Joakim Noah, uno dei principali artefici della vittoria dei Gators.
Equilibrio e sorprese sono stati il filo conduttore del torneo NCAA più imprevedibile che si ricordi, e anche il regional di Minneapolis non ha voluto fare eccezione.
Le due semifinali erano tra le partite più intriganti sulla carta, e il campo ha proposto due sfide sconsigliate ai deboli di cuore.
Nella prima semifinale Boston College volava sul 25-9 contro la prima testa di serie Villanova, mandando in crisi l’ormai ben noto quintetto con quattro guardie, attaccando con decisione il canestro e togliendo tiri facili dall’arco dei tre punti.
e sembrava confermare le impressioni di coloro che vedevano Boston College tra le squadre più in forma al momento. Ma se c’è una qualità che non manca ai Wildcats è la tenacia, e così Villanova tornava a –5 all’intervallo, bloccava il nuovo allungo degli Eagles a metà ripresa (34-43), per arrivare al sorpasso a 2 minuti dalla sirena. Una tripla di Jared Dudley però salvava BC e mandava tutti al supplementare, dove BC era ancora capace di recuperare un –5 e quindi sorpassare sul 59-58 con un layup di Craig Smith (14 punti + 14 rimbalzi). Quando l’inarrestabile Randy Foye (29 punti) si vedeva deviare il pallone a 4 secondi dalla fine, sembrava che la sorte avesse deciso di prendere le parti di BC; ma sulla rimessa dal fondo la difesa degli Eagles lasciava inspiegabilmente libero Will Sheridan sotto canestro: la stoppata in recupero di Sean Williams era irregolare, il canestro convalidato per interferenza e Villanova poteva proseguire verso la finale.
La sconfitta è stata quanto mai dura da digerire per Boston College, confermatasi tra le squadre più in forma del momento ed arrivata ad un niente da una storica Elite 8; i rimpianti sono ancora maggiori pensando alle 21 palle perse degli Eagles, non tutte causate dal pressing di ‘Nova, anzi, e allo 8/17 ai liberi, rispetto al 14/20 dei Wildcats.
La seconda semifinale tra Florida e Georgetown non aveva nulla da invidiare alla prima. Partita in grandissimo equilibrio dall’inizio alla fine, dominata dalle difese: gli Hoyas sono molto bravi ad impedire il gioco in transizione dei Gators, dall’altra parte Florida dimostra di avere preparato a dovere la partita difendendo alla grande sulla Princeton offense di G’Town.
Si arriva sul 52-51 per Florida nell’ultimo minuto quando gli Hoyas sorpassano grazie ad un jumper di Astanti Cook dalla lunetta di tabella! E quando uno pensa di averne visto abbastanza, ecco il rimbalzo d’attacco di Al Horford ed il canestro decisivo con fallo subito di Corey Brewer: è il più classico dei “circus shots”, tirando (o meglio buttando la palla) cadendo per terra dalla linea di fondo. I Gators vincono per 57-53, grazie anche alla ennesima ottima prova di Joakim Noah (15 punti, 10 rimbalzi e 5 stoppate). Per Georgetown vale quanto detto per BC, una sconfitta difficile da digerire e dimenticare.
Nella finale per una volta l’equilibrio non la fa da padrone. A metà del primo tempo Florida piazza un parziale di 11-0 in coincidenza del fallo tecnico di Allan Ray e vola sul 31-21. Ma, manco a dirlo, Villanova non molla, prima recupera fino al –5 all’intervallo e poi arriva sul –3 (42-45) con la palla in mano; sembra un film già visto due giorni prima, ma i Gators tengono botta in difesa, riacquistano fluidità in attacco e controllano il finale senza problemi, vincendo per 75-62 e staccando il biglietto per Indianapolis.
Miglior giocatore del regional senza ombra di dubbio è Joakim Noah: per lui 21 punti, 15 rimbalzi e 5 stoppate in finale; a dargli man forte l’altro lungo Al Horford (altro figlio “famoso”, dell’ex-stella delle high school degli anni ’80 Tito Horford), con 12 punti e 15 rimbalzi, e il terzo figlio illustre Taurean Green (19 punti per il figlio di Sydney, giocatore di lunga milizia nei pro). Florida ha saputo imporre la superiorità sotto canestro fin dalla palla a due, dominando nettamente sotto le plance e costringendo coach Jay Wright a usare molto meno del solito il quintetto con quattro esterni. Anche la temuta difesa pressing a tutto campo dei Wildcats è stata attaccata bene dai Gators, grazie anche a Noah, dotato di ottimo trattamento di palla e visione di gioco.
Nonostante un roster molto meno esperto di ‘Nova, con un quintetto di soli sophomore, Florida ha dato l’impressione di non sentire in maniera particolare la tensione, e il resto della SEC ha poco da stare allegra per i prossimi due anni…. Da notare che la SEC ha ben due squadre alle Final Four (l’altra è LSU), ennesimo dato completamente inaspettato sia perché tra le due non c’è Kentucky, sia considerando che la conference veniva data come più debole rispetto alle altre.
Per Villanova il sogno di tornare alle Final Four dopo una grande stagione si interrompe, nonostante l’ennesima partita strepitosa di Foye (25 punti). Ma i Wildcats hanno patito le prestazioni molto sotto il par di Allan Ray, sia in semifinale che in finale (8 su 34 complessivo), e le basse percentuali in generale al tiro (meno del 25%), non tanto per delle semplici serate storte ma perché costretti a tiri difficili dalla difesa dei Gators.