Yankees e salary cap

Mark Teixeira, l'ultimo dei grandi acquisti degli Yankees

E così gli Yankees hanno preso CC Sabathia, AJ Burnett e Mark Teixeira, forse i 3 migliori free agents a disposizione. Per prendere questi giocatori hanno speso 423.5 milioni di dollari, di cui 62 per il 2009 (e per ogni anno finchè i contratti di tutti e 3 saranno validi). Sabathia dopo i primi 3 anni potrà  esercitare una clausola per liberarsi e diventare nuovamente free agent oppure potrà  decidere di rimanere per altri 4 anni, mentre Burnett è firmato per 5 anni e Teixeira per 8. Sono contratti molto pesanti, è chiaro, che hanno causato delle reazioni piuttosto forti in giro, con urla di rabbia da parte dei tifosi rivali, giubilo da parte dei tifosi in pigiama e puntuali richieste di salary cap.

Casa Yankees

Era piuttosto inevitabile che New York procedesse a spendere così tanto. Hanno mancato i playoffs per la prima volta dal 1993, e già  questo è stato considerato inaccettabile dalla famiglia Steinbrenner. Va detto che gli Yankees non fossero una squadra debole quanto il record avrebbe fatto credere, e per diversi motivi.

Il primo è quello degli infortuni. Hanno perso diversi giocatori nel corso della stagione, a partire da Posada, più vitale di quanto si pensi. Inoltre non bisogna dimenticare che siano riusciti comunque a vincere 89 partite nella division più competitiva del baseball, ed è facile ipotizzare che in qualsiasi altra division avrebbero conquistato i playoffs. Al di là  di questo, gli Yankees non possono tollerare di non essere primi, anche per una sola stagione, ed hanno deciso di ricostruire. Ma non coi giovani e partendo dal basso, come si fa di solito, ma a modo loro, ossia investendo con tanti soldi sul mercato dei free agents.

Hanno sfruttato una specie di tempesta perfetta, perchè perdendo dal monte stipendi i soldi di Pettitte (che potrebbe tornare per uno stipendio inferiore), Mussina, Giambi, Pavano ed Abreu, si sono trovati con una disponibilità  economica enorme. E' paradossale indicare una cosa del genere per una squadra che ha speso il doppio della seconda squadra più ricca, ma il budget più abbondante in MLB è diventato letteralmente senza fondo. Per quanto possa suonare ridicolo, nonostante le ingenti spese già  sostenute (Marte, Sabathia, Burnett e Teixeira appunto, più il salary dump di Nick Swisher acquisito via trade) e le spese che potrebbero ancora sostenere (una mano al bullpen o il ritorno di Pettitte per 10 milioni di dollari), gli Yankees potrebbero trovarsi nella situazione di non aumentare il monte stipendi, ma forse addirittura abbassarlo! Si sono ritrovati in uno scenario per loro ulteriormente favorevole, perchè a causa della recessione tantissime squadre hanno ridotto le spese e circolano pochi soldi in giro. Gli Yankees hanno preso i 3 giocatori più costosi dell'off-season, ed ora si trovano coi 4 giocatori (Sabathia, Teixeira, Jeter ed Alex Rodriguez) più costosi in assoluto nel baseball.

La squadra si è rinforzata notevolmente, ed ora è la chiara favorita per il 2009, sia nell'AL East, sia in assoluto. Sono riusciti a flettere i loro muscoli finanziari per riuscire a raggiungere questo obiettivo nel giro di 2 mesi di off-season, e molti si sono indignati. Ma cosa comporta tutto quello che è successo?

Il Salary Cap

Subito tutti a gridare “ci vuole il salary cap”! “Una lega che permette certe cose non è seria!” Ragionamenti qualunquistici e molto, troppo, semplicistici. Il salary cap è una foglia di fico che serve per coprire superficialmente certi problemi. Pensare di copiare NBA ed NFL per “aumentare la competitività ” non ha davvero senso. E' ridicolo pensare che il baseball possa avere bisogno di prendere esempi su come gestire la competitività  delle proprie squadre. Negli ultimi 8 anni gli Yankees hanno più che raddoppiato il payroll, ed hanno un gran totale di zero anelli.

