma shoccato dalle strane dimissioni di coach Dickey Nutt che si trovava sul 9-17 ma poteva vantare qualche credito dopo 13 anni positivi.
Il nome più prestigioso di quest'anno è comunque indubbiamento quello di Mike Montgomery, ex-coach dei Golden State Warriors della NBA, che per rientrare nel giro della NCAA si siede sulla panchina di California; college che ha "stranamente" sede a Berkeley, poco distante dalla "sua" Stanford.
A California sostituisce Ben Braun, licenziato dopo 12 anni perché se nei primi 7 anni ha ottenuto 6 postseason, nei 5 anni seguenti ce ne sono state solo altre 2 con un modesto record 79-75 che non è comunque rimasto a spasso a lungo essendo stato subito assunto da Rice dove deve sostituire Willis Wilson allenatore che detiene il record di vittorie (e di sconfitte) del college, licenziato dopo 16 anni.
Altro nome che porta alla mente la NBA è quello di Rex Walters, ex guardia 76ers e Heat, che dopo 2 anni perdenti a Florida Atlantic approda sul pino di San Francisco lasciando la panchina degli Owls a Mike Jarvis, altro nome che ci deve portare indietro di alcuni anni quando ha guidato Boston University, George Washington e poi St.John's al torneo NCAA (con quest'ultima ha vinto anche un Postseason NIT) dove finisce la carriera nel 2004 con l'onta di una indagine NCAA.
Questa, nata a seguito delle accuse lanciate da un suo giocatore circa uno stipendio pagatogli mensilmente da un membro dello staff nei 4 anni precedenti, gli costano il posto sebbene poi, in un secondo tempo, sia stato provato che da parte sua c'è stata solo omissione di controllo e non complicità .
Storia simile alla sua è quella di Bill Bayno, nuovo allenatore di Loyola Marymount, licenziato nel Dicembre 2000 da UNLV dopo una indagine NCAA circa alcuni pagamenti irregolari fatti nel 1997 da una persona esterna alla squadra ed all'ateneo, ma molto amica del coach, a Lamar Odom. Quel Lamar Odom che poi si trasferì a Rhode Island ed ora vediamo giocare nei Lakers.
Per la serie "a volte ritornano" sul pino di Pepperdine torna Tom Asbury, un fresco 62enne che viveva tranquillamente in Arizona e non è stato capace di rifiutare il posto che aveva avuto nel periodo 1989-94 durante il quale aveva registrato un memorabile 125-59 con 3 apparizioni al torneo NCAA e 2 al NIT.
Le panchine di Marist e Massachusetts hanno una cosa in comune: il fatto di essere state affidate ad allenatori che lo scorso anno erano assistenti di John Calipari.
Questi sono rispettivamente "Chuck" Martin e Derek Kellogg che torna anche alla sua Alma Mater.
Un nome che solo ai massimi esperti di basket USA e italiano può dire qualcosa è quello di Cuonzo Martin, giocatore che può vantare 7 partite NBA e 4 mesi all'allora Cirio Avellino.
Cuonzo dopo 8 anni come assistente di Gene Keady a Purdue si è visto assegnare la panchina di Missouri State che era di Barry Hinson, licenziato per non essere stato capace di portate l'università al torneo NCAA in nessuno dei suoi 9 anni.
A parziale discolpa si deve ammettere che non essere invitato alla Big Dance con 22 vittorie è poco simpatico, ma a lui questo è capitato per ben 4 volte!