Tutti nella Big 10 dovranno fare i conti con la stazza di Greg Oden…
Le "Grandi" Dieci. Quest'anno la conference che ospita 10 atenei del centro nord degli Stati Uniti e della zona dei Grandi Laghi, avrà sicuramente più occhi addosso di tutti gli altri raggruppamenti, per un motivo molto semplice, la presenza di Greg Oden.
Il centro di Indianapolis, reclutamento numero 1 della nazione e futura prima scelta al draft NBA da almeno un triennio, ha accettato la corte spietata di Ohio State, tra mille offerte, che, di conseguenza, godrà di parecchie attenzioni di media e avversari e si candida senza pudori alla Final Four. Da non trascurare Wisconsin, Michigan e Indiana, con coach Sampson, mentre più in difficoltà appaiono Illinois e Michigan State, che hanno perso tutte le loro stelle.
Dopo praticamente un mese di partite giocate, la Big Ten ha messo in mostra soprattutto i Buckeyes, ancora senza Oden però, fuori a causa della frattura del polso dello scorso Marzo durante il McDonald's All American Game.
I ragazzi di Thad Matta hanno iniziato con 6 vittorie di fila, senza mai soffrire e contro squadre di medio basso livello; poi però, è arrivata la sfida di Chapel Hill contro UNC e Ohio State, contro un immarcabile Hansbrough, si è fermata. La marcia è subito ripresa, sono arrivate altre 4 vittorie di fila, complice il rientro di Oden, che sta viaggiando a 15+9 col 74% dal campo, dominante in difesa e in attacco.
Un grosso aiuto lo sta avendo da altri due freshmen, Mike Conley JR, già compagno di Oden all'HS, che grassa 10+7 assistenze ad allacciata di scarpe, e Daequan Cook, all around che esce dalla panchina e porta 16+6 col 50% da tre.
A dare una mano a Oden sotto le plance c'è l'esperto Ron Lewis, giocatore da 15+4 a sera, con un high di 30 contro Carolina. La formazione di coach Matta ha tutte le carte in regola per arrivare al grande ballo e l'unica sconfitta subita, peraltro al Dean Dome, fa ben sperare in quanto è finita 98-89 senza Oden. La prossima sfida sarà contro i campioni di Florida, sfida incrociata Oden-Noah.
Grande impressione stanno destando i Wolverines di Michigan che, con Wisconsin, guidano la conference con un record di 11-1. 7 vittorie filate per iniziare la stagione senza difficoltà , tranne nella sfida contro Wisconsin-Milwaukee, vinta 66-59, poi una sconfitta, come Ohio State, nell'ACC-Big Ten Challenge, a Raleigh contro NC State di coach Sidney Love per 74-67.
Michigan è la grande sorpresa, trascinata dal lungo Sims, che sta viaggiando a 16+8 e che ha contribuito con 26+10 nella vittoria contro UWM. Il leader della squadra è Dion Harris, guardia con tanti punti nelle mani e grande carattere, occhio però all'atletismo sconfinato di Brent Petway, 8+8+2 stoppate a sera.
Proprio i Badgers di Wisconsin sono, con Michigan, in testa alla conference. Come da tradizione, il gruppo di coach Bo Ryan è solido e ben costruito attorno ad una stella che ieri era Devin Harris, l'altro ieri era Michael Finley e oggi è Alando Tucker. 4-0 per iniziare, poi la sconfitta per 66-64 contro Missouri State in cui non sono bastati i 26 (17 nel secondo tempo) di Tucker.
Da quel momento 7 W in fila, compresa la sfida di ACC-Big Ten contro Florida State, e le partite con Marquette, 70-66, e Pittsbourgh, 89-75. Tucker è sempre oltre i 20 ma continua a faticare dalla lunga distanza, brutto segno in ottica Nba per un giocatore che non arriva ai 2 metri; sicuramente bene il play Taylor e l'ala Butch, oltre i 10 a sera. La forza dei Badgers però rimane il gruppo, che riesce a mascherare gli evidenti limiti, soprattutto atletici, di una squadra piena zeppa di futuri commercialisti ("senza offesa).
Un gradino sotto, ma sempre interessanti, rimangono Illinois e Michigan State. Le due formazioni, nelle ultime stagioni, hanno fornito diversi giocatori alla Nba, Deron Williams e Luther Head, Mo Ager e Shannon Brown, per fare degli esempi, e ora tentano di ricostruire, ripartendo dai freshmen e da coach di indubbio valore come Weber e Izzo. 7 vittorie nettissime per gli Illini a inizio stagione, poi due L in fila contro Maryland e Arizona, due Top Team Ncaa. 72-66 contro i Terps di uno spento Srtawberry, solo 7 per lui, ma con altri 4 uomini in doppia cifra: per i padroni di casa non sono servite le doppie-doppie di Carter, 13+11, e Pruitt, 18+11. 84-72 invece a Phoenix contro i Wildcats di coach Olson: Orangemen avanti 41-36 nel primo tempo, poi 48-31 il secondo parziale. Solo 5 giocatori a punti per 'Zona, ma tra i 13 e i 22, del rosso freshman Budinger; per gli Illini ancora grande Warren Carter con 24+10 e 11-17 dal campo.
