Il probabile freshman dell'anno: Luol Deng
Strano ma vero, Duke ha mancato le Final Four per due edizioni consecutive, fatto inconsueto per il programma più dominante degli anni '90. Ma le possibilità di un viaggio a San Antonio nel primo fine settimana di aprile sono decisamente buone per coach K ed i suoi ragazzi.
La scorsa stagione si può definire di transizione per i Blue Devils, con ben 6 freshman da inserire nel roster: bilancio finale di 26-7, vittoria nel torneo di conference, Sweet 16 nel torneo NCAA (anche se qualsiasi altro college sottoscriverebbe al volo una stagione simile di transizione".).
Quest'anno però i suddetti freshman si ripresentano tutti e con un anno di esperienza, e si è aggiunto Luol Deng, candidato (e favorito quasi proibitivo) al titolo di freshman dell'anno.
Su Deng si è già detto e scritto molto: a livello cestistico basti ricordare che è stato unanimemente votato secondo miglior giocatore a livello di high school, dietro però a tale LeBron James, che ha monopolizzato a dir poco l'attenzione dei media. Più interessante è invece ritornare su qualche dettaglio della vita personale.
Deng è nato in Sudan, membro della tribù dei Dinka, il cui più famoso esponente è il ben noto Manute Bol. Ad appena tre anni fu costretto a fuggire con la famiglia in Egitto a causa della guerra civile in Sudan, e proprio Bol fu il primo insegnante cestistico dei due fratelli più anziani di Luol.
Nel 1993 il padre ottenne asilo politico in Inghilterra, e negli anni seguenti Deng si fece notare con le nazionali giovanili inglesi, viaggiando regolarmente oltre i 30 punti. A seguire la brillante carriera nella Blair Academy (N.J.), facendo incetta di titoli e premi, parzialmente oscurati dalla stella "LeBron".
Luol Deng ad oggi ha confermato tutte le sue qualità , prendendosi subito il posto nel quintetto base dei Blue Devils; ad oggi è il miglior marcatore, con circa 15 punti di media, secondo rimbalzista e soprattutto secondo distributore di assist. Ala di 2,03 m, nella sfida più importante della stagione contro Texas ha messo in mostra tutta la sua versatilità ed il repertorio: ottima presa di posizione e canestri dal post basso, sfruttando il maggior numero di centimetri e di chili rispetto ai pari ruolo, deliziosi giochi a due con gli altri lunghi (almeno due assist al bacio nel primo tempo); se si pensa di lasciargli spazio per il tiro da fuori, meglio stare attenti, dato che ha oltre il 40% nel tiro da tre. In contropiede vola che è un piacere, integrandosi alla perfezione nella transizione di Duke; per concludere ha fatto vedere una certa qual dose di cattiveria agonistica, che forse era quella che mancava ai Blue Devils nella scorsa stagione.
E come ogni gran giocatore che si rispetti, a trarre beneficio dalla presenza di Deng sono tutti i suoi compagni. Nel settore lunghi si è imposto come centro il sophomore Shelden Williams (terzo marcatore ad oltre 10 di media e primo rimbalzista); segnali incoraggianti si sono visti per l'altro sophomore Shavlik Randolph, reduce da una stagione deludente e con diversi problemi fisici, ma che ora appare recuperato e decisamente irrobustito.
Nel backcourt, a menare le danze è il play Chris Duhon, senior e reduce dell'ultimo titolo di Duke, ma proveniente da una stagione deludente, con basse percentuali e scelte di tiro ancora peggiori: è probabile che abbia patito l'assenza al suo fianco di uno come Jay Williams. Quest'anno però ha iniziato molto bene, con circa 6 assist ad uscita, riuscendo ad imporre la pressione difensiva e gestendo meglio ritmo e selezione di tiro in attacco.
Compagno di reparto è l'ennesimo sophomore J.J. Redick, il miglior tiratore puro in circolazione, assolutamente mortifero da qualsiasi distanza, infallibile ai liberi, prossimo ai 15 punti di media. Considerando che il gioco di Duke è noto per la ottima circolazione di palla e la capacità di trovare l'uomo libero, per Redick si preannuncia una stagione a dir poco interessante.
La panchina è quanto mai completa: il primo cambio è la guardia Daniel Ewing, junior da 12 punti di media lo scorso anno e MVP del torneo della ACC, "costretto" alla panchina dall'arrivo di Deng, ma che comunque gode di un ampio minutaggio. Anche gli altri ruoli sono più che coperti, con il sophomore Sean Dockery come secondo play, mentre tra i lunghi trovano spazio il senior Nick Horvath e i sophomore Michael Thompson e Lee Melchionni.
Con una rotazione così ampia e di qualità i Blue Devils riescono a mantenere la difesa aggressiva ed il ritmo elevato in attacco, cercando canestri in transizione appena possibile. Dal punto di vista fisico l'innesto di Deng li ha sicuramente rafforzati, il tiro da fuori non manca, insomma ci sono tutti gli ingredienti e le dosi giuste per ritornare alle Final Four. Ad oggi Duke ha perso solamente una partita (contro Purdue), ed ha nel ruolino di marcia successi importanti contro Texas, Michigan State e St. John's.
Sembra incredibile, ma siamo arrivati al termine senza menzionare il "cuoco" di questa pietanza, ossia coach K: oramai la sua abilità nel dosare le proporzioni è talmente elevata da risultare quasi scontata…