Big Men Walking…

La lotta per “un posto al sole” fra i lunghi è tremenda: Harrison vs Sebastiao

Mai come quest'anno c'è stata in un draft NBA una tale quantità  di giovani virgulti oltre i fatidici “settepiedi”; ognuno di questi viaggia con il solito, notevole bagaglio di “se”, “ma”, “però” attorno al proprio nome, rendendo la situazione in vista del draft prossimo venturo estremamente fluida: a seconda dei workouts, delle manovre degli agenti, delle questioni legate al buyout da elargire alle rispettive squadre europee e via dicendo, le quotazioni dei lunghi presenti al draft potrebbero salire o scendere all'improvviso: ne consegue che su molti di questi prospetti grava la spada di Damocle di un ritiro improvviso dal draft, per tentare la sorte il prossimo anno.

Andiamo a dare un'occhiata a questi fenomeni “in fieri”, raggruppandoli in diverse tipologie.

I SUPER-TALENTI

Sono i Milicic del 2004, vengono dall'Est europeo ed hanno una combinazione di centimetri, talento e “predisposizione genetico-culturale” al gioco della palla a spicchi irresistibile per ogni scout NBA. Però portano con sè i soliti problemi e dubbi, da quelli attitudinali alle solite questioni di buyout e ai problemi coi loro agenti, che li vorrebbero tutti nelle prime tre posizioni del draft.

Martynas Andriuskevicius (220cm x 108kg)
Target: un Ilgauskas più aggressivo o un Sabonis meno potente.

Ha 18 anni ed è altissimo, atletico, molto coordinato, tecnico, aggressivo… già  questo basterebbe a posizionarlo nell'altissima lotteria, ma in più ha una raccomandazione speciale, quella di Arvydas Sabonis.
I dubbi su di lui sono legati al fatto che è veramente troppo magro, anzi diciamo pure emaciato, e soprattutto al fatto che le strategie del suo agente, Herb Rudoy, sono imprevedibili.

Rudoy aveva più volte annunciato che Marty (abbreviamolo così, sennò a digitare ogni volta il suo nome mi viene l'artrite) non si sarebbe dichiarato eleggibile per questo draft, e che in ogni caso anche una volta scelto dovrà  comunque restare almeno un'altra stagione in Europa. Poi, proprio in extremis, è arrivato l'annuncio del suo ingresso nel draft 2004, che ha scioccato un po' tutti gli scout e i GM: l'ineffabile Herb ha dichiarato che Marty resterà  nel draft se gli viene assicurata una scelta entro la #5, più la possibilità  di restare almeno un altro anno nel Vecchio Continente a maturare (è successo spesso in passato, ma mai per una lottery pick).
Ora come ora gli unici che si sono dimostrati entusiasti di una tale prospettiva sono i Suns: si dice che abbiano già  un accordo con il giocatore ed il suo agente, ma la scelta di Phoenix è la #7, quindi ricadrebbe al di fuori del range suddetto.

Insomma, la situazione del lituano è molto incerta: è ancora possibile che all'ultimo momento si ritiri, così come è possibile che venga scelto alla #7, o che i Suns si muovano di un paio di posizioni in alto per soddisfare le pretese economiche di Rudoy, o ancora che qualche squadra abbia un improvviso colpo di fulmine per lui e decida di salire improvvisamente per prenderlo (visto che nè Chicago, nè Charlotte nè Washington ora come ora sembrano interessate a lui, a queste condizioni).

Predrag Samardziski (214cm x 115kg)
Target: Vlade Divac

E' un 1986 con grandi fondamentali, tecnica a tutto tondo, un morbidissimo tiro frontale; non è muscolare ma comunque solido e robusto, ha grande entusiasmo e voglia di darci dentro.
Al momento però non ha atletismo da NBA: salta pochissimo, corre male, è molto rigido nei movimenti ed ha una pessima mobilità  laterale; inoltre gli scout che l'hanno visionato dicono che indugia troppo nel gioco attorno al canestro, piuttosto che attaccarlo come la sua combinazione di stazza e tecnica gli consentirebbe; non è un gran difensore e spesso e volentieri viene “outplayed” da gente più piccola e più scarsa ma più atletica e “cattiva”.
Sembrano difetti letali, ma in verità  quasi tutti gli scout che redigono questi report ammettono che effettivamente alla stessa età  Divac (il giocatore a cui viene più spesso paragonato) era altrettanto allergico alla difesa e alle lotte nel pitturato, e ancora più sgraziato e meno atletico.

