Marvin Williams circondato dai suoi compagni di squadra
Quando nella serata di domenica 13 marzo si conosceranno i nomi delle invitate al grande ballo del torneo NCAA, è molto probabile che il maggior numero di inviti sarà riservato alla ACC, e questo nonostante al termine della regular season siano solo 3 (UNC, Wake Forest e Duke) le squadre certe di partecipare.
Le previsioni indicano che almeno altre tre squadre entreranno nel tabellone a 65, per un totale di sei partecipanti, indice che quest'anno la ACC si può aggiudicare il titolo "virtuale" di miglior conference degli States (anche se Big East e Big 12 non sono così distanti in questo ipotetico ranking, anzi).
Una cosa è certa, con tre squadre nella top 10 nazionale e almeno altre cinque "on the bubble", il torneo di conference del prossimo weekend si preannuncia quanto mai interessante.
Dopo 12 anni, ossia dall'ultimo titolo nazionale, North Carolina è tornata a vincere la regular season con un bilancio di 14 vittorie e 2 sconfitte. Il roster è costituito in gran parte da giocatori reduci della disastrosa stagione 2003 sotto coach Doherty (a dir poco turbolenta), un gruppo al quale certo non manca il talento; Roy Williams in questi due anni ha ridato fiducia a tutto l'ambiente a Chapel Hill, grazie ovviamente anche ai risultati positivi sul campo. Molto significativo inoltre è l'aver vinto il titolo pur giocando le ultime partite decisive senza il miglior marcatore Rashad McCants.
I grandi protagonisti ad oggi sono stati il play Raymond Felton (miglior distributore di assist con oltre 7 a partita) e soprattutto il centro Sean May: il figlio del grande Scott è molto migliorato durante la stagione, rivelandosi addirittura dominante in più occasioni (vedi l'ultima partita contro Duke, dove ai 26 punti ha aggiunto la bellezza di 24 rimbalzi). Da non trascurare l'impatto uscendo dalla panchina del freshman Marvin Williams, scelta altissima (probabilmente entro le prime tre) nel caso decidesse di passare pro. Una prima testa di serie al torneo per i Tar Heels è pressoché certa, e coach Roy Williams tenterà l'ennesima rincorsa a quel titolo che gli sfugge da anni.
Ad una sola partita di distacco è arrivata Wake Forest (13-3 nella ACC). I Demon Deacons hanno sconfitto UNC nello scontro diretto, ma hanno pagato cara la sconfitta imprevista contro il fanalino di coda Florida State. La stagione è stata comunque più che positiva, le possibilità di ottenere una delle teste di serie n.1 al torneo sono elevate e Wake resta tra le principali favorite per accedere alle Final Four.
Il talento non manca, dal play, l'All America Chris Paul, al centro Eric Williams, passando per la guardia Justin Gray e l'ala Vytas Danelius, e nemmeno profondità in panchina, da dove esce la guardia Taron Downey. I Demon Deacons puntano sul ritmo elevato grazie alla spinta assicurata da Paul, ma non mancano di opzioni nel gioco a metà campo. La difesa non è certo tra le migliori in circolazione, e proprio il rendimento nella propria metà del campo potrebbe essere la chiave in postseason.
Al terzo posto troviamo Duke; a lungo i Blue Devils hanno guidato la conference, e la vittoria contro UNC a inizio febbraio sembrava aver spianato la strada per il titolo di regular season e una prima testa di serie per il torneo NCAA. Ma le due sconfitte contro gli imprevedibili Terrapins di Maryland e quella contro Virginia Tech hanno fatto scivolare Duke in terza posizione: i Blue Devils restano comunque tranquillamente nelle top 10 del ranking nazionale, nonché perenni candidati alle Final Four.
Comunque vada a finire la stagione, si può paradossalmente ritenere che Duke sia andata oltre le previsioni iniziali: la rotazione infatti è tra le più ristrette che coach K si sia trovato a gestire da molti anni a questa parte, con 7/8 giocatori affidabili. Per forza di cose quest'anno il ritmo è molto più controllato, l'attacco è tutt'altro che sfavillante, ma l'enorme intensità difensiva si è rivelata capace di mandare in confusione anche i migliori attacchi.
Leader offensivo è ovviamente J.J. Redick (quasi 23 punti a uscita), il cui raggio di tiro sembra aumentare ogni stagione e che ha oltretutto imparato a guadagnarsi anche punti e falli in penetrazione; ma il pivot, inteso non solo come ruolo ma anche come leader, è Shelden Williams, dominatore d'area sia in attacco che in difesa (oltre 15 punti e 11 rimbalzi di media) e che ha imparato a gestire meglio il problema dei falli.
