Per Josh Beckett e i suoi Marlins il difficile viene adesso!
Con la trionfale parata di martedì, è andata definitivamente in archivio la miracolosa stagione dei Florida Marlins. Decine di migliaia i tifosi stipatisi lungo le strade del centro cittadino, per rendere omaggio ai freschi vincitori delle World Series, intenti a godersi i meritati omaggi di una comunità in cui l'amore per il Gioco, tenuto sopito per troppo tempo, è andato risvegliandosi proprio grazie alle prestazioni del mese di ottobre degli uomini di Jack McKeon.
Con il convoglio di decappottabili che si spostava da downtown verso Little Havana, tra festoni e palloncini multicolore, nonché drappi esposti dai negozianti in segno di festa, mentre Juan Pierre arringava la folla al grido di "We Shocked the World!!!", il solo argomento in grado di far accigliare i tifosi finalmente esultanti, era sempre il solito: "e se come nel 1997 la squadra verrà smantellata?".
Dubbio legittimo, per carità , soprattutto in quei tifosi in cui ancora vivo è il ricordo della stagione 1998, quella immediatamente successiva al titolo, quando dei Marlins rinnovati e indeboliti, subirono ben 108 sconfitte passando, come dice un tifoso intento a far festa, "da unbeatable (invincibili) a unwatchable (inguardabili)". "Quell'anno abbiamo veramente toccato il fondo. Speriamo che non sia di nuovo così" sappiamo di non poter tenere tutti, ma se riusciranno a lasciare intatto il nucleo della squadra, saremo contenti"".
Sembra esattamente questa l'intenzione del proprietario Jeff Loria, convinto che sia diritto di questi eccezionali tifosi, quello di poter vedere la propria squadra lottare per difendere il titolo caparbiamente conquistato. Proprio Loria, infatti, era il primo ad esporsi pubblicamente: "voglio solo dire una cosa, visto che mi sono stancato a rispondere sempre alla stessa domanda: questo non è il 1997"è il 2003"non smantelleremo niente"grazie"".
Parole incoraggianti quelle di Loria, in vista di una offseason che vedrà impegnata la dirigenza Marlins a tenere insieme i pezzi di un puzzle, che vedrà necessariamente qualche modifica.
Nell'ottica di voler mantenere la squadra competitiva, l'annuncio dell'accordo raggiunto con Jack McKeon, beniamino della folla e uomo letteralmente in grado di cambiare i destini della franchigia (e forse anche del baseball a Miami), per la stagione 2004, non può che rappresentare un tassello fondamentale.
Presentatosi a discutere il rinnovo in prima persona, McKeon avrebbe potuto ambire anche ad un biennale, ma la scelta di legarsi solo per la prossima stagione è sembrata la migliore ad entrambe le parti: "Un solo anno"è quello che volevo"nulla di più" non mi piace rimanere aggrappato alla gente" magari nel 2005 non vorrò tornare, o magari non mi vorranno loro"un anno alla volta è la scelta giusta" l'ultima volta avevo un contratto di tre anni e sono stato licenziato"".
"Ho deciso di continuare perché sono curioso di vedere se saremo in grado di farlo di nuovo"" aggiungeva McKeon, con il suo ormai leggendario sigaro "qualsiasi giocatore mi daranno, farò del mio meglio".
Eccoci dunque al nocciolo della questione. I giocatori. Con i soli Juan Pierre e Jeff Conine sicuri di tornare nel 2004 (5.3 milioni di dollari nel complesso) i Marlins si troveranno con una certa flessibilità salariale, a fronte di non facili situazioni di sbrogliare.
Con dieci free agents e quindici possibili arbitrati, i Marlins dovranno far fronte ad alcuni inevitabili distacchi, il più roboante dei quali, dovrebbe verosimilmente vedere coinvolto il seconda base Luis Castillo, il quale sembra ritenere adeguata una retribuzione di circa 21 milioni di dollari per tre stagioni, cifra un po' fuori della portata dei campioni del mondo, intenzionati a investirne una pressoché identica per trattenere in Florida Ivan Rodrguez.
Se, come un membro dello staff dei Marlins sembra sostenere, ogni volta che una squadra vince, i prezzi inevitabilmente cominciano a salire, una delle squadre con il più basso payroll delle majors, reduce da un anno in cui le perdite sono ammontate a 23 milioni di dollari (prima ovviamente della postseason") non avrà vita facile a trattenere tutti i propri assi, convincendoli a rinunciare alle lusinghe e ai soldi facili di squadre con maggiori disponibilità . Certo un incremento di payroll ci sarà e dai 50 milioni spesi per la squadra di quest'anno, si potrebbe addirittura arrivare a un aumento del 30 percento, che farebbe lievitare il monte salari a ben 65 milioni.
Ma andiamo con ordine: l'ipotesi più pessimistica (un payroll di circa 55 milioni diciamo"), prevede ovviamente la partenza di Pudge Rodriguez, giocatore simbolo, assieme a Beckett, di questa trionfale stagione per i "Pesci".
