Draft Day Needs

Per Okafor non ha senso parlare di “necessità “: chiunque lo vorrebbe nella propria squadra.

Un paio di premesse sono necessarie.
Spesso e volentieri avrete sentito la lapidaria sentenza “al draft bisogna scegliere per talento, non in base ai propri bisogni”.

In linea di principio è vero, ma non è un comandamento infallibile: bisogna scegliere in base al talento quando si hanno scelte preziose, quelle che possono cambiarti la vita, quelle con cui ci si può portare a casa un franchise player. Terminati i giocatori che si ritengono degni di cotante attenzioni (che nel draft prossimo venturo sono pochissimi), scegliere in base al “talento” diventa estremamente difficile, perchè la situazione si fa incerta: la percezione di una netta differenza di valore fra giocatori molto diversi fra loro è sempre più difficile, e per le squadre è necessario scegliere non “il miglior talento”, ma il giocatore che meglio si adatta alla propria strategia.

Andiamo quindi a vedere quali potrebbero essere le strategie in base alle quali le squadre NBA imposteranno il proprio draft, intendendo come “strategie” e “necessità ” non banalizzazioni come “alla squadra X manca una PG, quindi dovrebbero prendere una PG”, ma piuttosto valutazioni più generali: meglio un giocatore giovanissimo ma da aspettare per parecchi anni, o uno in grado di entrare subito nel vivo del gioco?

Meglio un attaccante con tanti punti nelle mani ma che non sa difendere, o un difensore arcigno molto rozzo offensivamente? Meglio un giocatore tecnicamente educatissimo ma fisicamente inadatto al suo ruolo futuro, o un mostruoso “specimen” fisico-atletico a cui però bisogna insegnare il gioco praticamente da zero? Meglio scegliere un rookie o scambiare la scelta per qualche giocatore già  affermato?

Teniamo quindi sempre presente che qui si sta parlando di “trends” generali, di strategie complessive (anche non strettamente relative al draft): non è un mock draft, nemmeno abbozzato, perchè da qui alla prima chiamata di Stern ci saranno stravolgimenti bestiali, come ogni anno. I workouts, le manovre degli agenti, i pettegolezzi e le interviste private faranno scendere o salire vertiginosamente le quotazioni di alcuni, faranno entrare nel giro degli sceglibili soggetti a malapena sentiti nominare finora, e comporteranno l'uscita di scena di giocatori che invece ora come ora sembrerebbero materiale da lotteria.

ORLANDO MAGIC
Scelte #1, #30, #36
Quando i Magic hanno avuto fra le mani la prima scelta assoluta non gli è andata poi malissimo: diciamo Shaquille O'Neal e Chris Webber, tramutato all'istante in Penny Hardaway e svariate scelte succose.
Questa volta però la situazione è molto più complicata; la squadra è reduce da una stagione disastrosa, TMac minaccia di andarsene l'anno prossimo se non si fa qualche mossa per rendere i Maghi più competitivi, quindi le vie percorribili sono sostanzialmente tre:

– Prendere Okafor, assicurandosi un giocatore in grado fin da subito di fare la voce grossa nella lega, un lungo con tutte le potenzialità  per dominare il pitturato della Eastern Conference: il suo nome completo è “Chukwuemeka”, che in nigeriano (ci dicono dalla regia) significa “Dio si è comportato meravigliosamente bene”… in effetti si poteva fare di peggio:

'Mek unisce l'efficacia difensiva, la leadership e l'etica lavorativa di Ben Wallace all'intelligenza superiore, il carisma e le potenzialità  offensive di David Robinson: un connubio apparentemente perfetto, tutto quello che si potrebbe desiderare da un giocatore NBA, ma… ma agli occhi degli scout NBA conta probabilmente di più quello che Okafor non è: non è un settepiedi, non è sufficientemente educato offensivamente (per ora?) da fare il go-to-guy, insomma non è certo che possa essere lui il salvatore della patria per i Magic.
In più ha già  una cosa in comune con TMac, una schiena malandata che ha fatto scattare tutti i campanelli di allarme possibili ed immaginabili nella testa degli scout di tutta america.

Se tutto va per il meglio, il duo Mek-TMac può bastare per andare in finale ad Est; in caso contrario, l'anno prossimo McGrady può andarsene, e resta ben poco su cui costruire il futuro.

– Cedere la prima scelta assoluta e tutte le incognite ad essa collegate, in cambio di una o due scelte più basse (con cui prendere ad esempio un Gordon o un Childress) e un valido innesto, un buon giocatore NBA fatto e rifinito: insomma si sacrificherebbe un (potenziale) grande futuro per mettere attorno a TMac un po' di (sicuro) talento in più, per convincerlo a non andarsene l'anno prossimo.

Una ipotesi poco affascinante, miope e anche un po' “vigliacca”, ma non è raro che i GM tirino a campare piuttosto che tentare le soluzioni più azzardate e remunerative.

