Il ritorno in campo di Amare Stoudemire può spostare gli equilibri della Lega
Dopo mesi di attesa, pieni di alti e bassi, con giorni in cui tutti erano ottimisti e altri in cui nessuno ci credeva, Amaré Stoudemire è tornato. Il "Black Jesus" (come recita il suo tatuaggio sul collo) ha rimesso piede (e ginocchio) in campo. Giovedì scorso contro i Balzers è tornato uno dei giocatori più dominanti della lega e ha voluto subito far capire che fa sul serio: 20 punti, 9 Rimbalzi e 2 stoppate in 19 minuti di gioco.
Ad ottobre, appena dopo l'operazione, il ritorno era fissato per dopo l'All Star Game. Nei mesi successivi il ritornello era "il recupero va meglio di quanto ci si aspettase", ma arrivato l'All Star Weekend, Stoudemire continuava seduto in fondo alla panchina. Le parole d'ordine erano "prudenza" e "tranquillità ".
Nessuno voleva giocarsi il futuro, né i Suns, né lo stesso giocatore. Due settimane fa circa, i dottori danno il via libera: Stoudemire poteva tornare appena si sentiva pronto a farlo. Ma un problema al ginocchio destro (quello non operato) e le difficoltà mentali sembravano bloccarlo. "Ora come ora siamo a 50 e 50" diceva Amaré una settimana prima del rientro, riferendosi alle possibilità di tornare a giocare questa stagione.
Nella partita contro i Clippers, non si presenta all'arena. Tutto sembra indicare che stia passando uno dei peggiori momenti della sua stagione. I media gli chiedono a gran voce di non tornare, di non rischiare. Ma Stoudemire non è mai stato disposto a non rischiare. Jerry Colangelo decide di parlare con Stoudemire. "Gli ho semplicemente detto che io il primo ad essere preoccupato e che voglio solo ciò che è meglio per lui".
Questa conversazione e l'appoggio di tutti i compagni e in particolare di Kurt Thomas e di Brian Grant (compagno di fatiche di Stoudemire per la maggior parte della riabilitazione) lo convincono. "Voglio giocare domani" dice a Mike D'Antoni durante un allenamento il giorno prima della partita, il coach gli risponde semplicemente: "Ok. Giocherai".
E così è stato. Alla palla a due contro i Blazers c'era Stoudemire. Di fronte a un US Airways Center colmo fino all'ultimo posto, che applaude appena Stoudemire prende la palla, che esplode quando si alza dai cinque metri per tirare e segnare il suo primo canestro dell'anno.
In cinque minuti segna subito nove punti, ma lo si vede un po' disorientato, come se non credesse ancora di essere davvero tornato. D'Antoni lo sostituisce e si guadagna la prima "standing ovation". Si siede e si massaggia nervosamente le due ginocchia.
Nel secondo tempo cambia faccia, da disorientato improvvisamente sembra sapere esattamente cosa fare, sorride, scherza con compagni e avversari. Segna un altro grande tiro dalla media distanza dopo aver ubriacato di finte il difensore di turno.
Finalmente arriva anche la sua prima schiacciata e l'esplosione dell'arena. "Non ne avevo avuto l'opportunità fino a quel momento - affermava dopo la partita - e poi a me importa solo aiutare e prendere il ritmo partita, poi ricomincerà a schiacciare come facevo". Prima della fine si permette anche un passaggio alla Nash per "Skita" che non viene però approfittato.
L'impressione generale, al di là delle fantastiche statistiche, è che Stoudemire è in una buona forma nonostante i cinque mesi di inattività . Correva veloce, sembrava non avere molti chili di troppo e lo si è visto abbastanza comodo in campo. "Mi son sentito bene in campo - affermava un sorridente Stoudemire - veramente bene".
"Tornare dopo cinque mesi e fare ciò che ha fatto Amaré - sosteneva Steve Nash in un intervista - è davvero impressionante. Ma dimostra semplicemente quanto talento possiede. Averlo in campo anche all'ottanta per cento vuol dire avere una presenza dominante là in mezzo".
È proprio questa l'impressione che ha dato contro Portland. Quest'anno i Suns non hanno avuto mai un giocatore dominante sotto canestro, Kurt Thomas in attacco è diventato ormai un tiratore dalla media distanza e Diaw è praticamente un giocatore da perimetro. Il ritorno di Stoudemire può voler dire risolvere questa mancanza e quella di rimbalzi offensivi (già contro Portland l'ala-centro ne ha presi cinque).
La domanda più ripetuta negli ultimi giorni è semplice: ora che è tornato a cosa possono puntare i Suns? La risposta non è così semplice. Se riesce a entrare in una buona forma in queste ultime quindici partite di "regular season", può davvero fare la differenza.
