NCAA: let's get it started

Shelden Williams, forza dominante per Duke sotto canestro…

Archiviata la stagione 2004-2005 col trionfo dei Tar Heels guidati dall'ormai (finalmente..) ex Ringless Roy Williams, si riparte con le stesse pretendenti dello scorso anno, eccezion fatta proprio per quelli con la maglia color del cielo che, nonostante un paio di freshmen e la certezza di coach Williams, si sono autodistrutti, con le partenze, direzione piano di sopra di May, Felton, McCants e Marvin Williams e con le lauree dei seniors, Jawad Williams, Jackie Manuel e Melvin Scott. Non si scappa comunque dalla Tabacco Road in quanto la favorita numero uno è la Duke di coach Krzyzewki, appena nominato head coach di Team Usa. Di seguito, il mio ranking con le favorite al gran ballo.

1. Duke

Quelli del Cameron Indoor partono col pettorale numero 1 ai nastri di partenza sostanzialmente per tre motivi: coach K, Shelden Williams e JJ Redick.

Krzyzewski ha ampiamente dimostrato di essere il miglior allenatore del college BB, non solo per le vittorie, ma anche per il fascino che attira il suo personaggio, tanto da porlo al timone di Team Usa ed essere espressamente chiamato da Kobe Bryant sul pino dei gialloviola angeleni (offerta declinata"). Shelden Williams è il lungo più dominante d'America e ha già  dimostrato di stare con tutti, compreso annullare Mr. Emeka Okafor nelle Final Four di due stagioni fa; il ragazzo ha stazza, è un rimbalzista come ce ne sono pochi e ha mano sufficientemente educata per andare nei Top 10 al prossimo draft. Last but not least, JJ Redick: il ragazzo sprizza antipatia da tutti i pori per il suo fare da spaccone; il problema (per gli altri..) è che ogni volta che si alza per tirare, poi, si sente solo il rumore del nylon. Ha raggio di tiro infinito ed è il leader dei dukies.

Il contorno è di quelli succulenti: Greg Paulus, Josh McRoberts, Sean Dockery, Lee Melchionni e DeMarcus Nelson. I primi due, freshmen, possono contribuire da subito, in playmaking il primo (ambidestro, tiratore puro, ex-quarterback), in ala il secondo (il miglior high schooler d'America, talento e atletismo compresi). Dockery sarà  il point-man titolare, all'inizio, e cercherà  di riproporre quello che faceva Ewing lo scorso anno. Se anche gli altri due contribuiscono con qualche punto, ma soprattutto, tanta difesa, "It's Over", come disse Carter a Oakland dopo un paio di escursioni nella stratosfera.

Un particolare da seguire è la presenza del lituano Pocius, tiratore fantastico a quanto si dice, sarà  l'apprendista di Redick e proverà  a continuare la tradizione di bomber baltici. Stombergas, Macijauskas e Siskauskas insegnano"

2. Connecticut

Gli Huskies di coach Calhoun ripartono dopo un'estate un pò travagliata, e di cui non si conoscono ancora le conseguenze. Si parte dalla sorprendente perdita del diciassettenne Andrew Bynum che ha preferito il sole e le ragazze in bikini di Malibu alla neve e alla noia di Storr (sede dell'università ); in soldoni, va dritto al piano di sopra ad imparare come si vive da star Nba senza passare per i banchi del college. Altro giro, altro regalo: il futuro backcourt titolare, AJ Price e Marcus Williams, è sospeso a tempo indeterminato per aver rubato dei Pc portatili ad altri studenti, salvo poi averli restituiti, ma il danno c'è stato e i due sono stati puniti.

La squadra, al di là  delle grane, ha una quantità  di talento industriale, nonostante la rinuncia di Bynum e la partenza verso Toronto di Villanueva. La stella assoluta è Rudy Gay: il ragazzo ha fatto vedere lampi fantastici, è stato votato freshman dell'anno della Big East, ha atletismo, tiro, passa bene la palla; ha solo bisogno di migliorare le scelte di tiro e la difesa, ma già  ora è da lotteria. Con lui, un altro All-America, Josh Boone, rimbalzista e stoppatore eccellente, un po' limitato in attacco, ma da doppia-doppia anche dove si gioca per soldi. Al loro fianco ci sono le bocche da fuoco di Rashaad Anderson e del canadese Denham Brown, due tiratori affidabili e dal canestro molto facile. In playmaking, in attesa di Williams, dovrebbero agire due freshmen, Rob Garrison e Craig Austrie, buon talento ma molto inesperti. Dal pino anche il fisico e rimbalzi di Hilton Armstrong e di Ed Nelson, due senior.

