Tyler Hansbrough, anche senza maschera, vuole continuare a danzare
Spettacolo purissimo e adrenalina a fiumi nella partita più lunga tra quelle disputate sino a questo punto nel Torneo NCAA, che vede i Commodores regolare di misura Washington State dopo 30 minuti di gioco.
Georgetown non si fa impressionare dall'atteggiamento duro di Boston College, ma dimostra di saper vincere anche in situazioni difficili, con i propri tiratori in serata tutt'altro che di grazia. UNC si impone su Michigan State non senza difficoltà , difatti ha bisogno del miglior Hansbrough della stagione per conquistare la qualificazione.
Big Dance terminata invece per Kevin Durant, il quale si deve arrendere alla grande partita di squadra di USC, che manda tutto lo starting five in doppia cifra.
Entriamo nei particolari:
Vanderbilt(6) - Washington State(3) 78 - 74
Subito protagonista Derrick Byars, che segna 8 dei primi 13 punti di Vanderbilt, ai quali Washington State risponde mandando ben 6 giocatori a referto nei primi 10 minuti di gioco.
Esaurito lo sprint di Byars, che fallisce tre tentativi dall'arco, i Commodores non riescono più a trovare la via del canestro, mentre Robbie Cowgill, centro junior dalla basetta selvaggia, porta i Coguars in testa: 13 - 20 a 6:32 dall'intervallo.
Vandy insiste con il tiro da fuori, ma i risultati sono a dir poco scarsi, dato che infila una sola conclusione su otto tentativi. Byars non la mette più, così entra in scena il supporting cast, con Cage e Foster, protagonista del 1st Round, ad arginare il tentativo di fuga di WS.
Nel secondo tempo i Coguars toccano il massimo vantaggio con due liberi di Low, il migliore dei suoi, che porta il risultato sul 27 - 37. La difesa di Weaver su Byars continua a dare buoni risultati, anche se il #25 di Washington State sembra riservare poche energie per l'attacco.
Poi scocca il sesto minuto di gioco, con Vanderbilt ancora in ritardo di 8 lunghezze: Byars si apre fuori dall'arco e lascia partire la bomba che cambia la partita. Le mani della guardia di Vandy prendono fuoco, e ogni volta che ha lo spazio tira e segna.
Ai fuochi d'artificio dei Commodores partecipa anche Alex Gordon, e Washington State resta un tantino spiazzata. I pick'n roll tra Low e Cowgill rimandano di poco il sorpasso, che arriva grazie alla quarta tripla consecutiva di Byars. Allo shootout da tre si autoinvita anche lo specialista dei Coguars Hamerling, che risponde a Dan Cage, mantenendo il match in equilibrio.
E' ancora una conclusione dalla lunga distanza, questa volta di Foster, a portare sul 60 - 59 Vandy ad 1:11 dalla sirena. Sul ribaltamento di fronte Weaver, fermato col fallo, fa 1/2, ma l'errore di Byars, stoppato da Clark, consegna la palla della vittoria nelle mani di Hamerling, che questa volta sbaglia: e' over time.
Il supplementare è una sfida personale tra i due protagonisti dell'incontro, Byars e Low, che fanno gran mostra del loro talento offensivo. A 2:23 dalla conclusione è il Derrick di Vanderbilt a trovare la quinta bomba della serata, al quale l'omonimo di WS risponde con un jumper da 2 e una tripla che esce di poco.
Byars prova l'allungo decisivo con un altro canestro da 2, ma Low pareggia i conti con un canestro da 3 che fa presagire ad un nuovo extratime. Rimessa per Vandebilt che però perde il controllo della sfera, che giunge sulle mani di Rochestie, autore di una partita abbastanza negativa sin qui, il quale sfreccia verso canestro e va in terzo tempo, ma non fa in tempo ad alzare il braccio che la palla è già da tutt'altra parte: rejected by Byars!
Shan Foster alza la preghiera per le Sweet 16, ma non viene accolta: secondo over time!
Il secondo supplementare si apre sotto il segno del solido Skuchas, che conquista due tiri liberi e li realizza entrambi e poi si fa trovare puntuale sotto per depositare il 73 - 71 per Vandy. Ci riprova ancora, il centrone dei Commodores, ma questa volta viene stoppato da Cowgill.
