La mia scrivania

L'ala francese ritratta in una delle sue mitiche smorfie

Qualcuno ha definito la televisione una cattiva maestra. Io non sono d'accordo e penso che la sua qualifica positiva o negativa debba dipendere da come viene utilizzata. Il sottoscritto, ad esempio, ne abusa in maniera smoderata, piazzandosi per ore e ore a vedere cartoni animati (un giorno crescerò"), telefilm, film, e, soprattutto, sport, in ogni sua forma, dal cricket al curling, con una insaziabile predilezione per quello americano.

Il più delle volte spreco il mio tempo e danneggio i miei neuroni, ma in rare, voluttuose occasioni mi imbatto in eventi destinati a segnare la mia vita di sportivo esclusivamente passivo. Il dodici dicembre 2003 si è verificato uno di questi eventi. Io, come al solito, ero in preda ad un attacco di zapping incontrollato, quando capitai sull'Air Force Network e ci trovai una partita di college basket: Gonzaga e Missouri. Mi fermai di botto.

Mi stiracchiai sul divano e cercai di ripescare nella mia memoria alcune informazioni sulle due contendenti, in ottemperanza alla regola principale dello sportivo passivo: ci deve essere una squadra per cui soffrire o esultare. In caso contrario, infatti, tanto vale guardarsi Panariello o la De Filippi. Va detto che tale ricerca non è un affare semplice: la mia memoria non può essere paragonata a uno schedario ordinato, no è più una scrivania carica di appunti riportati su qualsiasi pezzo di carta a disposizione e lasciati lì a lottare con la polvere e gli avanzi di cibo.

Iniziai, dunque, da Missouri. Non trovai nemmeno un coriandolo, ma secondo le notizie che apparivano sul televisore era una squadra forte: la quarta dell'intera nazione, a parere di santa Espn. Soprannome Tigers, nemmeno tanto bellino, ce ne sono di meglio. In me non scattò niente.

Passai a Gonzaga, tac trovai subito un foglietto sulla mia scrivania, sorprendentemente scritto in bella grafia: "ci ha giocato John Stockton", un punto a favore; sulla cartina di una barretta di cioccolato trovai scarabocchiato, "ci ha giocato Dan Dickau" , mezzo punto di penalità , e sotto: "alla sua prima partecipazione al torneo NCAA nel 1999 contro ogni pronostico volò tra le elite eight dove venne sconfitta da Connecticut, futura campionessa nazionale" , secondo punto a favore; posizione nazionale al momento della partita 17, quindi sfavorita rispetto a Mizzou, altro punto a favore; infine, leggendo il roster scoprii un giocatore che si chiamava Violette. Mi decisi, dovevo tifare per la squadra che annoverava tra le sue fila un giocatore con un nome del genere. Il logo era il convenzionalissimo bulldog, comune come una lattina della coca-cola, ma non tutti possono chiamarsi Boilermakers!

Nel roster notai accanto a "fiori di campo" un certo Turiaf. Appena lessi quel nome scattò qualcosa che mi spinse a ritornare alla mia scrivania interna. Nulla. Aprii persino i cassetti, ma non trovai niente su un'ala forte di nome Turiaf. Tutto ciò che mi capitò in mano fu un ghirigoro su un pacchetto di sigarette: nel 1939 Oregon ha vinto il primo torneo Ncaa . E questo chi lo ha scritto? Mah, devo proprio decidermi a mettere un po' d'ordine nella mia testa, perché qualcosa doveva esserci.

Poi le telecamere si soffermarono su Ronny Turiaf ed io abbandonai la mia ricerca. Aveva un pino marittimo come capigliatura, una basetta formata da tre peli lunga fino a toccare l'altra guancia, passando per il mento, e, soprattutto, un viso mobile, turbato di continuo da smorfie rapide e inspiegabili. Ecco chi era Turiaf: un idolo, anzi no! il MIO idolo. Ovviamente indossava una canotta bianca con sopra il numero uno.

Iniziò la partita e il mio eroe fu orripilante. Nel primo tempo fece più falli che canestri (2 a 1). Era simpatico, ok, e anche sopra la media a livello fisico (6-10, 243 pounds), ma, diciamolo, non ne azzeccava una. Era sempre in ritardo, fuori ritmo, dominato dalla foga di fare tutto e subito, fatto questo che lo portava sistematicamente al niente e al nulla. Con l'esclusione dell'idolo, io della partita non mi potevo certo lamentare: Mizzou, con Paulding a finalizzare, giocava bene, Gonzaga affidandosi alla sua point, Blake Stepp, teneva il campo altrettanto bene, anche grazie al contributo del freshman Adam Morrison. Violette, invece, si rivelò il classico pennellone bianco, ottimo rimbalzista, ma che in attacco era utile come una barzelletta senza finale.

