Green stacca il biglietto per le Elite 8
Sono state partite molto diverse, quelle tra le migliori 4 squadre della East Region. Vanderbilt - Georgetown è stata una battaglia all'ultimo canestro, 40 minuti di equilibrio risolti da una giocata ad una manciata di secondi dalla fine che haregalato agli Hoyas la gioia di partecipare all'Elite 8.
Nel match tra North Carolina e Southern California è invece stato possibile assistere a due gare differenti: nella prima, durata 30 minuti, i Trojans hanno dominato con ordine e precisione chirurgica gli avversari, annullando le loro principali fonti di gioco; nella seconda, che si è sviluppata nei 10 primi finali, i Tar Heels hanno preso il sopravvento, abbattendo USC a suon di rimbalzi, palle rubate e attacchi in transizione, annullando il gap tra i due team, per poi passare nettamente in vantaggio.
Ecco un resoconto un po' più dettagliato:
Vanderbilt(6) - Georgetown(2) 65 - 66
L'ultima azione di Jeff Green ad una manciata di secondi dal termine della partita contro Vanderbilt ha tenuto tutta l'America Airlines Arena con il fiato sospeso. L'ala junior degli Hoyas ha ricevuto palla in post basso, e dopo un controllo complicato dal raddoppio difensivo, è riuscito a trovare lo spazio per girarsi ed appoggiare al tabellone il canestro che ha sancito l'eliminazione dei Commodores e il trionfale ingresso dopo 11 anni di assenza della sua squadra tra le Elite 8.
L'impresa è riuscita anche senza il contributo del centro Roy Hibbert nei concitati minuti finali, perché uscito anzitempo gravato di 5 falli. Con Georgetown in ritardo di 4 punti, sono stati Wallace, Sapp e proprio Green a tenere la gara in equilibrio, sfruttando gli errori di Byars e Gordon dalla lunga distanza.
I Commodores, dopo aver condotto per buona parte del primo tempo, si erano visti rimontare dalla coppia Summers-Hibbert, che dettava legge nella metà campo offensiva, alternando prodezze balistiche dall'arco a giocate in post basso che non trovavano un'adeguata opposizione.
Neutralizzati però i due spauracchi, il primo uscito improvvisamente dal match - negli ultimi 10 primi ha tentato appena 2 conclusioni – il secondo, come già detto, costretto alla panchina per falli, per Vandy sembrava tutto in discesa.
A spazzare via le convinzioni dei Commodores ci ha pensato il miglior giocatore della Big East di quest'anno, Jeff Green, che ha cambiato la partita con il gioco da 3 punti del pareggio e il tiro della vittoria. Per lui 15 punti con 7/11 al tiro, 4 rimbalzi e 3 assist. Si è fermato a 12 punti invece il fatturato di Hibbert, che ha recuperato anche 10 rimbalzi. DeJuan Summers produce invece 15 punti e 7 rimbalzi, ma tira con il 75% da 3 e appena il 22% da 2.
I Commodores pagano a caro prezzo le prestazioni opache di Gordon e Byars, che nei minuti finali non sono riusciti a trovare il ritmo per condurre i compagni alla vittoria. Vanderbilt surclassata anche a rimbalzo: ne ha catturati 15 in meno degli Hoyas, concedendone proprio 15 offensivi.
"Lo schema prevedeva un taglio in backdoor" ha raccontato Green a proposito dell'ultima azione. "Poi cercare una soluzione da sotto, ma quando ho cominciato la mia azione, ho rischiato di perdere il controllo, poi ho solo provato ad alzarmi per tirare aiutandomi con il tabellone. Ho avuto fortuna, ed è entrata.".
USC(5) - North Carolina(1) 64 - 74
Lo scarto finale tra le due squadre di certo racconta ben poco della partita. Il ballo dei Trojans si ferma ad 11:16 dalla fine del match, con i tiri liberi di Nick Young che spingono USC a +10. E' il canto del cigno, perché a fare la voce grossa, da quel momento in poi, ci pensano i Tar Heels.
Fino a quel momento USC aveva dominato la partita, Limitando il gioco di North Carolina e costringendo Hansbrough e Lawson a performance molto al di sotto delle loro medie abituali. Nick Young, sin dalle primissime battute, aveva portato Southern California in testa, dando il là ad una galoppata che aveva fatto raggiungere ai Trojans il massimo vantaggio di + 16 dopo poco più di 2 minuti di gioco del secondo tempo.
Altri protagonisti dello straordinario primo periodo della squadra di coach Floyd sono stati il freshman Taj Gibson (16+12+4 stoppate) e la guardia senior Lodrick Stewart, il quale tuttavia nella seconda frazione ha avuto molti problemi in fase realizzativi, complice un atteggiamento difensivo di UNC molto più aggressivo rispetto ai primi 20 minuti.
Ne sono una testimonianza le 18 palle perse dai Trojans, il dato più evidente della loro inferiorità assieme ai rimbalzi, dato che Carolina ne ha presi 14 in più. "Sapevo che non avremmo mollato" ha ammesso Roy Williams al termine della gara.
La rimonta dei Tar Heels, resa possibile grazie ad un parziale di 18 - 0, ha avuto come protagonisti Marcus Ginyard e Brendan Wright. Il primo, guardia sophomore di impatto, ha realizzato 9 dei suoi 10 punti nel secondo tempo, mentre Wright, freshman molto energico e reattivo, ha sopperito alla perfezione alla serataccia di Hansbrough in ambo i lati del campo, segnando 21 punti e conquistando 9 rimbalzi.
North Carolina, oltre ad avere inflitto un parziale devastante agli avversari, ha dimostrato ancora una volta di quanto talento sia dotata, ma anche di quanta fiducia nei propri mezzi abbia e di quanto la sua voglia di vincere possa ribaltare situazioni difficili in gare importanti come quella contro USC.
"Non sapevo fosse un parziale di 18 - 0" commenta Wright a caldo, "Quando questa squadra riesce a fare cose del genere, è veramente dura fermarla".
Domenica, sempre alla Continental Airlines Arena, si svolgerà la finale dell'East Region tra North Carolina e Georgetown. Pronostico rispettato, dunque, perché ad affrontarsi sono la numero 1 e la numero 2 del seed, ma le due squadre arrivano a questo appuntamento in modi abbastanza differenti.
Gli Hoyas in tutto il torneo hanno sempre potuto contare sui contributi di tutti i membri del quintetto, che hanno giocato con grande continuità ed equilibrio, sfruttando gara dopo gara il go to guy di turno.
North Carolina è invece incappata spesso in momenti di disorientamento sia offensivi che difensivi, e l'appellarsi ad uno o due giocatori per uscire da situazioni complicate è sempre stata una necessità , più che il frutto del lavoro di squadra.
A tenere banco sarà la sfida sotto i tabelloni, dove Hansbrough e Wright se la dovranno vedere con Hibbert e Green. Probabilmente sarà il prevalere di uno dei due team nell'area piccola la chiave per qualificarsi alle Final Four.