Quante squadre, negli ultimi 8 anni, hanno trionfato in NBA? Cinque. E negli ultimi 25 anni hanno vinto solo 7 squadre.
Ed in NFL, quante squadre hanno vinto negli ultimi 8 anni? Sei. Negli ultimi 25 anni hanno vinto 14 squadre.
In MLB negli ultimi 8 anni? Sette. Solo una ha concesso il bis, Boston, che è generalmente riconosciuta come la squadra ampiamente meglio gestita della lega, e con una disponibilità  economica notevole. Solo 3 squadre (Red Sox, Yankees e Cardinals) sono arrivate 2 volte alle World Series. Negli ultimi 25 anni hanno vinto 18 squadre.

E' indiscutibile che il baseball sia più competitivo, e questo avviene anche semplicemente per la natura dello sport. Non significa che non ci siano problemi o che la situazione non possa migliorare, ma gridare allo scandalo, all'egemonia ed alla mancanza di competitività  è come minimo fuori luogo.

Certo, se gli Yankees avessero speso meglio i loro soldi, magari avrebbero ottenuto qualcosa di più negli ultimi anni, ma chi può dire con assoluta certezza come si debba spendere? Se domani Burnett si facesse male (che poi è come prevedere una giornata ventosa a Wrigley), e Sabathia non trovasse i giusti compromessi fra peso e rendimento, improvvisamente si ritroverebbero come e peggio di prima, con un monte stipendi bloccato in giocatori improduttivi. Ovviamente se giocassero al meglio, avrebbero un grande vantaggio, ma non c'è mai alcuna garanzia che questo accada. E' altresì vero che gli Yankees abbiano maggiori margini per errare, rispetto alle squadre con disponibilità  economica inferiore. E' anche chiaro che abbiano maggiori possibilità  di arrivare ai playoffs, come dimostrato dai risultati negli ultimi 15 anni.

Ma il cap non è una soluzione, sia perchè probabilmente impraticabile, sia perchè si può fare di meglio.

E' impraticabile perchè l'MLBPA non accetterà  mai che si inseriscano paletti del genere, a costo di scioperare quando si tratterà  di negoziare il nuovo contratto collettivo. Ma in ogni caso non è la migliore soluzione che si possa perseguire.

Inserire un salary cap adesso significherebbe fare una mossa sostanzialmente solo contro i New York Yankees, e prendere delle decisioni ad personam non è mai una buona idea.

Gestione delle spese

I padroni delle squadre piccole vorrebbero il cap, è chiaro. Ma bisogna capire: sarebbe per avere più possibilità  di vittoria o semplicemente per contenere le spese? I soldi nel baseball entreranno comunque, ed il cap servirebbe solo a trasferire la ricchezza dalle tasche dei giocatori a quelle dei proprietari. Ovvio che la maggior parte dei proprietari sia favorevole: solo 1 su 30 vince, e gli altri 29 almeno risparmiano qualche soldo in più.

Ma il cap non garantirebbe più competitività , perché non avremmo mai alcuna garanzia che le squadre non diminuiscano le proprie spese ed i loro investimenti parallelamente. Parecchi sfrutterebbero un cap inferiore per permettersi di ridurre ulteriormente gli esborsi, facendo arrivare meno soldi ai giocatori ed incassando di più.

Nell'ultimo contratto di negoziazione collettiva, sono diminuiti i soldi che le squadre ricche giravano a quelle "povere" in termini di luxury tax e revenue sharing (condivisione degli introiti). Perché? Perché c'erano alcune squadre, come i Marlins o come i Twins (di uno degli uomini più ricchi del mondo, Pohlad) che ne approfittavano per arricchirsi senza reinvestire quei soldi. I Marlins in particolare erano arrivati al punto di ricevere più soldi dal revenue sharing rispetto a quanto investissero nel monte stipendi. Insomma, non solo non investivano quanto guadagnavano grazie alla squadra (non tantissimo, ma comunque soldi), ma il proprietario, Jeffrey Loria, sfruttava il revenue sharing per intascare soldi in prima persona, come se fosse stipendiato egli stesso da Yankees, Red Sox, White Sox e via dicendo.

Lo scopo del revenue sharing è quello di aumentare la competitività  e chiudere un po' il gap fra le squadre più ricche e quelle più povere. Ma i soldi dovrebbero essere reinvestiti nel patrimonio giocatori. Se questo non avviene, è inutile dare i soldi, perché non dovrebbero finire a Loria, ma ai giocatori acquisiti dai Marlins. Nel momento in cui Loria e Pohlad (ma non solo loro, che però sono i principali colpevoli) hanno iniziato ad arricchirsi personalmente con questo stratagemma, l'MLB ha giustamente ridotto la fetta che toccava alle squadre piccole.

