NCAA: la stagione più attesa

Ohio St. sogna il titolo dopo 46 anni, sotto la guida di Greg Oden

Diciamoci la verità  quanti anni sono che un “trombone” come Greg Oden non passava un anno dall'NCAA ? Non so dieci, forse 15, forse per trovare un liceale dichiaratamente forte come lui nell'NCAA che abbia mantenuto in pieno le promesse nell'NBA bisogna risalire allo stesso Shaq, perchè comunque Duncan è venuto fuori con il tempo visto che al suo arrivo a Wake Forest non era molto quotato, mentre un clamore simile me lo ricordo solo per l'arrivo a St. Johns di Felipe “El Senor” Lopez, dato da tutti come “il nuovo Jordan” e poi destinato ad una buona ma nulla più carriera da collegiale e a pochi anni di NBA sempre con ruoli molto marginali, a causa di un tiro dalla media e dalla lunga che non è mai divenuto all'altezza.

E così l'NCAA si appresta a vivere la stagione più attesa degli ultimi anni, frutto anche della saggia decisione di Stern e soci di portare l'età  minima per entrare nell'NBA da 18 a 19 anni, obbligando così gli ex liceali a passare dal college per un anno perlomeno.

Ma se forse bastava il solo arrivo di Greg Oden per alzare il sipario su un'annata da brividi, c'è anche il resto ossia una pattuglia di ex liceali di grande valore che va ad incastrarsi in un contesto un po' particolare dell'NCAA dove tra l'altro ritroveremo il roster dei campioni in carica intatto alla caccia del back to back, autentica anomalia nel mondo del college.

I nomi per ora semisconosciuti, ma da segnarsi sul vostro taccuino personale, perché ne risentiremo parlare e tanto negli anni a seguire sono i seguenti : Kevin Durant, Thaddeus Young, Brandan Wright, Tywon Lawson, Wayne Ellington e Spencer Haves.

Fare pronostici ad Agosto è oltremodo fuori luogo, tanto più in un mondo come quello dell'NCAA che è la più grande macchina di sogni (chiedere a George Mason) e di delusioni (UConn, Duke e Texas) dell'intero panorama sportivo made in USA, però perlomeno vedere quali possono essere i Team che puntano dritti al taglio della retina è senza dubbio possibile.

Una terna di favorite leggermente distaccate delle altre. Si parte con i Gators di coach Bill Donovan pronti e compatti per la caccia ad un Back to Back che nel mondo del college basket manca ormai da 14 anni, quando i Blue Devils di CoachK guidati in campo da Christian Leattner e Grant Hill spensero il più grande sogno americano degli ultimi decenni, ossia quei Fab5 di Michigan, un quintetto formato da cinque freshman guidati da Chris Webber (con lui altri giocatori da NBA come Juwan Howard e Jalen Rose), un'autentica favola arrivata ad un soffio dal taglio della retina. I tre principali autori dello storico titolo per Florida hanno resistito alle tante sirene NBA, e così accanto alla “sensazione” Joakim Noah ritroveremo il suo fido scudiero Al Horford, e quel Corey Brewer che era già  stato un fattore nella scorsa stagione.

Chi ha fatto completa razzia tra i migliori liceali è North Carolina che affiancherà  al sorprendente e concreto Tyler Hansbrough tre giocatori al primo anno del calibro di Brandan Wright, Tywon Lawson, Wayne Ellington. Brandan Wright andrà  a formare con Hansbrough una bella coppia di lunghi, si parla un gran bene di Ellington desinato al ruolo di scorer, attaccante che a North Carolina sotto la guida di un coach che non frena il talento come Roy Williams potrebbe trovare l'ambiente ideale per esplodere.

Ma la vera bomba innescata pronta ad esplodere secondo me è il playmaker Tywon Lawson, proveniente da un liceo che è una garanzia come Oak Hill Accademy, che qualcuno si è già  affrettato a definire come un “TJ Ford con il tiro da fuori” e se così fosse per UNC la faccenda si farebbe interessante perché inserire tre freshman di questo calibro accanto ad un giocatore comunque dominante al college come Tyler Hansbrough, vuol dire spostarsi nettamente nell'elite, tanto più se c'è una solida base con atleti di buon livello come Frasor, Green e Terry che suo fianco di Hansbrough, aveva già  fatto la sua comparsa al torneo dello scorso marzo, quando venne stoppata al secondo turno da quella George Mason che si sarebbe poi rivelata come la più grande sorpresa arrivando addirittura alla Final Four.

