J.J. Redick proverà l'ultimo assalto al titolo nazionale…
Siamo prossimi all'inizio della March Madness e le conference stanno per decretare i vincitori della regular season; è il momento di una rapida carrellata per vedere per quali college si può parlare di stagione comunque positiva e quelli che invece resteranno in attesa fino a domenica 12 marzo per sapere se saranno invitati o no al grande ballo.
La Big East si è confermata la più dura ed equilibrata, e potrebbe mandare fino a 9 squadre al torneo NCAA. UConn e Villanova hanno rispettato i pronostici e sono in testa con due sconfitte a testa, con gli Huskies che si sono appena presi la rivincita della sconfitta subita il 13 febbraio.
Per entrambe ci sono buone possibilità di ricevere una testa di serie n.1 per i regional del torneo, ma nel frattempo una eventuale terza sfida la prossima settimana nel torneo di conference al Madison Square Garden sarebbe davvero da non perdere. UConn per talento, esperienza e completezza ha come obiettivo minimo le Final Four, mentre per Villanova è tanta la curiosità di vedere fino dove arriverà con il quintetto con quattro guardie.
A debita distanza un terzetto di sorprese più o meno relative: West Virginia, guidata da Kevin Pittsnogle, giocatore di culto ma non solo, ha confermato che la Final Eight dello scorso anno non fu estemporanea; Pittsburgh, attesa ad una stagione di transizione ed invece sempre a ridosso delle top 10 nazionali; Georgetown, ritornata ad alti livelli dopo anni di mediocrità e con la perla di essere l'unica ad avere battuto fino ad oggi Duke.
I nuovi arrivi della Big East hanno trovato fin troppo pane per i loro denti: Louisville e Cincinnati rischiano seriamente di restare fuori dal torneo, dove invece dovrebbe entrare Marquette, la meno quotata delle tre a inizio stagione.
Nella ACC Duke ha appena subito la prima sconfitta nella conference da Florida State, ma comunque ha già vinto il titolo di regular season ed ha in tasca un top seed per i regional. Per J.J. Redick e Shelden Williams è l'ultima occasione per vincere il titolo nazionale, e non è da escludere una rivincita nelle Final Four della semifinale di due anni fa contro Uconn.
Dietro i Blue Devils, bilancio positivo per N.C. State e UNC, che ha assorbito meglio del previsto la perdita di tutto il quintetto campione nazionale e lanciato il freshman Tyler Hansbrough. Buona anche la stagione dei "transfughi" dalla Big East di Boston College, mentre rischiano una esclusione a sorpresa i Terrapins di Maryland, tanto talentuosi quanto discontinui.
Anche la Big Ten riceverà un bel numero di inviti al torneo. Ohio State è al momento leader solitaria e mal che vada finirà comunque in testa alla pari; certo è che i Buckeyes di coach Thad Matta sembrano intenzionati a continuare a sovvertire i pronostici.
Ad una sola partita di distacco e ancora in corsa ci sono Iowa e Illinois, entrambe protagoniste di stagioni positive; fuori dai giochi per la Big Ten Michigan State, la squadra con più talento sulla carta ma che ha subito varie sconfitte inattese, e Indiana, dove coach Mike Davis ha già annunciato le dimissioni a fine stagione. Nonostante le Final Four del 2002, la pressione che circonda gli Hoosiers si è rivelata troppa per il successore di Bobby Knight, e la situazione non sarà certo più facile per chi lo sostituirà .
Nella Big XII Texas sembrava aver messo le mani sul titolo di regular season grazie alla convincente vittoria contro Kansas, anche se la sconfitta contro Texas A&M ha rimesso in gioco i Jayhawks.
I Longhorns sono comunque in crescita dopo le "traumatiche" sconfitte di dicembre contro Duke e Tennessee, e coach Barnes dispone di un roster con qualità ed esperienza tali da puntare al viaggio ad Indianapolis ad inizio aprile (per citarne alcuni, P.J. Tucker, LaMarcus Aldridge, Daniel Gibson). La stagione di Kansas è comunque molto positiva; per i Jayhawks si dubitava che potessero partecipare alla postseason, trovandosi con una rotazione piena di freshman, tra i quali spicca Brandon "Highlights" Rush.
Ma nel college basket di oggi, caratterizzato da penuria di senior e spesso anche junior nelle squadre più quotate, le rotazioni non escludono più i freshman come accadeva fino a qualche tempo fa, anzi questi vengono "sfruttati" il più possibile nella loro breve permanenza universitaria.
La stagione della SEC è stata di secondo piano rispetto alle altre conference e anche rispetto alle scorse annate; sulla minore visibilità ha di certo influito l'annata difficile di Kentucky, che dovrà sudarsi l'ingresso nel tabellone del torneo NCAA. Da segnalare comunque le vincitrici delle due division: nella West LSU, che ha confermato i buoni risultati delle ultime stagioni, nella East Tennessee, una tra le principali sorprese di tutta la nazione.
Dopo vari anni con risultati inferiori alle attese, coach Bruce Pearl (personaggio che meriterebbe un articolo a parte) ha guidato i Volunteers ad una grande regular season, testimoniata dal record di 11-4 nella conference (20-6 complessivo).
Sono invece in calo i Florida Gators, partiti a razzo e giunti fino al n.2 del ranking nazionale, ma reduci da una striscia di tre sconfitte consecutive.
Per chiudere le major conference, ecco la Pac-10, sempre penalizzata rispetto alle altre come attenzione dei media dalla differenza di fuso. UCLA è al momento in vetta da sola e si è guadagnata perlomeno il titolo alla pari dopo una vittoria in overtime contro California; si può ben dire che il lavoro di ricostruzione di Ben Howland sta dando i suoi frutti.
Ad una sola partita di distacco ecco Washington, seguita da California, un'altra delle sorprese positive della stagione. A rischio postseason invece Arizona, la maggior sorpresa in negativo: i Wildcats erano dati da molti come candidati alle Final Four, ma hanno subito una serie di sconfitte alquanto sconcertanti per un gruppo dove i talenti non mancano (Shakur e Adams per citare i più noti).
Restano le tre grandi incognite del tabellone, ossia Memphis, Gonzaga e George Washington. Tutte erano imbattute nelle rispettive conference (C-USA, Big West e Atlantic 10) fino a ieri, quando Memphis ha subito la prima sconfitta; per tutte resta aperta la possibilità di essere testa di serie n.1 o 2 nei regionals.
Da ricordare infatti che Memphis e Gonzaga, si sono dimostrate essere alla pari dei college delle majors nelle partite di novembre e dicembre, anche se da allora hanno giocato contro avversari di qualità ben inferiore rispetto a Duke, UConn e le altre. Rimane quindi il dubbio se siano sufficientemente "rodate" in vista del grande ballo e se i loro ranking non siano merito della debolezza degli avversari. Ma questo è uno dei tanti motivi che rendono affascinante ed appassionante la March Madness.