Quelli che lasciano il College

Su Anthony Roberson gli scout NBA hanno ancora alcuni dubbi…

Come promesso, dopo una settimana, siamo qui a fare un aggiornamento di coloro che si sono dichiarati per il draft in anticipo. La lista, come prevedibile, si sta sempre più arricchendo e questa volta andremo a parlare un po' più da vicino di altri sei giocatori che lasceranno l'università  prima di aver completato il loro corso di studi, anche se alcuni di loro si sono tenuti aperta una finestra per ritornare al college non avendo assunto un'agente.

Ci sono in particolare due giocatori, all'interno di questo gruppo, che non hanno ancora assunto qualcuno che li rappresenti e di conseguenza dovranno pagarsi di tasca propria i vari spostamenti e pernottamenti per i camp e i provini individuali con le squadre NBA; non è un caso, probabilmente, che i due atleti in questione, Matt Walsh e Anthony Roberson, vengano dalla stessa università , vale a dire Florida.

Per quanto riguarda Roberson, questa è la seconda volta che si dichiara per il draft, avendo provato a lasciare il college anche l'anno scorso per poi ritornare sui suoi passi. La situazione del junior da Florida probabilmente, sotto certi punti di vista, non è molto differente dall'anno scorso: è vero infatti che Roberson ha compiuto dei netti miglioramenti in questa stagione, diventando il secondo realizzatore della SEC e primo della sua squadra (17.5 per gara), e confermando le sue doti principali vale a dire un raggio di tiro molto ampio, un buon ball-handling e un' ottimo primo passo, ma ha anche confermato i suoi difetti.

Roberson infatti ha vissuto con la sua Florida (nonostante la vittoria della SEC) un'altro torneo deludente, nel quale non ha confermato le aspettative ed è stata eliminata da Villanova al secondo turno. E' ormai chiaro che se la squadra non riesce ad esprimere le sue potenzialità  un po' di colpa la devono avere anche i giocatori. Ed è proprio qui che entra in causa Roberson, che sembra avere dei limiti, ancor prima che tecnici, caratteriali, come dimostrano le sue pessime statistiche nel Torneo NCAA (4/23 dal campo e 1/12 da tre in due partite) dove la pressione sale e Anthony non sempre è riuscito a reagire adeguatamente.

Gli scout NBA sono interessati soprattutto all'aspetto caratteriale del giocatore, perché dal punto di vista tecnico ci sono pochi dubbi che sia un giocatore da NBA anche se, al momento e per i problemi sopra citati, sarà  presumibilmente una seconda scelta e quindi gli gioverebbe un'altro anno al college.

A Gainsville c'è un giocatore che più di tutti ha condiviso le delusioni e le critiche con Roberson, e mi riferisco a Matt Walsh, personaggio particolare ed estroso che è probabilmente uno dei più odiati dalle tifoserie di tutta America. Ma al di là  di questo, Matt è un giocatore di sicuro talento, con un' ottimo tiro da tre punti e buona capacità  realizzativa.

Ma per lui, oltre a valere lo stesso discorso caratteriale fatto in precedenza per Roberson, s'insinua anche un problema tecnico rilevante e basato soprattutto sulla mancanza di progressi notevoli nel gioco e nel fisico di Matt, arrivato in Florida in pompa magna ma che sembra essersi un po' bloccato a livello di sviluppo tecnico. Anche per lui la collocazione più probabile, soprattutto in un draft come quello di quest'anno dove c'è abbondanza di guardie di talento, è alla fine del primo o inizio del secondo giro.

Al contrario dei sopra citati colleghi Chris Paul non ha dubbi sul fatto che sarà  scelto nei prossimi draft, visto che probabilmente sarà  uno dei primi cinque nomi chiamati da David Stern. Paul si è dichiarato dopo due sole stagioni a Wake Forest durante le quali si è imposto all'attenzione generale come uno dei migliori playmaker della nazione, in grado non solo di passare egregiamente la palla ma anche di mettersi in proprio e concludere sia in penetrazione che con il tiro dall'arco o l'arresto e tiro da cinque metri. Chris ha dimostrato sin dal primo momento una grande personalità , avendo preso il timone della squadra direttamente alla prima partita di regular season senza mollarlo mai e dimostrando una leadership e una maturità  sorprendenti per l'età .