Il discorso con gli Huskies è facile: con Williams, probabile Top Ten al prossimo draft, e Price, che oltre al discorso arresto, attende il nullaosta dei medici dopo l'emorragia cerebrale che lo ha tenuto lontano dal campo l'anno scorso, sono da titolo, gli unici a poter fermare i Blue Devils; senza i due esterni hanno poche chances di arrivare in fondo, nonostante quel diamante di Rudy Gay.

3. Texas

I Longhorns di coach Rick Barnes tornano nei Top 10 del College Basket dopo un'annata un pò sottotono anche a causa della perdita del lungo LaMarcus Aldridge per infortunio e dell'ala PJ Tucker per problemi accademici.

Il posto sul podio è motivato dal fatto che questi due quest'anno ci saranno e in più il play Daniel Gibson ha un'anno di esperienza alle spalle, in cui ha mostrato di valere un posto al piano di sopra e di aver felicemente ereditato la corona di TJ Ford, rispetto a cui è più scorer che assistman. La combo con Aldridge, lungo iperatletico e con un discreto tiro anche da dove conta tre, fa di Texas una candidata obbligatoria perché se si guarda alle ultime annate, diverse sono state le squadre che hanno trionfato sull'asse play-pivot, vedi nel recente passato Felton-May, Gordon-Okafor e Dixon-Baxter.

Tucker è undersized player nel senso che è un 4 di circa 1,95 ma ha messo nel suo arsenale un tiro da fuori tutt'altro che da buttare, fermo restando che vale un 15+10 tutte le sere. Brad Buckman prende il posto di Jason Klotz nel ruolo di lungo di riserva portando rimbalzi, stoppate e un buon tiro dai quattro metri. Con lui, a far legna sotto le plance, ci sono il SO Mike Williams e il freshman Condor Atchley. Per quanto riguarda gli esterni, molto dipenderà  dalle cifre di Kenton Paulino e del sophomore Dion Dowell per dare una mano a Gibson, il faro dell'attacco dei texani. Attenzione all'impatto di Kevin Durant, considerato, all'unanimità , uno dei Top 3 tra gli High Schooler di tutti gli states.

4. Gonzaga

Gli Zags, da diverse stagioni tra le squadre più vincenti del College basket, sono tra le favorite d'obbligo anche se il livello abbastanza basso della West Coast Conference tende sempre a sopravvalutare la squadra di coach Few che finisce sempre per essere eliminata nel torneo dalla cenerentola di turno.

Il solo fatto di avere a roster Mr. Adam Morrison, rende l'alma mater di John Stockton tra le più forti perché il ragazzo di cui sopra, ha dimostrato di avere tutto per dominare a ogni livello, fisico, testa, tiro, difesa (da migliorare") e leadership, cosa di cui difettava l'ex stella della squadra, Ronny Turiaf. Morrison vale già  ora una chiamata di lotteria e oggi come oggi è il giocatore più decisivo d'America nonostante un piccolo problemino che di nome fa diabete e che controlla costantemente ad ogni time-out, neanche fosse Alonso, ai box per il cambio gomme.

Con lui, il play Derek Raivio, grandissimo tiratore ed eccellente passatore, soprattutto nei momenti chiave, l'ala senior Errol Knight, il giocatore che dà  atletismo e giocate sopra al ferro ai Bulldogs, cui aggiunge difesa e un discreto tiro da fuori.

Al brasiliano JP Batista, al "Pel di Carota" Sean Mallon e ai due FR Mamary Diallo e Josh Heyvelt, il compito di sostituire sul campo, e nel cuore delle studentesse, il francesino Ronny Turiaf, passato tra i pro. Batista ha già  fatto intravedere una mano ultra-educata dai tre metri con l'aggiunta di buoni movimenti spalle a canestro mentre Mellon è il classico lungo bianco che non si avventura troppo nell'area verniciata ma che può metterla tranquillamente dai sette metri. Heyvelt è un ragazzo dello stato di Washington, prodotto locale, incluso tra i migliori 50 High Schooler d'America.

