Il canestro del sorpasso di Mbah Moute' che regala la vittoria a Ucla
Nel West Regional due partite diametralmente opposte, sia per i contenuti tecnici che, soprattutto, per quelli emozionali, hanno sancito la sfida che vedrà giocarsi l'accesso alle Final Four di Indianapolis tra UCLA e Memphis. Ci arrivano come n. 1 e n. 2 del seeding, cosa storicamente inusuale nella March Madness, viste le continue sorprese a cui siamo abituati ad assistere, ma sono probabilmente le due squadre più pronte ad affrontare le Elit8, quelle che hanno dimostrato nell'arco del Torneo, di avere i requisiti, non solo tecnici, per giocarsi il sogno di Indianapolis.
UCLA-Gonzaga 73-71
A Oakland si è consumata la tragedia di Gonzaga e della sua stella Adam Morrison, probabile MVP della stagione, ma incapace di dare un senso, se non con le lacrime, alla tremenda batosta psicologica della sfida contro i Bruins.
Gli Zags escono a testa altissima alle Sweet 16 dopo aver in pratica dominato per 35 minuti l'incontro, aver abusato di UCLA per tutto il primo tempo, giocando un basket offensivo che ha messo in seria difficoltà la difesa di coach Howland, fin qui devastante, ma proprio sotto i colpi di una difesa che negli ultimi cinque minuti di gara non ha concesso canestri dal campo, è caduta, scialaquando un vantaggio che aveva raggiunto i 17 punti a metà primo tempo e che ancora a pochi minuti dalla fine, rimaneva in doppia cifra.
Quegli ultimi cinque incredibili minuti in cui la partita ha cambiato volto, potrebbero passare alla storia come una delle più incredibili rimonte dei Bruins, costruita sulla pressione difensiva, vero marchio di fabbrica della gestione Howland, e sulle giocate da campione delle due stelle Farmar-Afflalo, coadiuvato da un energizer come Mbah Moute, autore del canestro del primo sorpasso UCLA in tutta la gara, a 17 secondi dalla fine e della palla rubata a Raivio successivamente, che ha chiuso il match.
Fino a quel momento magico per le sorti dell'ateneo californiano, la partita era stata un autentico calvario, in cui Gonzaga aveva comandato a piacere il gioco, con una fluidità offensiva difficilmente vista in stagione dalle avversarie dei Bruins, approfittando dall'altra parte degli orrori costruiti dall'attacco di UCLA, in particolare in un primo tempo in cui sembrava che per i ragazzi di Howland non ci fosse nessuna possibilità di andare a canestro con continuità .
L'aver chiuso la prima frazione con soli 27 punti segnati e una percentuale dal campo ridicola, e vedere che dall'altra parte Morrison e Batista banchettavano a piacimento, portando la squadra al +15 e l'inerzia della gara tutta dalla parte degli Zags.
Nella ripresa UCLA partiva forte con un 8-0 che rosicchiava il vantaggio e toglieva un po' d'inerzia a Morrison e compagni, ma il quarto fallo di Afflalo, costretto ad uscire dopo un paio di canestri che l'avevano riportato in partita, e un paio di canestri dalla distanza di Raivio e Morrison, rimettevano Gonzaga nel binario giusto fino ai cinque fatidici minuti finali.
Howland decideva di aumentare esponenzialmente la pressione difensiva, iniziando fin dalla rimessa, Gonzaga andava in confusione e perdeva un paio di palloni importanti, che lanciavano UCLA verso la rimonta. Morrison decideva di vincerla quasi da solo e forzava tre conclusioni in traffico che non andavano a buon fine, mentre dall'altra parte Afflalo e Farmar confezionavano canestri fondamentali, che riportavano i Bruins a contatto e mettevano tensione ai ragazzi di coach Few.
Poi gli ultimi 30 secondi, con il canestro in entrata di Farmar, l'errore di Batista che servito da Morrison si faceva ingabbiare da Farmar e Bozeman, invece di scaricare a Raivio, e consegnava il pallone al play californiano che serviva per un comodo layup Mbah Moute', sulla rimessa successiva Raivio tentava di superare la metà campo velocemente, ma si faceva strappare il pallone dallo stesso Mbah Moute', costringendo i compagni al fallo, con l'uno su due di Afflalo e il successivo disperato jumper di Batista che sancivano l'incredibile vittoria di UCLA.
Memphis-Bradley 80-64
La teoria del 16 sembra avere molto successo a Memphis in questo periodo. Terza partita del Torneo per i Tigers e terza vittoria con questo margine di scarto, cosa alquanto strana in un periodo in cui le partite si susseguono frenetiche e le avversarie cercano di giocare alla morte per conquistare uno scalpo importante.
I Tigers però continuano a rullare tutto, senza guardare in faccia nessuno, stanno dimostrando di essere probabilmente la squadra più in forma del Torneo, e con l'eliminazione di Duke, i naturali favoriti per giocarsi la finale nazionale.
La partita contro la cinderella Bradley, vincitrice di Kansas e Pittsburgh nei turni precedente, non era considerata facile alla vigilia da coach Calipari, ma i suoi ragazzi hanno replicato il basket offensivo visto nei primi due turni, facendosi guidare dal talento di Rodney Carney, coadiuvato da Darius Washington, e chiudendo l'incontro con un eloquente 51% dal campo.
Memphis però, pur essendo una squadra dalla vocazione offensiva, può sfruttare le sue doti atletiche nella propria metà campo e così contro Bradley ha tolto dalla partita, con continui raddoppi, lo spauracchio Obryant, concedendo tiri spesso forzati all'altra stella dei Braves, Sommerville, che ha raggiunto i 18 punti solo grazie ai liberi.
Liberi che sono stati l'arma decisiva delle vittorie di Bradley nei primi due turni, ma che stavolta non sono stati decisivi, soprattutto in un secondo tempo in cui sono partiti con un 4/16 che ha lanciato i contropiedi fulminei dei Tigers, dando il là al parziale che ha chiuso in pratica la partita.
Aumentato il vantaggio in doppia cifra, la gestione della partita da parte di Calipari e i turnovers dei Braves hanno permesso di mantenere il vantaggio fino alla fine, riuscendo anche a gestire le energie per la sfida che vale le Final Four.
Memphis, passata dal NIT all'Elite8 in un solo anno, arriva da favorita allo scontro con UCLA, forte di un attacco che può mettere in difficoltà la difesa dei Bruins, come ha fatto Gonzaga, sfruttando la velocità del proprio backcourt e le penetrazioni di Carney. Se riuscirà a non far entrare in ritmo l'attacco di UCLA, potrebbe costruire un vantaggio che, al contrario di quanto avvenuto nella semifinale Bruins-Zags, difficilmente sarebbe colmabile dai ragazzi di coach Howland.
Spazio stanotte alla sfida fra due grandi coach, e fra due grandi squadre, che potrebbe sancire una delle due finaliste del Torneo.