Va detto che è uno dei pochissimi big man europei ad aver già  passato svariate settimane in America, ospite ora di una squadra ed ora di un'altra, ed è quindi praticamente certo che andrà  via in lotteria (e di conseguenza che non si ritirerà  prima del tempo); i Celtics, dopo averlo provato, non si fanno problemi ad ammettere che alla #15 lo sceglierebbero di sicuro, ma si dice che non ci sono chance che arrivi così in basso (se Perovic e Andriuskevicius si ritirano, resta uno dei settepiedi più degni di una considerazione in lotteria).

Kosta Perovic (218cm x 108kg)
Target: Ilgauskas, meno completo tecnicamente ma più “cattivo”.

E' lungo, solido anche se ancora molto magro, e sa usare benissimo i suoi centimetri: attacca il canestro, va sempre a rimbalzo offensivo sui suoi stessi tiri, schiaccia ogni volta che può; in difesa è aggressivo e sa stoppare.
In compenso il fatto che abbia consapevolezza tecnica dei suoi (tanti) centimetri è sostanzialmente l'unica sua qualità , ora come ora: non ha grande tecnica, nè offensiva nè difensiva, è estremamente rozzo e tutto da costruire su due lati del campo (anche se mostra altruismo, visione di gioco, ottimi istinti di passatore).

Resterà  più che altro un soggetto da discorsi pre-draft, perchè quasi sicuramente si ritirerà  dal grande ballo: il buyout per strapparlo al Partizan è draconiano, e quindi per ammortizzarlo il suo entourage pretende che venga scelto nelle primissime posizioni del draft, cosa che non accadrà  (i più ottimisti lo prospettano attorno alla settima scelta).
Verosimilmente lo ritroveremo l'anno prossimo, come serio candidato ad un posto sul podio.

Andris Biedrins (210cm x 110kg)
Target: Un po' Milicic, un po' Camby, ma più basso di entrambi.

Fra tutti gli under 20 europei che fanno girare la testa agli scout NBA è di gran lunga quello più pronto a contribuire, visto che a soli 18 anni è quello più abituato alle partite “vere” contro avversari “veri”, che non saranno certo giocatori da NBA ma non sono nemmeno ragazzini di hi-school o delle juniores. Ama giocare spalle a canestro, ha una eccellente padronanza del post basso e soprattutto è un difensore di livello NBA già  adesso, ed in particolare è uno stoppatore clamoroso.

Sul suo futuro da giocatore NBA (e quindi sulla sua posizione al draft) pesa però una spada di damocle pesantissima, una delle peggiori etichette che un giocatore possa vedersi appiccicare: “tweener”.
Sicuramente è un giocatore “interno”, non ha il ball handling e il tiro da fuori per fare l'ala; però ora ora come ora gli mancano parecchi chili per giocare nel pitturato e, quel che è peggio, anche i centimetri: alcune misurazioni ufficiali lo danno come settepiedi, ma sembra che sia una valutazione troppo generosa… ed in questo caso qualche centimetro può fare tutta la differenza del mondo.
Sicuramente è troppo completo ed efficace per uscire dalla lotteria, ma se non crescerà  di qualche centimetro e non metterà  su chili rischia di diventare solo un ottimo specialista, non un giocatore NBA a tutto tondo.

I GIGANTI

Sono enormi, veramente enormi, e fanno paura per quello che potrebbero fare se le loro capacità  di baskettari (attualmente soltanto abbozzate) si sviluppassero compiutamente… ecco, appunto: “se”!

Ha Seung-Jin (224cm x 148kg)
Target: Yao Ming, senza la sapienza cestistica di Yao Ming.