5. Michigan State

Gli Spartans sono degli abitué della March Madness e delle Final Four, raggiunte anche lo scorso anno dopo aver eliminato proprio la favorita di questo lotto, Duke, e Kentucky. Tom Izzo ha perso il solo Tolbert mentre il centro Paul Davis e la guardia Maurice Ager, sono tornati per l'anno da senior e tentare l'assalto al titolo.

Sono i favoriti nella Big Ten ma hanno tutto in regola per esserci ad Indianapolis il prossimo aprile: il backcourt è il più atletico d'America con Ager e lo spettacolare Shannon Brown, che unisce alle frequenti gite sopra il ferro un tiro da tre molto affidabile. A dirigere l'orchestra ci pensa lo smilzo Drew Neitzel, ambidestro naturale, che ha mostrato di valere il posto che fu di Magic Johnson.

Nonostante la panchina un po' corta possono spaventare non poco qualsiasi squadra, ricordandoci infatti che sono andati a un niente da battere i Tar Heels nelle semifinali dello scorso anno.

6. Villanova

I "miracolati" di Jay Wright sono arrivati fino alle Sweet 16, eliminati solo da Carolina in un 66-67 dal sapore amarognolo in quanto un paio di fischi sono andati nella direzione dei futuri campioni invece che dei philadelphiani.

Miracolati perché sono andati vicino al disastro aereo al ritorno da una trasferta e da quel momento hanno fatto strabuzzare gli occhi a tutti gli states. Nelle ultime stagioni sono stati frenati solo dagli infortuni ma se restano sani, secondo me sono i numeri uno per un solo motivo: il quintetto è tra i più omogenei d'America. Hanno i punti e la leadership di Randy Foye e Allen Ray, gli assists e le visioni del play "Paisà " Mike Nardi, e sotto hanno Curtis Sumpter e Jason Fraser, a un ginocchio dall'essere la fotocopia, con più tiro, di Amare Stoudemire. Dalla panchina la velocità  e l'incoscienza del play Kyle Lowry.

Per il titolo della Big East sono in pole position e se anche gli infortuni li lasciano perdere per una annata, allora possono fare un po' di casino anche per la corsa al titolo nazionale.

7. Arizona

Lute Olson ritorna al campus e non vedrà  più i giocatori leader del suo roster, Salim Stoudamire (..sì, è il cuginetto di Damon") e Channing Fry, entrambi saliti al piano di sopra. I Wildcats sono andati ad un tiro dal rivincere una gara con Illinois al Regional, dopo che l'avevano già  praticamente vinta, essendo stati avanti anche in doppia cifra a due giri d'orologio dalla sirena e quindi dall'aereo per St. Louis.

I gattacci ripartono dall'atletismo strabordante di Hassan Adams, una sorta di Desmond Mason, chiamato, col play Mustapha Shakur, ad un ruolo di leader dello spogliatoio e sul parquet. Proprio il play philadelphiano è atteso ad una definitiva affermazione perché, il talento è da lotteria, ma al momento dà  l'idea di uno che è arrivato molto tardi quando si distribuivano "Huevos e Cojones" ("un po' di grinta, ragazzo"). Al loro fianco la difesa e i rimbalzi di Isiah Fox, i tiri dal perimetro del compatto Chris Rodgers e in mezzo la conferma dello slavo Radenovic, in costante crescita da quando ha lasciato il Partizan per atterrare a Tucson.

Per riconfermare l'approdo ai Regionals potrebbe anche bastare la merce di cui sopra ma molto dipenderà  anche dall'impatto di SO come Jawan McClellan e il lungo Kirk Walters, considerato il giocatore di maggior talento e che potrebbe partire in quintetto a fianco di Radenovic, e FR come JP Prince, Marcus Williams (..non è quello di Uconn..) e il grande atleta Fendi Onobun.

8. Kentucky

L'obiettivo è andare a Indiapolis, alle FF, e coach Tubby Smith è convinto che la faccenda sia praticabile. Forte di un gruppo che ha perso il solo Kelenna Azubuike, uscito anzitempo senza una chance di essere scelto, UK può dire la sua puntando sul talento in playmaking di Rajon Rondo e le triple da ogni dove di Patrick Sparks.

In mezzo ci sono gli interminabili centimetri di Shagari Alleyne, che avrà  al fianco il talento di Randolph Morris, tornato appena in tempo dopo la forte tentazione NBA e l'atletismo di uno dei migliori players di Junior College, l'All-America Rekalin Sims. Inoltre, Smith avrà  un altro sette piedi da sviluppare, Lukasz Obrzut.