– “Da Trade”: cedere McGrady in cambio di scelte e talenti giovani, e poi andare senza paura con la solidità  di Mek o il potenziale di Howard, per mettere assieme le fondamenta di una grande squadra per il futuro. Ci vuole un grandissimo coraggio per fare una scelta del genere, ma potrebbe essere una necessità  vitale: va bene tutto, pur di non farsi scivolare via TMac in cambio di una pernacchia e un paio di sberleffi.

Possibili obiettivi per le scelte #30 e #36: per una delle frontline più sbeffeggiate della lega la prima priorità , a prescindere da quel che si deciderà  di fare con la prima scelta, è portarsi a casa un centro vero: alla 30 potrebbero essere ancora in giro un paio di quelli da primo giro (Harrison, Ramos), altrimenti con la 36 saranno quasi sicuramente disponibili grossi azzardi come il coreano Ha o addirittura l'iraniano Rouzbahani.
Con l'altra scelta dovrebbe arrivare un playmaker, o comunque un esterno.

LOS ANGELES CLIPPERS
Scelte #2
Se i Clips fossero una franchigia normale, non ci sarebbe nemmeno da discutere: chissenefrega se serve un play, con la seconda assoluta bisogna scegliere uno degno di diventare l'uomo-franchigia, e quindi quello ancora libero fra Howard e Okafor.

I Clips però non sono una franchigia normale, le vie che perseguono per complicarsi la vita (e possibilmente non prosciugare il portafoglio del capo) sono infinite: negli ultimi anni hanno sempre usato il draft prendendo giocatori che ricoprissero il ruolo dei propri FA, per “ricattarli”: quest'anno c'è QRich esposto alle intemperie, ma prendere un esterno alla seconda assoluta sembra una vera bestemmia.

E' probabile quindi che decidano di scendere di qualche posizione, in cambio di qualche giovane dal buon futuro ed il salario umile, per poi prendere il miglior talento disponibile, possibilmente collegiale (Gordon, Harris, Nelson, Iguodala, Childress). I primi candidati a fargli da controparte in questa operazione sono gli Hawks, che faranno di tutto per avere fra le mani Howard; l'offerta d'apertura potrebbe essere un pacchetto con la #6 e Jason Terry, ma Atlanta probabilmente è disposta ad offrire molto di più.

CHICAGO BULLS
Scelte #3, #31, #38
I Bulls attuali come squadre e come franchigia non sono nè carne nè pesce, e la loro posizione in vista del draft rispecchia questa definizione: la terza stagione è quella decisiva per valutare un liceale, e Curry e Chandler hanno fallito questo primo, parziale esame (uno per motivi comportamentali, l'altro per motivi soprattutto fisici). Questo non vuol dire che non possano in ogni caso crescere fino a diventare dei campioni, ma il tempo stringe (l'anno prossimo ci sarà  da rinnovare il contratto) e Paxson vorrebbe cederne almeno uno, quantomeno per dimezzare il rischio. Cedere loro due in cambio di una o più scelte meno nobili della #3 e di un giocatore solido (cui ancorare una squadra giovanissima e piena di talento) sarebbe l'ideale, ma è difficile (perchè tutti vogliono scendere, e ben pochi vogliono salire) e pericoloso (se poi quello che cedi esplode e quello che ti tieni resta così com'è?).

Se non succederà , i Bulls sono in una situazione poco invidiabile: la scelta #3 non è sufficiente a portarsi a casa uno dei due pezzi da novanta, ma dopo di loro c'è un tale magma di talento e gioventu', potenzialità  ed incognite, che c'è pochissima differenza fra avere la terza assoluta o l'ultima scelta in lotteria (o anche più giù). In una situazione di questo genere il valore di scambio è veramente ai minimi storici per quanto riguarda una scelta così preziosa (tradizionalmente alla #3 vengono via dei signorini mica da ridere, e proprio Chicago ne sa qualcosa!): la scelta più probabile a questo punto è Deng, il compromesso più accettabile fra talento e affidabilità .

Con le scelte di secondo giro potrebbero far comodo un lungo di riserva, magari con meno potenzialità  di quelli da primo giro ma in grado di diventare un buon contributore qualora sgrezzato (Varejao, Khrjapa, Omerhodzic), e una guardia che copra le spalle al duo Hinrich-Crawford (ed eventualmente pronto a sostituire quest'ultimo in quintetto, se qualcuno gli farà  un'offerta fuori mercato): Delonte West, Martin, Sato.

CHARLOTTE BOBCATS
Scelte #4, #33
I Bobcats hanno già  annunciato che non prenderanno un liceale, perchè vogliono qualcuno pronto a contribuire da subito e che non comporti problemi e difficoltà  di ambientamento (un expansion team di problemi ne ha fin troppi per conto proprio); inoltre è difficile che salgano nel draft (anche se gli piacerebbe), perchè ovviamente non avranno molto da offrire di allettante (tuttalpiù la promessa di accollarsi qualche contratto sgradito, ma quanto vale veramente una opzione del genere?).