Non ne approfittano però i Coguars, che nella transizione perdono malamente palla, e Shan Foster va a inchiodare il +4. WS accusa il colpo, e nonostante un extra possesso, non riesce a ridurre il distacco, che sale a 5 punti per effetto di un libero di Gordon. Washington State però non molla, ed è una tripla di Hamerling a riportare sotto di 2 i suoi, che tuttavia non capitalizzano il doppio errore dalla lunetta di Gordon ed inspiegabilmente non commettono fallo, permettendo a Foster di chiudere il match con un comodo layup.
Il duello tra i due migliori realizzatori delle rispettive squadre viene vinto da Byars, che segna 27 punti e cattura 5 rimbalzi, giocando con 4 falli sin dal minuto 17 del secondo periodo.
Derrick Low ferma il suo fatturato a quota 21, ma i Coguars possono contare anche su un'eccellente prestazione della panchina, che realizza 30 dei 74 punti totali.
Manca sicuramente il contributo di Kyle Weaver, fermo a quota 5 con un solo canestro realizzato su 8 tentativi, suo minimo stagionale. Per i Commodores solo Neltner non raggiunge la doppia cifra tra i 5 del quintetto iniziale.
A fine partita la stella di Vandy non ha dubbi:"Considerando il contesto, questa è la miglior partita che abbia mai giocato. E' qualcosa che ho immaginato prima della partita. Ho immaginato di eseguire vari tiri, che sono poi arrivati nel secondo tempo."
E Vanderbilt ora spera che Byars abbia altre ottime visioni.
Boston College(7) - Georgetown(2) 55 - 62
“That was a Big East game.” Sono le parole di Jeff Green, esplosiva ala junior di Georgetown, al termine della seconda partita degli Hoyas nel Torneo NCAA. Gli avversari, gli Eagles di Boston College, hanno lasciato la Big 12 nel 2005, ma evidentemente lo stile di gioco è rimasto quello fisico e intenso della Conference nella quale sono nati e cresciuti.
Le ali delle aquile sono contratte dopo la palla a due, così Gorgetown trova subito degli spunti interessanti con Wallace e Sapp, che costruiscono un parziale di 2 - 12.
Per Tyrese Rice e Jared Dudley è il momento di scuotere la squadra, e iniziano ad attaccare con più aggressività la difesa, recuperando lo svantaggio in poco tempo. Proprio grazie a Rice Boston College supera gli Hoyas a 7:08, e costruisce un discreto margine che gli permette di chiudere in testa il primo tempo, pur andando a segno solo con un tiro di Dudley negli ultimi 4 minuti.
La difesa a zona degli Eagles crea diversi grattacapi a Georgetown, e in apertura di seconda frazione è ancora Dudley, miglior giocatore della ACC, a guidare il suo team al massimo vantaggio.
A questo punto gli Hoyas, anche a fronte di una serata da dimenticare per quanto concerne il tiro da tre, decidono di puntare tutto sul gioco interno, affidandosi alla dominante presenza di Roy Hibbert.
Il centro di 7-2 produce 15 dei 17 punti totali nel secondo tempo, recupera 7 rimbalzi offensivi e manifesta una superiorità fisica che gli Eagles non riescono a contrastare.
Scintille in campo nella lotta a rimbalzo e doppio tecnico per Dudley e Sapp, che si lasciano sopraffare dal nervosismo, ma con 7 minuti ancora da giocare il tabellone adesso vede Georgetown in vantaggio, grazie all'affondata di Hibbert e alla rapidissima reverse dunk di Green, che taglia in più occasioni indisturbato sulla linea di fondo per il 44 - 48.
Sono di nuovo Rice e Dudley ad essere chiamati in causa per risollevare le sorti di BC, ma questa volta le loro energie sembrano agli sgoccioli, e non riescono a rimontare oltre il -1 a 3:11 dalla fine.
Un layup di Sapp e due giochi da tre punti del micidiale Green e di Ewing Jr. allontanano definitivamente gli Eagles, che negli ultimi 34 secondi tentano ben 5 triple, ma nessuna va a bersaglio.
