UCLA approda alla Finale

Coach Howland e Mbah a Moute', i protagonisti della semifinale

UCLA - LSU 59-45

La filosofia di Ben Howland ha trasformato il modo di intendere il basket dalle parti di Los Angeles, e quando manca solo una partita che potrebbe portare il 12° titolo della storia della squadra più titolata del college basket, tutti i tifosi di UCLA stanno impazzendo per l'"east style" portato dall'ex allenatore di Pittsburgh, o meglio il "defense style".

Con l'ennesima fantastica prova difensiva dei ragazzi di coach Howland, che tengono i lanciatissimi Tigers di LSU a soli 45 punti, secondo punteggio più basso della storia delle Final Four NCAA, da quando è stato introdotto l'orologio per le azioni d'attacco, i Bruins concludono un torneo iniziato e concluso facendosi guidare dal loro approccio difensivo.

Un match che, come quello contro Memphis, non sarà  ricordato per lo spettacolo offerto dalle due squadre, ma che per i Bruins e soprattutto per il loro coach conta poco, il risultato più importante è giocare lunedi notte contro Florida la finalissima del college basket, riportando nell'elite il nome di UCLA, dopo gli anni difficili post titolo del 95.

Lo spauracchio pre gara per i Bruins era sicuramente Glen "Big Baby" Davis, con la sua enorme mole e le sue mani di fata, che avevano portato, insieme a Tyrus Thomas, LSU alle Final Four. La sua capacità  di ricevere in area e usare il corpo per trovare la via del canestro poteva essere un ostacolo per i piani difensivi di coach Howland, ma i raddoppi continui attuati dai Bruins, e l'eccellente prova di Mata uscendo dalla panchina, hanno tolto ritmo al centro dei Tigers, costringendolo a commettere numerosi errori da sotto, o costringendolo spesso a tirare in condizioni forzate o da posizioni improbabili. Da questo è nato il 5/17 finale del figlio della Louisiana, che ha chiuso la sua partita, frustrato e quasi in lacrime dopo il quinto fallo.

La partenza di UCLA è stata da grande squadra, aggressiva al massimo in difesa e coscenziosa in attacco, dove un ispiratissimo Mbah a Moute, con le sue zingarate in area pitturata, e le triple di Farmar, hanno dato subito un consistente vantaggio ai campioni della Pac-10.

Il freshman dell'anno della Pac-10 si è dimostrato ancora una volta la vera arma tattica in mano a coach Howland, riuscendo a sdoppiarsi perfettamente nel ruolo di mastino difensivo contro l'imponente Davis, al quale rendeva buoni quaranta kili, ma che è riuscito a contenere molto bene per tutta la gara, aiutato dai raddoppi degli altri lunghi, riuscendo ad essere il protagonista assoluto anche in attacco, dove con 17 punti è stato il miglior marcatore della squadra, nonché miglior rimbalzista con 9 totali.

I continui giochi a due con Farmar e Collison hanno messo in difficoltà  per tutta la gara la difesa di LSU, e quando coach Brady ha tenuto fuori uno spento Tyrus Thomas, apparso in grave difficoltà  fisica causa postumi dell'infortunio subito nella partita contro Texas, il camerunense ha avuto vita ancora più facile per le sue sortite in area pitturata, dando il là  al parziale dei Bruins, arrivato a toccare anche il +20 in un paio di occasioni.

Nonostante abbia tirato col 41% scarso dal campo, abbia infilato solo cinque triple su diciotto tentate e abbia perso 17 palloni, UCLA è riuscita comunque a dominare, grazie alla sua pressione difensiva e al fatto che nessuno, nemmeno Afflalo, che continua a litigare col canestro ma che è il miglior difensore della squadra fra gli esterni, si faccia battere sul primo passo in entrata.

Questo porta la squadra a non dover ricorrere a rotazioni complicate per andare a tappare buchi aperti da difensori che si fanno battere in entrata, e quindi la difesa riesce sempre a raddoppiare quando è il momento, costringendo l'attaccante a forzare la conclusione o il passaggio.

In più coach Howland è un maestro delle rotazioni dei suoi giocatori, i suoi cambi repentini, e la possibilità  di variare tutti gli uomini senza perdere d'intensità , gli permette di non dare mai occasione all'attacco di capire le mosse difensive o di adeguarsi al tipo di difesa, mandando spesso in confusione gli avversari.

Da questo punto di vista il dominio dell'ex coach di Pitt contro Brady è stato quasi imbarazzante per il coach dei Tigers.

Certo, molti si saran chiesti a fine gara se LSU avesse avuto il miglior Thomas cosa sarebbe successo, ma la partenza di UCLA ha letteralmente annichilito Davis e compagni, e probabilmente anche un Thomas in buone condizioni avrebbe faticato a rompere il muro difensivo dei Bruins.

Il rilassamento finale ha permesso a LSU di rientrare entro uno scarto decente, ma la partita per i rappresentanti della SEC è stata un incubo, come lo è stata per le precendenti avversarie incontrate da UCLA in questo Torneo.

Ora manca solo una partita per coronare un sogno e per regalare al coach il giusto riconoscimento di una stagione in cui, probabilmente, il protagonista assoluto è lui, non i giocatori.

La partita con Florida sarà  molto difficile perché i Gators sono temibili in ogni zona del campo, e sono molto fisici, soprattutto con i lunghi. Se ripeteranno la prestazione balistica da oltre l'arco vista contro George Mason, sarà  dura anche per la difesa di UCLA fermarli, ma sicuramente coach Howland starà  studiando nei minimi dettagli come fermare l'attacco di Donovan, come ingabbiare il talento di Noah e la potenza di Horford, e anche come non lasciare troppo spazio ai loro tiratori.

Sicuramente sarà  una partita in cui l'attacco dovrà  essere protagonista, ci si aspetta la prima vera grande performance offensiva di Afflalo, sotto par offensivamente nella March Madness, ma tutti dovranno dare il massimo per superare l'ostacolo Florida ed entrare nella storia del college basket e di UCLA, insieme con le grandi stelle quali Jabbar, Walton, Wooden, Edney, O'Bannon.

Una sola partita, la più importante, quaranta minuti che li separano dalla gloria.

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