Coach Mike Gundy, protagonista di una orginale sfuriata coi giornalisti
Oklahoma State, Oklahoma Cowboys.
Non stiamo parlando di un programma al Top della NCAA, ma, nonostante tutto, di un programma che འriuscito a far parlare i media americani di sའin questa settimana.
E questo non tanto per quello che འaccaduto in campo (i Cowboys hanno un record di 2-2 tutto sommato piའche accettabile, dato che le sconfitte sono venute contro Troy e contro Georgia), quanto per ciའche འavvenuto fuori dal terreno di gioco.
Parliamo infatti della a dir poco accesa conferenza stampa di coach Mike Gundy nel dopopartita del match vinto da Oklahoma State per 49-45 su Texas Tech, partita nella quale Graham Harrell ha prodotto il 4འmiglior passing game nella storia del college football, collezionando ben 646 yards.
Infatti, dopo che le 2 squadre hanno messo insieme un totale di 1,328 yards, 62 primi downs e si sono ripetutamente alternate al comando nel punteggio, tutti si aspettavano che le prime parole rivolte ai media da coach Gundy, nella tradizionale conferenza stampa post match, fossero incentrate sulla prestazione in campo dei suoi giocatori. Invece il coach di OSU ha pesantemente inveito contro una giornalista del The (Oklahoma City) Daily Oklahoman riguardo ad un pezzo scritto dalla medesima, senza rispondere a nessuna domanda della stampa: in pratica un vero e proprio monologo.
Gundy era inferocito per un articolo scritto da Jenni Carlson, questo il nome della giornalista, riguardo alla recente à½bocciaturaའdel quarterback titolare Bobby Reid, messo da Gundy in panchina in favore di Zac Robinson.
“Se qualcuno non ha letto questo articolo,” ha detto Gundy sventolando una copia del giornale (avuto, parole sue, à½da una madreà½), “penso che sia qualcosa che merita di essere letto. I 34 di questo articolo sono imprecisi. Eའfinzione”.
Gundy ha poi definito là½articolo “spazzatura” cosའcome con lo stesso termine ha apostrofato là½editor che ne aveva approvata la pubblicazione.
Jenni Carlson ha perའrisposto con un articolo nella pagina centrale del suo giornale, nel quale ha mantenuto le sue precedenti critiche riguardo là½ex starting quarterback dei Cowboys. “Non permetto a nessuno di attaccare la mia credibilità½,” ha dichiarato la Carlson.
Ma di cosa si lamentava Gundy? Quali erano le critiche rivolte dalla giornalista al quarterback Reid che hanno fatto arrabbiare il coach fino a questo punto?
Ebbene là½articolo in questione ipotizza che la retrocessione a riserva di Bobby Reid sia da imputare allà½atteggiamento (quello che in america si definisce con il termine “attitude”) del giocatore piའche alla sua scarsa produzione in campo. Secondo la Carlson, Reid, che ha perso il posto 2 settimane fa, non ha sempre saputo gestire bene le situazioni da un punto di vista nervoso e le sue partenze lente hanno messo diverse volte i Cowboys nella condizione di partire ad handicap. Sembra addirittura che, in base ad alcune voci, Reid abbia pensato un paio di volte al trasferimento, la prima delle quali agli inizi del 2005, quando era stato messo in competizione con Donovan Woods per il posto da titolare. E ancora la giornalista ha sottolineato il fatto che Reid non dia tutto per la squadra: infatti, pur avendo effettivamente dovuto subire una operazione alla spalla, alcune volte, al minimo contrattempo fisico, il giocatore si sarebbe tirato indietro, preferendo non giocare. Tutte queste critiche sono state mosse dalla Carlson a Reid nellà½articolo “incriminato”, nonostante che, sempre nello stesso pezzo, la giornalista definisca il giocatore “il quarterback piའtalentuoso” presente in roster.
Il discorso di 3 འminuti di Gundy ha giའfatto storia. “Là½ho fatto soltanto per via del mio attaccamento al team e ai giocatori”, ha detto Gundy, “certamente non là½ho fatto per ricevere un riconoscimento e non voglio che questo fatto distolga là½attenzione dalla prossima partita, come putroppo འaccaduto con là½ultimo match della squadra.” Il discorso del coach ha infatti fatto passare in secondo piano il risultato della partita contro Texas Tech.
Sia la signora Carlson, in modo molto simpatico, che là½universitའdi Oklahoma State hanno declinato le nostre richieste di intervista sullà½argomento.
Questa situazione ripropone la questione del rapporto fra coaches, atleti e giornalisti. Sicuramente i coaches e gli atleti hanno il pieno diritto di lamentarsi delle critiche che ricevono dai giornalisti. Tuttavia, la reazione di Gundy འparsa a molti esagerata.
Molti coaches hanno smesso di leggere i giornali, come il coach di Texas Mack Brown, smettendo di battagliare con i giornalisti sulla veridicitའdi certe notizie.
Il problema འsempre lo stesso: fin dove puའspingersi la critica di un giornalista? Puའtoccare le abitudini ed i comportamenti di un giocatore, la sua mentalità½, là½impegno che mette al servizio della squadra o deve limitarsi a ciའche accade in campo? Ma quel che accade in campo non འanche frutto di come un giocatore si comporta fuori dal campo? Perà½, analizzando là½à½attitudeའdi un giocatore, non si rischia di entrare nel suo privato, toccando questioni delicate come il carattere o i problemi personali?
Per di piའqui si parla non di atleti professionisti, ma di giocatori di college, i quali, tuttavia, sono inseriti in un sistema che smuove milioni di dollari, facendo guadagnare alle proprie universitའcifre enormi e producendo un interesse mediatico altissimo a livello nazionale per uno sport, il college football, che à½, dopo il football pro, lo sport piའseguito dà½America.
Ecco uno dei tanti link alla conferenza stampa: http://sports.espn.go.com/ncf/news/story?id=3034387