La perdita del dieci volte gold glove, seppur motivata da logiche di bilancio, non mancherebbe di farsi sentire, sia a livello tecnico, vista la grandezza del giocatore dietro al piatto, sia a livello di leadership, visto che proprio questo aspetto, più che il cogliere i giocatori fuori dalla base o il saper gestire un giovane lanciatore, è stato quello che ha sorpreso i molti fra gli addetti ai lavori, che non riconoscevano all'ex catcher dei Rangers queste doti, considerandolo una sorta di fenomeno, non in grado di guidare una squadra in prima persona.
Non si tratterrebbe in quel di Miami, neanche il closer Urbina, arrivato a luglio inoltrato e andato incontro nei playoffs a degli alti e bassi che non ne hanno però intaccato il valore e le ambizioni: intenzionato a diventare free agent, come il collega Helling, attenderà una chiamata dai Marlins entro il 10 novembre, data ultima in cui la squadra potrà contattarlo in esclusiva, prima che i free agents siano liberi di negoziare con qualunque club.
Si andrebbe così alla ricerca di possibili trades per svecchiare ulteriormente il lineup senza indebolirlo.
In quest'ottica, avrebbe senso, come da molti suggerita, la cessione di Mike Lowell agli Yankees, alla ricerca di un terza base di categoria, in cambio magari di un Nick Johnson in odore di salary arbitration, il cui arrivo aprirebbe le porte alla cessione di Derek Lee per un paio di prospetti, mantenendo al contempo lo spazio per poter firmare Castillo, giocatore che ha chiuso la stagione con una striscia aperta di 65 partite senza un errore. I New York Mets, orfani (non affranti) di Robbie Alomar, attendono alla finestra.
"L'affaire Urbina" però, sembra aprire ulteriori scenari: appare infatti credibile che i Marlins siano intenzionati a cedere il loro ex closer Brendan Looper (che come rilievo ha dato un ottimo contributo nei playoffs) per trovare quei soldi in grado di convincere proprio il buon Ugueth" se però le offerte arrivate a quest'ultimo fossero troppo difficili da rintuzzare da parte di Loria, Looper potrebbe restare ed essere reintegrato nel suo precedente ruolo.
In odore di partenza, potrebbero trovarsi Brad Penny e Mark Redman, anche se sembra improbabile che entrambi i pitchers vengano lasciati andare. Certo un ruolo importante lo avrà il ritorno di A.J. Burnett (reduce dall'operazione al gomito denominata Tommy John Surgery) ma se questi dovesse dimostrarsi affidabile, sia Redman che Penny (fino a gara 6 favorito al titolo di MVP delle World Series con due vittorie") potrebbero salutare la compagnia per far spazio a dei rilievi.
Se gli 8 milioni percepiti da Lowell sembrano in partenza quale che sia lo scenario, da non sottovalutare il peso che in questi giochi di mercato, sembra avere Miguel Cabrera, il ventenne che ha stupito il mondo del baseball per la sua apparente incapacità di avvertire la pressione di un così vasto palcoscenico.
Il venezuelano infatti, nato da genitori equamente distribuiti tra "beisbol" (il papà , ma anche una batteria di zii") e softball (la mamma), si è segnalato anche per la capacità di occupare diversi ruoli, una duttilità difensiva che non può certo che facilitare il compito di chi dovrà muoversi sul mercato. Con Lowell in partenza, Cabrera potrebbe venir impiegato con costanza sul cuscino di terza (situazione di sua preferenza), mentre qualora a lasciare Miami dovesse essere Encarnacion, sarebbe il ruolo di esterno destro quello che andrebbe a coprire l'eclettico rookie.
La partenza di Castillo potrebbe rivelarsi dolorosa, ma se dovesse partire anche Lowell, si aprirebbero spazi per l'arrivo in seconda di David Eckstein dagli ex campioni di Anaheim.
Tornando invece all'ipotesi più ottimistica per i tifosi dei Pesci, un payroll ampliato sino a 65 milioni di dollari, comporterebbe comunque un taglio per una cifra intorno ai 20, scenario che vedrebbe le partenze di giocatori quali Hollandsworth, Andy Fox e Rick Helling, che andrebbero a sondare il mercato dei free agents. In aggiunta, Nunez, Almanza e Tejera, così come il catcher Redmond, non si vedrebbero verosimilmente offerto un adeguamento salariale.
Con Castillo costretto a vedere esaudite le proprie legittime richieste altrove, sostituito da qualcuno più a buon mercato pronto a evoluire per salvifici doppi giochi sulla via 6-4-3, i Marlins potrebbero finalmente chiudere la telenovela dell'ultimo mese, quella riguardante Pudge Rodriguez.
Per farlo però, potrebbero servire ben più dei 20/25 milioni di dollari che sarebbe disposto a offrire il club di Jeff Loria. Ecco allora che in questo contesto, la mossa chiave del mercato dei Marlins, potrebbe rivelarsi proprio l'aver trovato l'accordo con McKeon, per il quale, Rodriguez, a World Series ancora in corso aveva speso alcune significative parole: "è il tipo di persona per cui vuoi sempre giocare"" dichiarava il catcher, suggerendo come una riconferma dell'anziano manager, avrebbe giocato un ruolo importante nella sua scelta.
A quanto pare ai Marlins sanno ascoltare" i tifosi sono autorizzati a sperare.