Il nome che ormai da tempo è affiancato a loro è quello di Ben Gordon, altre possibilità  potrebbero essere Iguodala, Childress, Devin Harris: ora come ora, prima dei workouts, sembrano essere tutte scelte stiracchiate, a rischio di bust: sono tutti giocatori la cui scelta avrebbe molto più senso qualche posizione più in basso. Più in generale, è la scelta stessa di preferire il rendimento sicuro al potenziale che stona un pochetto con le prospettive di una squadra appena arrivata al grande ballo.

Un'altra possibilità  è quella di scambiare la scelta in cambio di un veterano: Chad Ford parla di una possibile trade con Dallas (che prenderebbe Andriuksevicius) per Jamison, la scelta di secondo giro e soldi… non è che Chad Ford sia affidabilissimo, intendiamoci, però questo può essere preso come un generalissimo esempio del tipo di trade che potrebbe interessare ai Cats.
Molto più concreta è la possibilità  che ottengano qualche prima scelta aggiuntiva, in cambio del “disturbo” di portar via a qualche franchigia NBA giocatori con contratti scomodi.

Al secondo giro prenderanno semplicemente colui che riterranno il miglior giocatore ancora libero: visto che nelle prime trenta posizioni saranno andati via tanti prospetti con tanto upside ma zero efficacia a breve termine, ci sarà  sicuramente spazio per pescare qualche clamoroso steal come i Redd, gli Arenas, i Boozer… tutto sta a scovarlo!

WASHINGTON WIZARDS
Scelte #5, #32
Di giovani promesse ai Wizards ce n'è fin troppe in tutti i ruoli, quello che manca è un leader vero, quello che Stackhouse non è e non sarà  mai, ma non è al draft e non alla #5 che si possa sperare di arrivare ad un giocatore del genere.

Cercare di arrivare a Mek sarebbe una buona idea, ma non c'è molto da offrire che possa far gola ai Magic senza svenarsi (anche se io personalmente Arenas e la #5 per Mek e spazzatura li offrirei senza problemi, e imho Orlando potrebbe esserne tentata).

Alcuni vedono come possibile scelta Ben Gordon (ma non si vede quanto spazio possa avere in un backcourt con Arenas, Hughes e Stack), altri Childress (ma di esterni da far crescere ci sono già  Hayes e Jeffries)… più verosimile che si punti su un lungo da far crescere per far coppia con Kwame (che ha mostrato finalmente segni di miglioramento costanti): Andriuskevicius o Biedrins (forse Podkolzine, se fuga qualcuno dei dubbi che gravitano su di lui) sono due nomi probabili, e anche con la #33 non sarebbe male portarsi a casa qualcuno attorno ai 2.10, anche se da raffinare o da irrobustire.

ATLANTA HAWKS
Scelte #6, #17, #34, #37, #42
Finalmente una squadra che si trova in una situazione semplice semplice, senza troppi dubbi amletici e necessità  impellenti: gli Hawks non hanno in mano niente, e hanno bisogno di tutto!

Hanno tante scelte, spazio di manovra salariale infinito ed un contrattone in scadenza nel 2005 (Henderson e i suoi 8 milioni) da utilizzare per eventuali
trades.

L'obiettivo principale è ovviamente l'enfant du pays Howard, per cui Atlanta è pronta a svenarsi: si parte, come detto, da una base d'asta composta da Terry e la #6, che però potrebbe non bastare (o meglio, se noi fossimo i Clips non basterebbe), ma gli Hawks sono disposti ad alzare il prezzo.

Attenzione, però, che potrebbe anche non essere necessario arrivare a tanto: se i Clippers passano Howard (e potrebbero benissimo farlo, visto che ci hanno abituati a strategie “originali”) ci sono concrete possibilità  che “l'atleta di Dio” arrivi fino a loro senza dover orchestrare alcuna trade, visto che i Bobcats non vogliono un liceale e Bulls e Wizards, quanto a lunghi provenienti dall'hi-school, “hanno già  dato” negli anni passati… sarebbe un clamoroso steal, perchè Howard vale ben più che la #6.

Per quanto riguarda le altre scelte (che sono parecchie) non c'è molto da dire: come detto, gli Hawks non hanno niente e quindi possono fare tutto, scambiarle oppure scegliere giocatori in qualunque ruolo, non ci sono pregiudiziali specifiche nè necessità  impellenti.

PHOENIX SUNS
Scelte #7
La situazione è rosea, e si presta a molteplici strategie: il nucleo di giovani (Marion, 'Mare, Johnson, Cabarkapa, Barbosa e Lampe, più l'arrivo prossimo venturo di Vujanic) è una base di lusso su cui poter costruire una grande squadra. Lo spazio libero nel cap è allettante anche se non immenso, ma la storia ci insegna che via FA si prendono ottimi giocatori, non i super-campioni che fanno la differenza… difficile che Kobe faccia eccezione.

