Terrence Williams entra a canestro tra due avversari. Ottima la sua partita.
In questi giorni di frenesia cestistica vi sono state poche occasioni per riposare i muscoli dei ragazzi ancora in corsa per la Final Four, giusto qualche ora di sudato, meritato riposo e quindi di nuovo in campo a dare battaglia, a cercare di conquistarsi un posto nella storia con l'obiettivo di gustarsi un viaggio all'Alamodome di San Antonio.
Tempo di Sweet 16 anche ad est, raggruppamento che ha dato inizio all'ulteriore scrematura delle squadre ancora coinvolte nella competizione nella giornata di ieri, ed è ormai pronto ad eleggere l'università che avrà la grazia di andare in Texas nel prossimo fine settimana.
North Carolina non ha ancora mostrato segni di difficoltà , e l'incontro con Washington State, comunque da elogiare per la strada sin qui percorsa, si è chiuso con un altro scarto macroscopico, e guardando le statistiche ci si accorge presto che il 68-47 finale rappresenta la terza partita consecutiva conclusa dai Tar Heels con venti o più punti di scarto inferti all'avversario.
Fatto che nessuna edizione passata di questa squadra era riuscita ad emulare nelle precedenti partecipazioni al torneo Ncaa, ma fatto che ha soprattutto registrato il proseguimento del trend positivo a questo stadio del torneo, con North Carolina a raggiungere quota 7 successi consecutivi in una partita di Sweet 16. Vincessero pure la finale di oggi, i Tar Heels romperebbero un altro record, ottenendo la 17ma qualificazione della loro storia per le Final Four.
Dicevamo che contro i Cougars non c'è stata storia, così come non c'era stata nelle due uscite precedenti del team di Roy Williams: per chi criticava questa squadra perché non difendeva abbastanza è arrivata una risposta secca e determinata, Washington State ha tirato con il 32% dal campo infilando 18 tiri totali, restando impietosamente ferma al 12% da tre punti, ed i quasi 70 punti medi segnati durante la stagione si sono rivelati utopici.
La scarsa precisione dei Cougars dal perimetro (Kyle Weaver e Tyler Rochestie hanno tirato con il 19% complessivo mettendo 12 punti in due) ha avuto un doppio effetto negativo, dato che in aggiunta agli errori che continuavano ad accumularsi facendo scarseggiare la fiducia, dal rimbalzo difensivo avversario nasceva puntualmente una situazione di transizione offensiva molto favorevole ai Tar Heels: un primo tempo con un Tyler Hansbrough fermo ad un solo canestro realizzato (trasformatosi in ogni caso in un fatturato di 18 punti e 9 rimbalzi a fine gara) si è chiuso sul 35-21, e quando i Tar Heels hanno aperto il secondo tempo con 6 punti consecutivi, non restava che gestire a dovere una partita già archiviata.
Ai 25 punti della coppia Wayne Ellington/Tyson Lawson si sono aggiunti i 15 con 6/10 dal campo di un ottimo Danny Green, che sembrerebbe aver rimediato alla rottura prolungata con le percentuali patita nei primi due turni, entrato a gara in corso da una panchina sfruttata per il minimo indispensabile e che ha complessivamente prodotto altri 4 punti, scaturiti dai 18 minuti in campo di Alex Stephenson.
Aron Baynes e Derrick Low sono stati i migliori scorers di serata per Washington State con 14 punti ciascuno, in particolare il centro ha aggiunto alla sua prestazione 8 rimbalzi ed ha segnato 6 degli 8 tiri tentati, approfittando (tuttavia con scarsi profitti di squadra) di una difesa molto concentrata sugli esterni. Solo due i punti di uno spento Robbie Cowgill, 31 minuti in campo ed una sola conclusione a bersaglio delle sette tentate.
Un paio di giorni fa avevamo sottolineato più e più volte come il concetto di difesa fosse stato chiave vincente del cammino intrapreso da Louisville. Ebbene, la zona mista di Rick Pitino ha colpito ancora nel segno, e la conseguenza è che Tennessee e la sua volontà di riscatto per non essersi vista assegnare il seed numero uno hanno ambedue fatto le valigie per tornare a casa.
Scarse percentuali dal campo, problematiche di falli (Wayne Chism, 9 punti in 24 minuti, ne ha commessi due istantanei) ed una combattività evidentemente inferiore rispetto a quella degli avversari sono risultati nella condanna dei Volunteers, tenuti al 34% scarso dal campo, al 25% da tre punti (11/58 nelle tre partite di torneo) e poco freddi dalla lunetta, laddove sono andati a registrare un insufficiente 68%.
I ragazzi di Bruce Pearl sono stati costretti ben presto all'inseguimento visto il pessimo inizio di gara, Chris Lofton è stato tenuto fuori dalla partita per tutto il primo tempo cominciando a segnare quando già era tardi, trovandosi puntualmente una mano in faccia in ciascuno dei suoi tentativi da oltre l'arco (2/11); Tyler Smith ha contribuito con 11 punti ma si è trovato caricato di falli nella ripresa, rinunciando comprensibilmente a difendere in qualche situazione di vernice troppo facilmente portata a termine dai Cardinals. JaJuan Smith, 12 punti e 2/5 da tre, se non altro è stato tra gli ultimi a mollare.
Il 24-8 iniziale è stato recuperato dai Vols sino a sfiorare il pareggio, ma a quel punto Earl Clark ha acceso il turbo: autore di tre canestri consecutivi che hanno iniziato il secondo e definitivo parziale, il giocatore ha segnato in entrata, in sospensione e quindi da sotto canestro trasformando pure il libero conseguito dall'azione, andando a concludere una partita di spessore con 17 punti e 12 rimbalzi, guidando un tabellino marcatori come di consueto molto equilibrato.
Il centro David Padgett ha sfruttato i ritardi nelle rotazioni difensive siglando 10 punti (con 8 rimbalzi), mentre Terrence Williams ha concluso una prova di tutta versatilità con 13 punti e qualche passaggio da far strabuzzare gli occhi, come il generoso no look pass elargito allo stesso Padgett per una schiacciata appartenente all'allungo definitivo.
Fondamentali i 20 palloni che la tenace difesa dei Cardinals ha recuperato, di capitale importanza la differenza a rimbalzo, 43-28, la quale ha concesso facili canestri in transizione ma anche seconde possibilità in area, alcune delle quali terminate con segnatura e tiro libero supplementare nel momento di maggior difficoltà dei Volunteers.
"Alleno da tanti anni, ma sinceramente non avevo mai visto un avversario dettare così fortemente i tempi della partita" ha detto Pearl, che ha risollevato il programma cestistico di Tennessee in maniera ammirevole pur non riuscendo a superare l'invalicabile ostacolo delle Sweet 16. Gli resta la soddisfazione di aver vinto come nessuno era riuscito a fare prima di lui.
Pitino, dal canto suo, prosegue invece la personale serie di successi che lo vede imbattuto in ciascuna semifinale regionale allenata in carriera, arrivata a quota 8: in questa speciale classifica, è secondo solo a John Wooden, che ottenne a suo tempo 11 qualificazioni consecutive alle Elite Eight.
L'appuntamento per la finale tra North Carolina e Louisville è già per questa sera, in una sfida che per la prima ha un deciso sapore casalingo, i Tar Heels sono difatti a quota 7-0 tra le mura amiche del Charlotte Coliseum (distante un paio d'ore da Chapel Hill) e 24-1 quando disputano partite del torneo all'interno del loro stato.