Boston College nella ripresa tira con il 31% e concede in totale 17 rimbalzi offensivi, ma soprattutto nella testa dei suoi sostenitori si fa ricorrente il pensiero che le cose avrebbero potuto prendere una piega differente se in campo ci fosse stato Sean Williams, centro messo fuori squadra in gennaio per reiterati problemi disciplinari. Dudley (22+8 e 4 recuperi) e Rice (19+6) non riescono a sostenere l'impatto con i muscoli di Georgetown, che distribuisce meglio i suoi tiri, e oltre alle doppie doppie di Hibbert (17+12) e Green (11+12), può contare anche sui 15 di Jonathan Wallace.
Michigan State(9) - North Carolina(1) 67 - 81
Sotto lo sguardo bonario e forse un po' nostalgico di Magic Johnson, Michigan State tenta l'impresa di eliminare dalla Big Dance North Carolina, che schiera un influenzato Reyshawn Terry.
Le prime battute fanno già intravedere quale sarà il leit motiv dell'intero incontro: la sopravvivenza degli Spartans è legata alla continuità del tiro da fuori di Neitzel, che di certo non si risparmia, ma le sue scelte non sono mai troppo oculate.
Nei primi minuti infatti infila solo 2 dei 12 tentativi effettuati, ma nonostante la partenza lampo di UNC, che è micidiale dall'arco con Lawson e realizza 15 punti in 6 possessi consecutivi, Michigan State non crolla, e rimane aggrappata alla partita grazie alle giocate del sempre più intrigante freshman Raymar Morgan. I Tar Heels però sbagliano pochissimo, e anche se non fanno canestro al primo tentativo, ci pensano Wright e Hansbrough a fare il vuoto sotto canestro per regalare secondi tentativi ai propri tiratori o convertire loro stessi in 2 punti il rimbalzo offensivo.
Il numero 50 di North Carolina rompe gli indugi quando, dopo poco più di 8 minuti di gioco, decide di liberarsi della maschera, regalo recapitato dal gomito di Gerald Henderson di Duke, e comincia a mettere insieme i pezzi di un puzzle che, a fine partita, fornirà una prova da incorniciare.
Hansbrough comincia letteralmente ad aggredire il canestro, cercando di caricare di falli il reparto lunghi degli Spartans, già menomato dall'infortunio al gomito del nigeriano Idong Ibok.
Nel primo tempo realizza 19 punti, che permettono a UNC di andare negli spogliatoi con 8 punti di vantaggio.
Nel secondo tempo North Carolina sembra ripiombare nell'incubo che l'aveva penalizzata già nel primo turno, e difatti nei primi 5 minuti realizza un solo canestro. Questo consente agli Spartans di rientrare, sfruttando il buon momento dell'ala Marquise Graye e il preziosissimo contributo di Goran Suton, il quale si alza dalla panchina per mettere a segno 6 punti consecutivi che portano addirittura in vantaggio Michigan State: 46 - 45 dopo 5:30.
Il timone degli Spartans passa nelle mani di Neitzel, che colpisce più volte da 3 punti e imbecca puntualmente Morgan, abile nel procurarsi falli e un gioco da tre punti che alimenta l'esiguo vantaggio di Michigan State. La risposta dei Tar Heels è firmata dalla coppia Hansbrough – Lawson, ed è proprio un tiro da 3 del freshman da Clinton, Maryland, a spezzare la resistenza degli Spartans. I tentativi di Neitzel non vanno a buon fine, mentre dall'altra parte, a mettere al sicuro la qualificazione, ci pensa Terry, che nei 7 minuti conclusivi ne mette 12 dei 14 totali.
La prova di Hansbrough è monumentale. Il tabellino dell'ala di UNC recita 33 punti con quasi il 59% al tiro e 9 rimbalzi, al quale si sommano i 20 e gli 8 assist di Lawson. Neitzel dal canto suo conclude con 26 segnature, frutto di un rivisitabile 9/27 totale. Generosa la prova di Morgan, che ne mette a referto 19, con 10/11 ai liberi.