Visto che in fondo ai Suns serve un top player, non un altro ottimo giocatore, è verosimile che la franchigia del deserto si muova per portarsi a casa un pezzo da novanta, mettendo assieme scelte e giocatori (ad esempio Marion, Joe Johnson e la #7 per TMac; può interessare?).

Se invece terranno la scelta, il nome da affiancargli è praticamente certo: Martynas Andriuskevicius, l'airone lituano che porta su di sè l'ingombrantissima etichetta “mi manda Arvydas Sabonis”. L'accordo pare esserci già , e prevede che Martynas venga lasciato un altro anno in Europa; se arriva fino alla #7, e se il suo agente non preferisce ritirarlo dal draft e puntare alle top three l'anno prossimo, è fatta.

TORONTO RAPTORS
Scelte #8, #39
L'anno scorso il draft è stato fantastico, portando in dote uno dal grandissimo futuro come Bosh. Quest'anno però è difficile che la magia si ripeta: a una ventina di giorni dal draft non c'è ancora un GM, non c'è l'allenatore, non c'è uno straccio di piano tecnico, tattico, societario da parte di chi schiaccia i bottoni.

In compenso la posizione al draft non è malvagissima, l'ottava scelta è ottima per poter scegliere uno dei prospettoni, sperando di azzeccare quello giusto: è difficile, ma se si pesca bene una frontline con la spettacolare efficacia del perticone Bosh, cui si aggiunga un centro che abbia centimetri e chili per fare davvero la voce grossa, possono fare la differenza.

I nomi? Sono i soliti: Podkolzine, Araujio, Biedrins, forse Ramos che però alla 8 è un po' stiracchiato, più qualche nome che potrebbe salire prepotentemente alla ribalta grazie ai workouts. C'è l'imbarazzo della scelta, e a dire il vero una scelta del genere avrebbe ancora più valore scendendo di qualche posizione, ma è difficile che qualcuno abbia interesse a pagare per salire alla #8, quando può prendere un giocatore equivalente più in basso.
Se nessuno dei lunghi in questione verrà  ritenuto degno di una scelta così alta, i Suns potrebbero provare una scommessa con Livingston, oppure andare con la “safe pick”: un esterno collegiale per avere finalmente una PG degna di questo nome, o da affiancare a Carter al posto dei deludenti Jefferies e Mo Peterson: Gordon, Childress, Iguodala, Harris, Jameer Nelson, fate vobis.

PHILADELPHIA 76ERS
Scelte #9
Philadelphia ha tanti dubbi, tanti problemi, un nuovo allenatore, una stella nel momento peggiore della sua carriera, ed una sola scelta. In buona sostanza non sarà  certo il draft a risolvere i problemi di una franchigia che deve ritrovare il vero Allen Iverson e sperare che O'Brien faccia qualche miracolo con una squadra vecchia, con poco talento, fisicamente malandata, col morale sotto i tacchi.

O'Brien non ama i liceali ed i prospettoni da aspettare per troppe stagioni: vuole qualcuno da poter inserire da subito nella rotazione, e chi non sa difendere forte lo lascia a marcire in panca; inoltre la sua prima priorità  (a prescindere dal ruolo) dovrebbe essere un grande atleta, perchè questa è probabilmente la squadra meno atletica della lega.

In base a tutti questi indizi l'obiettivo numero 1 sembra identificabile in Iguodala, anche se si dice che ci sia un notevole interessamento a Childress; inoltre un centro con una buona dotazione di centimetri e chili sarebbe una notevole addizione da accoppiare al dinamismo di Dalembert.

CLEVELAND CAVS
Scelte #10
I Cavs sono fin troppo talentuosi in tutti i reparti (anche se con alcuni grossi MA), e hanno ancora anni di gavetta davanti a sè prima di poter essere una contender per qualche traguardo importante ad Est. E' proprio la situazione ideale per pescare un liceale con molto upside o uno dei tanti lunghi giovani, per poterli sviluppare senza fretta e senza pressione: alla #10 ci sarà  solo l'imbarazzo della scelta in questo senso, gente come Jefferson, Josh Smith, Swift, Samardziski, Biedrins, Podkolzine e Ramos dovrebbe essere disponibile, e con un po' di fortuna potrebbe essere ancora in giro anche uno come Livingston (che coppia con James, due playmakers coi centimetri di un'ala piccola!).

Sembra però più probabile che Paxson preferisca una “safe pick”, un giocatore con meno upside ma in grado di essere affiancato da subito a 'Bron: un esterno che sappia dissuadere le difese avversarie dal mettere troppa pressione sul Prescelto (Childress), oppure una combo guard con tanti punti nelle mani, che faccia quello che Wagner non ha potuto e saputo fare (Jameer Nelson, Devin Harris).

