Raymond Felton sconsolato osserva il tabellone: la stagione di UNC è finita…
La stagione di North Carolina si è conclusa al secondo turno del torneo NCAA contro Texas; una sconfitta secondo pronostico, ma che ha rappresentato seppure in soli 40 minuti gli alti e bassi dell'annata dei Tar Heels. Dopo un primo tempo equilibrato, ecco il blackout in attacco di inizio ripresa con Texas che va sopra di 13, la rimonta ed il finale punto a punto, il tiro del potenziale pareggio sbagliato da McCants.
E proprio l'ennesima sconfitta di misura è stata la costante negativa di tutta la stagione. Delle 11 sconfitte infatti solo quella contro Clemson è stata netta, mentre nelle altre partite UNC è uscita battuta solo nell'ultimo minuto o addirittura secondo. E se errare è umano, è altrettanto noto che perseverare è diabolico: ripetute sconfitte nei finali sono il segno del principale limite dei Tar Heels, la discontinuità di rendimento, non solo tra una partita e l'altra ma anche nell'arco della stessa partita. UNC così si è trovata a giocarsi fino alla fine partite che avrebbe dovuto chiudere prima, con risultati spesso negativi.
In un bilancio finale, chi vede il bicchiere mezzo vuoto ha validi argomenti da portare oltre a quelli citati: nessun titolo nella ACC, niente approdo alle Sweet 16, che erano una costante quasi matematica ai tempi di Dean Smith.
Ma a chi invece vede lo stesso bicchiere mezzo pieno non mancano motivi di soddisfazione: la permanenza nelle Top 25 per tutta la stagione; un bilancio di 8-8 nella ACC tutt'altro che disprezzabile vista la qualità della conference; alcune vittorie importanti come quella contro l'allora n.1 del ranking UConn e la tenacia dimostrata dalla squadra in tutte le gare; l'ottimo lavoro svolto da coach Roy Williams nel ricreare fiducia a Chapel Hill dopo la disastrosa conclusione della gestione Doherty (record di 8-20 che è solo un indice di quanto tesa fosse la situazione nel campus).
Alla fine, come in molti casi della vita, la ragione probabilmente sta' nel mezzo: i Tar Heels 2003/04 erano certo una buona squadra con molto talento (il quintetto base con Felton, McCants, Williams, Manuel e May non è inferiore a molti negli States), ma con una panchina cortissima ed un solo lungo di stazza, Sean May.
Coach Williams si è trovato a dover utilizzare a lungo nel ruolo di ala forte gente ben sotto i 2,00 m. come David Noell; il risultato è stato un gioco troppo perimetrale che come si sa è molto più soggetto ad alti e bassi nel corso della partita. Importante poi ricordare innanzitutto che l'esperienza di post-season di questo gruppo era quasi nulla, e poi che il cambio di allenatore e filosofia tattica non è certo così semplice e immediato da assorbire, specie dopo il caos dell'anno scorso.
Le prospettive per il futuro sono più che buone: i tre sophomore McCants, Felton e May hanno fino ad oggi dichiarato l'intenzione di tornare per la stagione da junior, anche se le sirene della NBA sono decisamente suadenti ed insistenti; se il trio manterrà le promesse, North Carolina ha già un posto garantito nella top ten per la prossima stagione.
In più non ci sono senior in uscita e si preannuncia un buon gruppo di freshman, guidato dalla quotata ala forte Marvin Williams, in grado di rinforzare il reparto dei lunghi.