Eric Maynor di Virginia Common esulta, non capita tutti i giorni di battere Duke al primo turno!
La March Madness è cominciata e tutta l'America, come al solito, si ferma per seguire le sorti delle Università di appartanenza, e sperare in un upset contro una power house, o l'approdo alla Final Four, o addirittura il taglio della retina finale.
Nel bracket West, la n.1 del seeding è Kansas, n.2 dell'intera nazione dopo una rimonta graduale, ma significativa nell'ultimo mese di regular season, con la ciliegina della vittoria finale nel Torneo della Big12.
La n.2 è UCLA, finalista lo scorso anno e a lungo, in stagione, gravitata tra le prime tre posizioni del ranking nazionale, ma uscita dalle papabili prime teste di serie al Torneo, dopo due inopinabili sconfitte nelle ultime partite della regular season, contro Washington nell'ultima esibizione in Pac-10, dopo aver raggiunto matematicamente il primo posto della Division, e al primo turno del Torneo della Pac-10, contro i nemici di California.
Nel Bracket ci sono anche Università storiche come la Duke di coach K, molto altalenante nel corso dell'anno, Pittsburgh, sempre ostica da affrontare in una partita secca, con la sua difesa molto fisica, Kentucky, anch'essa come Duke reduce da un'annata molto deludente, ma autentica mina vagante nella corsa ad Atlanta, e Indiana, guidata da Kelvin Sampson, che le Finali le ha già raggiunte con Oklahoma State, non molto tempo fa.
Nel primo turno giocato in questi due giorni, c'è stata un'unica vera e grande sorpresa, la sconfitta di Duke.
I Blue Devils, n.4 del seeding, venivano da un'annata non proprio soddisfacente per coach K, chiusa con dieci sconfitte, e con striscie negative di quattro e tre partite, inusuali per Duke, tradita dalle due stars Greg Paulus e Josh McRoberts, spesso non in grado di dare un contributo significativo nelle partite che Duke doveva vincere, soprattutto quelle contro università minori.
Proprio una piccola Università , Virginia Common, arrivata al Torneo grazie ad un'incredibile rimonta finale contro George Mason, la cinderella della scorsa March Madness, ha sancito la fine di Duke, sconfitta al primo turno del Torneo dopo dieci anni, e da nove sempre presente alle Sweet 16.
La partita è sempre stata in equilibrio, con i Blue Devils spesso avanti, guidati stavolta dalle eccellenti prove di Paulus e McRoberts, ma con VCU sempre a contatto, e in grado di dare il primo scossone con il canestro di Pellot-Rosa che sanciva il primo sorpasso dei Rams a 2 minuti dalla fine.
Duke si affidava in toto alla sua coppia di sophomore, entrambi arrivati al massimo in carriera con 25 punti per Paulus e 22 per McRoberts, ma non aveva alcun supporto dal resto della squadra, in cui nessuno arrivava alla doppia cifra.
Nonostante un dominio a rimbalzo abbastanza netto, soprattutto di McRoberts con 6 rimbalzi offensivi e un controllo della propria area dettato dalle stoppate di McRoberts e dagli adeguamenti difensivi di coach K, Duke pagava le moltissime palle perse (17 alla fine), 11 del duo Paulus-Nelson, e i gravi problemi alla lunetta, risultati decisivi in un finale caldissimo, con gli errori in serie di Nelson, McRoberts e Paulus.
Dall'altra parte Virginia Common, pur subendo la fisicità degli avversari, si affidava al talento cristallino di Eric Maynor, già eroe della vittoria contro George Mason, e alle triple della coppia Pellot-Rosa-Shuler, cercando di alzare il ritmo della difesa sulle linee di passaggio e aumentando nel finale il pressing a tutto campo, che ha permesso il recupero di palloni decisivi per la rimonta da -7 negli ultimi otto minuti.
L'ultimo minuto è il classico palcoscenico per le grandi storie della March Madness, con Duke che agguanta per la terza volta il pari grazie ad un coast to coast di Nelson, ma VCU ha la palla dell'ultimo tiro e la consegna nelle mani d'oro di Maynor, che gioca l'1vs1 contro Jon Scheyer e con un perfetto jumper dalla linea del tiro libero segna il suo ventiduesimo punto, chiudendo la gara e il cammino di Duke nel Torneo.
Le due prime teste di serie passeggiano contro Niagara e Weber State, allungando fin dall'inizio e chiudendo con scarti da primato, Kansas addirittura a +40 con 107 punti segnati, grazie ai 19 di Chalmers, ai 16 di Robinson, alla doppia-doppia di Julian Wright, e in generale ad una serata al tiro da ricordare, UCLA solo a +28, ma nel classico stile di Ben Howland, con l'avversario tenuto a 42 punti e al 34% dal campo, e i Bruins sempre in controllo, nonostante venissero da due sconfitte consecutive, con Afflalo (22 punti) ritornato sui suoi livelli dopo la debacle del Torneo della Pac 10, e la doppia cifra per Collison e Shipp.
Non da meno anche Pittsburgh, che affonda Wright State con una serie di triple iniziali di Kendall, Graves e Cook, che lanciano il 13 a 0 dei Panthers, chiuso con il 79 a 58 finale, nonostante un Aaron Gray spesso raddoppiato e triplicato, ma in grado comunque di fare la voce grossa nell'arco della partita, con 4 stoppate.