Un tipo di scelta poco affascinante, ma che potrebbe portare ottimi dividendi nel breve termine e far fare subito un passo avanti ai Cavs, forse addirittura sufficiente per quel piccolo passo in più che li porti da subito ai playoffs (a quanto serva andare ai playoffs urgentemente e fare rapide brutte figure, anzichè far crescere con calma i giovani e accumulare scelte, è un altro discorso).

Resta comunque praticabilissima ed estremamente probabile l'ipotesi di una trade: i Cavs hanno un paio di giocatori col cartellino del prezzo appeso al collo da un bel po' di tempo a questa parte: per motivi differenti Wagner, Ilgauskas e Diop sono stati offerti a mezzo mondo, per portarsi a casa qualche giocatore solido in cambio di grandi potenzialità  ancora inespresse (Wagner e Diop), centimetri e mani educate (Ilgauskas): un pacchetto con uno o più di questi giocatori e la scelta potrebbe convincere squadre con scelte più succose a scendere di parecchie posizioni (e forse potrebbe essere abbastanza per arrivare addirittura alla #2 o alla #1).

Se c'è la possibilità  di sfoltire il roster e portarsi a casa uno dei pezzi da novanta (Okafor o Howard) potrebbe essere la cosa migliore da fare.
Altrimenti si potrebbe lasciar perdere il draft, e utilizzare lo stesso pacchetto per arrivare a qualche giocatore NBA già  affermato ed in grado di dare subito un serio contributo.

GOLDEN STATE WARRIORS
Scelte #11
Proprio quando sembravano poter iniziare a sfatare la nomea di franchigia-barzelletta, eccoli ripiombare nell'anonimato e nel limbo delle squadre con un buon talento di base, ma troppe voragini tecniche e tattiche per poter sperare a qualcosa di più che una stagione con tanta infamia e pochissima lode nei bassifondi della Western.

Via St.Jean, via Musselman, quasi sicuramente via Foyle e Dampier, forse via anche Van Exel (questo a dirla tutta sarebbe un bene), i Warriors rischiano di trovarsi con Richardson, Murphy, Pietrus, Dunleavy e nient'altro, oltre ad un buon spazio salariale senza nessuno che voglia andare ad Oakland.

Non c'è molto da dire: i ruoli di guardia e ala sono già  affollati di prospetti a cui bisogna trovare minuti per farli crescere, quindi è verosimile che arrivi una PG o un centro.

Uno come Jameer Nelson potrebbe mettere su un backcourt elettrizzante e pirotecnico con JRich, e sarebbe una scelta in linea con la tradizione di Golden State: tantissimo, spettacolare fumo a nascondere un arrosto rinsecchito e avvizzito.

SEATTLE SONICS
Scelte #12, #35, #41
Per l'ennesima volta i Sonics si presentano al draft alla disperata ricerca di un centro degno di questo nome, ma una volta tanto c'è solo l'imbarazzo della scelta: Podkolzine e Ramos potrebbero finalmente rispettare l'identikit del giocatore fisicamente dominante che questa franchigia, storicamente, non ha mai visto nemmeno dipinto (in ogni caso si tratterebbe di un sostanziale passo avanti rispetto ai McIlvaine, ai James e ai Potapenko); però sono giocatori grezzissimi, dal futuro molto nebuloso, e “Ray of Light” Allen ha già  iniziato a mugugnare: va bene puntare al quercione a centro area, ma questo signore ha già  29 anni e il contratto in scadenza al termine della stagione '04/05, quindi o gli si fa vedere che questa squadra può vincere a breve termine o le valigie sono già  pronte.

Non aiuta i Sonics il fatto che trattenere “Bones” Barry sarà  difficile, e questo aggiungerebbe alla cronica voragine nel pitturato anche un notevole buco fra gli esterni. Non stupitevi quindi se con la #12 arriva un esterno che sappia già  il fatto suo (ad esempio Childress o Iguodala, se ancora disponibili).

In verità  si potrebbero benissimo aggiungere esterni solidi con le scelte di secondo giro (West, Snyder, Duhon, Sato, Martin, Paulding solo per menzionarne alcuni), mentre l'opportunità  di poter prendere un vero dominatore del pitturato (anche se solo potenziale) è troppo ghiotta.

PORTLAND TRAIL BLAZERS
Scelte #13, #23, #46
I Blazers sono una squadra in ricostruzione, quindi non possono che puntare al miglior giovane disponibile; la depth chart è già  ricca di talenti giovanissimi da far crescere con comodo, quindi la soluzione migliore sarebbe utilizzare la #13 su un liceale (scelta peraltro in linea con gli ultimi draft): Jefferson, Swift, Josh o JR Smith; forse addirittura Bassy Telfair, casomai faccia il più grande errore della sua vita non scegliendo di farsi almeno un annetto alla corte di Pitino.

Seguendo lo stesso ragionamento, dopo il ragazzino americano con la #13, potrebbe essere un bel colpo approfittare della #23 per portarsi via il migliore fra i tanti ragazzini europei che sia scivolato fino a qua: Samardziski alla #23 potrebbe rivelarsi un clamoroso steal, ma anche i vari Perovic, Omerhodzic e Khryapa potrebbero essere coltivati con calma.

