Myles Brand sorride: NCAA e NIT faranno grandi cose assieme…
Si è ufficialmente chiusa mercoledì scorso la diatriba che vedeva opposte la Ncaa e la MIBA, relativamente alla potestà organizzativa del Preseason NIT e del Postseason NIT, due eventi di particolare rilievo nel contesto cestistico universitario.
L'associazione diretta dall'ex preside di Indiana, Myles Brand, ha definito un compromesso quantificabile in circa 56 milioni di dollari complessivi. Ai college dell'area Newyorkese facenti capo alla MIBA (Metropolitan Intercollegiate Basketball Association), vale a dire Fordham, Manhattan, St. John's, Wagner e New York University, andranno ben 40 milioni dilazionati in dieci anni, più un bonus di 16 milioni per chiudere tutte le azioni legali intraprese nei confronti della Ncaa, a partire dalla mozione presso l'Antitrust.
Con questa mossa, Myles Brand ammette che: “Abbiamo finalmente unificato la postseason del basket”.
Quali benefit potrà dare alla Ncaa e ai suoi partner questa operazione? Semplice, un controllo diretto di questi eventi comporterà sicuramente una miglior sincronizzazione del postseason NIT con il Torneo Ncaa, ed una copertura mediatica molto più forte per le partite dei NIT, che verranno come sempre giocate al Madison Square Garden.
L'apporto fondamentale per chiudere questa situazione conflittuale è derivata proprio dall'appoggio che Brand aveva da parte del Madison Square Garden e di Espn, che si è garantita la conferma della copertura televisiva dei due NIT, potendo ora contare su condizioni che saranno sicuramente più proficue.
A breve non dovrebbero esserci troppi cambiamenti, come garantisce lo stesso Brand: “Si tratta di tornei organizzati molto bene, quindi faremo il possibile per rispettare gli accordi già presi dal NIT con i college che prenderanno parte al preseason di quest'anno”.
Del resto, non gli si può dar torto, visto che negli schedule del torneo compaiono nomi quali Duke, Ucla, Memphis e Alabama. Sicuramente dall'edizione 2006 ci saranno delle sorprese, ed andranno considerate sin dal prossimo ottobre, quando il consiglio della Ncaa si riunirà per proporre e discutere delle variazioni al regolamento.
L'acquisizione del preseason NIT porterà quasi certamente all'abolizione della cosiddetta “2-in-4 rule”, che tuttora limita a due partecipazioni in quattro anni i college ai tornei classificati come “exempted”, tra cui figura anche, per citare il più celebre, il Maui Invitational, organizzato dalla EA Sports, altro partner d'eccezione della Ncaa.
Abolendo questa regola, il risultato pratico sarà che questi tornei potranno avere ogni anno molti più college di cartello, con chiare impennate dal punto di vista degli introiti per gli organizzatori, che nel caso del NIT coincidono con la Ncaa stessa: “Sicuramente – afferma Brand – ad ottobre la 2-in-4 rule sarà considerata in modo molto attento e potrebbe essere cambiata nel nuovo ciclo legislativo”.
I conti quindi tornano alla perfezione, e saranno dei gran bei dollaroni per Brand e soci. Del resto, avendo a disposizione due eventi di questo calibro, la Ncaa farà gli interessi di tutti. Dei suoi partner, che ne godranno i risvolti di incasso e di copertura mediatica; dei college newyorkesi, che oltre al cospicuo incasso che hanno recepito cedendo i NIT, saranno comunque partecipi di eventi con un risalto nazionale ben maggiore.
Le modifiche al postseason NIT non sono ancora del tutto prevedibili, ma sicuramente migliorerà l'integrazione con il torneo Ncaa, evitando spiacevoli sovrapposizioni e probabilmente coinvolgendo in modo più spettacolare ed americanamente televisivo i bubble teams. Un'idea potrebbe infatti essere quella di far precedere il torneo a 64 dal NIT, che determina tra una rosa di squadre “on the bubble”, le definitive convocate all'Ncaa Tournament. Per ora comunque, sono soltanto fantasiose ipotesi.