E' giovane come Yao quando iniziò a far girare la testa degli scout NBA (18 anni), è grosso come Yao (anzi, forse anche di più), ha l'etica lavorativa di Yao, è asiatico come Yao… e basta.
Non ha nemmeno vagamente la completezza e la comprensione del gioco di Yao: sa disimpegnarsi bene in post basso, ha un buon tocco e non ha paura di dare e prendere mazzate… ma il suo gioco finisce qua: è offensivamente molto rozzo, la sua mobilità  è minima, ha una scarsissima resistenza fisica e soprattutto è molto, molto facile all'infortunio a causa quella stazza.
Quando ha affrontato il vero Yao, ai campionati asiatici dell'anno scorso, è stato letteralmente mangiato vivo (uscito per falli dopo quattro minuti!).

Da un anno è negli Usa a prepararsi privatamente per il draft, e si dice che in questo periodo sia migliorato clamorosamente in tutti gli aspetti del suo gioco, grazie ad una dedizione al lavoro duro che potrebbe fare la differenza rispetto ad altri lungagnoni che poi si sono rivelati essere delle meteore (Priest Lauderdale, Slavko Vranes).
Se in qualche workouts impressiona i presenti potrebbe arrivare fino ai margini della lotteria (o anche più su, se gli altri lunghi si ritirano in massa); altrimenti andrà  al secondo giro, e potrebbe essere una scelta di buon valore.

Peter John Ramos (224cm x 124kg)
Target: Rik Smits.

La comunità  portoricana (e latina in generale) degli amanti del basket è letteralmente impazzita per questo “international man of mistery”, un uomo dalle mille contraddizioni.
A soli 19 anni domina la lega professionistica portoricana viaggiando a 20+10, 3 assist e 2 stoppate a partita: il livello dei suoi avversari è molto più probante di quello di quasi tutti gli altri prospetti internazionali classici, e proprio il livello della competizione è qualcosa a cui gli scout fanno molto caso.

Quello che più sorprende è la sua maturità  tecnica: per uno della sua (impressionante) stazza è molto agile, coordinato, ha buona mobilità  laterale e coordinazione ed un eccellente tocco entro i quattro/cinque metri dal ferro.
Quello che lascia veramente perplessi è la sua attitudine: è pigro, svogliato, molto indisciplinato tatticamente; spesso e volentieri si estrania dalla gara, e si lascia tirare in testa da gente molto più piccola di lui senza nemmeno accennare un tentativo di stoppata; ci sono anche voci insistenti di suoi problemi extra-cestistici.
In buona sostanza, non è certo quello che si vede da un punto di vista strettamente fisico e tecnico a spaventare gli scout, ma tutto il resto: l'attitudine, la dedizione, la durezza mentale necessaria per venire fuori in una lega come l'NBA.

Difficilmente andrà  oltre al secondo giro, ma è molto difficile che con tutti questi dubbi sul suo carattere qualche squadra azzardi una lottery pick su di lui: è probabile che finisca per essere una scommessa in qualche punto nella seconda metà  del primo giro, da parte di squadre che hanno più di una scelta (Jazz, Celtics, Hawks, Blazers) e quindi possono “ammortizzare” un suo eventuale fallimento.

Pavel Podkolzine (227cm x 157kg)
Target: Rik Smits, ma più potente e meno tecnico.

E' uno “specimen” fisico di quelli che si vedono non una volta in un decennio, ma una volta e basta: è al tempo stesso altissimo, massiccio, coordinato, proporzionato, sorprendentemente agile per una specie di montagna semovente, ed ha pure una resistenza inusitata. L'anno scorso, dopo un workout a Chicago in cui gli scout presenti furono folgorati come Paolo sulla via di Damasco, nessun analista NBA sano di mente gli avrebbe prospettato una chiamata sotto la #5.
Quando venne ritirato perchè esami clinici avevano registrato qualche problema con gli ormoni della crescita (ovvero il cosiddetto “gigantisimo”) tutti immaginavano che, con un anno di esperienza in più, sarebbe andato sicuramente nelle prime tre posizioni del draft.

