Kenton Paulino festeggia con AJ Abrams il buzzer beater che ha mandato Texas alle Elite Eight.
Le partite di Sweet 16 che si sono disputate la scorsa notte hanno provato ancora una volta che le emozioni che sa dare il college basket non le sa dare nessuno e che non bisogna mai osare a dare nulla per scontato: il regional di Atlanta ha infatti visto tornarsene a casa la favorita assoluta, Duke, ed ha visto un finale in volata dalle emozioni forti tra Texas e West Virginia.
Louisiana State vs Duke 62-54
Neanche le lacrime di fine partita di JJ Redick riuscirebbero a spiegare ciò che si prova a sognare di coronare una carriera collegiale di massimo rispetto con un titolo Ncaa conquistato nella stagione da senior e di ritrovarsi tutt'un colpo con la dura realtà da masticare, che ti ha visto protagonista di tutta la stagione tra un trentello e l'altro ed ora di scaraventa fuori dall'università con un 3/18 ed un flop arrivato in un altro momento topico.
Complice una difesa molto efficace sguinzagliata da coach John Brady, i Tigers sono riusciti ad avere la meglio ed a sorprendere i Blue Devils (32-4) frustrando Redick con l'efficacissima marcatura di Garrett Temple, freshman che ha contestato quasi tutti i tiri dell'asso di Duke che chiedeva invano l'intervento degli arbitri per qualche fallo a suo favore.
I Tigers, seppur penalizzati da due falli fischiati ben presto a Glen Davis, sono sempre rimasti in partita ed addirittura si sono ritrovati avanti già all'intervallo per 31-27 concendendo a Duke il minor punteggio stagionale registrato in una singola frazione di gioco in una prima metà dove Shelden Williams, con 14 punti, aveva praticamente tirato avanti la carretta in proprio.
Nel mezzo di un parziale di 10-0 Duke ha ripreso per la prima volta la leadership nel punteggio, che non aveva dall'iniziale 10-8, portandosi anche sul +5 grazie ad uno dei rari canestri della serata di Redick; quindi Darrell Mitchell, protagonista del tiro decisivo del turno precedente ed autore di 14 punti, ha riavvicinato Lsu rispondendo anch'egli con una tripla mentre il cronometro scandiva il superamento della metà della seconda frazione.
I Blue Devils hanno, da quel punto in poi, preso di nuovo il comando del punteggio solamente 5 minuti più tardi con il terzo ed ultimo canestro di Redick, quindi i Tigers hanno messo in piedi il parziale decisivo con un 11-2 che ha visto Glen Davis, 14 e 5 rimbalzi alla fine, infilare due tiri liberi molto importanti prima di lasciare la scena a Tyrus Thomas, il quale pur con quattro falli a carico per molto tempo ha messo nel giro di una decina di secondi 4 dei suoi 9 punti (con 13 rimbalzi) e la stoppata su Greg Paulus che ha dichiarato l'ufficiale fine delle ostilità .
Per i Tigers la vittoria significa la prima partecipazione alle Elite Eight dal 1987, una vittoria arrivata con una prestazione difensiva che se ripetuta potrebbe portarli molto più in là , e che ha visto Duke terminare la gara con il minor numero di punti segnato dal 1996 ad oggi e con un eloquente 18/65 dal campo; Redick ha finito di ben 16 punti sotto la sua media abituale dopo i 5 punti segnati nella semifinale del regional del 2003 persa contro Kansas ed il 4/14 nella sconfitta contro Michigan State di un anno fa, coincidenza sulla quale molti critici si sono già abbattuti, da salvare per i Blue Devils la sola prestazione di Shelden Williams, che lascia il college con 23 punti e 13 rimbalzi.
"Fa molto male", ha detto Redick, "gli ultimi quattro anni sono stati fantastici e non mi aspettavo che finisse così, non è quello che avevo immaginato".
Ti crediamo, JJ, ma per ora possiamo solo augurarti un in bocca al lupo tra i pro perché la corsa dei Blue Devils, anche quest'anno, si è fermata prima del previsto.
Texas vs West Virginia 74-71
Sembrava che Kevin Pittsnogle avesse fatto il miracolo, dando la possibilità ai suoi Mountaneers di giocarsi la vittoria in overtime dopo aver scagliato la tripla che aveva pareggiato la partita, ma Kenton Paulino, secondo miglior tiratore da tre della storia di Texas, è parso non essere dello stesso avviso scioccando gli avversari con un buzzer beater da mozzare il fiato.
In una partita dove i tiri dalla distanza hanno mantenuto in vita le loro speranze di rimanere a galla, i Mountaneers sono riusciti a segnare solamente un canestro da due in tutto il primo tempo, completando la frazione con il solo ausilio di tiri da oltre l'arco e tiri liberi per il provvisorio 27-39.
Il secondo tempo è partito meglio per West Virginia, che ha segnato 8 punti nel primo minuto e che ha quindi ridotto velocemente il gap a 3 punti; quindi con meno di 10 minuti da giocare due triple di Pittsnogle e di Mike Gansey hanno perfino portato il vantaggio ai Mountaneers e Texas ha reagito colpo su colpo grazie alla buona vena offensiva di un LaMarcus Aldrige dotato di strapotere dentro l'area ed autore alla fine di 26 punti e 13 rimbalzi.
Rimasti attaccati alla contesa grazie a qualche errore di troppo dal linea dei liberi da parte di Texas e dalle precise triple infilate da Pittsnogle e Gansey (37 punti in due), i Mountaneers hanno acciuffato il pareggio, come detto prima, con la 15ma tripla di squadra su 33 tentativi contro il 4/19 dei Longhorns, ed interessante quanto audace è stata la scelta di coach Barnes di non chiamare il timeout e di far rimettere subito il pallone in gioco: "volevo che i ragazzi percorressero il campo nel minor tempo possibile perché li avevo già preparati ad affrontare una situazione del genere".
AJ Abrams ha quindi ricevuto la rimessa in gioco ed ha percorso, effettuando un paio di dribblings, il campo fino al limite dell'arco dei tre punti, quindi ha passato il pallone verso la sua sinistra trovando l'appostato Paulino che da posizione diagonale rispetto al canestro ha infilato, mentre la sirena segnalava la fine della partita, il tiro della vittoria subito convalidato dagli arbitri dopo una breve consultazione. "Ho fatto esattamente quello che mi ha detto il coach, ho raggiunto la mia posizione in velocità e AJ mi ha dato il pallone, ho tirato ed ho messo un tiro che sinceramente non mi era mai capitato di mettere".
Per Texas il sogno continua, il prossimo ostacolo verso le Final Four sarà sabato ed avrà il nome di Lsu. I Longhorns continueranno il loro percorso verso la storia, speranzosi di ripetere le gesta che hanno già fatto vincere all'ateneo i campionati nazionali di football e baseball e quindi di portare a casa una tripletta che diventerebbe leggendaria per lo sport collegiale americano.