Terzo Summer Report 2006

Paul Pierce è contento: ha appena firmato un contratto a vita coi Boston Celtics

Eccoci al terzo appuntamento con il Summer Report, pieno di notizie sulla nostra franchigia preferita. In effetti non mancano le novità  per i Celtics, quindi in questo numero tratteremo tutte e solo le news dell'ultimo mese, lasciando per il numero di agosto e settembre gli approfondimenti, tenendo sempre presente che con Ainge non si può mai stare tranquilli ed una trade è sempre in grado di metterla quando meno ce lo aspettiamo.

Ovviamente la notizia più importante sarà  quella che avrà  anche lo spazio più ampio, ovvero la firma di Pierce per un pluriennale che terrà  la stella biancoverde a Beantown ben oltre i 30 anni. Speriamo che i giornalisti meni bravi, ansiosi in passato d'essere presi per ridicoli, terminino i loro esercizi di fantasia con rumor inventati di sana pianta con oggetto "Pierce scambiato".

Oltre alla firma di Paul in questo report c'è anche spazio per numerose firme e mancate tali con tutte le motivazioni che stanno alla base di queste decisioni.

Proseguiremo con un paio di notizie di infortuni, o meglio di giri all'ospedali per ripararli e finiremo con un commento sulla Summer League giocata a luglio.

Pierce resigns

" ovvero Pierce rifirma.

Mancavano soltanto due anni alla scadenza del vecchio contratto, di cui l'ultimo era con l'opzione a favore del giocatore, ed Ainge non ha voluto correre rischi affrettandosi a rifirmare Paul Pierce al massimo salariale per 5 anni, senza discussioni, almeno per lo stipendio.

Poiché i giocatori già  sotto contratto non posso firmare estensioni per oltre 5 anni, questi anni sono da contare dalla prossima stagione, quindi Pierce avrà  4 anni garantiti più un'opzione a suo favore per una quinta stagione, che è la 2010/11.

Le discussioni invece ci sono state per quanto riguarda il futuro della squadra, ovvero: potrà  dare la possibilità  a Pierce di lottare per il titolo prima del suo ritiro? Se Paul ha deciso di firmare qualche garanzia la dovrà  pur aver ricevuta, ma non è difficile capire come Danny Ainge stia facendo un lavoro sublime per aumentare costantemente il tasso di talento tecnico in squadra. Prova ne è il suo instancabile lavoro di reclutamento e la voglia di stare sempre attento a portare in squadra qualunque giocatore possa essere utile.

Nonostante la mancata partecipazione ai play-off quindi Pierce rimane positivo sulla squadra, e non possiamo dargli torto; evitiamo però di precorrere i tempi ed attendiamo, come consuetudine, il termine del periodo estivo per stabilire previsioni di rankings.

"Paul è uno dei migliori Celtics ad aver mai vestito la maglia" sentenzia senza mezzi termini Ainge, anche se in questo punto noi non saremmo così sicuri, perché tra le fila di Boston hanno militato così tanti ottimi giocatori che è difficile per chiunque potersi inserire tra le loro fila senza qualche distinguo. In ogni caso a Pierce va dato atto che nell'ultima stagione è riuscito a migliorare sia nel gioco, cosa che sembrava difficile che potesse accadere, ma soprattutto nella leadership, e qui le meraviglie sono state ancora più accentuate, visto che negli anni passati era estremamente difficile per lui essere un leader dello spogliatoio.

"Questo rappresenta una pietra miliare per i Celtics e per Paul Pierce" dice Wyc Grousbeck, presidente della franchigia, il quale parla poco, ma per un fatto così importante ha ritenuto opportuno far sentire anche la sua voce. "Io ed i mie soci abbiamo deciso di affidare la costruzione di una squadra da titolo a Paul, che è diventato un leader dentro e fuori del campo come nelle migliori tradizioni Celtic". Parole importanti da parte di chi ci mette i soldi, quindi esposto in prima persona e direttamente interessato a costruire una squadra valida e vincente.

