Flowers non è mai riuscito a fermare il talento di Stephen Curry
Finalmente dopo due anni di attesa abbiamo una vera storia da Cinderella nel Torneo NCAA. L'anno scorso non c'erano state sorprese, alle Elite 8 erano arrivate tutte le migliori squadre del college basket, mentre quest'anno nei primi turni si erano visti degli upset, ma nessuno che potesse veramente meritare la copertina di Cinderella, tanto famosa nella March Madness.
Ora è ufficiale, Davidson è la vera sorpresa di quest'anno, la grande storia da piazzare su tutte le prime pagine dei quotidiani, che fa tanto emozionare i tifosi di tutto il basket universitario, ansiosi di vedere una piccola università sfidare i mostri sacri, e nella grande cavalcata dei Wildcats c'è un uomo solo al comando, che ha firmato in modo indelebile le vittorie della piccola università situata a pochi kilometri da Charlotte: Stephen Curry.
Il figlio del venerabile Dell Curry, autentico guru dell'NBA, nonché capo dell'associazione giocatori nel suo ultimo periodo nei pro, ha fatto innamorare di se tutti gli appassionati di college basket, collezionando la terza prestazione consecutiva oltre i 30 punti segnati, la quarta se si conta anche il primo turno dello scorso anno perso contro Maryland. Curry è il quarto giocatore della storia a raggiungere o superare la soglia dei 30 punti nelle sue prime quattro partite del Torneo NCAA, l'ultimo è stato Glen Robinson, non uno qualsiasi.
Nella sfida contro Wisconsin, terza testa di serie del Midwest Regional, sotto gli occhi di Lebron James, posto dietro la panchina di Davidson a fare un tifo sfrenato, il piccolo grande uomo ha letteralmente dominato il secondo tempo, duellando praticamente da solo contro tutti i Badgers, con uno score parziale della ripresa che vede Curry a 22 punti e Wisconsin a 20.
Wisconsin sembrava l'avversario meno adatto per l'attacco di Davidson, difensivamente eccellenti, soprattutto sul perimetro, i Badgers avevano tenuto i propri avversari a 53.9 punti per partite durante l'anno, distruggendo nel turno precedente Kansas State con una pressione infinita sui tiratori avversari. Oltretutto la squadra di coach Bo Ryan sembrava molto più fisica e potente dei loro avversari e in difesa, Michael Flowers aveva già parecchi scalpi di stelle NCAA, ed era ansioso di aggiungere anche quello di Curry.
I Wildcats, però, sono entrati in campo senza alcuna pressione, giocando fin dall'inizio il loro basket, colpendo da oltre l'arco, dove hanno chiuso con un sensazionale 12/24, rispondendo colpo su colpo agli attacchi di Wisconsin, guidati dal trio Flowers, Butch e Bohannon. Il primo tempo si è chiuso in perfetta parità , con Curry a 12 punti, coadiuvato da Richards e Lovedale, ma è la ripresa che ha offerto i momenti migliori. Nove punti consecutivi del figlio di Dell nei primi cinque minuti hanno scavato il solco decisivo per le sorti dell'incontro, Wisconsin non è riuscita a replicare, sbagliando numerosi attacchi e subendo le offensive sia di Curry che di Richards (11 punti e 13 assist). La partita aveva già espresso il suo verdetto dopo dieci minuti della ripresa, con il vantaggio Wildcats ampiamente oltre la doppia cifra e Curry ad impazzare e chiudere la sua fantastica gara con 33 punti, con 6/11 da tre punti, 103 punti totali nelle tre gare finora disputate, in corsa per il record di punti nel Torneo, ma anche per il grande sogno di portare la sua università alle Final Four, replicando la cavalcato di George Mason che nel 2006 arrivò al grande ballo con la testa di serie n.11.
A fronteggiare Curry e i Wildcats nella Finale del Regional sarà Kansas, la n.1 del seed, che si è sbarazzata dell'altra sorpresa di questa parte di tabellone, Villanova, con un primo tempo magistrale in cui ha tenuto Reynolds e compagni a soli 22 punti segnati, volando a +19 e non voltandosi più indietro.
Troppo forti i Jayhawks per le velleità di Villanova, con il trio Rush-Robinson-Chalmers a dominare con le penetrazioni di Chalmers, l'atletismo di Rush e il tiro da fuori di Robinson, che hanno dato un segno abbastanza chiaro all'incontro fin dalle prime battute.
Villanova ha capito subito che la serata non sarebbe stata simile alle due precedenti vittorie contro Clemson e Siena, dopo che la sua stella, Scottie Reynolds, 23 punti di media nel Torneo, ha aperto la sua partita con un airball e un altro errore da oltre l'arco, mentre Kansas è scappata con un 14-2 iniziale, frutto di un paio di giocate da campione di Brandon Rush. I Wildcats, verso metà primo tempo, sono riusciti finalmente a trovare il bandolo della matassa, quando Reynolds è entrato in partita, firmando un contro parziale che ha riportato sotto i ragazzi di coach Jay Wright.
Da quel momento in poi, però, si è spenta la luce, perché Kansas ha iniziato a far sentire il proprio fisico, soprattutto con i lunghi e per Villanova si son chiuse le vie per il canestro nei restanti minuti della prima frazione, chiusa con un solo punto segnato e nessun field goal.
Nella ripresa più di qualcuno credeva nella rimonta di 'Nova, che aveva battuto la caldissima Clemson dopo essere stata sotto di 18 punti, ma i Jayhawks, che pur avevano una storia di sconfitte a sorpresa causate da enormi cali di concentrazione, sono rimasti sempre con la mente nella partita, pur concedendo qualcosa di più agli avversari rispetto al primo tempo.
La partita non ha avuto praticamente più nessun significato, se non per ammirare qualche giocata spettacolare sull'asse Robinson-Rush e un paio di canestri d'autore di Reynolds che, dopo un primo tempo da incubo chiuso con solo due canestri dal campo, è riuscito a superare la doppia cifra, chiudendo con 11 punti.
Villanova che aveva chiuso le due precedenti gare oltre il 50% dal campo, tenendo gli avversari sotto il 40%, ha tirato con un tremendo 35%, con solo tre canestri da oltre l'arco su diciasette tentativi, subendo un eloquente 53.3% da Kansas che, nonostante 18 turnovers e qualche disattenzione a rimbalzo (11 offensivi lasciati agli avversari), ha saputo difendere sempre con intensità massima, dimostrando di avere uno degli attacchi più fluidi dell'intero panorama NCAA.
Per coach Self l'ennesimo viaggio all'Elite 8, con la speranza di superare la sua maledizione ed approdare per la prima volta alle Final Four, giusto coronamento di una carriera costellate di vittorie, ad ogni livello collegiale.
L'incubo si chiama Stephen Curry, che ha dimostrato di non aver paura delle marcature fisiche e ha voglia di portare Davidson al grande ballo, che farebbe impennare le sue quotazioni in chiave NBA. Self avrà sicuramente un occhio di riguardo per la guardia dei Wildcats, ma sa che il proprio attacco può dominare la difesa degli avversari, fatta di molta pressione sulla palla, ma poco fisica e debole sotto il canestro.
Sarà sicuramente una partita godibile, con una sfida nella sfida tra Stephen Curry e Brandon Rush, che profuma di NBA.