Oppure si potrebbe invertire l'ordine dei fattori, e pescare un europeo con la prima scelta migliore (Podkolzine o Monya) e un liceale con l'altra (Aldridge, Dorell Wright).

Infine ci sono voci insistenti secondo cui, dietro alla scelta di Kirk Snyder di cancellare i suoi workouts con Jazz e Nuggets, ci sarebbe un accordo fra il giocatore ed i Blazers.

UTAH JAZZ
Scelte #14, #16, #21
Nessuna squadra NBA affronta quest'estate con prospettive più rosee di quelle dei Jazz: la squadra è giovanissima, ha già  un giovane franchise player in Kirilenko ed un allenatore fra i migliori della lega, se non il migliore, che le assicura un impianto di gioco collaudato ed affidabilissimo. In più ci sono valanghe di dollari da spendere in free agents, e addirittura tre succosissime prime scelte: una in lotteria e due poco dopo, clamorosamente scippate a squadre in difficoltà  col cap.

Le potenzialità  sono semplicemente infinite, perchè in un draft in cui la quantità  di talento medio è pari solo al numero di incognite, avere la #4 o la #13, la #10 o la #21, fa veramente pochissima differenza.

O'Connor può semplicemente stare alla finestra, vedere come si muovono gli altri, e poi mettersi in saccoccia i tre migliori prospetti ancora disponibili: l'obiettivo dichiarato è Araujo, che fra i mormoni è di casa ed è un signor lungo, ma il suo valore sta salendo rapidamente e alla #13 potrebbe non esserci già  più.

La posizione dei Jazz è inoltre ideale per fare qualche scommessa: squadre che scelgono prima, ma hanno una prima scelta non esaltante e molti dubbi su chi puntare (ovvero praticamente tutte, a parte Magic e Clippers) “passeranno” prospetti talentuosissimi ma troppo rischiosi (Telfair) o giocatori solidi ma con meno upside (Childress); avere tre scelte di quel livello è invece la situazione migliore per prendere il miglior giocatore disponibile senza paura di eventuali “bust”: la legge delle probabilità  ci dice che, anche segliendo a casaccio fra i giocatori più quotati ancora liberi, buttare via tutte e tre le scelte è praticamente impossibile!

Oltre ad Araujo va quindi bene quasi chiunque: Ramos, Monya (che con Kirilenko formerebbe una coppia strepitosa “dalla Russia con furore”), Telfair, Nelson, Humphries, i liceali, i lunghi dell'Est…

Oppure il GM dei Jazz potrebbe anche decidere di sacrificare la quantità  alla quantità , ed offrire una o più scelte e un po' di sollievo salariale per salire di alcune posizioni: anzi, si potrebbe salire anche di parecchie scelte, perchè in un draft in cui tutti vogliono scendere, chi va controcorrente ha il coltello (o meglio, la legge della domanda e dell'offerta) dalla parte del manico.

Saranno l'ago della bilancia di questo draft, tutte le squadre insoddisfatte della propria situazione prima o poi si rivolgeranno a loro, ci sono tutte le premesse per continuare nella costruzione di una squadra formidabile.

BOSTON CELTICS
Scelte #15, #24, #25, #40
La situazione dei biancoverdi è simile a quella dei Jazz, ma ad un livello qualitativamente molto inferiore: anche loro hanno tre scelte, ma peggiori di quelle di Utah; anche loro hanno un buon nucleo giovane, ma con tantissime incognite; anche loro hanno un franchise player su cui contare ad occhi chiusi, ma il loro è reduce da una brutta stagione ed è di pessimo umore; in più la coppia GM-Coach ha grande pedigree e grandi potenzialità , ma deve dimostrare ancora tutto.

Con tre prime scelte e tanti giocatori interessanti a roster c'è comunque il materiale per combinare qualcosa di buono, anche se il lavoro da fare per trasformare questa squadra in una potenza dell'Est è ancora tantissimo. Inoltre i Celtics negli ultimi anni si sono messi in luce scegliendo quasi sempre bene, salvo poi non avere sufficiente pazienza per far crescere i propri virgulti… non il biglietto da visita ideale.

Le opzioni a disposizione di Ainge sono parecchie: se tiene le scelte è verosimile che punti ad una PG con la scelta #13: Jameer Nelson potrebbe essere ancora a disposizione, in molti “vedono” Telfair al Garden, ma considerando i dubbi che il ragazzo porta con se', e la tradizionale impazienza di cui si parlava prima, si tratterebbe di una scelta ad altissimo rischio. Un altro giocatore che viene accostato con estrema frequenza ai Celtics è Dorell Wright, di cui si dice che i biancoverdi siano letteralmente innamorati.

Per quanto riguarda le due scelte successive è verosimile che i principali indiziati siano due lunghi con upside: circolano con insistenza voci secondo cui gli obiettivi prioritari sarebbero i liceali Swift e Jefferson.