Finchè ci saranno personaggi del genere, interessati non a competere quanto ad ingrassare il proprio portafogli, pensate che il salary cap possa servire a qualcosa? Sarebbe solo un'ulteriore giustificazione per non spendere, perché comunque la competitività  sarebbe assicurata dall'appiattimento verso il basso di valori e stipendi.

Inoltre a quanto bisognerebbe fissare il cap? A 150 milioni? Sarebbe un provvedimento anti-Yankees. A 100 milioni? Sarebbe sciocco, visto che sui 100 ci arrivano più o meno tutte le squadre che vogliono arrivarci. Quindi si fa un provvedimento ad hoc contro i pigiami? Ma poi ormai sono anni che spendono così tanto e nessuno ha mai detto niente. Adesso che hanno iniziato a spendere bene però tutti arrabbiati. Un po' iniquo" vediamo altre possibili soluzioni.

Soluzioni

Il primo discorso sarebbe quello di inserire un salary floor, ossia l'opposto del cap. Vuoi giocare coi bambini grandi? Allora devi tirare fuori i soldi. L'MLB è una lega chiusa. Se domani qualcuno a Roma si svegliasse con l'intenzione di creare una franchigia MLB, non potrebbe farlo senza il permesso di Selig e degli altri proprietari e senza una marea di soldi a disposizione. In ogni ambiente chiuso succede questo: se si vuole partecipare ad una competizione, bisogna investire. Non hai abbastanza soldi? Bene, avanti il prossimo!

Non è scritto da nessuna parte che la Florida debba avere due franchigie, per esempio. E' inutile lamentarsi dei pochi soldi che girano. Se girano pochi soldi, allora si elimina la franchigia, o la si sposta dove genera più introiti. Perché bisogna tenere una palla al piede e permetterle di condizionare tutti gli altri? Se può si allinea con le spese, sennò va fuori.

L'aumento del minimo del payroll eliminerebbe le speculazioni dei proprietari avidi e garantirebbe maggiore competitività  nel mercato dei free agents, perché tutti cercherebbero di inserirsi per qualche giocatore, invece di lasciarlo andare. Non si tratta di piazzare un floor altissimo, ma almeno sufficiente ad essere competitivi, evitando il ridicolo dei Marlins, che hanno un payroll che è pari al revenue sharing che ricevono, sostanzialmente, con tutti gli introiti generati dalla squadra che finiscono nelle tasche del padrone disinteressato alla competizione. Se voi essere in MLB, devi spendere ed essere competitivo, sennò te ne vai.

Inoltre il revenue sharing dovrebbe essere nuovamente aumentato, e di molto. Solo che bisognerebbe vincolarlo, obbligando a reinvestirlo al 100% nelle baseball operations, che sia attraverso accademie estere, free agents, scelte del draft o quant'altro, sempre per evitare le speculazioni individuali. Questo permetterebbe di innalzare ulteriormente il salary floor, ed obbligare le squadre all'investimento le renderebbe sempre competitive sul mercato.

Non solo, i libri contabili delle squadre MLB dovrebbero essere di dominio pubblico, sempre per evitare che si menta sulla disponibilità  economica, ed una percentuale sostanziale dovrebbe essere riversata nelle baseball operations. Con una trasparenza del genere, sarebbe difficile per le squadre mettere in tasca quanto si guadagna. Alla fine con delle proporzioni fisse, e con un revenue sharing alto, sarebbe possibile avere un salary floor di almeno 70 milioni, creando una fascia ampia di squadre fra i 70 ed i 130. Chi rimarrebbe fuori? Solo gli Yankees.

Appunto, gli Yankees. A loro dovrebbe essere permesso di spendere di più, se vogliono. Ma con l'innalzamento esponenziale del revenue sharing e della luxury tax, verrebbero tartassati economicamente, coi soldi che andrebbero dritti nelle tasche dei loro rivali. Vogliono spendere di più? Bene, deve essere permesso, ma che lo facciano con un rovescio della medaglia a disposizione. Se poi gli Steinbrenner volessero ugualmente spendere di più, potrebbero comunque farlo, ma genererebbero una maggiore competitività  anche da parte di altre squadre, rivali, che potrebbero compensare in altro modo.