Invece le cose non sono andate così: durante l'anno ha giocato davvero poco e niente, e quando ha giocato non ha mostrato molto a parte la sua dominanza fisica a qualunque livello: ha mani morbidissime, meccanica di tiro squisita, ma appare veramente spaesato e imbelle dal post basso, e a parte il tiro frontale deve ancora assimilare quasi ogni aspetto del gioco. Inoltre sembra sempre poco coinvolto, distratto, mai convinto.

E' impossibile che esca dalla lotteria, ma è difficilissimo predire chi sia disposto a correre il rischio su di lui. La possibilità  di portarsi a casa un giocatore fisicamente dominante arriva una volta nella vita… ma chi lo sceglie sa già  di doversi adattare ad avere tanto tempo e pazienza da spendere su di lui, e la verità  è che non tutti i GM NBA hanno la possibilità  di permettersi una scelta del genere: un GM a rischio di esonero qualora non arrivino risultati tangibili a breve termine potrebbe preferire una “safe pick” a questo incredibile, imperdibile prospetto.

“BUONI MA NON BUONISSIMI”

Sono prospetti interessantissimi, talentuosi, probabilmente nel complesso molto più pronti a giocare nella lega rispetto ai super-prospetti di cui sopra; però hanno tutti qualche “ma” di troppo nel loro scouting report: pochi centimetri, poche movenze da centro vero, attitudine rivedibile, carenze tecniche o fisiche in generale…
Sono i giocatori per cui è più difficile fare previsioni: qualche workout azzeccato potrebbe far esplodere le loro quotazioni, facendoli arrivare a nobili posizioni in lotteria (Araujo), oppure qualche stroncatura netta nei loro confronti fa addirittura dubitare che siano materiale da primo giro (Splitter, Harrison).

Rafael Araujo (209cm x 130kg)
Target: un Brad Miller più basso ma più potente.

Il brasiliano pupillo dei mormoni ha tutto quello che si può chiedere ad un centro: è molto robusto, ama i contatti duri e sa usare bene i suoi chili, ha eccellenti fondamentali, usa bene entrambe le mani, è tatticamente disciplinato, ha un buon range di tiro e se la cava anche dalla lunetta; inoltre è un grandissimo lavoratore ed ha una attitudine semplicemente perfetta.

Ha tutto quello che si potrebbe chiedere ad un lungo, come dicevamo… tranne i centimetri: non arriva a sette piedi, non è atletico, non ha braccia lunghe.
Insomma, la sua completezza e la sua disciplina tattica potrebbero renderlo una pedina utilissima in quasi tutte le squadre, il role-player perfetto… ma a meno di miglioramenti incredibili (o di misurazioni dell'ultimo momento che gli aggiungano qualche centimetro inatteso) è difficile che si evolva in un giocatore davvero dominante (che è quello che si cerca in lotteria, a costo di trovarsi in mano un bust).
Non scenderà  oltre ai Jazz, che lo prenderebbero di sicuro qualora fosse disponibile, ma può darsi che con dei solidi workouts si guadagni una scelta più alta, in qualche squadra che preferisca puntare sulla solidità  piuttosto che sul potenziale.

David Harrison (212cm x 136kg)
Target: Michael Olowokandi, con tutti i pro e i contro del caso.

Ha già  oggi un fisico da centro NBA: alto, forte fisicamente, atletico, coordinato. E' anche tecnicamente educato con tocco morbido e range di tiro insospettabile, e soprattutto sa giocare spalle a canestro e ama farlo.
Qual'è il suo “ma”? Il carattere. Non ha mai rispettato le aspettative riposte su di lui fin dall'High School, mostrando carenze preoccupanti in tema di voglia di vincere, intensità , concentrazione, “killer instinct”, insomma tutti quegli intangibles che distinguono buoni talenti dai giocatori NBA veri e propri.
E' lontanissimo dalla durezza mentale necessaria per emergere in una lega così stressante, ed in effetti è ben vero che (come ci insegnò Manzoni) la mentalità  giusta uno “non se la può dare”, non è qualcosa che si può insegnare.

