Tutto l'entusiasmo della March Madness in una foto (Mario Chalmers, Kansas)
Si scrive March Madness, ma si legge follia collettiva. E' difficile per noi che stiamo oltreoceano capire cosa significa realmente per i tifosi americani questo momento nel college basket, quando finiscono i tornei delle varie Conference e si comincia a lottare per la supremazia nazionale. La follia di marzo (questa letteralmente la traduzione) prende tutti all'interno dei vari atenei, porta centinaia di tifosi a fare giri infernali in pullman per gli States solo per seguire i propri beniamini, anche solo per dire di esserci stati, malgrado una sconfitta che era ampiamente annunciata.
C'è trepidazione, attesa spasmodica per la compilazione del tabellone principale (NCAA Tournament Bracket), per conoscere chi c'è e chi non è stato invitato (è una commissione a decidere le migliori 64 squadre del Paese, le uniche ad avere la qualificazione automatica sono le vincitrici dei 31 tornei di Conference), tra polemiche (talvolta feroci), rimpianti per questa o quella gara persa, e le solite, classiche "elucubrazioni mentali" sul perché è stata ammessa una squadra che aveva un record di 20 vinte e 8 perse e non quella con 25 vinte e 4 perse. Fa parte tutto del gioco, del fascino intatto di uno dei tornei più antichi ed amati degli States, tra campanilismi e derby infuocati, rivalità storiche o appena nate.
Tutto questo è "March Madness", ma anche molto di più: è rivincita per chi viene da annate buie, è tensione per chi è chiamato a vincere a tutti i costi e non può proprio sbagliare, è speranza per i piccoli college che sognano l'impresa, quella della cinderella (cenerentola) che invitata al "gran ballo" (uno dei nomignoli del Torneo) butta fuori un avversario blasonato, entrando talvolta nel mito, nella leggenda. Il sogno di tutti è Atlanta, il Georgia Dome, dove si terranno nel secondo week-end di aprile le Final Four, dove le magnifiche 4 si contenderanno davanti a mezza America il titolo di campione nazionale e, in un certo qual senso, anche l'immortalità .
Sono tanti i temi che accompagneranno, dal 15 marzo al 2 aprile, il cammino del Torneo, che vedrà la 64 pretendenti inserite in 4 tabelloni (regionals divisi in Midwest, West, East e South) da 16 ognuno sfidarsi per vincere uno dei quattro raggruppamenti, conquistando così il biglietto per Atlanta. Come ogni anno tante discussioni e polemiche sulle teste di serie, anche se oggettivamente, fatta salva qualche posizione, tutto era ampiamente previsto e scritto, coi valori tutto sommato rispettati in pieno. Andiamo quindi ad analizzare il tabellone regional per regional, ricordando che accanto ad ogni squadra c'è la testa di serie, che le outsider sono le formazioni che non partono coi favori del pronostico e che le "cinderella" sono le squadre considerate "materasso" che battono una squadra più forte e con migliore testa di serie.
MIDWEST
Si giocherà tra New Orleans, Spokane, Buffalo e Chicago con le sfide decisive dirottare a St. Louis, nel monumentale Edward Jones Dome. Favoriti i campioni in carica di Florida (1) che possono contare sul duo Noah-Holford per sbancare di nuovo la concorrenza. Per loro un tabellone tutto sommato non proibitivo con le insidie Wisconsin, Oregon e Maryland, rispettivamente numeri, 2,3 e 4 del seed, formazioni di livello, ma certamente inferiori ai Gators e già paghe per una stagione di buon livello. Possibili outsider Arizona (8) e Notre Dame (6), mentre tra le cinderella incuriosiscono Perdue (9) e Georgia Tech (10) che ad Atlanta giocherebbe in casa. Occhio a UNLV (7), i Rebels sono formazione "pazza" che potrebbe arrivare fino in fondo.
WEST
Qui i campi saranno a Chicago, Columbus, Buffalo e Sacramento, con le sfide cruciali dirottate a Los Angeles, al Pavillon. Appare, ora come ora, il regional più equilibrato, con Kansas (1) testa di serie, ma UCLA (2), Pittsburgh (3) e Duke (6) che non sembrano da meno, coi Blue Devils che sono squadra giovane, ma di lignaggio. Da tenere d'occhio poi la sorprendente Southern Illinois (3) e la rediviva Kentucky (8). Per le sorprese occhio a Gonzaga (10) e Illinois (12), formazioni dal buon pedigree anche se acerbe negli uomini migliori. Per gli amanti delle scommesse ecco Villanova (9), reduce da un ottimo momento, anche se la vera cenerentola, in barba alla posizione (5), è Virginia Tech.
EAST
Si gioca a Winston-Salem, Sacramento e Spokane, con la fase decisiva dirottata nel New Jersey, a East Rutherford, casa dei Nets. Qui sembra uno scontro a due, North Carolina (1) e Georgetown (2). Per tutti le due squadre faranno un cammino netto fino alle Elite Eight, quando ci sarà la resa dei conti. A metter loro i bastoni tra le ruote ci proveranno Texas (4), con il super talento Kevin Durant, e la spettacolare Washington State, coi Cougars reduci da una stagione decisamente sopra le righe. Occhio anche a Boston College (7) e alla vincente al primo turno tra Marquette (8) e Michigan State (9), per il resto decisamente poca roba. Curiosità attorno a Vanderbilt (6), storico college del Tennessee reduce da una stagione positiva, che potrà giocare senza grande pressione addosso. Cinderella?? Un dollaro su Arkansas (12) non sembra un dollaro buttato.
SOUTH
Qui si giocherà tra Lexington, Columbus e New Orleans, con le fasi cruciali dirottate all'Alamodome di San Antonio. Anche qui sembra di essere dinanzi ad una sfida a due tra Ohio State (1) e Memphis (2). I Buckeyes della prossima 1 scelta NBA Greg Oden sembrano all'anno buono per tornare alle Final Four, ma i ragazzi di coach Calipari stanno lavorando da almeno un paio di anni per essere pronti a questo momento. Dietro molte buone squadre, ma poche insidie reali (forse"). Su tutti Virginia (4) e la sorprendente Texas A&M (3), compagini buone, ma che non paiono da successo finale. Occhio invece a Louiville (6) e Stanford (11), college abituati a vincere e che potrebbero fare qualche sgambetto alle teste di serie. Tra le outsider BYU (8) e Penn (14), cinderella se c'è n'è una però è Albany (13), ma sarebbe veramente clamoroso.
Come sempre già ci sono orde di super esperti che hanno detto la loro, indicando le 4 favorite per il Georgia Dome. Quasi tutti danno vincenti campioni in carica di Florida, con loro UCLA è favorita su Kansas (anche perché giocherebbero in casa l'eventuale scontro diretto), Georgetown invece è preferita (e non di poco) su North Carolina, squadra di talento, ma con poca esperienza. A completare il lotto Ohio State favorita su Texas A&M e Memphis (decisamente snobbata). Ovviamente anche io non mi esimerò dal dire la mia, anche se giova ricordare che quasi mai alle Final Four arrivano le favorite e, sovente, le sorprese sono clamorose e dietro l'angolo.
Dovendomi quindi sbilanciare dico Florida, Duke (tradizione"ricordatevelo: in questi casi l'abitudine a vincere conta come e più del talento"che i Devils comunque hanno), North Carolina (anche qui talento e tradizione"ed un coach super) e per ultima Memphis che, al terzo tentativo, potrebbe centrare la qualificazione.
Ricordando che solo chi fa i pronostici li sbaglia non resta che augurare un buon Torneo NCAA a tutti!!