Il dubbio più grande in chiave futura che riguarda l'ormai ex point man dei Demon Deacons, votato nel primo quintetto di All America, è a livello fisico in quanto Paul è piccolo e non particolarmente forte o esplosivo fisicamente. In proiezione futura è dunque necessario che si rinforzi nella parte superiore del corpo per resistere meglio ai contatti, soprattutto nelle aree NBA, ma visto il talento, l'intelligenza e la capacità  d'incidere in vari modi su una partita, non dovrebbe avere problemi anche nella NBA.

Un'altro folletto che dal prossimo anno affascinerà  le platee NBA è Nate Robinson, giocatore semplicemente incredibile, essendo “alto” 5-8 ma con un fisico fantastico, rafforzato notevolmente dagli anni passati a giocare a football (sport per il quale aveva ottenuto la borsa di studio a Washington University), e uno stacco da terra veramente impressionante. Nate, infatti, può tranquillamente schiacciare sia in contropiede che in traffico e, almeno a livello NCAA, non ha mai sofferto per la sua statura, diventando un rebus irrisolvibile per le difese avversarie e trascinando la sua Washington, al termine di una grande stagione, alla vittoria nella Pac-10 e alle Sweet Sixteen del Torneo.

Robinson ha deciso di dichiararsi perché è pronto per misurarsi con lo stile di gioco della NBA, essendo ormai maturo sia dal punto di vista fisico che da quello tecnico, avendo aggiunto alle su capacità  di ball handling anche una notevole padronanza del fondamentale del tiro sia dalla lunga che dalla media distanza. Nate potrebbe soffrire a livello fisico, ma ha il talento e la forza sia fisica che mentale per vincere anche questa sfida e diventare una specie di nuovo Allen Iverson.

Concludiamo questo articolo sugli underclassmen che lasciano il college con due giocatori che hanno disputato le Final Four, Francisco Garcia e Rashad McCants.

Garcia, nonostante una semifinale assolutamente al di sotto delle sue possibilità , ha deciso di dichiararsi con un anno di anticipo sul previsto. A dire il vero c'erano pochi dubbi al riguardo, considerato anche il fatto che Garcia era stato pienamente appoggiato nella sua scelta anche da coach Pitino, che ha detto di ritenerlo pronto per la NBA. Francisco ha quindi deciso di cogliere l'occasione e di dichiararsi sfruttando così la spinta di una stagione giocata da lui e dai suoi Cardinals sorprendentemente ad alto livello, con l'approdo alle Final Four.

Francisco sarà  una prima scelta anche perché gli scout NBA sono affascinati dalle sue qualità  di point forward pura, con una grande visione di gioco rispetto all'altezza e grande capacità  di fungere da playmaker aggiunto, molto importante nella NBA attuale dove ormai i point man tradizionali sono spariti e sono sempre più spesso rimpiazzati da guardie che si adattano nel ruolo.

Garcia troverà  sicuramente una sua collocazione nella Lega, anche se probabilmente deve fare degli ulteriori passi avanti a livello realizzativo e migliorare il suo mid-range game, considerando il fatto che, non essendo velocissimo, potrebbe avere dei problemi a penetrare.

L'ultimo giocatore che prendiamo in esame oggi è Rashad McCants, realizzatore e agonista di North Carolina, dunque fresco vincitore del titolo. McCants sembra, nell'ultima stagione, la sua terza a Chapel Hill, essere molto migliorato dal punto di vista caratteriale, da sempre il suo difetto maggiore. Rashad infatti ha smussato un po' di angoli della sua personalità , è diventato meno individualista accettando di lasciare più spazio ai compagni e imparando a fidarsi di loro, come dimostrato anche nella finale dove, dopo aver segnato quattordici punti nel primo tempo, nel secondo ha assecondato le iniziative di Felton e May senza lamentarsi.

Il ragazzo di UNC, che da sempre si auto paragona a Michael Jordan (tanto per parlare dei famosi limiti caratteriali) ha comunque un talento indubitabile, una capacità  realizzativa impressionante che, a livello di paragoni, lo rendono simile ad un'altro ex Tar Heel, Jerry Stackhouse, proprio per il talento offensivo unito anche ad un fisico forte ed esplosivo a dispetto di un'altezza non decisiva. Rashad ha sempre dato l'idea di poter trovare sempre e comunque un modo per segnare, caratteristica che sicuramente gli farà  molto comodo al piano di sopra dove però McCants, probabile scelta di lotteria, dovrà  capire in fretta di non poter più dominare gli avversari a livello fisico.

Concludo qui il secondo giro dei migliori giocatori che si dichiarano in anticipo per il draft, consapevole di aver lasciato da parte vari nomi interessanti e proprio per questo motivo rinnovo l'appuntamento, per ulteriori aggiornamenti, alla settimana prossima.

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