Andy Pettitte si arrende a Beckett e compagni
Alla fine la sorpresa c'è stata, o quantomeno ha vinto la squadra che sulla carta non era la favorita.
Ma all'inizio della serie erano stati in molti ad “avvertire” i tifosi di New York che forse non sarebbe stata una passeggiata spazzare via i Florida Marlins ed aggiuducarsi il titolo.
Ed infatti non solo non è stata una passeggiata, ma dopo le 2 vittorie, anche piuttosto nette, degli Yankees in Gara-2 e Gara-3, la squadra del 72enne manager Jack McKeon, il più anziano vincitore delle World Series, ha infilato 3 partite consecutive praticamente perfette chiudendo la serie 4-2, con l'aggiuntiva soodisfazione di vincere la gara decisiva nel tempio del baseball, lo Yankee Stadium.
Il magico, quanto inaspettato, trio delle meraviglie di Florida è stato sicuramente quello composto dai 3 lanciatori partenti di queste vittorie, Carl Pavano, Brad Penny ma soprattutto uno strepitoso Josh Beckett, che ha letteralmente annichilito il line-up degli Yanks, molto poco Bombers in questa serie.
Nella decisiva Gara-6 il 23enne pitcher texano, come Nolan Ryan, Roger Clemens e Kerry Wood, ha dato vita ad un'entusiasmante sfida con Andy Pettitte, al quale Joe Torre si affidava per portare la serie a Gara-7.
Il salvatore di New York, Andy lo era già stato 3 volte in qesti playoff, aveva detto prima della gara: “Tutto quello che è successo contro Twins e Red Sox appartiene al passato, ora devo pensare solo ai Marlins”.
Ed in effetti non si può dire che il mancino degli Yanks non abbia svolto il suo compito quasi alla perfezione, rimanedo sul monte per 7 inning, concedendo 2 punti, 1 solo di sua responsabilità , e mettendo K ben 7 battitori avversari.
E a testimonianza del fatto che il problema di queste WS per New York non sono stati certo i lanciatori, Mariano Rivera è salito sul monte nell'ottavo inning ed ha eliminato 6 battitori su 6 senza concedere valide.
E allora quale è stato il fattore che ha pemesso ai Marlins di ripetere dopo 22 anni quello che avevano fatto i Dodgers del 1981: vincere il titolo sul diamante degli Yankees?
Secondo i giocatori di New York, e non solo, il muro insormontabile è stato proprio Josh Beckett, che nella partita più importante della sua fin qui giovane carriera ha disputato l'incontro della vita, mettendo a segno un complete game shutout che ha dell'incredibile, soprattutto se realizzato in quello stadio e contro la miglior squadra della lega.
Meno sfacciato di Curt Schilling, che nel 2001 interrogato sull'argomento “aura and mystique” dello Yankee Stadium rispose che per lui erano due ballerine spogliarelliste, ma altrettanto efficace.
In queste finali la miglior squadra della lega si è dimostrata Florida, come riconoscono gli Yanks: “Non abbiamo niente di cui vergognarci”, commenta una bandiera storica di New York, Bernie Williams, “Abbiamo giocato con tutto il cuore che avevamo, ma certe volte non basta”.
D'accordo con l'esterno centro di Joe Torre, peraltro uno dei pochi Yankees positivi in battuta nella serie insieme a Derek Jeter, sembra essere il catcher Jorge Posada, 3 su 19 contro Florida: “Abbiamo dimostrato durante tutta la stagione quanto valiamo, soprattutto nella serie contro Boston; abbiamo fatto il possibile per vincere, semplicemente non ci siamo riusciti, siamo stati battuti da una squadra che ha giocato meglio di noi”.
E sinceramente nell'analizzare questa serie non si devono considerare solo i demeriti degli Yankees, sicuramente spenti e forse scarichi dopo la tremenda serie con i Red Sox, ma bisogna dare atto ai ragazzi di McKeon di aver giocato in maniera perfetta, sfruttando a pieno le proprie potenzialità ed i punti deboli degli avversari, facendosi sempre trovare pronti nelle situazioni più delicate.
E allora come dimenticare le imprese di Juan Pierre in Gara-1, con i Marlins che sorprendono Wells e compagni con la loro aggressività al piatto e sulle basi, il fuoricampo di Alex Gonzalez negli extra-inning di Gara-4, dopo una prestazione memorabile di Pavano, e poi le dimostrazioni di classe di Brad Penny e Josh Beckett, nominato MVP delle WS, nelle ultime 2 sfide.
E proprio il miglior giocatore della serie è ancora il protagonista dei commenti Yankees: “Abbiamo lasciato sul campo tutto quello che avevamo, come in tutte le altre partite della serie, ma stanotte c'era sul monte un grande pitcher, che ha lanciato una grande partita; dobbiamo toglierci il cappello davanti a lui“, osserva Jason Giambi.
Anche Joe Torre sembra essere consapevole di aver assistito ad una prestazione storica, per una volta non di un suo giocatore: “Quando sei così giovane e così sicuro, non sai cosa vuol dire la paura”.
Paura che non ha avuto nemmeno Andy Pettitte, forse il più triste a fine partita: “Mi sentivo bene, e sinceramente non pensavo che Josh potesse fare quello che ha fatto, ma evidentemente mi sbagliavo. Temevo che concedendo 1 o 2 punti ai Marlins avremmo avuto delle difficoltà , ma speravo nei nostri soliti inning magici. Stavolta non è andata così”.
Comprensione da parte di tutta la squadra nei confronti di Pettitte, che chiude le Series con un bilancio di 1-1, ed una media ERA di appena 0.57.
Tutto questo però non è bastato, l'appuntamento con la storia per il 27esimo titolo Yankees e il maggior numero di vittorie in postseason per Andy Pettitte rimandati al 2004.
Marlins permettendo.