Il caso A-Rod

Rodriguez durante l'intervista rilasciata ad ESPN

Il volto pulito del baseball professionistico americano in pochi giorni si è sporcato della peggiore delle macchie, il doping.

Alex Rodriguez, fuoriclasse dei New York Yankees, 12° posto nella classifica dei fuoricampisti di tutti i tempi con 553 fuoricampo a suo attivo, è risultato essere fra un gruppo di 104 atleti che nel 2003 non hanno superato il test dell'antidoping.

I suoi straordinari record che da anni facevano esultare i fan di tutto il mondo, piombano in un abisso fatto di discussioni, dubbi e incertezze.
In pochi giorni si è cancellata quella che, fino a qualche settimana fa, era una seria ipoteca per un posto tra gli Hall of Fame del baseball mondiale.

La vicenda che ha vissuto il baseball americano nelle ultime settimane è cominciata con la dichiarazione di Selena Roberts reporter di Sport Illustrated, sulla positività  del test effettuato su Alex Rodriguez.

Le fonti di tale informazione non sono state ancora rese note e non è detto che lo saranno mai come i nomi degli altri 103 atleti che non hanno passato il test.

Sport Illustrated si è fatto carico di pubblicare l'articolo con i dettagli di questa toccante rivelazione.
Il campione americano ha dimostrato il massimo della correttezza morale raccontando tutto in due diverse dichiarazioni.

Una prima uscita durante un'intervista tenuta da Peter Gammons di ESPN ed un secondo momento all'inizio dello spring training in conferenza stampa a cui erano presenti anche i suoi compagni di squadra.

Con Peter Gammons, A-Rod ha confessato di aver usato sostanze anabolizzanti dal 2001 al 2003 mentre militava nella squadra dei Texas Rangers. Un A-Rod visibilmente turbato per le azioni commesse, ha cercato di trovare le parole giuste per descrivere le motivazioni che lo hanno spinto a commettere quello che ha definito come un inaccettabile errore di gioventù.

Alex ha infatti dichiarato che al suo arrivo nei Rangers sentiva una pressione eccessiva e che voleva dimostrare che i soldi del suo contratto fossero all'altezza delle aspettative. Questo stress unitamente alla sua inesperienza e al desiderio di essere il migliore lo hanno spinto ad assumere sostanze di una non nota provenienza.

Sotto le telecamere di ESPN molti dettagli sono stati rinviati, particolarmente in merito al tipo di sostanza assunta e alla frequenza delle assunzioni della stessa.

Dettagli ben più profondi sono invece venuti fuori durante la seconda dichiarazione pubblica avvenuta all'inizio dello spring training in Florida, dove A-Rod ha dichiarato che suo cugino, il cui nome Yuri Sucart verrà  reso pubblico solo successivamente, con una periodicità  quindicinale gli iniettava una sostanza chiamata Primobolan o anche detto "boli" e che tale sostanza, proveniente dalla Repubblica di Santo Domingo e non legale, gli è stata iniettata per almeno sei mesi a stagione.

Il "boli", ha dichiarato il terza base dei New York Yankees, gli dava un qualche senso di maggiore forza.

La sostanza in questione sembrava essere un noto stimolante anabolizzante capace di mascherare l'effetto dell'incremento della massa muscolare a vantaggio comunque di un incremento della forza e della capacità  reattiva.

Durante la conferenza stampa c'è stato un innegabile momento di commozione da parte di Rodriguez , poco prima di ringraziare i suoi compagni di squadra.

Compagni che, con il giusto atteggiamento critico, non negando l'errore commesso dalla star, lo hanno sempre sostenuto e lasciato nella giusta tranquillità  di spogliatoio necessaria per affrontare la prossima impegnativa stagione di baseball.

Le dichiarazioni di Rodriguez hanno letteralmente spaccato in due l'opinione dei fan americani, fortemente divisi nelle fazioni a favore, pronti a riaccettare il campione americano e chi invece, forse già  spinti da un sentimento sfavorevole nei sui confronti, pronti a cancellare ogni suo record e relegargli un posto di spettatore.

Roy Oswalt, stella della rotazione Texana di Houston, ha dichiarato pubblicamente di essersi sentito imbrogliato da Arod, ritenendosi personalmente attaccato anche da un punto di vista economico per aver subito battute valide da un giocatore in evidente stato di vantaggio prodotto dall'anabolizzante.
Jamie Moyer partente dei campioni in carica dei Philadelphia Phillies ha rilasciato, incredulo per quanto accaduto, dichiarazioni negative sul suo ex compagno di squadra dei Mariners.

