Oregon si affida a Kellen Clemens per inserirsi nella lotta per il primo posto nella Pac-10
La scelta unanime per il primo posto della conference nei sondaggi estivi è stata USC ed è in effetti difficile non indicare i Trojans come i favoriti assoluti non solo per il titolo della Pac-10 ma anche per quello nazionale.
Il voto è un riconoscimento per il lavoro svolto in tre anni da coach Pete Carroll che è stato in grado di portare finalmente con costanza nelle parti alte del ranking un programma che in passato aveva ottenuto sempre meno di quanto il talento a disposizione faceva pensare.
L'ex defensive coordinator di New York Jets e San Francisco 49ers ha sistemato in prima persona la difesa ed ha avuto l'intuizione giusta per migliorare anche i meccanismi offensivi chiamando quel Norm Chow che ha contribuito al successo di tanti quarterback approdati poi nella NFL.
I due allenatori quest'anno avranno a disposizione un numero ancora maggiore di prospetti di livello assoluto che permetteranno loro di restare fino all'ultimo in corsa per un posto all'Orange Bowl.
In attacco il quarterback Matt Leinart è ormai una certezza ed anche se potrebbe avere qualche problema all'inizio a causa di una linea troppo giovane nel camp ha fatto vedere di essere preparato anche all'evenienza di dover uscire dal pocket e guadagnare con le sue gambe qualche yard.
Lo junior non sa ancora se avrà a disposizione il wide receiver Mike Williams che ha chiesto alla NCAA di essere riammesso dopo essersi dichiarato per il draft 2004 nell'ambito della vicenda Clarett. In ogni caso anche senza Williams il reparto sembra ben messo perché nel camp sono emersi ottimi prospetti che metteranno sotto pressione i titolari Steve Smith e Whitney Lewis (se risolverà i suoi problemi accademici).
Non bisogna poi dimenticare l'apporto del gruppo di tre tailback che anche quest'anno Carroll intende usare. Reggie Bush, LenDale White e Hershel Dennis sarebbero titolari in parecchi altri programmi ma il lavoro di Carroll li ha convinti a restare ad USC e dividersi gli snap piuttosto che andare in un altro programma rischiando di non vincere niente.
In difesa la maggiore novità rispetto all'anno scorso è la decisione di Carroll di tornare ad occuparsi in prima persona del play-calling. A sua disposizione ci sono una secondaria molto esperta (specialmente le safety), un gruppo di linebacker dalla spiccata intelligenza tattica ed una linea che può contare sull'end Shaun Cody.
La decisione dello staff tecnico di spostare all'esterno l'All-American ha inoltre permesso a Carroll di schierare il miglior prospetto difensivo dei Trojans, il tackle Manuel Wright.
La principale antagonista di USC per il titolo di conference dovrebbe essere California. Solo due anni fa uno scenario del genere sembrava impossibile ma va dato atto all'head coach Jeff Tedford del gran lavoro che ha fatto per tirar fuori i Golden Bears da una crisi che durava ormai cinque anni.
Le due stagioni consecutive con una percentuale superiore al cinquanta percento di vittorie e la qualità del gioco offensivo mostrato da Cal li ha spinti fino alle soglie della Top Ten nazionale nella maggior parte dei ranking primaverili ed estivi.
Sono in pochi a prevedere un loro successo nella Pac-10 ma l'upset dello scorso anno ai danni di USC non è stato dimenticato e se per il 9 ottobre i Trojans non dovessero risolvere i loro problemi in attacco i Bears avrebbero almeno qualche chance di cogliere un clamoroso successo.
In attacco Tedford può contare su due quarterback di sicuro affidamento e che conoscono già gli schemi. Il titolare alla fine del 2003 era Aaron Rodgers ma ha dovuto saltare il camp primaverile per un problema ad un ginocchio ed ha lasciato spazio al senior Reggie Robertson che ha sfruttato al meglio l'occasione diventando il favorito per il posto di titolare.
Problemi fisici hanno afflitto anche il miglior wide receiver del gruppo, il senior Geoff McArthur, ma anche in sua assenza Tedford potrà schierare giocatori molto esperti ed eventualmente attingere all'ottima classe di matricole arrivate quest'anno a Berkeley.
