ACC-Big Ten Challenge

Il trentello di Ron Lewis non è bastato ai Buckeyes…

Siamo all'8^ edizione di questa sfida incrociata che, sebbene non abbia alcun valore, vede però coinvolte le squadre delle 2 Conference più vincenti nella storia del Torneo NCAA e come tutti gli anni può offire spunti su cui discutere.

Guardando la breve storia di queste sfide è evidente come la ACC le abbia sostanzialmente dominate, vincendo 40 delle 64 partite giocate e aggiudicandosi tutte le 7 precedenti edizioni.
Non che in questa edizione le prospettive per la Big Ten siano molto più rosee che ne in passato, non fosse altro per il fatto di avere 2 squadre nel ranking rispetto alle 5 della ACC.
Ma il campo poi che verdetti ha dato?

Il preludio è offerto dalla sfida NC State-Michigan che finisce 74-67 per i Wolfpacks solo dopo aver passato un grosso spavento a metà  del primo tempo quando si sono trovati sotto di 12 punti e con il turco Engin Atsu, play titolare ed esperto, in panchina per un leggero infortunio.

A questo punto coach Sidney Love capisce di dover cambiare qualcosa ed azzecca la scelta della zona 2-3 che, sebbene non rientri nel background di un coach che nei suoi 14 anni di carriera è sempre stato nella NBA, oltre a tentare di sfruttare la scarsa percentuale da 3pti (28%) dei Wolverines gli permetteva anche di non rischiare problemi di falli ai suoi pochi giocatori affidabili rimasti.

In questa seconda giornata scendono in campo le prime squadre "rankate" ma il fattore campo in questo tipo di sfide si dimostra rilevante.

Maryland è la sola a vincere in trasferta e lo fa a Champaign interrompendo la serie di vittorie interne consecutive in partite di non-conference che Illinois aveva iniziato nel 1988 avendo raggiunto quota 51.

I Terrapins vincono grazie alle ottime percentuali dal campo, nonostante gli Illini siano riusciti a recuperare dal -14 del primo tempo a un +5 nel secondo ed abbiano preso 21 rimbalzi offensivi e quindi dare ben 15 tiri in più.

Nell'unica partita già  decisa alla fine del primo tempo i Badgers battono i Seminoles di 15 punti sfruttando principalmente le 21 palle perse ed i 30 falli commessi dagli avversari, ma da sottolineare c'è stata anche la reazione di Arlando Tucker ad un colpo vizioso sotto l'occhio destro rifilatogli nel primo tempo da Toney Douglas dopo il quale segna 18 dei suoi 22 punti complessivi.

Duke-Indiana è una partita nella quale entrambe le squadre faticano in attacco generando percentuali di tiro pessime e, come spesso avviene in questi casi, viene decisa ai liberi che in questo caso puniscono il 7-15 degli Hoosiers. Dopo aver sbagliato un tiro da 3pti a 11" dalla fine Indiana ruba un orribile quanto inutile passaggio dentro di Josh McRoberts ma, senza timeout, riesce a costruire il tiro del possibile pareggio per un Errek Suhr che in stagione aveva un 1-3 e chiaramente, sotto pressione, lo sbaglia. Indiana ha dovuto giocare senza uno dei suoi migliori marcatori, Lance Stemler, fermato da un leggero infortunio durante gli allenamenti del week-end.

La sfida tra Penn State e Georgia Tech è stata invece dominata dagli attacchi, con 37 assist su 58 canestri complessivi e buone percentuali di entrambe le squadre, condite però da 33 palle perse. I Yellow Jacket capaci di mantenere tra i 3 ed i 6 punti di vantaggio per tutto il secondo tempo e fino alla fine della partita hanno dovuto fare a meno del loro superfreshman Thaddeus Young che, in parte offuscato dalle ottime prestazioni dell'altro McDonald's All-America Javaris Crittenton, non si è neppure cambiato per via di una fastidiosa tendinite anche se coach Hewitt conta di poterlo recuperare per l'esordio ACC di domenica a Miami.

