Jim Calhoun: 32 anni come capo allenatore!
In coincidenza della March Madness sono stati scelti i nuovi membri della Hall of Fame che saranno introdotti quest'anno, e più di qualche osservatore non ha potuto fare a meno di rimarcare l'assenza negli eletti di Jim Calhoun. La mancata nomina è risultata ancora più vistosa perché è coincisa con la vittoria del titolo nazionale di UConn, che dovrebbe perlomeno garantirgli l'ingresso l'anno prossimo.
E' sufficiente una sguardo alla carriera di Calhoun per rendersi conto delle credenziali impeccabili che presenta: 680 vittorie in 32 anni come capo allenatore, 248 a Northeastern (piccolo college di Boston) dal 1972 al 1985 e 432 a Connecticut; 5 partecipazioni al torneo NCAA a Northeastern e 12 a UConn con le vittorie nel NIT nell'88 e di due titoli nazionali, nel 1999 e quest'anno.
Attualmente è al diciottesimo posto come vittorie in carriera, subito dietro coach K, ed è probabile che guadagnerà ancora parecchie posizioni: ha infatti dichiarato prima della finale di non avere la minima intenzione di ritirarsi a breve e di non essere appagato di quanto raggiunto fino ad oggi, anzi il desiderio di vincere e le motivazioni sono più vive che mai.
E non è difficile rendersene conto osservandolo durante le partite: mai seduto, sempre avanti e indietro lungo la linea laterale, il solo sguardo trasmette un'intensità che non può lasciare indifferente nemmeno il più apatico dei giocatori; è noto quanto odi le sconfitte e quanto sia esigente nel richiedere sempre il massimo impegno da tutti, dalla stella della squadra all'ultimo assistente dello staff. Basta poi pensare a come reagì al tumore alla prostata diagnosticato l'anno scorso: Calhoun chiese di essere operato immediatamente, e nel giro di poche settimane era di nuovo in palestra.
Da un punto di vista tecnico il suo marchio di fabbrica è la difesa pressing a metà campo (e non poteva essere altrimenti per un coach così intenso ed esigente, non poteva certo accontentarsi di una "zonetta" alla Syracuse".).
Ancora più rimarchevole è l'aver costruito e consolidato quasi dal nulla in una cittadina semisconosciuta come Storrs un programma che non ha nulla da invidiare ai più blasonati, oltretutto in una regione come il New England che non aveva tradizioni particolari nel college basket. Il numero di giocatori approdati nella NBA o comunque che hanno proseguito la carriera nel basket professionistico è impressionante, basti citare Ray Allen, Richard Hamilton, Donyell e Donny Marshall, Scott Burrell, Rod Sellers, Doron Shaefer, Jake Voskuhl; e già altri sono pronti ad aggiungersi al gruppo, a partire da Okafor e Gordon, per finire con l'impressionante talento del freshman Charlie Villanueva.
E un'altra prova di quanto sia stato valido il lavoro di Calhoun la si è avuta proprio al termine della finale, quando ben 19 ex giocatori degli Huskies presenti alla partita hanno partecipato alla fetsa dopo la consegna del trofeo, un indice di quanto sia profondo il legame che coach Calhoun ha saputo creare.
Non bisogna dimenticare che in questi 22 anni gli Huskies non sono incorsi in particolari problemi con la NCAA, e ricordare quanto ha fatto il "rivale" (o presunto tale) Geno Auriemma con le ragazze: da anni oramai UConn è il programma leader a livello di college in campo femminile, e proprio ieri hanno conquistato il titolo nazionale per una doppietta senza precedenti e che ha dell'incredibile se si pensa all'equilibrio che regna oggigiorno.
Per quanto riguarda la stagione testé conclusa, Calhoun è riuscito a superare alcuni momenti difficili tra gennaio e febbraio, portando la squadra al massimo della condizione proprio in marzo (occorre ricordare che gli Huskies hanno vinto anche il torneo della Big East praticamente senza Okafor). Erano i favoriti a novembre ma non è stato certo facile arrivare in fondo, considerando la pressione che li ha sempre accompagnati. E anche se apparentemente non ci darà grande peso, è molto probabile che Jim Calhoun stia già pensando al discorso per la introduzione nella Hall of Fame…