Nel secondo tempo mi dovetti genuflettere e recitare il mea culpa. Turiaf si era trasformato. Entrava in area pitturata con la rabbia di chi non può essere tenuto lontano da un luogo che gli appartiene di diritto. Dimostrava una buona mano e l'attitudine al contatto fisico, con il doppio vantaggio di andare in lunetta e di caricare di falli i lunghi avversari, incapaci di trovare un rimedio al suo gioco di piedi spalle a canestro.

In ogni pausa, io mi fiondavo al computer per cercare informazioni su di lui. Per i compagni, soprattutto, Blake Stepp, proprio un magnifico tiratore, ci sarebbe stato tempo a partita finita. Iniziai, così, a memorizzare dati. Nella mia scrivania immaginaria apparvero su un quaderno a quadretti con sopra un'immagine tratta dal film Guerre Stellari:

Era nato nel 1983 in Martinica, a quindici anni si era iscritto al National Institute of Physical Education a Parigi, parlava quattro lingue e a Gonzaga stava studiando italiano (il mio campanilismo esultò). Nonostante l'età  aveva già  giocato nella nazionale francese agli europei del 2003, portandosi a casa anche un ferro durante una schiacciata(ecco dove l'avevo già  sentito). In un forum scoprii il suo soprannome e capii che le nostre strade non si sarebbero mai più divise, lui sul parquet e io sul divano davanti al televisore o al computer: le Scoring Machine Magnifique from Martinique. Allitterazioni all'ingrosso, nell'assoluto rispetto della grandeur francese. Con un nome così sdoganava persino i Bulldogs. Sempre più idolo.

Dopo un panchinamento per il quarto fallo (sempre troppa foga) Turiaf dominò gli ultimi 4:31 del tempo regolamentare, colmando il divario (67 a 62) creatosi durante la sua assenza dal campo. Per la cronaca acquistò ulteriori punti simpatia dirigendosi in un paio di occasioni al centro del campo per alzare le braccia e incitare la folla a sostenere gli Zags. La folla rispose e pure io mi alzai dal divano roteando il braccio e producendomi in urletti degni di una collegiale. Mizzou, però, non si arrendeva e i sorpassi continuarono in un climax entusiasmante. Quando negli ultimi secondi gli Zags erano avanti di tre (73 a 70), un tiro impossibile di Paulding mandò ai supplementari il match. Stentavo a crederlo. La sua prima partita che vedevo ed era una partita magnifica degna della march madness!!!!! Era destino!

Anche per placare il martellamento delle mie vene a causa della tensione degli ultimi minuti, ripresi il mio lavoro di trascrizione mentale, trovando varie conferme alle mie impressioni: aveva iniziato a giocare sei anni prima e quella era la sua prima stagione da starter. Guidava gli Zags in punti segnati 16, secondo in rimbalzi dietro "fiori di campo" e ottimo intimidatore con due stoppate a uscita. Alla voce difetti una certa incostanza di rendimento e la tendenza ad entrare subito in difficoltà  per i falli a causa di un impeto incontrollato nel lato difensivo. Tuttavia il fatto che fosse riuscito a giocare con intensità  i 4 minuti conclusivi senza sbagliare un solo intervento, mi faceva credere che quello fosse solo un problema di concentrazione, quindi, eliminabile.

Overtime, e qui venne scritto il primo capitolo di una leggenda personale: Zags sotto di uno, Turiaf pretende palla, si tuffa in mezzo all'area dove si ritrova tutta Mizzou, compresa panchina e staff tecnico, ma lui indifferente fa partire un tirino da solo rete. 81 a 80 Zags con meno di un minuto al termine. Fin qui solo il suo dovere si potrebbe dire, ma nella successiva azione calpesta il gradino della magnificenza. Sulla penetrazione di Jimmy McKinney a 36 secondi dalla fine Turiaf si materializza in zona pitturata esattamente davanti alla guardia dei Tigers. Un gesto incosciente, ha quattro falli, se esce adesso la partita per NOI è andata e, invece, come un antico guerriero spartano rimane immobile in attesa del nemico. È fermo bloccato nel suo cilindro. Quel pazzo ce la fa! Sfondamento, lui a terra e io in piedi a urlare! FORZA ZAGS!!!!!

Eravamo ormai entrati nell'epos. Partita finita, Mizzou non si riprese, infatti,. Ci fu qualche fallo tattico, ma i ragazzi di coach Few fecero il loro dovere e si finì con un rotondo 87 a 80!

