Sophia Young e Emily Niemann si abbracciano a fine partita!
“Finish the Job". Questa era la richiesta, molto chiara, che i tifosi di Baylor facevano alle loro ragazze. E le Lady Bears non hanno tradito la fiducia dei loro supporters, sconfiggendo in finale Michigan State per 84-62 e conquistando il primo ttolo dell'università .
Le ragazze di coach Mulkey-Robertson hanno, grazie a questo torneo fantastico durante il quale hanno sconfitto tre numero uno di seguito (North Carolina, Tenessee e Michigan State per la prima volta nel college basket dal 1997, quando riuscì nell'impresa la squadra maschile di Arizona), riabilitato l'immagine della loro università dopo il tremendo scandalo del 2003.
Nel luglio di quell'anno, infatti, il programma di basket maschile fu sconvolto dalla morte del giocatore Partick Dennehy, il cui corpo fu ritrovato a poche miglia dal campus; pochi giorni dopo, fu accusato dell'omicidio un ex giocatore di Baylor, Carlton Dotson.
Come se questo dramma non fosse un colpo abbastanza duro, furono anche scoperte, nella stessa estate, delle violazioni al regolamento NCAA che hanno messo in crisi il programma, tanto che l'associazione dei college permise ai giocatori della squadra di accasarsi, qualora lo volessero, in altre squadre senza perdere il tradizionale anno per il trasferimento.
Ma ritorniamo ora alle ragazze che hanno vinto il titolo, in una finale inedita tra due debuttanti alla Final Four, con ventidue punti di vantaggio, il secondo margine più ampio in una finale femminile dopo quello realizzato da Tenessee nella sua vittoria 67-44 contro Louisiana Tech nel 1987.
La partita si è giocata ad Indianapolis davanti ad una folla tutta verde, colore comune ad entrambe le squadre (verde e oro i colori di Baylor, verde e bianco queli di MSU), nella quale prevalevano, seppur di poco, i tifosi texani, nonostante la distanza per arivare nella città dell'Indina si nettamente superiorie. Il fatto che si giocassse ad Indianapolis sembrava essere un segno favorevole alle Spartans, visto che l'ultimo titolo della squada maschile dell'università è stato conquistato proprio in questa città nel 2000 dalla squadra guidata da Mateen Cleaves e Morris Peterson.
Le ragazze di Baylor, l'università battista più grande del mondo, hanno nettamente vinto la finale, la cui chiave principale può essere considerata la lotta sotto i tabelloni, stravinta dalle Lady Bears (45-22 il computo dei rimbalzi) che hanno tenuto Michigan State al minimo stagionale e soprattutto al minimo per una finale dal 2002. Uno dei motivi della superiorità di Baylor sotto le plance è rappresentato dalla capacità di mandare a rimbalzo tutto il quintetto, comprese le guardie che, non a caso, hanno catturato ben 17 palloni.
In sede di presentazione la partita era stata descritta come uno scontro tra una squadra composta da giocatrici normali che, unite, riuscivano ad ottenere grandi risultati grazie al lavoro di squadra e una compagine dove al contrario il gioco era catalizzato dalle due star che giocano in post basso, entrambe All America, la junior Sophia Young (votata come Most Outstandig Plaver della Final Four), che tra l'altro ha inziato a giocare a basket solo a quindici anni, quando si è trasferita negli USA dalle Indie occidentali, e la senior Steffanie Blackmon.
Questa idea si è rivelata, nel corso della gara, sbagliata, in quanto è vero che le due All America hanno dato un contributo fondamentale (26 punti e 9 rimbalzi per la Young e 22 punti e 7 carambole per la Blackmon) ma la differenza l'hanno fatta le altre come Abiola Wabara, Chelsea Whitaker, la guardia Latoya Wyatt e Angela Tinsdale che non hanno un ruolo fondamentale ma hanno contribuito in modo importantisimo alla vittoria finale, tanto che le ragazze della panchina di Baylor hanno segnato 29 punti contro i 3 messi a segno dalle pariruolo avversarie.
Ma il vero nome nuovo e inaspettato (almeno a questi livelli) è quello di Emily Niemann, che, uscita dalla panchina, ha distrutto la difesa a zona 2-3 proposta da MSU grazie al suo tiro dalla distanza.
E dire che la Niemann, personaggio particolare che porta i calzettoni neri lunghi fino al ginocchio e che per ogni partita si scrive sull'avambraccio delle frasi diverse (anche dei versetti biblici) per caricarsi, quando era alla Westbury Christian School di Houston, era una giocatrice d'area.