Tutte queste sono dichiarazioni valide, giuste, ma forse un po' politically-correct. Per smorzare questo andazzo ci pensa coach Doc Rivers: "sono stanco di tutti quei giocatori che dicono – voglio vincere, voglio andare in una squadra vincente – se sei bravo stai in un posto e rendila tu una squadra vincente. Penso che Paul abbia detto che la sua volontà  è quella di accettare questa sfida".

Visti gli ultimi miglioramenti, sinceramente non sappiamo quando ancora potrà  migliorare, obiettivamente potranno essere soltanto delle limature, ma già  lo scorso anno ci ha smentiti, quindi quest'anno evitiamo di porgli dei limiti. Nel frattempo possiamo vedere quali sono i numeri aggiornati di Pierce nei punti: è ottavo All-Time dei Celtics, e se la prossima stagione manterrà  la media di 1.775 punti stagionali avanzerà  di ben 2 posizioni. Se manterrà  quella media per tutti e 5 i suoi anni di contratto supererà  addirittura Larry Bird a quota 23.077 e si potrà  mettere nelle tracce di Jahn Havliceck, il quale è posizionato a 26.395.

Nell'ultima stagione del contratto Pierce avrà  33 anni e sarà  entrato nella sua tredicesima stagione in biancoverde. Se confermerà , o meglio aumenterà , il suo livello di gioco ed il giocatore vestirà  ancora la maglia Celtics molto probabilmente quando smetterà  di giocare si dovrà  far spazio nelle volte del TD BankNorth Garden per la sua maglia, il numero 34, e se la cerimonia di ritiro sarà  accompagnata da almeno un titolo NBA vinto sarebbe ancora meglio.

Finiamo con le parole di Pierce: "sono molto contento di continuare la mia carriera come membro dei Boston Celtics. La loro organizzazione ed i tifosi di Boston e del New England sono stati positivi ed ora possiamo continuare a sforzarci per mettere il diciassettesimo banner su nelle volte (dell'arena). Prima di firmare il contratto ha pensato a quello che potrebbe essere il mio posto nella storia dei Celtics, ed è per questo che ho messo tutte le mie speranze in Danny e Doc". Per Pierce quindi non dev'essere così brutto vedere la sua maglia ritirata a fianco di gente come Bird, Russell, Havliceck eccetera. Come non dargli torto?

Firme

Non ci sono partite, i giocatori ed i general manager hanno più tempo libero e quindi si approfitta per estendere qualche contratto. Così è stato fatto per il quarto anno dei draftati nel 2004 Jefferson, West e Telfair e per il terzo anno di Green. Tutti i giocatori citati sono quindi sotto contratto per altre due stagioni.

Non si può non notare come dal lotto di giocatori appena citati manca Tony Allen. Mancanza di fiducia? Preludio ad uno scambio? No, o meglio non è detto che sia così. Anzi, dalle prime dichiarazioni appare chiaro che il mancato rinnovo sia imputabile a motivazione extra-cestistiche, sentiamo Ainge: "stiamo aspettando i problemi legali di Tony, il suo caso sarà  discusso prossimamente (esattamente il 14 di agosto) e se le cose vanno come pensiamo e speriamo, estenderemo il suo contratto quando tutto sarà  finito".

In effetti non hanno tutti i torti, inoltre non c'è fretta, l'ultimo giorno utile per l'estensione contrattuale è fissata per il 13 ottobre, quindi c'è ancora molto tempo.

Dopo aver scambiato una seconda scelta per averlo, Leon Powe ha firmato il contratto che lo legherà  ai Celtics per 3 anni, con una struttura di garanzie per il completamento degli anni di contratto simile a quello di Gomes. Nel primo anno guadagnerà  432mila dollari e sono state inserite nel contratto delle condizioni particolari per avere garantito anche il secondo anno di 687mila dollari, per esempio deve giocare almeno 41 partite con una media di punti, rimbalzi ed assist di almeno 14 a gara, inoltre si garantisce il secondo anno se riesce a giocare all'All-Rookie team. Inoltre se riuscirà  a rimanere per due anni, al terzo guadagnerà  797mila dollari, ma il numero magico passa da 14 a 16 per gara. Se non raggiungerà  i risultati indicati per i Celtics sarà  sufficiente lasciarlo libero entro il primo di luglio 2007 per rescindere il contratto.