Anche per quanto riguarda le corse i Bears sembrano ben messi, soprattutto se il tailback J.J. Arrington ripeterà quanto fatto vedere lo scorso anno (5.7 yard di media a portata quando è sceso in campo al posto di Adimchinobe Echemandu).
I problemi dei Bears sono invece in difesa. Lo scorso anno Cal ha fermato senza particolari problemi le corse avversarie ma è stata disastrosa contro i lanci e se vuole avere qualche chance di vincere la conference deve assolutamente migliorare in quel frangente. Purtroppo la linea non sembra migliorata molto e non dovrebbe essere in grado di esercitare la necessaria pressione sull'attacco avversario.
Stesso discorso per il reparto dei linebacker. L'unica speranza di Tedford è che l'anno di esperienza accumulato possa mascherare i limiti del front seven ed impedire ai quarterback avversari di scandire con calma il campo per cercare un giocatore libero. Nel camp primaverile la secondaria si è messa parecchio in luce e sarà probabilmente il miglior reparto difensivo dei Bears.
Sullo stesso piano di Cal dovrebbe esserci Oregon che lo scorso anno nonostante la sconfitta rimediata al Sun Bowl e qualche brutto scivolone nelle partite di conference ha disputato una buona stagione. I Ducks dovrebbero essere protagonisti di un'annata ad alto livello anche se in pochi sperano di tornare ai fasti dell'inizio del secolo quando la squadra di Mike Bellotti vinse due titoli di conference consecutivi.
Nell'interviste estive l'head coach ha subito messo in chiaro che pensa sì di migliorare rispetto all'anno scorso ma di non ritenere di essere in grado di lottare ad armi pari con USC.
Il principale problema dei Ducks è la difesa contro i passaggi che lo scorso anno ha permesso agli avversari di fare praticamente quello che volevano. Rispetto a dodici mesi fa c'è da segnalare il ritorno del defensive tackle Haloti Ngata che ha superato in pieno i problemi ad un ginocchio e dovrebbe contribuire non poco all'equilibrio di una linea che ha nel tackle e nell'end Rien Long gli unici giocatori di un certo peso.
I linebacker dello scorso anno si sono diplomati e Bellotti dovrà fare i salti mortali per schierare un reparto ben preparato per affrontare i migliori attacchi della conference (per fortuna dei Ducks quest'anno non incontreranno USC). La secondaria tutto sommato è il miglior gruppo difensivo ora che sembra aver digerito gli schemi a zona imposti dall'allenatore del reparto John Neal.
In attacco ritornano ben otto titolari compreso il quarterback Kellen Clemens che lo scorso anno è stato in grado di lanciare per 2400 yard pur dividendo gli snap con il collega Jason Fife (andato a cercare fortuna nella NFL con i Detroit Lions).
Lo junior potrà contare su un reparto dei wide receiver che ha perso un solo giocatore e nel camp ha messo in mostra diversi ottimi prospetti. Completa il reparto il tailback Terrence Whitehead che potrà contare anche quest'anno sua una buona linea (nonostante la pesante perdita del centro Dan Weaver).
Nel gruppo delle squadre più forti della conference inseriamo anche Oregon State nonostante la perdita di parecchi giocatori titolari ed un calendario molto difficile che prevede sfide con LSU (esordio stagionale) e USC. Il motivo di tanto ottimismo è la possibilità per OSU di disporre comunque in ogni ruolo di un veterano da mandare in campo in attesa che i tanti prospetti messisi in luce nel camp siano fisicamente in grado di competere con il meglio della Pac-10.
Il quarterback Derek Anderson che l'anno scorso ha lanciato per più di 4000 yard assicura un'altra stagione di alto livello per un attacco che insisterà ancora maggiormente sui lanci ora che il tailback Steven Jackson è andato nella NFL. Anderson sarà protetto da una linea che ha perso qualche elemento di valore ma ritorna i giocatori più importanti, il senior Matt Brock e la guardia Kanan Sanchez (considerati da molti due dei migliori lineman dell'intera nazione).
In difesa coach Mike Riley può contare su una buona secondaria e su un eccellente gruppo di linebacker che dovranno compensare la presenza di troppi giocatori inesperti nella linea. Il solo senior fra i quattro linemen è l'end Bill Swancutt che dovrà dimostrare di possedere quelle doti di leader che lo hanno spinto tanto in alto nei pronostici per il draft 2005 (si parla addirittura di una scelta al primo round).