Va però detto che sono altissime le probabilità  che Ainge utilizzi le scelte e i giocatori a sua disposizione per fare qualche stravolgimento: un pacchetto con gente come Welsch, Perkins o Ricky Davis più scelte potrebbe interessare a parecchi, sia in cambio di scelte più nobili che in cambio di giocatori solidi; Ainge si sta già  muovendo in tal senso, i Wolves hanno rifiutato in questi giorni una proposta di questo genere relativa a Wally Szczerbiack.

NEW ORLEANS HORNETS
Scelte #18, #44
Gli Hornets hanno bisogno di gioventu', talento ed atletismo in SG e SF: Augmon, Lynch e Wesley sono logori ed al lumicino, Mashburn è in rotta con tutto e con tutti, Courtney Alexander viene da un tremendo infortunio e non si sa se tornerà  il giocatore di prima (che comunque non era proprio una certezza). Alla 18 ci saranno moltissimi esterni di grande talento fra cui scegliere, non resta che decidere se è meglio un liceale con tremendo upside ma tutto da sgrezzare (J.R. Smith, Dorell Wright) oppure un giocatore più educato (Luke Jackson).

MIAMI HEAT
Scelte #19, #47, #53
L'anno scorso il draft è stato semplicemente trionfale grazie a Dwayne Wade, che Riley ha definito “il miglior giocatore che io abbia mai draftato” (e non è che lui non abbia draftato dei bei personaggini, ad esempio Worthy). Quest'anno ovviamente un exploit del genere non dovrebbe ripetersi, ma ci sarà  comunque la possibilità  di aggiungere un tassello importante alla squadra: quasi sicuramente si tratterà  di qualcuno sopra i 2.10, perchè dai tempi di Mourning non c'è più stato uno straccio di centro a Miami, e dovrebbe ancora esserci qualcosa di molto interessante alla 19, o liceali o giocatori non-Usa.

I nomi sono sempre quelli (Ramos su tutti, la diciannovesima scelta sarebbe una posizione ideale per giocarsi un scommessa su di lui), un'idea ormai dovreste esservela fatta.

Da non sottovalutare la possibilità  che Riley decida di usare la scelta per “invogliare” qualcuno a portarsi via Eddie Jones, il suo contrattone mostruoso e il suo bastimento carico di rimpianti e di “what if…”.

DENVER NUGGETS
Scelte #20
I Nuggets sono in una situazione analoga a quella degli Heat: il draft fondamentale per il futuro della franchigia era quello dell'anno scorso, e diciamo che malissimo non è andata.

La squadra ha giocato un gran campionato e dei grandissimi playoffs, quest'estate sarà  molto impegnativa, ma non tanto per quel che riguarda chi prendere al draft, che rappresenta una scelta tutto sommato marginale: molto più importante sarà  stabilire il futuro di Marcus Camby e quello di Bzdelik, continuare nello sviluppo dei giovani virgulti senza montarsi la testa, rifirmare un paio di prospetti al giusto prezzo (Andersen, White) e soprattutto muoversi bene nella free agency: il mercato estivo potrebbe portare nel Colorado giocatori interessantissimi (Brent Barry è l'indiziato numero uno; con la sua esperienza, le mani educatissime e l'intelligenza tattica sarebbe il complemento tattico ideale per Melo).

Alla fin fine alla 20 sarà  ancora disponibile di tutto, e va bene un po' di tutto: un liceale made in Usa da sgrezzare, un giovane lungo europeo da irrobustire e abituare alla vita NBA, un collegiale sceso un po' più in basso del dovuto perchè con meno upside rispetto ai prospettoni, ma in grado di fornire da subito un contributo sostanzioso.

NEW JERSEY NETS
Scelte #22, #51
L'estate dei Nets sarà  tribolatissima e piena di spunti di discussione e di questioni da dirimere: c'è da valutare il futuro della franchigia, c'è la delicatissima questione del rinnovo contrattuale di Martin (non vale il massimo salariale, ma qualcuno che glielo offre lo troverà  di sicuro), c'è Kidd, il suo contratto lunghissimo ed i suoi problemi fisici e non.
Più in generale c'è una squadra che è un gradino sotto alle due grandi dell'Est, ha un payroll mostruoso, ha un upside molto vicino allo zero assoluto e dovrà  affrontare tutte le questioni relative al probabile trasferimento a casa di Jay-Z.

I problemi e le questioni come si vede sono tali e tante da far passare in secondo piano la scelta al draft, che non cambierà  certo la vita della franchigia. Però si potrebbe comunque combinare qualcosa di buono, perchè alla 22 i migliori prospetti, quelli con il potenziale più intrigante, dovrebbero essere tutti andati… però rimarranno quasi sicuramente a disposizioni giocatori con meno “hype”, meno upside, ma più conosciuti, più solidi, che potrebbero essere una bella addizione: inserire uno come Luke Jackson rappresenterebbe una immediata iniezione di talento ed un buon miglioramento nelle potenzialità  complessive della squadra; un'altra possibilità  è che puntino al miglior atleta ancora in circolazione fra le guardie, per accentuare ulteriormente la vocazione contropiedista e rendere la vita impossibile a chi deve già  inseguire in campo aperto Jefferson e Martin.