Nel suo penultimo anno di liceo, però, inziò ad allenarsi sul tiro da tre per due ore al giorno e dunque, una volta arrivata a Baylor dove il posto sotto canestro era occupato da Young e Blackman, non ha avuto problemi a giocare sul perimetro.
Alla fine il lavoro solitario ha pagato i suoi frutti, visto che Emily, il cui fratello ha conquistato le World Series del college nel 2003 con la Rice University, ha segnato 19 punti nella finale con 6/10 al tiro e 5/8 da tre. La ragazza texana era stata individuata alla vigilia, dalla coach avversaria McCallie, come il fattore X della sfida, ed ha puntualmente confermato le previsioni, dando la carica alle sue compagne segnando i primi sei punti (non a caso due triple) della sua squadra.
Michigan State e Baylor hanno molte similitudini. Quella più evidente è legata alle semifinali, dove entrambe le squadre hanno dovuto rimontare degli scarti consistenti contro delle avversarie più quotate.
Le Spartans hanno sconfitto, con il loro marchio di fabbrica, vale a dire il lavoro di squadra, la molto più quotata Tennessee, il miglior programma di basket femminile della nazione, fermata ancora una vola ad una passo dal traguardo finale (quarta Final Four consecutiva, ma senza mai vincere) nonostante sulle tribune del RCA Dome fosse venuto a tifare anche Peyton Maning, ex giocatore dell'università ora quaterback degli Indianapolis Colts della NFL.
Il gruppo biancoverde è estremamente cementato dal momento in cui la scorsa estate tutta la squadra è andata a fare un campeggio nella fattoria dei genitori di Shimek, nel nord del Michigan; in quei giorni le ragazze si sono conosciute meglio ed hanno capito che, per raggiungere dei risultati, era necessario sacrificarsi tutte insieme. Michigan State, nel corso della semifinale, si è anche trovata sotto di sedici punti nel secondo tempo, ma non si è arresa e alla fine ha conquistato la vittoria (68-64), realizzando la più grande rimonta nella storia delle Final Four, pareggiando quella che Notre Dame ha realizzato nel 2001 ai danni di Connecticut.
Baylor, invece, ha sconfitto in semifinale Louisiana State, alla seconda Final Four consecutiva e capitanata dalla migliore giocatrice dell'anno, Seimone Augustus che tra l'altro aveva segnato il suo career high (33 punti) proprio contro Baylor nel novembre scorso. LSU era la grande favorita del Torneo, essendo rimasta al numero uno per undici settimane in questa stagione, impresa mai riuscita a nessuna altro, ed avendo la testa di serie numero uno in assoluto. Le Lady Bears hanno rimontato quindici punti alle avversarie, portando a casa la vittoria (68-57) con una rimonta fantastica, la terza più ampia delle Final Four.
In conclusione, la seconda similitudine tra la due finaliste è rappresentata dalle due coach, Joanne McCallie, votata come migliore allenatrice della stagione, e Mulkey-Robertson, entrambe al quinto anno sulle rispettive panchine e capaci di resuscitare due programmi che al lorro arrivo erano in crisi assoluta.
McCallie, dopo aver reso la Maine University una potenza a livello nazionale, ha accettato di buon grado la sfida di Michigan State e non si è abbattuta anche quando, alla sua prima stagione con le Spartans, ha vinto solo dieci gare. In questa stagione MSU ha vinto 33 gare, record dell'università , conquistando anche il titolo della Big Ten.
Mulkey Robertson, un passato da playmaker e da assistente (per quindici anni) a Louisiana Tech, è arrivata a Baylor nel 2000 (la squadra non aveva mai raggiunto il torneo prima che lei arrivasse), ereditando una squadrda che l'anno prima aveva avuto un record di 7-20 ed ottenendo immediatamente dei risultati. L'allenatrice, infatti, già nella sua prima stagione ha ribaltato la situazione, vincendo ventun partite ma soprattutto iniziando una grande opera di recrutamento soprattutto in Texas.
Con la vittoria nella finale del 2005 è diventata la prima donna ad aver vinto il titolo sia da giocatrice (Louisiana Tech, 1980) che da allenatrice, impresa riuscita solo a due illustri colleghi, Bobby Kight e Dean Smith. Quest'anno le sue Lady Bears hanno giocato benissimo, vincendo ventisette partite con più di dieci punti di scarto, tanto che detengono la striscia di vittorie, che martedì notte, con la vittoria del titolo, ha toccato quota venti, più lunga della nazione.