La speranza è che anche il suo rendimento segua una curva simile a quella di Gomes, che ha dimostrato di poter essere un giocatore NBA. In effetti senza tutti i problemi fisici di Powe difficilmente sarebbe uscito dai primi 10-15 al draft, e questo è sufficiente per spendere per lui una seconda scelta. Se poi andrà  male tra un anno potrà  essere lasciato libero.

Allan Ray, la guardia in corpo da play rimasto a secco al draft e firmato dai Celtics pochi giorni dopo la sera di New York, ha firmato con la nostra quadra preferita un contratto molto particolare: prenderà  100mila dollari come "anticipo", se non è stato lasciato libero (leggi licenziato) prima del primo di dicembre prossimo prenderà  il resto dei 412mila dollari concordati, il minimo per i giocatori al primo anno di NBA. Il secondo anno gli garantirà  687mila dollari se sarà  rimasto in roster entro il 30 giugno 2007. In questo modo i Celtics si garantiscono anche con lui la possibilità  di liberare un posto nel roster nel caso in cui il giocatore non dimostrerà  un rendimento secondo le attese.

"Randy Foye (settimo al draft 2006) ha avuto un grande anno, quello scorso" dice Ainge "Allan Ray un buon anno, ma i loro allenatori mi hanno detto prima che la stagione partisse che pensavano che fosse migliore Ray". Questo è un buon motivo per portarlo a Boston e vedere cosa può fare.

Visto che parliamo di firme di free agents, introduciamo anche Kevin Pittsnogle, firmato solo un paio di settimane fa, anche lui a secco al draft. Pur essendo un lungo, la sua caratteristica principale è quella di tirare da distante, in ogni caso farebbe fatica a giocare sotto canestro perché ha poca forza fisica e quasi inesistente velocità  da NBA. In ogni caso lui sa tirare, ed è l'unica cosa in grado di farlo giocare al piano di sopra.

"Abbiamo perso un lungo con tiro da fuori come Raef LaFrentz e sappiamo che uno come Kevin era uno dei migliori lunghi tiratori al college" ha detto Ainge. "Se dimostra che può difendere e prendere rimbalzi e capire il sistema (di gioco) avrà  la possibilità  di fare la squadra. È un tiratore da 6'11" (2 metri e 10) e questi giocatori non sono facili da trovare". Il suo accordo è di due anni ed al momento non si conoscono i termini esatti, ma immaginiamo che sia simile a quello di Ray.

Con queste due aggiunte il roster attuale conta 16 giocatori, e poiché è consentito tenerne soltanto 15, uno di loro farà  sicuramente le valigie prima del training camp, tenendo sempre presente che uno scambio potrà  sfoltire il roster.

Ora analizziamo la firma di Kendrick Perkins, che potrebbe (e dovrebbe) arrivare prima dell'inizio della prossima stagione. Durante la stessa, il giocatore sarebbe nell'ultimo del suo anno di contratto da rookie e nella prossima primavera sarebbe free agent con restrizione, ovvero qualunque contratto che ricevesse da altre franchigie potrebbe essere coperto interamente dai Celtics. Il problema è se il giocatore facesse una grande stagione e di conseguenza potrebbe avere offerte molto elevate. In quel caso non è detto che ai Celtics convenga pareggiarle.

Una scappatoia c'è: firmare il contratto questa estate, ma a che prezzo? Se è troppo basso il giocatore potrebbe risentirsene, ma se è troppo alto e non si rivelasse meritato ci sarebbe un giocatore sovrapagato in roster. La scadenza è per ottobre, passata la quale entrerà  in regime di restricted free agent.

I primi contatti tra Ainge e Wallace da una parte e l'agente del giocatore Bob Myers dall'altra ci sono stati durante la Summer League e hanno concordato che sarebbe spiacevole arrivare ad ottobre e non avere un accordo in mano. Come con Allen, anche con lui la dirigenza non ha fretta a firmarlo, prima vuole vedere come si riprende dall'infortunio alla spalla sinistra recentemente operata. Se ci sarà  la firma, avverrà  soltanto all'ultimo momento .

