Nel 2006 e nel 2007 è stata la Florida di Joakim Noah a trionfare. 2008? Una tra Ucla, Unc, Memphis e Kansas.
2006: Florida. 2007: pure (repeat dei Gators). 2008: il 7 aprile sapremo. A battagliare per sollevare il titolo di campioni d'America ci saranno le quattro candidate principali alla fine della regular season, le quattro numero uno dei Regionals, che si sono imposte in un cammino più o meno semplice, e che hanno staccato il pass per l'Alamodome di San Antonio, teatro delle Final Four Ncaa 2008. Tante storie, tanto talento, tanta pallacanestro, l'evento clou della primavera cestistica, non solo americana, ma mondiale. Il tabellone, o bracket che sia, ha sancito che le due semifinali saranno North Carolina contro Kansas, e Ucla contro Memphis.
UNC-Kansas
Quando si parla di Kansas e North Carolina, si parla di una specie di circolo ristretto di menti cestistiche assolute che comprendono personaggi del calibro di Dean Smith, Larry Brown, George Karl e ultimo, in ordine di tempo, Roy Williams, attuale coach dei Tar Heels, che viene però dal pino dei Jayhawks. "Ringless Roy", come veniva soprannominato il coach prima del successo del 2005 con Unc, ha ottenuto solo un viaggio al ballo finale alla guida di Kansas, terminato con la sconfitta contro la Syracuse di Carmelo Anthony. KU, lasciata con un pugno di mosche in mano dal coach, ha puntato su Bill Self da Illinois, che dopo le tante fatiche sul pino, raggiunge la prima final four in carriera.
I Tar Heels sono un'autentica corazzata, il cammino verso San Antonio, apparentemente il più complicato, è stato superato senza eccessivi patemi, grazie ad una squadra che vanta una stella assoluta come Tyler Hansbrough (nominato co-giocatore dell'anno insieme a Michael Beasley), realizzatori pericolosissimi come Ellington e Lawson, e una panchina parecchio folta, abilmente guidata da coach Williams. Solo Louisville, nella finale del Regional ha messo un pò in difficoltà i ragazzi da Chapel Hill, ma alla fine il cammino di Unc è stato una vera e propria marcia sicura e inattaccabile.
Anche Kansas ha percorso una via piuttosto agevole ma che ha rischiato di interrompersi bruscamente nella finale del Midwest Region dove la cenerentola Davidson, guidata dalla mitragliatrice Stephen Curry, è andata ad un tiro dal clamoroso upset, che avrebbe potuto negare ancora una volta la gioia del gran ballo finale a coach Self.
La sfida tra queste due corazzate si annuncia di primissimo livello ma vedo favorita North Carolina, nonostante le due squadre più o meno si equivalgono: i Tar Heels vantano maggior tradizione a livello di Final Four, hanno una mentalità sicuramente vincente, mentre Kansas, pur essendo una delle poche squadre allo stesso livello atletico e di equilibrio dei biancazzurri, ha più volte dimostrato di andare in crisi e di sciogliersi quando arrivano i momenti decisivi, e la sfida contro Davidson lo dimostra. Poi, mentre a Unc c'è un leader designato e carismatico come Hansbrough, più tantissimi giocatori di talento attorno, nei Jayhawks non sembra esserci quella figura che possa prendere in mano la palla nel momento topico (Chalmers? Collins? Rush?). Se si va punto a punto sono convinto che North Carolina sia avvantaggiata.
Kansas deve puntare sui propri lunghi che, Hansbrough a parte, possono davvero mettere in crisi la difesa avversaria: il talento di Arthur, i centimetri di Kaun e la fisicità di Jackson possono prevalere sull'undersized Thompson e sul più morbido Stephenson. Nel backcourt però, Carolina ne ha di più, c'è poco da fare: Lawson, Ellington, Ginyard, Green, forse il miglior sesto uomo d'America, e Thomas, hanno tutto per mettere seriamente in difficoltà Collins, Chalmers, Robinson e l'atletone Rush.
L'unica speranza per Kansas è che Unc si fermi da sola e incappi in quei problemi di eccesive palle perse che possono mandare fuori giri il meccanismo di coach Williams.
UCLA-Memphis
Ucla vuole vincere. Per due anni consecutivi è stata Florida a negarle l'occasione di alzare il trofeo che manca dal '95 (erano i Bruins di Edney e coach Jim Harrick) e questa sete di vittoria e rivincita può finalmente trovare sfogo, in mancanza dello spauracchio Gators con Noah e compagni. Dall'altra parte però c'è un gruppo di atleti eccezionali, guidati da un coach di assoluta esperienza come Calipari, e una stella che brilla più delle altre, tale Derrick Rose da Chicago, che non vorrebbe lasciare il campus di Memphis senza aver regalato la gioia del titolo.
Ucla è arrivata in Texas con un grande cammino, che ha visto incepparsi il perfetto meccanismo di coach Howland solo un paio di volte: nel secondo turno sono stati Collison (in attacco) e Shipp (in difesa) a salvare i Bruins dall'inboscata tesa da Texas A&M mentre nelle Sweet Sixteen Ucla ha giocato un secondo tempo disastroso che ha rimesso in gara Western Kentucky e ha provocato le ire della stella Kevin Love nei confronti dei compagni per lo scarso impegno nei secondi venti minuti.
Memphis ha percorso le stesse tappe dei Bruins, rischiando grosso solo al secondo turno dove Mississippi State si è fermata ad una sola tripla di distanza dai Tigers. Poi, eliminate Michigan State, e soprattutto la Texas di Abrams e Dj Augustin.
La sfida tra Bruins e Tigers appare nettamente allo stesso livello della precedente: qui abbiamo la squadra con la maggior voglia di alzare il trofeo, per i motivi di cui sopra, e quella che invece è consapevole che difficilmente riavrà in tempi brevi un gruppo così forte. Sono due squadre che difendono molto bene, atletiche, che pressano parecchio ma che, a differenza, di Unc e KU, sono decisamente meno profonde. Ucla non ha un vero cambio per Collison, l'unico play, però ha molti centimetri in più dei Tigers. Memphis ha un backcourt solido, probabilmente più talentuoso e con punti nelle mani (Rose e Douglas-Roberts su tutti) ma manca sicuramente di stazza sotto le plance: Dorsey e Dozier sono giocatori che hanno un cuore grande come il Tennessee ma francamente Love è di un altro pianeta. Certo è che anche Memphis può vantare un alieno autentico come D-Rose. Probabilmente Calipari fa giocare i suoi molto meglio in attacco rispetto a quanto faccia Howland, ma la difesa organizzata dall'ex capoallenatore di Pittsburgh non ha eguali nella nazione.
Love contro Rose dunque? Io credo che l'uomo che possa fare la differenza a favore dei Bruins, che vedo leggermente davanti, è l'africano Mbah a Moute, che nella finale del regional contro Xavier ha letteralmente condizionato e controllato la gara.
Final Four a partire da sabato 5 aprile. Prima Bruins contro Tigers, a seguire Tar Heels contro Jayhawks. Tanto talento, tante storie, tanto basket: forse le migliori Final Four da un pò di tempo a questa parte.
A voi lo spettacolo. Enjoy!