Non dimentichiamoci inoltre che è probabile che nel 2004/05 vesta la maglia dei Nets anche Nenad Krstic, il versatile Yugoslavo scelto l'anno scorso, rendendo meno pressante la ricerca di un lungo.

SACRAMENTO KINGS
Scelte #26, #48
Questa squadra non è più giovanissima, ma ha almeno due giocatori solidi e difficilmente scalzabili da un rookie in ognuna delle cinque posizioni della depth chart (quando si parla di Kings, la “chart” ha più “depth” che mai): la situazione ideale per scegliere un prospetto a lungo termine e farlo crescere con calma e giudizio dietro ai titolari. In particolare ci potrebbero ancora essere in giro lunghi europei con buone potenzialità , cui somministrare le ultime pillole di saggezza di Zio Vlade: i Kings hanno una lunga tradizione di scelte spese su giocatori europei, quindi non ci sarebbe niente di inatteso. Potrebbe anche interessare un liceale o un freshman, magari un #4 che possa imparare qualche bella giocata alla corte di CWebb.

LOS ANGELES LAKERS
Scelte #27, #58
Come al solito a Hollywood il nome di chi prendere al draft è l'ultimissimo degli argomenti di discussione, e quest'estate non farà  eccezione: il triangolo Kobe-Jackson-Shaq fornirà  una quantità  incredibile di grane per Kuptchak e Buss, ci saranno decisioni pesantissime da prendere e poco tempo per pensare a quale giovincello sarà  destinato a fare panca e giocarsi i minuti di garbage time con i rookies dell'anno scorso, Fox e Horace Grant. Per tradizione i Lakers puntano sempre su giocatori in grado di contribuire subito, piuttosto che su prospetti a lungo termine (anche se non si capisce bene perchè, visto che poi sono destinati comunque a marcire in panca per almeno due stagioni): i nomi più frequentemente accostati ai gialloviola sono quelli di Ryan Gomes e Harrison, che non sarebbero un brutto affare alla 27, ma potrebbero interessare anche giocatori come Humphries o Donta Smith.

SAN ANTONIO SPURS
Scelte #28, #52, #57
Le scelte a cavallo fra la fine del primo e l'inizio del secondo giro del draft tradizionalmente contengono poca sostanza, con qualche rara gemma sparsa qua e là  di incredibile valore: proprio gli Spurs hanno una lunga tradizione come “cani da tartufo” in questa situazione, quindi tenete attentamente d'occhio la prima scelta degli ex campioni. Vujacic, Slokar, Ukic, Harrison, Khryapa sono possibili soluzioni.

TUTTE LE ALTRE
PACERS (#29, #60): sono la squadra con la rotazione più profonda della lega, quindi hanno la possibilità  di scegliere veramente chiunque e aspettare con calma che possa produrre qualcosa di buono; tradizionalmente puntano molto su giocatori dal grande talento ma con qualche “ma” di troppo nello scouting report, preferibilmente made in Usa. L'identikit sembra calzare decisamente a gente come Harrison (l'indiziato numero 1, ma è difficile che arrivi fin qua), Gomes, Donta Smith, Kevin Martin, Roberts.
KNICKS (#43): Isiah Thomas è sempre pronto a mosse pirotecniche e grandi stravolgimenti, ma con la quarantatreesima scelta non c'è molto materiale per fare mosse a sorpresa. I Knicks hanno bisogno di atletismo e rimbalzi, sceglieranno il migliore atleta disponibile o quello con più centimetri e più duro sotto canestro. Se il coreano Ha scende così in basso potrebbero farci più di un pensierino, altri papabili sono Varejao o Splitter (difficile però che siano disponibili a questo punto del draft), oppure Petro, Chris Garnett, Slokar, Lamizana.
BUCKS (#45) GRIZZLIES (#49) MAVERICKS (#50) PISTONS (#54) ROCKETS (#55) TIMBERWOLVES (#58): Quando queste squadre sceglieranno, per la prima e unica volta, non ci saranno più a disposizione giocatori in grado di fare la differenza; cercheranno di pescare qualcuno di decente in quel magma di giocatori che puntano a fare la squadra in qualche modo (vuoi con le scelte-spazzatura del draft, vuoi da undrafted FA), e solo in secondo luogo pensano a quale possa essere la loro carriera NBA.

Storicamente però ci riescono più facilmente quelli non scelti (l'anno scorso Marquis Daniels), piuttosto che quelli che sono andati via oltre la #40: è il regno delle sorprese, degli illustri sconosciuti, dei “fenomeni parastatali”.

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