Infortuni

Quello che immaginavamo tutti è successo: Paul Pierce è passato sotto i ferri del medico per sistemare il gomito sinistro dolorante e ha dovuto rinunciare ai campionati del mondo in Giappone. Un peccato per lui, che ci teneva particolarmente alla partecipazione alla nazionale, ma con un paio di risvolti alquanto strani.

Il primo è il fatto che non sia entrato in sala operatoria subito dopo la fine della regular season per cercare di tornare in forma in tempo per i mondiali. Forse temeva di non farcela e ha tentato di posticipare l'operazione, ma la cosa è strana perché, secondo i tempi di riabilitazione annunciati mesi fa, ci sarebbe riuscito benissimo. Inoltre è da tenere in considerazione l'ipotesi che avrebbe subito uno degli ultimi tagli prima del roster definitivo.

E qui si allaccia la seconda stranezza: perché Pierce ha annunciato questa operazione solo all'ultimo momento, costretto da un articolo apparso sul principale tabloid bostoniano? Forse sapeva qualcosa (il taglio imminente?) che noi non sappiamo e si è preso i suoi tempi? Queste però sono solo ipotesi, i fatti dicono che Colangelo gli augura di guarire in fretta e che continua a rimanere parte della nazionale.

Noi tifosi gli auguriamo un pronto recupero e speriamo di rivederlo già  al training camp di ottobre al meglio della sua forma fisica, pronto a giocare un'annata cruciale per i Celtics.

Al Jefferson nel frattempo è passato dal New England Baptist Hospital per sottoporsi ad un intervento in artroscopia per sistemare la caviglia destra. Il suo ritorno è atteso in coincidenza col training camp di ottobre, ma la preoccupazione per quella sua caviglia martoriata è forte. Già  ha avuto problemi con infortuni vari e qualcosa si è incrinato, quindi questo intervento ha proprio lo scopo di sistemare la caviglia, sperando che sia sufficiente per permettergli di giocare un modo continuativo.

Summer League

Si è svolta come ogni anno la Summer League a Las Vegas dall'8 al 14 luglio e Boston vi ha regolarmente partecipato e da cui sono arrivati vari riscontri.

Obiettivamente per la qualità  di giocatori offerta da Boston avremo pensato che sarebbe stato difficile perdere una partita, eppure sono state ben 2 le sconfitte su 5 gare totali. Distrazione e mancanza di amalgama sono state le cause principali, ma è una caratteristica nota e diffusa in tutte le squadre, quindi non devono essere prese come giustificazione.

Il giocatore che si è nettamente distinto rispetto agli altri è stato sicuramente Ryan Gomes, di un livello così superiore che ad un certo punto i dirigenti Celtics si saranno sentiti imbarazzati per averlo convinto a giocare in estate. Poco dietro di lui ha offerto prove molto incoraggianti Gerald Green, distintosi per un fatturato di punti notevole e per delle prestazioni atletiche sorprendenti, ben foraggiato da un Telfair ispirato, ma ancora evidentemente non ben integrato nel gruppo come intesa in campo.

Per questo giustamente Seb ha cercato di cementare l'intesa con delle uscite insieme e di questo non gli si può non dare atto di fare di tutto per farsi accettare e conoscere. Con lui e con Rondo si sono ricominciati a vedere le doppie cifre alla casella assist e questo non può che essere positivo per la prossima stagione. Da segnalare anche le soddisfacenti prove balistiche di Allan Ray.

Invece non è piaciuta completamente la prestazione di Al Jefferson, chiamato a dimostrare coi fatti di poter diventare una stella ed invece è ancora restio a voler esplodere. L'operazione citata in questo numero non può che far nascere qualche preoccupazione sul suo futuro, nella speranza che queste si possano rivelare infondate.

Appuntamento alla prima decade del prossimo mese con un altro numero di Summer Report.

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