La sua posizione al draft è un vero mistero: come potenzialità  potrebbe essere benissimo materiale da lotteria, vista la carenza di centri degni di questo nome; però nell'NBA è un grande classico il giocatore che ha il fisico e la tecnica per dominare, ma non la testa. E' un grosso rischio, una scommessa, e quindi potrebbe andare a finire che le squadre alla ricerca disperata di un centro non se la sentano di giocarsi tutto su di lui, e che finisca per scivolare fino a Lakers, Spurs o Kings.

Araujo ed Harrison sono stati recentemente messi uno di fronte all'altro in un workout privato, ed il brasiliano da BYU ha massacrato il suo avversario “in ogni modo immaginabile” secondo gli scouts presenti.

Robert Swift (213cm x 108kg)
Target: Chris Mihm al massimo del suo potenziale.

Il butterato da Bakersfield è la “grande speranza bianca” di questo draft: a soli 19 anni è già  un settepiedi vero con una tecnica individuale che non si vedeva in un centro liceale da tempo immemorabile: il suo arsenale offensivo assolutamente impeccabile si accoppia ad una clamorosa efficacia come stoppatore, grazie alle braccia lunghe e ai piedi rapidi.
Ovviamente è molto inesperto e non sa sfruttare al meglio le sue immense qualità , ma i dubbi sono ovviamente legati al fatto che possa mettere su rapidamente parecchi chili di muscoli, perchè ora come ora è lontanissimo da un fisico da NBA.

E' un prospetto a lungo termine, se non proprio lunghissimo, ma il suo immenso potenziale non lo farà  scendere oltre ai due terzi del primo giro.

Tiago Splitter (208cm x 106kg)
Target: Gasol, ma senza i suoi centimetri e la sua resistenza al contatto.

E' un talento a tutto tondo, completo in quasi tutti gli aspetti del gioco: è atletico, corre bene, è molto agile e coordinato; sa tirare, sa passare, ha una ottima verietà  di movimenti offensivi e “vede” bene il gioco per essere così giovane e senza molta esperienza sul campo; è molto attento e concentrato, difende non di impulso ma usando la testa e risultando molto più efficace che spettacolare.
Però la differenza fra essere un pezzo pregiatissimo del draft, ed un grande talento come ce ne sono altri, è legata ad una semplice domanda: può gessere un centro nell'NBA? Al momento la risposta è “no”, perchè soffre terribilmente il gioco fisico (in Europa, figuriamoci in America), basta fargli sentire i muscoli e praticamente lo si cancella dalla gara.
Ovviamente per un centro NBA questo suona come una bocciatura senza molte possibilità  di appello: Finchè non acquisirà  potenza, robustezza e anche la cattiveria necessaria, non lo si potrà  considerare un possibile #5 a livello NBA, ma un #4 o un #3… posizioni in cui la concorrenza è molto più qualificata ed agguerrita, e quindi il suo valore diminuisce.

Per tutti questi motivi la sua posizione al draft dovrebbe essere nella seconda metà  del primo giro, e quindi quasi sicuramente si ritirerà  dal grande ballo in attesa di presentarsi l'anno prossimo: se arriverà  al draft 2005 con più chili, centimetri, forza fisica e attitudine alle lotte sotto i tabelloni potrebbe essere materiale da prime 6/7 posizioni.

GLI OUTSIDER

Chris Garnett (209cm x 121kg)
Target: Samaki Walker

Ha un fisico possente, mani forti ed educate, buona agilità  e mobilità  di piedi. Negli ultimi due anni ha lavorato al Big Men's Camp di Pete Newell, la Sorbona di chi vuol giocare centro a questo gioco, riuscendo a mettere su un efficacissimo gioco spalle a canestro.
Questo è sufficiente a far drizzare le orecchie agli scouts e ai GM di mezza America: i centri con il “fisique du role” che si trovino anche a proprio agio spalle a canestro sono animali rarissimi… peccato che Chris sia tutto qui: non ha nemmeno un accenno di gioco fronte a canestro, non è un saltatore, non è aggressivo e “cattivo” nel suo gioco, e ha la tendenza a commettere valanghe di falli e a scomparire dalla partita senza motivazioni apparenti. In più gli manca anche qualche centimetro per giocare da #5, visto il suo scarso atletismo.