Nel backcourt, oltre a Rondo e Sparks, ci sono la qualità  e l'atletismo di Ravi Moss e Ramel Bradley. Nel ruolo di numero 3, il transfer Joe Crawford.

9. Louisville

Rick "The Slick" Pitino, nonostante abbia un buon gruppo su cui lavorare e comunque poter arrivare tranquillamente alle Sweet 16, deve fare i conti con pesanti perdite: i seniors Otis George, Ellis Myles e Larry O'Bannon, più la stella Garcia e il liceale Amir Johnson, che ha preferito il piano di sopra.

I Cards ripartono dal leader emotivo Taquan Dean, spostato in posizione di guardia per sfruttare tutto il suo potenziale offensivo e per dar spazio al velocissimo Brandon Jenkins. In ala dovrebbe agire il Fr Chad Millard, ragazzo dotato di un ottimo palleggio-arresto-tiro, mentre sotto le plance ci saranno il colombiano Palacios atteso alla definitiva consacrazione dopo i lampi atletici mostrati lo scorso anno, e il transfer da Kansas David Padgett, grande prospetto, lungo dalla mano educatissima anche da dove conta tre.

Pitino non potrà  purtroppo disporre di Brian Johnson, tra i migliori 30 liceali d'America, per un infortunio al ginocchio. L'assenza di Garcia e Myles è significativa, il primo per talento, il secondo per cuore e duttilità . La nave non è un granchè ma solo il fatto di avere il newyorkese sul pino, fa di Louisville una top 10, anche nella Big East, dove è stata spostata.

10. Memphis

I Tigers di John Calidari sono un pò una sorpresa nella Top 10 ma il talento a loro disposizione è sicuramente da prime dieci del lotto. Due nomi spiccano su tutti: Darius Washington Jr e Rodney Carney.

Il primo, dopo aver fallito i liberi della staffa nella finale del torneo della Conference USA, ha fatto 23 su 26 al NIT ed ora sembra pronto ad essere il leader della squadra, soprattutto dopo la partenza di Sean Banks, talento cristallino sul parquet, molto meno sui banchi di scuola e nella vita. Washington ha resistito alle sirene Nba, ma è probabile che si dichiari per il prossimo draft visto che già  ora è da prime 15. La guardia di Calipari ha molto di Allen Iverson sperando che non si riveli il nuovo Wagner.

Carney è un altro Nba prospect, ala piccola da quintetto al piano di sopra già  da ora, è un superatleta, ha braccia interminabili e sta estendendo notevolmente il suo raggio di tiro. Sarà  lui il principale indiziato degli assists di Washington. Accanto ai due violini, c'è il SO Joey Dorsey, 6 rimbalzi in meno di 15' nell'anno da freshman uscendo dal pino, il big man Kareem Cooper e la guardia Shawne Williams che ha flirtato con l'Nba in estate ma poi ha accettato la borsa di studio di Calipari. Il ragazzo di cui sopra è un ottimo ball-handler, solido difensore e discreto tiratore: la spalla ideale per Washington.

Se anche i meno conosciuti Antonio Anderson, Robert Dozier e il play Chris Douglas-Roberts daranno una mano a far legna, sono da Elite 8 senza problemi.

Le altre

Dietro queste ipotetiche prime 10 c'è un bel gruppo di pretendenti: i Sooners di Oklahoma di coach Sampson che hanno nei due lunghi Taj Gray e Bookout la loro forza, con la spinta del piccolo Lavender e la leadership e la duttilità  di Terrel Everett; attenzione anche ad Arkansas del super talento mcgradesco di Ronnie Brewer; i Bruins di UCLA puntano sul trio di sophomore, Farmar, Shipp e Afflalo e sulla voglia di coach Howland di riportare al top la squadra di LA; occhio anche a Syracuse che, con l'arrivo dell'All America Eric Devendorf, può far giocare McNamara da guardia dove può essere giocatore da 25 a sera.

Con lui, si attende la definitiva consacrazione di Roberts sotto la plance e di Nichols e Watkins sul perimetro; dulcis in fundo, non possono mancare i Jayhawks di coach Self che, con una nidiata di super freshmen, Julian Wright e Mario Chalmers, Micah Downs e Brandon Rush (il fratellino di JaRon e Kareem), può essere una sorpresa nonostante la partenza del triplista JR Giddens, favoloso quanto incostante.

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