Inutile precisare come si svolsero i giorni successivi. La mia scrivania iniziò a traboccare di note, appunti, biografie e storie. Tutto ciò che un tifoso di Gonzaga deve assolutamente conoscere. Volete le stats di Stepp? Nessun problema. Volete sapere che cibi predilige Violette? Li so. Qual è la filosofia di gioco dell'allenatore Mark Few? Sono qui per questo. Le speranze che gravano su Errol Knight transfuga di Washington? Beh ci sono. Ma tutto ciò è irrilevante al cospetto delle smorfie di Turiaf e all'unico vero precetto di quest'anno: GO ZAGS!!!!!!!!!!!!!!! Fatevi sentire anche voi.

( Purtroppo, il venti dicembre è arrivata la sconfitta ad opera di Stanford guidata da un Lottich da 34 punti (sei tiri da tre a bersaglio) che non ha fatto rimpiangere le assenze di Hernandez, la PG titolare, bloccato da un problema alla schiena e di Childress, l'ala junior che sta dimostrando ottime attitudini offensive. Turiaf limitato dai falli, e te pareva, ha chiuso con soli dieci punti" deve migliorare" ).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Informativa cookie

Per far funzionare bene questo sito, a volte installiamo sul tuo dispositivo dei piccoli file di dati che si chiamano "cookies". Anche la maggior parte dei grandi siti fanno lo stesso.

Cosa sono i cookies?

Un cookie è un piccolo file di testo che i siti salvano sul tuo computer o dispositivo mobile mentre li visiti. Grazie ai cookies il sito ricorda le tue azioni e preferenze (per es. login, lingua, dimensioni dei caratteri e altre impostazioni di visualizzazione) in modo che tu non debba reinserirle quando torni sul sito o navighi da una pagina all'altra.

Come utilizziamo i cookies?

In alcune pagine utilizziamo i cookies per ricordare:

  • le preferenze di visualizzazione, per es. le impostazioni del contrasto o le dimensioni dei caratteri
  • se hai già risposto a un sondaggio pop-up sull'utilità dei contenuti trovati, per evitare di riproportelo
  • se hai autorizzato l'uso dei cookies sul sito.

Inoltre, alcuni video inseriti nelle nostre pagine utilizzano un cookie per elaborare statistiche, in modo anonimo, su come sei arrivato sulla pagina e quali video hai visto. Non è necessario abilitare i cookies perché il sito funzioni, ma farlo migliora la navigazione. è possibile cancellare o bloccare i cookies, però in questo caso alcune funzioni del sito potrebbero non funzionare correttamente. Le informazioni riguardanti i cookies non sono utilizzate per identificare gli utenti e i dati di navigazione restano sempre sotto il nostro controllo. Questi cookies servono esclusivamente per i fini qui descritti.

Che tipo di cookie utilizziamo?

Cookie tecnici: Sono cookie necessari al corretto funzionamento del sito. Come quelli che gestiscono l'autenticazione dell'utente sul forum.

Cookie analitici: Servono a collezionare informazioni sull'uso del sito. Questa tipologia di cookie raccoglie dati in forma anonima sull'attività dell'utenza. I cookie analitici sono inviati dal sito stesso o da siti di terze parti.

Quali sono i Cookie di analisi di servizi di terze parti?

Widget Video Youtube (Google Inc.)
Youtube è un servizio di visualizzazione di contenuti video gestito da Google Inc. che permette a questa Applicazione di integrare tali contenuti all'interno delle proprie pagine. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante Mi Piace e widget sociali di Facebook (Facebook, Inc.)
Il pulsante "Mi Piace" e i widget sociali di Facebook sono servizi di interazione con il social network Facebook, forniti da Facebook, Inc. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante +1 e widget sociali di Google+ (Google Inc.)
Il pulsante +1 e i widget sociali di Google+ sono servizi di interazione con il social network Google+, forniti da Google Inc. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante Tweet e widget sociali di Twitter (Twitter, Inc.)
Il pulsante Tweet e i widget sociali di Twitter sono servizi di interazione con il social network Twitter, forniti da Twitter, Inc. Privacy policy

Come controllare i cookies?

Puoi controllare e/o verificare i cookies come vuoi - per saperne di più, vai su aboutcookies.org. Puoi cancellare i cookies già presenti nel computer e impostare quasi tutti i browser in modo da bloccarne l'installazione. Se scegli questa opzione, dovrai però modificare manualmente alcune preferenze ogni volta che visiti il sito ed è possibile che alcuni servizi o determinate funzioni non siano disponibili.

Chiudi