Insomma è di gran lunga troppo rozzo tecnicamente e ha troppe lacune fisiche per poter puntare ad occhi chiusi si di lui, e non si vedono grandi margini di miglioramento. Resta il fatto che, soprattutto ad Est, la carenza di lunghi degni di questo nome è così drammatica che è difficile che al secondo giro qualcuno non faccia almeno un tentativo con uno con questo corpaccione e questa familiarità  col gioco in post basso.

Mile Ilic (215cm x 110kg)
Target: Rasho Nesterovic, Nenad Krstic

E' alto, coordinato, agile, molto atletico per uno con tutti quei centimetri; non ha paura del contatto fisico, sia in difesa (ottimo stoppatore) che in attacco (efficacissimo a rimbalzo offensivo). Per il resto è un giocatore totalmente da costruire: fisicamente deve mettere su chili ed acquisire forza fisica; in difesa è all'abc: sa andare su bene per stoppare, ma proprio perchè sa fare solo quello cerca fin troppo la stoppata; in attacco non ha nemmeno una frazione del clamoroso talento che sgorga da gente come Andriuskevicius o Milicic, bisogna costruire addosso a lui un gioco da lungo NBA, anche se le fondamenta ci sono tutte.

E' insomma il prototipo del prospetto interessante ma grezzissimo, un giocatore su cui spendere niente più che una seconda scelta per poi lasciarlo in Europa a maturare: se si evolve in un giocatore vero, bene; altrimenti non si è sprecato troppo. E' probabile che queste premesse lo spingano a ritirarsi, per ritentare l'anno prossimo.

Ales Chan (215cm x 120kg)
Target: Cezary Trybanski

Ecco a voi la più classica delle “storie da draft”: Ales Chan è arrivato negli USA nel 1999 dalla Repubblica Ceca, essendosi messo in luce nelle nazionali giovanili quel tanto che basta per guadagnarsi un posto alla West Virginia University; dopo tre anni totalmente incolori gli viene fatto capire che per lui nella squadra di basket non c'è più posto, ma un dirigente gli suggerisce di andare da “coach Morocco”, allenatore di Seton Hill.
Avete capito bene, non è un errore di battitura: non Seton Hall ma Seton Hill, minuscolo campus vicino a Pittsburgh.

Quando Ales mette piede nel campus della piccola università  cattolica, è un perticone (215 comodi) e nient'altro: non ha forza fisica e muscoli degni di quei centimetri (pesa poco più di 100 chili), corre male, non ha resistenza, tecnicamente è molto vicino allo zero. Coach Morocco, il classico “maestro di sport e di vita” come il Maestro Miyagi di Karate Kid, gli insegna a stare al mondo e lo fa diventare un giocatore di basket. Chan ora ha aggiunto parecchi chili di muscoli, è in forma atletica smagliante e ha messo su un solido gioco su due lati del campo. Molti scout NBA sono passati per Seton Hill nelle ultime settimane, andrà  al pre-draft camp di Chicago (segno tangibile che è ritenuto un prospetto degno di una occhiata approfondita) e c'è la concreta possibilità  che qualcuno azzardi una scelta su di lui nel tardo secondo giro.

I FENOMENI DA BARACCONE

Sono grandi e grossi, e questo basta per far sì che i loro nomi siano accostati anche a qualche scelta al secondo giro. E' però estremamente probabile che i loro nomi siano ricordati solo come “fenomeno di costume” anche qualora vengano scelti, perchè a meno di miracoli ora come ora non sembrano proprio in grado di poter giocare in questa lega.

Nigel Dixon (208cm x 145kg)
Target: Oliver Miller

E' un vero rinoceronte del pitturato, un bestione con grandissima forza fisica: se prende posizione a centro area è letteralmente inamovibile, lo sarebbe anche per il 75% dei centri NBA; dopo aver ricevuto l'arancia ha tecnica, istinti ed una sorprendente agilità  e coordinazione, qualità  che gli permettono di convertire in punti praticamente qualunque buona palla ricevuta in posizione profonda.
Il suo più grande avversario è la bilancia, mantenersi in linea con un peso forma accettabile è sempre stata una battaglia persa; in previsione di questo draft ha lavorato sodo e si presenta in una condizione fisica che per lui è smagliante (ed è un segnale indubbiamente positivo), ma che per gli standards della lega significa almeno 15/20 chili in sovrappeso.