Nel 2008 a fronte di un monte stipendi di circa 222 milioni a fine stagione, gli Yankees hanno pagato circa 27 milioni di luxury tax. Se la luxury tax fosse stata di 70-90 milioni, secondo voi gli Yankees non avrebbero naturalmente abbassato il monte stipendi? Probabilmente lo avrebbero fatto, e se non lo avessero fatto, si sarebbero comunque parzialmente fatti male da soli arricchendo potenziali rivali come Tampa Bay, che avrebbe potuto firmare una stella in più coi soldi arrivati proprio da New York, bilanciando in larga parte il vantaggio economico acquisito dai newyorchesi.

Ma ora come ora la luxury tax è bassa, per le speculazioni già  menzionate effettuate da parte di Loria e compagnia, e questo avvantaggia esageratamente una squadra con una grande disponibilità  economica, che può spendere e spandere senza conseguenze in pratica, perché la competitività  economica delle altre non viene aumentata dalle loro spese, come dovrebbe accadere in un sistema chiuso.

Col salary cap, si riproporrebbero gli stessi problemi, punendo gli unici con voglia di pagare i giocatori per quanto fanno arrivare come introiti alla squadra, e premiando gli speculatori come Loria, che continuerebbero ad intascare soldi senza investire, ritrovandosi pure più competitivi grazie alle penalizzazioni agli altri. Deve essere invece Loria a tirare fuori i soldi che ha, e che può investire.

Un altro provvedimento che dovrebbe essere preso è quello di obbligare le squadre che intendono costruirsi un nuovo stadio a pagare interamente le spese. Lo stadio produce introiti per la squadra. E' logico che gli Yankees dall'anno prossimo abbiano uno stadio nuovo di zecca pagato in parte dai contribuenti newyorchesi, quando saranno gli Steinbrenner ad usufruire di tutti gli utili che produrrà ? E' logico che (anche) coi soldi risparmiati (ed in proiezione, con quelli che guadagneranno grazie agli investimenti dei contribuenti) gli Yankees possano permettersi di investire e prendere Sabathia, Burnett, Teixeira ed altro ancora? Alla fine sono stati i contribuenti a pagare in parte per questi giocatori, e non sembra molto equo che siano i cittadini ad investire soldi perché dei milionari possano diventare ancora più ricchi ed acquisire altri giocatori. Invece questo succede (e non solo agli Yankees), purtroppo.

C'è molto da aggiustare nel baseball, ma difficilmente potrebbe essere fatto dal salary cap. Si otterrebbe solamente di far contenti i Loria di turno, quando è proprio quel fenomeno che andrebbe debellato, perché i soldi ci sono. Vi immaginate se i Marlins, i Royals ed i Pirates avessero fatto la guerra agli Yankees per Burnett, magari sfruttando i soldi arrivati proprio da New York a causa dell'elevatissima luxury tax? Vi immaginate se avessero avuto parecchi soldi da spendere per rimanere sopra il floor? Vi immaginate se gli Yankees fra revenue sharing ridotto per loro (che sono un mercato grande) ed aumentato per le altre (mercato piccolo) ed una luxury tax che cresce esponenzialmente, avessero dovuto acquisire quei 3 giocatori con più spese e più concorrenza? Il risultato sarebbe lo stesso del salary cap, in termini di competitività  economica, ma senza che siano i proprietari ad usufruirne indebitamente, e senza porre paletti artificiali ad un mercato che troverebbe un'ideale autoregolamentazione.

Insomma, di sicuro il sistema attuale non è perfetto, ma bisogna evitare soluzioni reazionarie che renderebbero contenti i tifosi casuali ed i proprietari, senza eliminare il problema ma premiandone effettivamente le cause. Anche perché se Loria non intende spendere adesso, col cap continuerebbe a non spendere, e gli unici che ci rimetterebbero veramente sarebbero i giocatori e le squadre che intendono investire i soldi che guadagnano. Magari alcuni sarebbero contenti nell'avere un sistema che appiattisca la competitività  verso il basso e a discapito dei giocatori, ma se si possono ottenere gli stessi risultati in maniera ancora più efficace evitando queste limitazioni, perché non farlo?

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