Ma tutte le attenzioni e tutte le luci sono puntate su Ohio State dove come ormai noto da tempo approderà  il fenomeno Greg Oden, ragazzo proveniente dallo stato dell'Indiana, giocatore dato già  per assoluto sicuro al numero uno del draft 2007, ma che a differenza di tanti altri ex liceali che avevano stradominato al liceo si pone su un piano letteralmente diverso, ragazzo umile, dedito all'allenamento, mai una parola fuori luogo, che non si porta dietro cifre roboanti come i 40 punti e quasi 20 rimbalzi che ad esempio presentavano Eddy Curry o Al Jefferson al loro ingresso nell'NBA, ma la sensazione che questo ragazzo parta dalla difesa, e che in attacco sia ancora da registrare.

Solo che in difesa già  a detta di molti potrebbe benissimo dominare già  nell'NBA. 7 piedi verticalista incredibile come pochi, rimbalzista feroce non solo di salto, ma che ha anche un gran senso della posizione, velocissimo sui 28 metri di campo.

C'è un episodio molto particolare che forse ci illustra al meglio il personaggio atipico Oden e la sua clamorosa umiltà . Recentemente si è allenato con Al Jefferson, presunto fenomeno in attesa di esplodere ai Celtics, ma che per ora ha fatto parlare di se più per i suoi infortuni alle caviglie che per le sue prestazioni.

In questo workout Jefferson avrebbe letteralmente abusato di Oden, che da parte sua a differenza di altri colleghi che avrebbero sminuito il tutto con le scuse più banali, ha candidamente affermato di non essere ancora pronto per l'NBA, aggiungendo pure che non è detto che gli basti un solo anno di College per completarsi, mettendo in ansia pure gli addetti ai lavori che lo aspettano al draft come una manna dal cielo.

Insomma l'attesa per vederlo all'opera in un contesto serio è alle stelle, per altro l'attesa durerà  a lungo perché Oden si è operato recentemente per un infortunio ai legamenti e potrebbe quindi saltare qualcuna delle prime gare. Pochi dubbi sul fatto che Ohio St. punti dritta alla vittoria nel torneo anche perché l'arrivo di Oden ha facilitato e di molto il lavoro di reclutamento facendo si che un altro degli ex liceali più ambiti ossia Dequan Cook sarà  anche lui a fianco di Greg Oden, oltre al suo play di fiducia già  al liceo Mike Conley, che non è un beneficiato qualunque ma bensì un solido giocatore convocato pure per il McDonalds All American. Il tutto inserito un una base già  solida che comunque era arrivata al secondo turno nel torneo dello scorso marzo.

Potrebbero dire la loro per il titolo anche due squadre come Duke e Kansas, la seconda punta tutto su ottimo collettivo con Brandon Rush a fare da guida ad una squadra solida che prevede a roster anche Darrell Arthur anche lui al McDonalds All American, mentre non si possono centro tralasciare i ragazzi di CoachK, che quest'anno si affideranno in tutto al loro lungo di punta Josh McRoberts, a cui hanno affiancato la talentuosa ala Gerald Henderson. A meno di grandi sorprese sempre in agguato nel mondo del college la vincitrice del torneo dovrebbe uscire da queste cinque squadre, ma lo dico con poca convinzione perché in fin dei conti nessuno dodici mesi fa avrebbe preventivato un successo di Florida, puntando tutto sul trio UConn Texas e Duke, che da sole hanno occupato quasi un sesto dello draft dello scorso giugno con nove giocatori.

Ci saranno però delle altre squadre e delle grandi individualità  da tenere d'occhio, il più accattivante sembra Kevin Durant giocatore finito a Texas dove gli era stato garantito che avrebbe trovato una compagine in grado di giocarsi tutto, e che invece si ritrova in una squadra dove i migliori se ne sono andati (Daniel Gibson PJ Tucker e LaMarcus Aldridge) dopo una stagione difficile e una batosta subita da LSU che ha lasciato l'ambiente in mezzo a mille polemiche.

Durant avrà  la squadra tutta per se, in molti lo considerano l'Anti Oden in questa stagione, soprattutto in ottica draft, in quanto forse lui è l'unico che abbastanza remotamente potrebbe soffiargli la primissima chiamata. Giocatore singolare di cui ho letto i paragoni più vari e coloriti, si va da un nuovo Garnett (un classico), ad un nuovo Darius Miles (gli auguro proprio di no), ad un nuovo McGrady (spero per lui con una schiena migliore) persino ad un curiosissimo “Karl Malone con il tiro da tre” (un Karl Malone con il tiro da tre chi lo fermava più?) affibbiatogli da un reporter di ESPN.

