Per Dedrick Finn 5/7 da 3 contro i Bulldogs, incluso un tiro da metà campo…
A differenza degli altri, il secondo turno nel bracket di Atlanta è iniziato senza sorprese. A Raleigh Duke ha fornito una notevole dimostrazione di forma, superando senza problemi Seton Hall per 90-69. Partita con i Blue Devils sempre in controllo, con il primo tempo chiuso sul 42-28 ed il break conclusivo ad inizio ripresa che li porta in fretta sopra di 20 punti.
Grande protagonista è stato J.J. Redick: la guardia tiratrice era reduce da un periodo difficile con percentuali molto basse (34% dal campo nelle ultime 9 partite prima del torneo, e non casualmente Duke aveva subito tre sconfitte). Redick però sembra aver ritrovato precisione e fiducia, segnando i primi 4 tiri e realizzando 17 dei suoi 21 punti nel primo tempo. Ovviamente il tiro da fuori ha facilitato il lavoro dei lunghi, con Luol Deng, Shelden Williams e Shavlik Randolph che hanno controllato l'area pitturata.
Oltre ad un attacco efficiente Duke ha mostrato una difesa più che preparata; i Pirates hanno titrato col 42% e Chris Duhon, pur se alle prese con dolori alle costole che ne hanno limitato la pericolosità offensiva, ha quasi annullato Andre Barrett: il play tascabile leader offensivo di Seton Hall è stato costretto ad un modesto 4-11.
A fine partita Coach K era più che soddisfatto della prova dei Blue Devils, condita dalla settima apparizione consecutiva alle Sweet 16. Per i Pirates coach Louis Orr ha ammesso che la sofferta vittoria al primo turno contro Arizona ha almeno in parte "svuotato" i suoi di energie fisiche e mentali.
A Denver Texas ha mantenuto fede al seeding che la vedeva favorita come n.3 contro la n.6, ossia North Carolina. La partita era probabilmente la più quotata del bracket come pedigree cestistico ed ha tenuto fede alle aspettative. Il primo tempo si gioca a ritmi elevatissimi, con i Longhorns avanti 44-39 alla pausa.
Nel secondo Texas piazza nei primi 5 minuti il break che poi risulterà decisivo, andando sul 57-44. I Tar Heels rimontano rapidamente, riducendo il margine più volte a 4 o 5 punti, ma non riescono mai a raggiungere Texas. Nell'ultimo minuto UNC arriva fino a -3 e Rashad McCants ha in mano il tiro del pareggio allo scadere, ma ne viene fuori un airball che sancisce la vittoria di Texas per 78-75.
Leggendo il tabellino si capiscono subito le chiavi del successo dei Longhorns: 34 punti dalla panchina, 11 giocatori a referto, 36 punti da sotto. In pratica Texas è riuscita a giocare la sua pallacanestro, ossia ritmo elevato in difesa ed attacco e palla dentro con continuità . Dall'altra parte ottime prove di McCants e Jawad Williams (rispettivamente 27 e 17 punti), ma apporto quasi nullo di Sean May dentro l'area e panchina ininfluente. Per i Longhorns è pronto il biglietto per Atlanta, per UNC e coach Roy Williams un mesto ritorno a Chapel Hill.
Ma il vero divertimento doveva ancora iniziare: a Orlando gli Xavier Musketeers piazzavano la sorpresa più grossa del bracket eliminando la seconda testa di serie, i Mississippi State Bulldogs, per 89-74.
Eppure l'avvio era stato più che promettente per i vincitori della SEC, un 23-13 che avrebbe potuto mettere in soggezione Xavier. Ma nelle ultime due settimane non c'è probabilmente una squadra più calda negli States dei Musketeers: prima il sorpasso all'intervallo sul 34-33, con un canestro a fil di sirena da metà campo di Dedrick Finn, quindi un secondo tempo memorabile, con percentuali quasi irreali per partite di tale importanza.
Alcuni numeri sono più che eloquenti: massimo in carriera per Chris Chalmers (31 punti, 11-14 dal campo e 4-4 nelle triple), 22 per Finn (con 5-7 nelle triple), 13 per il freshman Justin Doellman con alcuni canestri tagliagambe, 13-19 di squadra nelle triple. Da non dimenticare l'ottima prestazione dei lunghi, in grado di fare partita pari contro i più quotati rivali.
I Bulldogs riuscivano a restare in partita fino a 3 minuti dal termine prima di arrendersi alla pioggia di canestri da ogni dove, ma è difficile dire quale altra squadra avrebbe saputo sopravvivere ad una prestazione offensiva come quella di Xavier. Di certo le prestazioni sotto media dei leader Timmy Bowers e soprattutto Lawrence Roberts (15 e 11 punti rispettivamente) non hanno favorito la rimonta di Mississippi State.
L'ultimo biglietto per Atlanta è stato staccato da Illinois, che ha superato con imprevista facilità Cincinnati per 92-68. Partita a senso unico, con gli Illini che prendono subito il largo e non permettono ai Bearcats di entrare mai in partita; all'intervallo è 49-33, il secondo tempo è senza storia.
Prestazione al limite della perfezione per Illinois, e anche qui qualche cifra è più utile di mille parole: 64% di squadra dal campo e 11-19 da tre, 31 punti e massimo in carriera per Deron Williams (con 6-8 nelle triple per gradire), 22 punti per Roger Powell, 14 punti e 8 assist per Dee Brown. Per Cincinnati e coach Huggins l'ennesima mesta uscita dal torneo, mentre Bruce Weber non può certo lamentarsi della sua prima stagione sulla panchina di Champaign.