Se riesce a “fare la squadra”, in un modo o nell'altro, e se i trainer NBA riescono a tenerlo lontano dagli hamburger e dal pollo fritto trasformandolo in un atleta professionistico, ha diritto ad un posto in rotazione in questa lega cronicamente povera di big men.

Jerry Sokoloski (230cm x 150kg)
Target: Gheorghe Muresan

Una montagna umana, un mastodonte che farebbe apparire Shaq un ragazzetto tozzo e paffuto, Bradley un ombrellone e Yao un suo fratello minore. Classe '83, viene dal Canada e ha dimostrato una incredibile voglia di emergere, facendo tutto il possibile per riuscire ad entrare in questo draft lavorando come un pazzo da un punto di vista sia atletico che tecnico. Resta il fatto che del mastodonte ha non solo i centimetri ed il peso, ma anche l'agilità , la velocità , la coordinazione e la grazia: vaga per il campo come Frankenstein nei film degli anni '50, mettendo in mostra una invidiabile condizione fisica che gli permette di stare sul parquet per non più di 10', prima di doversi prendere una lunga pausa.

Non è da escludere che possa essere scelto nelle ultimissime chiamate del draft, ma ora come ora sembra più auspicabile per lui una carriera da wrestler che da NBA baller.

Jaber Rouzbahani (228cm x 110kg)
Target: Manute Bol

Affinchè un iraniano si dichiarasse per il draft NBA doveva succedere veramente qualcosa di speciale, ed il buon Jaber è in effetti un soggetto degno di nota: a soli 18 anni (è dell'86) è già  più alto del più alto giocatore NBA attualmente in attività , ha una mostruosa apertura alare che sfiora i due metri e mezzo, schiaccia senza nemmeno doversi alzare in punta di piedi e mostra una attitudine ed una voglia di fare davvero notevoli.

Per poter sperare di sopravvivere ai contatti del pitturato NBA ha però bisogno di parecchi chili addosso, e deve imparare praticamente da zero come muoversi e come sfruttare i suoi centimetri. Lascia ben sperare il fatto che giochi a basket solamente da quattro anni e che non sia mai stato allenato nel vero senso della parola, quindi c'è molto materiale grezzo da lavorare.
E' un prospetto solo nel senso lato del termine, ha il 99,99% di possibilità  di restare solo una bella storia di basket e poco altro, per poi farsi una onorevolissima carriera in qualche squadra minore europea riscrivendo un paio di record Fiba per quanto riguarda le stoppate.

IL PERSONAGGIO

Cleiton Sebastiao (208cm x 120kg)
Target: Ben Wallace

La migliore storia di questo draft: un ex muratore brasiliano che un bel giorno è stato notato da uno scout del luogo, e leggenda vuole che il dialogo sia stato qualcosa tipo:

-Ehi tu, bestione: giochi a basket da qualche parte?
-No
-Da oggi sì!

Questo accadeva due anni e mezzo fa: Cleiton e il gioco del basket si incontrano, ed è amore a prima vista.
Il nostro viene portato negli States e cambia tre diversi college in un anno (di cui nessuno nemmeno vicino alla D1) senza spezzare molti cuori: il gioco e le sue sfaccettature sono ancora un arcano, la lingua è difficile da ammaestrare, lo stile di vita totalmente diverso da quello cui era abituato. Cleiton torna in Brasile a giocare, cercando di “ammortizzare” il lungo viaggio verso i pro affrontando qualche gradino più abbordabile.