Per i Nittany Lions buona la prestazione di Ben Luber che gioca quasi tutta la partita segnando 9 punti con un 3-4 da 3pti e registrando 9 assist a fronte di 4 turnovers mentre il miglior marcatore dei Yellow Jacket è stato Clinch Lewis che in campo non ha fatto niente se non segnare 20 punti.

Nell'ultima partita della giornata, quella tra Miami e Northwestern, l'atmosfera non era sicuramente allegra visto che coach Haith di Miami aveva perso da pochi giorni un nipote, ucciso dalla NYPD che ha aperto il fuoco contro un gruppo di giovani davanti ad un night senza particolari motivi.

Purtroppo i suoi ragazzi non sono riusciti a strappargli il sorriso per una vittoria svanita sul tiro da 3pti allo scadere di Jack McClinton che con 30 punti ha comunque eguagliato il suo record personale. Dall'altra parte i Wildcats possono guardare positivamente i 15 assist su 20 canestri e la prestazione di Craig Moore che con un 7-10 da oltre l'arco ha segnato complessivamente 24 punti.

La terza e ultima giornata vede una partita emergere su tutte, North Carolina-Ohio State dove la n.3 imbattuta si reca a Chapel Hill per affrontare la n.7.

I Buckeyes, in campo ancora senza la loro stella Greg Oden che si sta riprendendo da una operazione estiva al polso, nel primo tempo hanno percentuali incredibili (54% con 8-13 da 3pti) ma solo 4 punti perché NC non è molto da meno. I primi 10 minuti del secondo tempo confermano l'equilibrio in campo con OSU che continua a tirare sopramedia ma a questo punto Tyler Hansbrough inizia a dominare sotto entrambi i canestri generando un parziale di 12-0 che porta a 6'33" quei 10 punti di vantaggio che rimarranno fino alla fine.

Buoni i 30 punti realizzati da Ron Lewis ma non sufficiente a controbilanciare la doppia doppia di Hansbrough ed il lavoro del suo supporting cast che vincono 41-27 la battaglia dei rimbalzi dando un contributo importante alla vittoria.

Nelle altre partite Clemson demolisce Minnesota 90-68 dando la spallata finale alla fiducia della squadra che davanti al suo pubblico viene schiacciata a rimbalzo 39-16 concedendone 21 offensivi, perde 23 palloni e dalla panchina ottiene 5 punti; a questo punto era evidente che ci fosse un serio problema interno e che un cambiamento di rotta era auspicabile; preso atto di questa situazione coach Dan Monson il giorno dopo ha presentato le sue dimissioni irrevocabili.

Michigan State non riesce a superare Boston College e la doppia doppia di Jared Dudley in una partita poco spettacolare e decisa per pochi punti anche se mai veramente in discussione dove, durante il secondo tempo, le squadre si sono scambiati singoli canestri senza riuscire a segnare più di 4 punti consectivi.

In un incontro molto equilibrato Purdue, in casa, riesce a battere 61-59 con un canestro all'ultimo secondo di Tarrance Crump una Virginia rankata al 25° posto nonostante la pessima giornata ai liberi grazie alla difesa che riesce a limitare a 59 punti ed al 38% un attacco che nelle prime 4 partite di punti ne aveva segnati oltre 90 punti di media con un 48% abbondante dal campo.

Se Crump prima dell'ultima azione non aveva combinato molto, ma è stato abile a sfruttare la sua occasione, la squadra è arrivata a quel tiro grazie ai punti da fuori di David Teague e da sotto di Carl Landry, prospetto da tenere in considerazione almeno per l'Europa.

Nella partita Virginia Tech-Iowa gli Hokies riescono a rimettere in discussione una partita che sembrava chiusa sul +14 e meno di 4 minuti da giocare grazie alla loro pessima prestazione ai liberi e ad una serie di canestri degli Hawkeyes. Questi avevano comunque compromesso la partita molto prima di quel momento grazie a 19 palle perse con le quali hanno concesso ben 25 punti.

Gli anni passano, i giocatori cambiano ma il risultato è sempre lo stesso ed a questo punto se una vittoria ci può stare, 2 possono essere dovute alla fortuna e 3 possono anche essere dipese dal caso, 8 vittorie su 8 edizioni qualcosa significheranno pure!

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