Il recente infortunio del play Sean Dockery ha ulteriormente ridotto la rotazione e potrebbe pesare non poco in prospettiva postseason, dove sarà ancora più cruciale la conferma del positivo rendimento di Lee Melchionni e DeMarcus Nelson.
Scendiamo quindi al gruppo delle cosiddette squadre "on the bubble". Molto quotata in prestagione era Maryland, che però ha terminato la regular season con un tutt'altro che eccelso 16-11, 7-9 nella conference.
I Terrapins hanno sconfitto due volte Duke, e questo dovrebbe essere sufficiente a convincere il comitato selezionatore ad elargire l'invito, ma una brutta sconfitta nel torneo di conference potrebbe comprometterlo.
La stagione è stata un esempio di discontinuità , dove a vittorie convincenti si sono alternate sconfitte inspiegabili (ad esempio le due contro Clemson), che hanno messa a ulteriore prova i già fragili nervi di coach Gary Williams; certo il roster non manca di talento e profondità , dalle guardie Gilchrist, McCray e Strawberry alle ali Garrison e Camer-Medley.
Fare previsioni non è facile, parlare dei Terrapins come mina vagante sembra quasi sminuirli, ma chiunque se li troverà sul cammino non dovrà sottovalutarli.
Altra squadra molto attesa ma ora nelle sabbie mobili della "bubble" è Georgia Tech; per i vicecampioni nazionali una stagione iniziata nelle top 10 dei ranking prestagionali è andata via via in calando. Prova delle difficoltà , oltre al record di 8-8 è la continua alternanza di vittorie e sconfitte nel mese di febbraio.
Nonostante ben cinque senior con elevato minutaggio nel roster, il gruppo di coach Hewitt non ha mai trovato continuità , e vari giocatori hanno reso meno delle aspettative (Elder, Bynum e Schenscher su tutti). Il migliore ad oggi è stato Jarrett Jack (16 punti di media e quasi 5 assist a partita), ma c'è bisogno di maggior apporto da altri perché gli Yellow Jackets possano tentare di ripetere il magico marzo del 2004. Peraltro giova ricordare che l'anno scorso Georgia Tech finì la conference con un bilancio di 9-7, non molto diverso dall'attuale"..
Il gruppone di metà classifica continua con N.C. State. I Wolfpack erano dati per sicuri presenti alla March Madness, ma un periodo a metà stagione segnato da infortuni (all'ala Cameron Bennerman ed al play Tony Bethel) e sconfitte sorprendenti (su tutte quella contro St. John's) li ha costretti a rincorrere un posto per la postseason; anche per loro sarà importante il toreno di conference, e una o due vittorie potrebbero assicurare l'invito. Il leader è la guardia Julius Hodge (terzo marcatore della ACC a oltre 17 di media), il rendimento dell'attacco è essenzialmente legato alle percentuali di tiro da fuori, per fare strada sarà essenziale una maggior contributo sotto canestro dei lunghi quali Evtimov, Simmons e Brackman.
Nel medesimo groppone troviamo le prime due "transfughe" dalla Big East, Miami e Virginia Tech, in attesa dell'arrivo l'anno prossimo di Boston College. Entrambe non erano molto quotate, eppure sono in piena lotta per un posto in postseason. Miami ha forse dovuto dirvi addio dopo la sconfitta a Duke, avendo terminato la stagione con un record di 7-9 nella ACC, e solo un torneo di conference alla grande potrebbe riaprire i giochi. Resta comunque una stagione più che positiva, contrassegnata dalle prestazioni della guardia Guillermo Diaz (oltre 18 punti di media).
Migliori le prospettive per Virginia Tech: la vittoria sabato contro Maryland è stata fondamentale, e il bilancio di 8-8 pone gli Hokies con un leggero vantaggio sulle altre concorrenti alla vigilia del toreno di conference. La panchina ha fornito un contributo minimo durante tutta la stagione ed è possibile che il quintetto arrivi alla postseason a corto di energie; non occorre dimenticare però che Virginia Tech continua a sorprendere da inizio stagione ".
In fondo alla ACC troviamo nell'ordine Clemson, che con tre vittorie consecutive e le prestazioni di Sharrod Ford ha chiuso in ripresa, Virginia, dove coach Gillen potrebbe avere i giorni contati, e Florida State, dove i tifosi fanno bene a seguire con più passione la squadra di football, perennemente ai vertici nazionali al contrario di quella di basket.