La striscia vincente però è subito ripresa ed è arrivata ora a 5 W in fila. Carter, senior, è la nota più lieta di Illinois, atleta più che discreto, 14+7 a sera cui aggiunge una stoppata, meglio dei preannunciati McBride, tiratore piuttosto deludente (34% da tre) e Jamar Smith, che però sta recuperando, 13 a sera col 46% da tre. Gli Spartans di Izzo si affidano al play Drew Neitzel, molto bravo a guidare la squadra ma che dovrà per necessità divenirne la stella e trascinatore dal momento che non ha più Brown e Ager ai suoi lati e Paul Davis sotto le plance. Grandi emozioni al Coach Against Cancer al Madison di NYC dove Neitzel ha, dapprima battuto Texas in semifinale con un tiro a 2 secondi dal termine, poi non è riuscito a bissare l'impresa in finale contro Maryland, che si è imposta 62-60, con fischi molto dubbi.
Due W e poi sconfitta contro Boston College 65-58 di uno straripante Jared Dudley, 30+10, cui non ha risposto Neitzel, 12 ma con 1-7 da tre e 3-11 dal campo. La marcia è ripresa, 5 vittorie in fila e 12-2 di record. Il Fr. Morgan sta iniziando a carburare, 12+6 col 50% da tre e molto bene sta facendo il lungo bianco Goran Suton, quasi 9+7 a sera. Due squadre che possono puntare ad un posto al torneo ma nulla di più, stanno ricostruendo e devono lasciar spazio a che prima ha sempre guardato le rispettive star.
Indiana, Purdue, Northwestern e Penn State hanno tutte un buon record ma fortemente influenzato dalle gare iniziali con formazioni di conference minori. Gli Hoosiers di coach Sampson (7-3 al momento) hanno subito perso un derby statale con Butler, 60-55 alla Conseco Fieldhouse, trascinati da AJ Graves, 4-18 dal campo ma 10-10 ai liberi e 20 punti totali.
Non è bastato DJ White, l'ala Jr. che ha grassato 22 punti con 9 rodmans. Sconfitta in trasferta con Duke e Kentucky, Indiana ha vinto sul proprio campo contro Charlotte 74-57 nonostante i 23 di DeAngelo Alexander (ex allievo di Sampson a Oklahoma) ma con 18 della guardia AJ Ratliff e 13 del solito White, leader e trascinatore degli Hoosiers, che non sta facendo sentire la mancanza del big man Killingsworth. Purdue (9-2) è arrivata terza al Maui sconfiggendo DePaul nella finalina, dopo la sconfitta in semifinale contro Georgia Tech di un mostruoso Crittenton (30 per lui).
Da allora 5 W in 6 gare, con il neo della sconfitta con la solita Butler. Da tenere d'occhio l'ala Carl Landry, 20+7 a sera col 64%, per 3 settimane in fila "giocatore" della Conference, e la guardia David Teague, esplosivo e creativo, entrambi assenti per tutta la scorsa stagione per infortunio. Northwestern (8-3) ha perso subito con Stanford a Palo Alto 58-53 ma poi ha battuto Miami (Fl) 61-59 e Utah a Porto Rico 77-44. la squadra si affida al duo di guardie Doyle e Moore, doppia cifra per entrambi, ma la stella è senza dubbio il Fr Kevin Coble, 13+5 col 42% da tre e l'81% ai liberi.
L'obiettivo è il NIT. Penn State (7-4) non ha giocato gare interessanti fino a questo punto tranne quella con Georgia Tech, cui ha tenuto testa e ha ceduto solo 77-73. GTech, senza Young, ha comunque avuto 29 punti dal duo Crittenton-Morrow, mentre Penn St. , che sta recuperando la stella Claxton dalla frattura della mano, autore comunque di 12+6, ha avuto un ottimo Cornley da 20 punti con 10-17 al tiro. Claxton rimane un giocatore di primo piano, le cifre non fanno che confermare inoltre la sua multidimensionalità : 16+8 col 45% dal campo e il 42% da tre.
Con record negativo ci sono Iowa e Minnesota. Gli Hawkies (6-6) hanno sempre perso con squadre di medio-alto livelo, sia in casa che fuori, la più schiacciante 89-60 a Villanova. La migliore sicutamente contro Virginia Tech, 69-65 in trasferta. La squadra si appoggia sugli esterni, Haluska, quasi 20 punti col 92% ai liberi, e Tyler Smith, 15+5 a sera. Le partenze dei lunghi Brunner, miglior rimblazista, e Horner, miglior stoppatore della Conference, sono state finora decisive nel cammino di Iowa.
I Golden Gophers (5-7) sono una squadra nuova che riparte senza il suo leader e trascinatore Vincent Grier. Da segnalare una vittoria per 66-63 in OT contro Arizona Sate cui non è bastata la doppia-doppia da 19+11 di Jeff Pendergraph. 15 per l'ala Coleman e 20 per il transfer da Oklahoma Mckenzie, guardia-play da 17+3 a sera che sta pian piano prendendo l'eredità di Grier.
Per concludere, con il Natale alle porte, Ohio State parte una posizione davanti a tutte le altre nella Conference, ha tre giocatori destinati al piano di sopra, Oden dal prossimo giugno, ma che deve comunque stare attenta, e lo farà con un coach puntiglioso e preciso come Matta. Difficile pensare che Michigan continui così e allo stesso modo non bisogna farsi illudere troppo dal collettivo e dal bel gioco di Wisconsin. I Buckeyes sembrano davvero la squadra che può vincere il titolo, non solo della Big Ten"