Tutti questi paragoni sono in prospettiva NBA, ad oggi Durant ha un fisico tutto da costruire nella parte superiore del corpo, che quindi lo rende distanti anni luce dal Postino, però intanto ha un tiro dalla lunga degno di una delle migliori guardie delle lega che sicuramente lo renderà  un giocatore come oggi tutti i GM e gli allenatori NBA sognano, ossia un lungo in grado di tenere botta sotto le plance in difesa, e di allargare il gioco con il tiro da fuori in attacco.

Molto dipenderà  dalla sua altezza reale, infatti un anno fa si diceva che fosse un 6-11 vicino ai 7 piedi, ad oggi già  molti siti lo danno 6-10, facile capire che alle misurazioni ufficiali ad Orlando (già  molto benevole) del prossimo giugno si rimanga su quelle cifre nella migliore delle ipotesi se non addirittura si scenda sui 6-9 abbondanti.

Altezza a parte sul talento non si discute, ottimi fondamentali gran voglia di fare, realizzatore continuo e naturale, deve migliorare a rimbalzo e crearsi qualche movimento spalle a canestro, perché prima o poi l'atletismo non basterà , tutto cio sarà  però abbondantemente sufficiente per fargli passare un anno sotto i riflettori, con la speranza di fare squadra e di arrivare più in la possibile al torneo NCAA.

L'ultimo giocatore da monitorare con attenzione è quel Thaddeus Young finito a Georgia Tech, vera fucina di playmaker, che però da tempo produce molto altro (vedi Chris Bosh), questo sarà  l'anno di Young freshmen, con un atletismo da paura, ma già  dotato di grandi fondamentali, che di sicuro faranno passare il suo unico anno al college tra mille soddisfazioni per l'ateneo Georgiano visto che quando hanno avuto talento a disposizione raramente hanno fallito la stagione.

Thaddeus viene paragonato da molti a Paul Pierce dei Celtics, qualcuno è pronto a scommettere che lo troveremo tra i primissimi realizzatori dell'NCAA, anche perché oltre al talento e all'atletismo c'è da mettere in conto una voglia di fare e un'etica del lavoro, sconosciuta a tutti i suoi coetanei (tranne al fenomeno Oden ovviamente), e questo mix molto raramente produce delusioni.

Tutto questo ben di Dio sopra elencato confluirà  come sempre poi nel draft, e il draft del 2007 a differenza di quello dello scorso giugno si prospetta già  ben definito (nelle scelte da top5) e molto più ricco di talento di quello del 2006, al punto che molti analisti lo danno già  come uno dei draft più ricchi dell'ultimo ventennio insieme a quello del 1992 e quello del 2003.

E come detto non ci sarà  la suspance che ha portato il nostro Andrea Bargnani al numero uno un mese e mezzo fa, anzi visto che ad inizio pezzo vi avevo suggerito di segnarvi alcuni nomi, ritirate fuori il taccuino e segnatevi questi ulteriori tre nomi : Greg Oden, OJ Mayo, e Lance Stephenson, che a cosa normali non saranno altro che le tre primissime scelte dei prossimi tre draft. Di Oden abbiamo già  parlato sopra, OJ Mayo è una guardia appena più grande (parlo di età ) di Oden, ma più indietro con gli studi che dovrebbe andare a Kansas St. nella stagione di College 2007-08, anche qui la prima sensazione è che siamo davanti a qualcosa di speciale, mentre Lance Stephenson non è altro che l'ennesimo play NewYorkese, solo che non ha nulla a vedere con il classico ragazzo sull 1,85 – 1,90 tipo Marbury, tipo Tinsley, tipo Mark Jackson, tipo Rod Strickland, infatti Stephenson ad oggi sedicienne è già  alto 1,95, e quindi probabilmente lo ritroveremo al momento del draft sui due metri comodi, ma anche le specifiche tecniche di Stephenson sono lontane anni luce dai personaggi prima elencati, in quanto è il classico giocatore che si realizza nel gioco di squadra e nell'assist al compagno, anzichè nella fase realizzativa, e quindi prima o poi preparatevi al paragone sempre ingombrante con Magic Johnson.

Un grazie per la stesura di questo articolo va all'amico Gerry Donato

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