Derek Jeter, carismatico leader della squadra di New York e profondo amico di Rodriguez ha mostrato il suo disappunto verso il messaggio che si è dato negli ultimi anni in merito all'era degli steroidi che sta colpendo il baseball professionistico e molti sport di vetrina americani.

Derek, a più ripetute, ha affermato che il messaggio trasmesso è quello di far credere che tutti gli sportivi americani, chi in misura maggiore e chi in misura minore, abbiano fatto uso di sostante dopanti. Messaggio chiaramente errato.

Di contro Alex, ha dichiarato di non aver mai fatto uso di sostanze dopanti da quando è con i New York Yankees, con un contratto da più di 270 milioni di dollari per dieci anni con incentivi sostanziali fino ad un raggiungimento massimo di 330 milioni di dollari nel caso in cui il campione americano avesse battutto il record di fuori campo di tutti i tempi con la casacca degli Yankees.

Non sono state fatte dichiarazioni in merito alla validità  dei suoi record, quindi tutto resta ancora in piedi fino a nuova comunicazione dell'alto commissario per le operazioni della lega americana, Bud Selig.

Alex Rodriguez ha dimostrato con le parole di essere visibilmente affranto per quanto fatto nel passato e non tende ad autogiustificarsi nel modo più assoluto, ma si augura che la nuova stagione possa portarsi dietro tutte le negatività  del momento.

In molti si sono espressi con toni piuttosto duri nei confronti del terza base degli Yankees, ma fra tutte le voci ci sono stati tanti che hanno compreso che tutti possono commettere degli errori nella vita, ma che è necessario guardare avanti e avere una seconda possibilità .

Non c'è dubbio che Alex avrà  una seconda possibilità , come altri prima di lui l'hanno avuta.
Sotto queste accuse ci sono stati altri grandissimi nomi quali Jason Giambi, McGwire e lo stesso detentore del primo posto della classifica dei fuori campi Barry Bonds.

Nel suo primo giorno di spring training Alex, accolto comunque in maniera positiva dai tifosi, ha battuto un fuori campo da due punti sul punteggio al piatto di 2-2 ai danni del lanciatore mancino Ricky Romero dei Rays.

Un inizio significativo, ma che significa poco, troppo poco per un campionato che consta 162 partite in stagione regolare, e le eventuali partite di play off.

La stella di New York fino a questo momento in carriera ha avuto un andamento sempre con numeri significativi dal punto di vista offensivo, ma con un accento forte negli anni dispari.
In particolare Alex ha conseguito il titolo di MVP negli anni 2003, 2005, 2007 con statistiche offensive impressionanti.

Ora siamo nell'anno dispari 2009, cosa dobbiamo aspettarci?
Una prestazione da anno pari, quindi comunque significativa o una da anno dispari, quindi straordinaria?

E se la prestazione non dovesse venire sarebbe per la troppa pressione che in questo momento sta subendo o per la mancanza di una marcia in più, chiaramente non innescabile in questo contesto ("boli")?

La stagione prossima potrebbe essere decisiva per comprendere quali siano le reali capacità  di quest'atleta che stava scuotendo il mondo del baseball professionistico americano a suon di record, ma sulle cui spalle adesso c'è forse più pressione di quanta non ne avesse provata ai tempi dei Rangers.

L'articolo pubblicato su Sport Illustrated era intitolato "l'ultimo a cadere è il più grande".
È vero che l'uso di sostanze dopanti non è legale e sano, ma ciò che tocca in modo irrimediabile è che anche l'idolo, il campione osannato lo abbia fatto.

Ha provato a fare l'azione da campione ancora una volta mettendosi a nudo e dichiarando tutto. Di sicuro ci saranno altre azioni per cui potrà  andare fiero e forse, con la squadra cosi potenziata non è da escludere che alla fine di quest'anno indosserà  anche un anello al dito.

Possiamo solo interrogarci sul sistema sportivo professionistico americano che spinge a tanto anche il più talentuoso dei giocatori dell'ultimo ventennio.

Resta Pujols l'emblema delle correttezza e della potenza e noi vogliamo credere che sia cosi fino a prova contraria.

[NDR: essendo un argomento di grande attualità  e molto controverso e dibattutto, vi consigliamo – per avere ulteriori informazioni e un altro punto di vista – di leggere anche il post di Renè nel suo blog]

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