Verso la fine del 2003 torna in America e smette di giocare a basket organizzato per mettersi totalmente nelle mani di Eric Lichter, uno che ha plasmato letteralmente il fisico di gente come Barbosa e Bremer, ha insegnato “da game” a Nene' e ha pure dato una ritoccatina al già  discreto lavoro che Madre Natura aveva fatto col fisico di LeBron James.
Da allora finisce la storia, ed inizia la leggenda:
gli scouting report ufficiali dicono che Cleiton ha un fisico possente, ama i contatti duri e soprattutto è un gran lavoratore, ma è ben sotto i 7 piedi e offensivamente non sa fare praticamente niente oltre alle schiacciate; inoltre a 25 anni è un po' tardi per ipotizzare grandi miglioramenti in futuro.

La versione di Lichter è molto diversa: il trainer, che lo adora, fa notare che innanzitutto Cleiton è più alto di quanto si pensi (come minimo 5-6 centimetri più di Nene', che spesso va a trovare Lichter e quindi si trova faccia a faccia col nostro) e ha braccia lunghissime (una vertical reach di pochi centimetri inferiore a quella di Yao).
Quel che però risulta più impressionante sono la sua attitudine e la sua forza fisica: ha una mostruosa voglia di emergere e di lavorare duro, Lichter dice che in tutta la sua carriera di preparatore atletico non ha mai visto nessuno allenarsi così duramente; d'altronde ad uno che per anni ha fatto fatica a sbarcare il lunario non possono certo fare impressione le ore passate in sala pesi.

Inoltre Lichter assicura che già  oggi Sebastiao è fisicamente più forte di qualunque giocatore NBA: più di Shaq, più di Malone, più di Ben Wallace; la prima volta che lo ha avuto fra le mani lo ha messo alla prova facendogli fare il famoso test delle ripetute con 185 libbre di peso, e il brasiliano (senza mai aver fatto nemmeno un minuto di preparazione atletica con un trainer prfessionista) ha tirato su il bilanciere per 24 volte consecutive; il record assoluto, stabilito l'anno scorso alle prove atletiche predraft da JR Bremer (un altro pupillo di Lichter) è di 25…

In conclusione, in brasiliano è il classico oggetto misterioso: Cleiton offensivamente non è un giocatore da NBA e non lo sarà  probabilmente mai, ma a dir la verità  nemmeno Ben Wallace lo sarebbe; a sentire Lichter (che non è certo l'ultimo arrivato) Sebastiao è molto, molto vicino a Big Ben per quanto riguarda durezza fisica e mentale, forza bruta, attitudine e voglia di lavorare duro.

Staremo a vedere, è difficile che un giocatore così a 25 anni possa avere tanti estimatori; se non verrà  scelto potrebbe comunque fare la squadra da undrafted FA in qualche team con croniche carenze di testosterone in area (e forse per lui potrebbe essere anche meglio!)…

IL PERSONAGGIONE

Ivan “Drago” Chiriaev è un russo di 20 anni che gioca Canada, un lungagnone di 216 cm con grandissimo potenziale, che è entrato nella storia di questo draft non proprio per quanto ha fatto vedere in campo: dopo essere entrato nella scuderia dell'onnipotente Bill Duffy (perdendo l'eleggibilità  per il college), ha pensato bene di mettersi in mostra con una “lettera aperta” all'NBA in cui magnificava le proprie doti, che si può riassumere con la frase-copertina “questa Lega ha bisogno di me”.

Non proprio una scelta di basso profilo insomma, che il sosia di Dolph Lundgren ha pagato carissimo: tutti gli scout ed i GM NBA non vedevano l'occasione di sparare a zero su di lui, e l'occasione si è presentata sotto forma dell'Adidas All-Canadian All Star Game. Gli sguardi erano tutti su di lui, ci si attendeva di vedere un emulo di Nowitzki (il ragazzo era stato presentato come un settepiedi abbondante con agilità , tecnica e range di tiro da guardia), e invece il cimento è stato disastroso: “Drago” non ha messo in mostra nessuna delle qualità  che gli erano state attribuite, è sembrato impacciato, timido, goffo e poco efficace.

La debà cle ha comportato l'immediato ritiro dal draft 2004, con i lazzi e cachinni degli addetti ai lavori di tutta America: ma il potenziale c'è, il personaggio è già  un idolo delle folle… ci rivediamo l'anno prossimo!

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