Ma D'Antoni deve riuscire a gestirlo e farlo entrare nel gioco della squadra senza danneggiare i meccanismi.
"Questi sono i problemi che è bello avere" afferma Nash. "È probabile che dovremo passare per qualche fase di adattamento - riconosce il coach Mike D'Antoni - ma credo che con Steve in campo sia tutto più facile".
La chiave è complementarlo con Boris Diaw, un giocatore fondamentale quest'anno. "Boris ha tantissimo talento e intelligenza - dice il coach - rende il nostro gioco più semplice". Nella prima partita ha dato buone impressioni al "big man": "Diaw è un gran giocatore, siamo stati molto comodi in campo stanotte".
Con il ritorno del "messia", il cielo è il limite per questi Suns. "Sono tornato" dice Stoudemire, la Western Conference è avvertita.
Around the Valley
Col ritorno di STAT ormai ci è rimasta solo questa rubrica. Visto il tempo che è passato dall'ultimo report ci sono varie cose interessanti da dire.
Prima di tutto, aggiornamenti sugli infortunati. Brian Grant è stato riattivato poco prima di Stoudemire e può giocare regolarmente. Kurt Thomas invece è ancora in piena fase di recupero. "Kurt sarà incluso nel roster per i playoff" ha detto Mike D'Antoni che è quindi ottimista sul suo recupero.
Nel frattempo Dijon Thompson, il rookie quasi inedito, è stato operato per un infortunio al ginocchio destro e sarà fuori per almeno cinque mesi.
Parlando di premi. Mike D'Antoni è stato eletto allenatore del mese di Febbraio e Shawn Marion è stato nominato giocatore del mese grazia anche a un record: ha segnato almeno 30 punti e preso almeno 15 rimbalzi in tre partite consecutive, eguagliando un certo Charles Barkley.
Abbiamo anche qualche statistica interessante. I Suns che sembrano una squadra pessima a rimbalzo, sono in realtà ventesimi (erano quindicesimi prima dell'infortunio di Thomas) nella classifica della percentuale di rimbalzi presi per tiri concessi all'avversario con un 71,8%, una cifra superiore al 68% dell'anno scorso. Altro dato quasi incredibile: nonostante giochino quasi sempre con una squadra con meno centimetri degli avversari, i Suns sono la seconda squadra che concede meno tiri liberi, solo dietro a Detroit. Infatti gli avversari dei Suns ottengono solo un 27% di tiri liberi per tiri dal campo.
Ma la cosa più impressionante di questi "nanetti", è che sono la squadra che stoppa più tiri di tutta la NBA col 6,5% dei tiri avversari stoppati. E difendono più di quello che sembra, infatti solo un 45% dei canestri degli avversari provengono da un assist. Chiaro segno di buona difesa, infatti sono i migliori della lega in questa categoria, li seguono a ruota Spurs, Mavs e Pistons.
Abbiamo anche qualche aggiornamento sulla dipartita di Bryan Colangelo. Secondo alcune voci, Sarver, il proprietario dei Suns avrebbe offerto 2 milioni di dollari all'anno a Colangelo che invece, come sappiamo, ha preferito andarsene a Toronto dove ne prende 3,5 l'anno.
"Non è stata questione di soldi - afferma Bryan - per me era un grande opportunità questa. Venire a Toronto mi dà la possibilità di inserirmi in un nuovo ambiente e insegnare i trucchi del mestiere a gente che ancora non ha la mia stessa esperienza".
Inoltre scopriamo che Toronto tentava Colangelo da molto tempo. "È dal 2004 che i Raptors mi volevano - ci svela lo stesso Bryan - ma prima di andarmene volevo far parte del processo di transizione della franchigia, dopo l'arrivo di Sarver". Il proprietario ha chiuso la questione senza risentimenti: "Bryan ha fatto un gran lavoro con noi e gli auguro i più grandi successi a Toronto". Anche Bryan ha voluto mettere in chiaro che non prova alcuna avversione per la sua ex squadra: "Mi sentirò sempre parte dei Suns e anche del loro successo futuro".
Per chiudere, Mike D'Antoni ha preso il posto di Bryan Colangelo nei Suns, infatti è stato nominato vicepresidente esecutivo e "general manager", allungando anche il contratto come allenatore che ora scade nel 2010, i dettagli dell'accordo non sono trapelati.
"Non c'era bisogno di cercare fuori – ha dichiarato Sarver nella conferenza stampa di presentazione – per scegliere a chi dare la leadership del futuro dei Suns".