Luther Head, un leader per Illinois
Sono due Università che mancavano alle Final Four da decenni, gloriose protagoniste di un passato che ora, lentamente, sta tornando in auge. Illinois aveva perso la sua ultima semifinale nazionale nel '89 contro Michigan, guidata da Fisher e Glen Rice. Louisville ha un ricordo più magico, ma anche più sbiadito, datato 1986, titolo nazionale conquistato con Cram in panchina e Pervis Ellison sul parquet, a dominare.
Ora si ritrovano a St.Louis una di fronte all'altra, per cercare di non vivere più di ricordi.
Entrambe sono arrivate alle fasi finali recuperando due partite praticamente perse nelle Finali del Regional, e poi vinte nei tempi supplementari. Illinois con un come back che ha dell'incredibile visto lo svantaggio di 8 punti a un minuto dal termine contro Arizona. Louisville resistendo all'incredibile performance da oltre l'arco di West Virginia.
Sono comunque le squadre più hot delle quattro arrivate a St.Louis, Illinois da numero 1 della Nazione, con un record di 34-1, mentre Louisville con 21 vittorie nelle ultime 22 partite e una striscia consecutiva di 13.
Molti analisti dicono che la vincente di questo confronto arriverà alla Finale con i favori del pronostico, anche se dall'altra parte si qualificasse North Carolina con il suo enorme bagaglio di talento.
La sfida vivrà comunque di temi abbastanza simili, perché entrambe hanno una strutturazione di squadra che vive delle prestazioni del backcourt, ed entrambe utilizzano molto la soluzione dalla distanza.
Le tre guardie di Illinois sono il cuore, la mente e il braccio della squadra, tutto passa da loro, sia per quanto riguarda la costruzione, che per la finalizzazione della manovra. L'intercambiabilità dei ruoli tra Head, Brown e Williams permette a coach Weber di riuscire sempre a sopperire ad una giornata storta o ad una trap costruita su uno di loro. Avendo poi sotto le plance, lunghi che sanno trovarsi sempre pronti al momento dello scarico, e che magari non disdegnano di metterla dalla media, il rebus per le avversarie è sempre difficile da risolvere.
Louisville, dal canto, suo, schiera un backcourt simile ma più fisico dei propri avversari, con Garcia che è a tutti gli effetti una point-forward e sia Dean che O'Bannon migliori atleti della coppia Williams-Brown. La chiave dell'attacco dei Cards è Garcia, perche' il suo modo di guidare l'attacco e di saper trovare la via giusta per battere le difese schierate, permette a Pitino di armare le triple delle sue guardie, e concedersi sotto due giocatori dalla tecnica non proprio eccelsa, ma che come i loro pariruolo di Illinois, sanno trovarsi pronti al momento giusto.
Oltre agli attacchi, anche le difese saranno protagoniste, e probabilmente decisive per sancire chi andrà in finale. Tuttedue le squadre adottano metodi difensivi molto aggressivi, che cercano sempre di evitare al backcourt avversario di poter iniziare l'azione in modo tranquillo. Louisville adotta un pressing tuttocampo, un po' attenuato nelle ultime partite (causa anche le condizioni ambientali), ma che Pitino, fin dai tempi di Kentucky, usa per girare le partite a suo favore. Illinois pressa di meno nella metà campo altrui, ma è molto aggressiva quando la palla entra nella propria, con Williams e Head chiavi tattiche in grado di annullare anche i più temuti attaccanti.
Quando poi la prima linea viene superata, Illinois si fa preferire per la capacità di chiudersi in maniera molto veloce all'interno della zona pitturata, evitando penetrazioni facili o scarichi per tiri liberi. Louisville invece concede di più da quel punto di vista, e Brown potrebbe essere un'ottima arma tattica in mano a Weber per scardinare il muro difensivo dei Cards.
In definitiva sono due squadre che studiano ogni metodo e ogni possibile gioco, che possa mettere in difficoltà l'avversario sia in attacco che in difesa, guidate da due coach abilissimi nel costruire e gestire la partita dalla panchina, non solo a livello emotivo, ma soprattutto a livello tattico e tecnico.
Pitino ha maggiore esperienza di questi eventi e potrà giovarne rispetto all'esordiente Weber, anche se il secondo ha accumulato in questi ultimi anni un bagaglio di partite ad alto livello non indifferente, ed aver portato la squadra al gran ballo finale con una sola sconfitta, lo rende comunque molto pericoloso, se sottovalutato.
Pitino lo sa bene, e come il suo avversario, preparerà la partita nei minimi dettagli, sarà come vedere un incontro di scacchi, in cui una mossa può determinare la vittoria o la sconfitta. Sarà una battaglia giocata in campo, ma forse più tra le panchine, e chi saprà trovare il punto giusto dove colpire potrà conquistare il vantaggio decisivo per giocarsi il titolo.