La difesa di Pittsburgh, sempre fisica, ai limiti della legalità , e spesso intimidatoria, ha annullato Dashaun Wood, miglior marcatore dei Raiders, facendo la voce grossa a rimbalzo con un differenziale di +17, frutto anche di una disparità al tiro che ha visto i Panthers vicini al 55% e Wright State sotto il 34%.
L'avversaria di Pittsburgh al 2° turno sarà proprio Virginia Common, mentre le due prime teste di serie avranno un faccia a faccia con la storia del College Basket, Kentucky per Kansas e Indiana per UCLA.
I Wildcats hanno dimostrato di essere ancora vivi, nonostante le molte critiche piovute sulla testa di coach Tubby Smith, dopo un'annata alquanto deludente, battendo Villanova nello scontro fra Wildcats, guidati da un eccellente Randolph Morris, autore di una doppia-doppia 19+11 condita da 3 stoppate, e da uno spirito di squadra che ha permesso di trovare canestri e giocate importanti da tutti i ragazzi di coach Smith.
Villanova, una delle n.1 dei seedings dello scorso Torneo, dopo le 28 vittorie stagionali, ha sofferto le partenze in blocco del trio di dioscuri che avevano lanciato i Wildcats nell'olimpo del College Basket, Foye, Raye e Lowry, e arrivati ad una sfida difficile ed equilibrata contro Kentucky, hanno pagato la scarsa fisicità , e il non avere dei realizzatori affidabili su cui appoggiarsi nei momenti decisivi. Il solo Reynolds, freshman dell'anno nella Big East, nonostante il 6/18 al tiro è sembrato in grado di reggere la pressione della partita, mentre i suoi compagni sono scomparsi nell'allungo decisivo a metà del secondo tempo, che ha sancito la vittoria di Kentucky.
Gli Hoosiers di coach Sampson, al suo primo anno sul pino che è stato di Bobby Knight, volevano vendicare la sconfitta dello scorso anno contro la cenerontale per eccellenza, Gonzaga, priva della sua star Adam Morrison, passato tra i pro, in una partita che vedeva di fronte due programmi reduci da un'annata non proprio positiva, dopo le mille difficoltà incontrate da Sampson nel far apprendere il suo concetto di basket, fatto di giochi ripetuti milioni di volte fino al raggiungimento della massima perfezione, e i grossi problemi fuori dal campo degli Zags, che hanno dovuto rinunciare al loro centro e secondo miglior realizzatore, Heytvelt, dopo che il ragazzo è stato beccato in possesso di droga e sospeso a tempo indeterminato.
La partita è stata tutt'altro che entusiasmante, con entrambe le squadre in grossa difficoltà nel sviluppare la manovra offensiva, e incapaci di costruire un tiro valido per gran parte dell'incontro. La differenza l'ha fatta la difesa di Indiana e gli sprechi di Gonzaga, che non ha capitalizzato una serie incredibile di tiri apparentemente facili, da dentro l'area, permettendo a Indiana di sfruttare il dominio a rimbalzo difensivo, e la serata di grazia al tiro da 3 di Wilmont, autore di 6 triple su 11 tentativi e di 22 punti finali.
In una partita in cui ogni canestro segnato sembrava decisivo, vista la difficoltà estrema delle due squadre, i 38 punti della coppia Wilmont-DJ White, hanno spezzato l'equilibrio del primo tempo, permettendo agli Hoosiers di allungare e controllare la partita fino al 70 a 57 finale.
Per Gonzaga, arrivata al Torneo dopo l'ennesima vittoria del WCC Tournament, è arrivata la prima sconfitta all'esordio dopo quattro anni, frutto di una partita dai mille rimpianti, soprattutto per tutti quei canestri mancati da posizione favorevole, e per la prova non proprio da condottiero (come spesso gli è capitato in questi anni) di Derek Raivio, all'ultima gara universitaria, chiusa con soli 10 punti e due triple segnate.
Le ultime due realtà vittoriose di questo primo turno del West Regional sono Virginia Tech e Southern Illinois, che si affronteranno nel turno successivo per decidere chi approderà alle Sweet 16 per affrontare la vincente di Kansas-Kentucky.
Virginia Tech ha costruito il suo destino con una incredibile rimonta contro Illinois, da -13 a otto minuti dalla fine, e ancora sotto di 10 punti con solo quattro minuti da giocare, quando ha chiuso il lucchetto del proprio canestro e sfruttato un parziale di 12-0, firmato dal canestro decisivo di Deron Washington.
I Salukis di Southern Illi, al miglior seeding della loro storia, pur non giocando una partita da ricordare, costellata da turnovers (38 in totale tra le due squadre) e da orrende percentuali al tiro da oltre l'arco, con solo tre canestri segnati in tutto l'incontro, hanno trovato il parziale decisivo di 9 a 0 negli ultimi minuti, che ha deciso una gara in cui le difese l'hanno fatta da padrone, come ci si aspettava visto che entrambre le Università sono tra le migliori per punti concessi della nazione.
Ora spazio, già da questa notte, al 2° turno, con le interessanti sfide Kansas-Kentucky e UCLA-Indiana, che profumano di un passato d'elite e che potrebbero anche regalare degli upset, se le due top seeding giocheranno al di sotto delle loro possibilità , e la prova del nove per VCU, dopo l'impresa contro di Duke, contro la pressione fisica di Pittsburgh.