USC(5) - Texas(4) 87 - 68
L'ultima sfida del secondo turno di East Region sulla carta è avvolta dall'incertezza. La superiorità di Kevin Durant su tutto e tutti in questa stagione è stata netta, ma le perplessità riguardano il resto della squadra, formata da un nucleo giovanissimo - basti pensare che in quintetto fa le veci del veterano il sophomore A.J. Abrams - che dovrà scontrarsi contro il sistema di gioco ben organizzato e affiatato dei Trojans.
Il match è caratterizzato da un ritmo incalzante, con colpi su colpi e una buona rotazione di palla da parte di entrambi gli attacchi. Spezza gli equilibri una tripla di Stewart dopo quasi 5 primi, che manda Southern California avanti di 8. Dopo il jumper di Abrams del 17 - 13, i Longhorns subiscono in 6 minuti un parziale di 11 - 2 che di fatto dà alla partita una direzione a senso unico.
Texas può contare sul solito supporto di Durant e Abrams, ma dietro di loro, il nulla. D.J Augustin, importantissimo nella partita contro New Mexico State, litiga di continuo con il ferro, e il resto della squadra non sembra all'altezza della situazione. USC invece sfrutta senza forzare ogni possesso per ampliare il distacco tra sé e gli avversari, che a 6:47 dalla prima sirena è di 13 lunghezze.
Un guizzo di Durant su rimbalzo offensivo e il buzzer beater di Abrams chiudono il primo tempo con Texas in ritardo di 7 punti, anche se per il gioco mostrato, sembra difficile possa impensierire la squadra di coach Floyd. In avvio di ripresa i Longhorns segnano 3 punti che accendono l'entusiasmo dei fan e della panchina, ma è un fuoco di paglia. Ancora 6 minuti di sonno profondo per Texas, che realizza solo una tripla con KD, e al suo risveglio, per mano di Craig Winder a 13:54 dalla fine della gara, si ritrova a -18.
In questo lasso di tempo, interminabile per gli 'Horns, Durant si prende un solo tiro, ma a fare la voce grossa ci pensano Gibson e Young, che dominano il campo e pongono tutti i presupposti per scongiurare qualsiasi sogno di rimonta da parte di Texas. Gli sforzi di Durant e Abrams non portano mai Texas al di sotto dei 13 punti di scarto, così il finale è amaro per gli arancioni.
La differenza fin troppo evidente tra le due squadre sta nella distribuzione dei punti: tutti i titolari di USC figurano in doppia cifra, con Young e Hackett - quest'ultimo micidiale al tiro - che toccano quota 20. Per Texas invece ci sono i 50 punti del duo Durant – Abrams, che realizzano più del 73% dei punti totali. In evidenza la prestazione del freshman Taj Gibson, autore di 17 punti e 14 rimbalzi, che non ha deluso, nonostante la pressione di misurarsi contro una matricola del calibro di Durant.
A fine partita Young ammette candidamente:"Non si può fermare Durant, così ci siamo concentrati sugli altri due, Augustin e Abrams." E la strategia ha fruttato alla grande, dato che i Trojans possono partire alla volta del New Jersey, dove venerdì affronteranno North Carolina per continuare a danzare. Finisce - per quest'anno o forse del tutto - la favola di KD nel Torneo, che ha comunque già unito il suo nome a quello dei più grandi.
Alle semifinali dei Regionals, tra le Sweet 16, per l'East Bracket si qualificano dunque Vanderbilt, Georgetown, North Carolina e Southern California, che si sfideranno venerdì alla Continental Airlines Arena, casa dei New Jersey Nets.
Partono favoriti sicuramente i Tar Heels, che hanno però già dimostrato di poter subire un'ottima organizzazione difensiva quale quella dei Trojans. Per coach Floyd questa volta sarà comunque difficile applicare la filosofia che gli ha permesso di eliminare dal torneo Texas, cioè isolare la stella dal resto del quintetto, perché se così facesse, sarebbe interessante capire su chi cadrebbe la scelta.
Nell'altra partita si assisterà invece ad uno scontro tra due squadre prevalentemente offensive, che daranno grande spettacolo in campo grazie alle loro giocate in transizione e alla loro velocità , con un monito: se Byars si accende, nessun avversario è troppo forte per Vandy.