J.J. Redick, una delle stelle di questa stagione di College Basketball…
Siamo a circa un mese dall'inizio della stagione NCAA, dopo gli oramai consueti tornei disputati nelle località più disparate (Hawaii) e nei templi del basket (Madison Square Garden). L'inverno e le accese rivalità di conference devono ancora arrivare, ma il mondo del college basket offre sempre spunti interessanti.
E non si poteva cominciare se non dalla supersfida al Meadowlands tra le prime due del ranking da inizio stagione, ossia Duke e Texas. E i Blue Devils hanno fatto capire che non sarà facile scalzarli dal n.1, rifilando 31 punti ai Longhorns in una serata magica per J.J. Redick, autore di ben 41 punti
I ranking prestagionali comunque fino ad oggi sono stati nel complesso confermati; l'unica squadra delle Top 10 con qualche battuta d'arresto di troppo è stata Arizona, peraltro di misura e contro avversarie come UConn e Michigan State. L'unica sconfitta imprevista dei Wildcats è stata contro Houston, ma restano intatte le possibilità di giocarsi il titolo della Pac-10 contro Washington e i rinascenti Bruins di UCLA.
Restando ad Ovest in una immaginaria carrellata sugli States, troviamo altri due college che dovrebbero occupare per tutta la stagione posizioni di rilievo nei ranking: Gonzaga, che oramai non è più una sorpresa, e Nevada, guidata dallo junior Nick Fazekas.
Procedendo verso est, troviamo Big 12 e Big Ten. Nella prima è consigliabile segnarsi le date delle sfide tra Texas e Oklahoma: entrambe sembrano essere una spanna sopra le altre rivali di conference (inclusa Kansas, in una apparente stagione di transizione, ammesso ce ne siano per i Jayhawks). I Longhorns hanno talento e soprattutto la profondità che pochi altri hanno quest'anno, ed inoltre hanno recuperato T.J. Tucker dopo i suoi problemi scolastici; dal canto loro i Sooners puntano sulla coppia di lunghi più forte in circolazione, ossia Taj Gray e Melvin Bookout. La sconfitta di misura contro Villanova in una delle partite più importanti finora disputate non ha sminuito le loro ambizioni.
Nella Big Ten le favorite sono due reduci delle ultime Final Four, Illinois e Michigan State. Sulla carta gli Spartans sembrano ben attrezzati per un viaggio ad Indianapolis ad aprile, con quattro quinti del quintetto di ritorno; hanno subito un paio di sconfitte in novembre, a sorpresa con Hawaii e poi contro Gonzaga dopo 3 supplementari, in quella che è già una delle candidate a partita dell'anno. Ma la convincente vittoria contro Boston College nel Jimmy V Classic ha confermato che saranno un cliente molto difficile per chiunque in marzo. La chiave resta la progressiva maturazione del senior Paul Davis, uno dei pochi centri in circolazione a potersi definire tale per tecnica e potenziale impatto.
Gli Illini hanno invece perso molti dei protagonisti della scorsa storica annata, ma Dee Brown e soci sono ancora imbattuti, hanno superato North Carolina nella rivincita (seppur in tono minore) della finale e li troveremo ancora nei piani alti della conference nei prossimi mesi.
Non macano comunque college pronti ad inseririsi nella corsa alla postseason, da Ohio State ad Indiana, da Iowa a forse Michigan, apparentemente in fase di rilancio.
Per ultime le due conference sulla carta più forti, ossia Big East ed ACC, protagoniste anche fuori dal campo per le massicce trasmigrazioni di college.
La Big East presentava già due squadre da Top 10 come UConn e Villanova, alle quali si è aggiunta la nuova arrivata Louisville. Gl Huskies sono ancora imbattuti, hanno il roster forse più completo e profondo insieme a Texas, guidato dal candidato a giocatore dell'anno, il sophomore Rudy Gay; coach Calhoun si può permettere di far partire dalla panchina Rashad Anderson, uno dei protagonisti del titolo del 2004. L'unica incognita è nel ruolo di play (o point guard se preferite), a causa delle sospensioni di Marcus Williams ed A.J. Price; il rientro in gennaio del primo e il buon rendimento finora di Craig Autrie dovrebbero comunque chiudere l'unico (perlomeno apparente) tallone d'Achille degli Huskies.
Villanova l'anno scorso era arrivata ad un punto dallo sconfiggere North Carolina e quest'anno sembrava pronta per puntare come minimo alle Final Four; il nuovo infortunio al ginocchio di Curtis Sumpter, uomo d'area tra i migliori della Big East, ha almeno sulla carta diminuito le possibilità in prospettiva dei Wildcats.
Resta comunque un quintetto talentuoso quanto rischioso, con quattro guardie (in rigoroso ordine alfabetico Randy Foye, Kyle Lowry, Mike Nardi e Allan Ray) in grado di scombinare i piani tattici di ogni avversario. La curiosità di vedere come andrà la scommessa di coach Wright è uno dei maggiori motivi di interesse della stagione.
Come si diceva, molto atteso è anche il ritorno di Rick Pitino alla guida dei Cardinals sui grandi palcoscenici della Big East, dove assurse a notorietà portando Providence alle Final Four del 1987. Sarà da vedere per Taquan Dean e soci l'impatto con una conference ben più dura della C-USA, e in questo senso potrebbe essere determinante l'impatto del transfer da Kansas David Padgett, centro da 208 cm.
Nella ACC Duke è ovviamente la favorita, tanto più che i rivali di UNC non sembrano attrezzati ad insidiarli dopo aver perso praticamente tutta la squadra nel draft di giugno. Ma la prima partita di conference contro Virginia Tech ha indicato che nemmeno i Blue Devils sono una corazzata imbattibile: infatti solo un canestro di Sean Dockery da metà campo allo scadere ha salvato Duke da una clamorosa sconfitta casalinga.
Il livello medio della ACC resta di prim'ordine, con Maryland, Wake Forest, i nuovi arrivati di Boston College; la stessa North Carolina anche se zeppa di freshmen non è da sottovalutare, come dimostrato dalla recente vittoria a Kentucky. Da ricordare tra i Tar Heels uno dei candidati a freshman dell'anno, Tyler Hansbrough, ala forte gran rimbalzista e con buoni movimenti dentro l'area.
In fase di ribasso generale sembra essere la SEC, con Kentucky che dovrà fare a meno per tutta la stagione del centro Randolph Morris, sospeso dalla NCAA. I Wildcats non avranno comunque problemi ad arrivare alla postseason, grazie ad un backcourt di tutto rispetto ed alla capacità di coach Tubby Smith di far rendere giocatori teoricamente di secondo piano, ma non sembrano attrezzati per puntare alle Final Four.
Per chiudere, non si possono tralasciare i Memphis Tigers, già finalisti del preseason NIT contro Duke; coach Calipari ha un roster giovane ma ricco di talento, guidato dal sophomore Darius Washington Jr., alla ricerca del riscatto dopo il finale drammatico (in senso sportivo) della scorsa stagione.
Molti ricorderanno i tiri liberi sbagliati a tempo scaduto da Washington nella finale del torneo di conference, che se realizzati avrebbero permesso ai Tigers di qualificarsi per il torneo NCAA. Memphis può inoltre approfittare di una C-USA molto debole dopo le defezioni di Louisville, Cincinnati e Marquette per una possibile permanenza prolungata nelle Top 10.