Eli Manning, quarterback di Ole Miss, vede allontanarsi l'Heisman dopo la sconfitta contro LSU
La SouthEastern Conference si sta rivelando, insieme alla Big East, la conference più equilibrata della stagione 2003 e ad una settimana dal termine della stagione regolare sono in corsa per la finale che assegnerà il titolo della SEC ben 5 università .
Infatti nella East Division sono in testa Georgia e Florida con Tennessee distanziata di metà partita mentre in quella West sono LSU e Mississippi a contendersi il biglietto per la sfida del Georgia Dome ad Atlanta. Diamo ora uno sguardo alla situazione nei due raggruppamenti.
East Division
Questa è la divisione con la situazione più complicata perché in testa ci sono Georgia e Florida (che hanno già disputato tutte le partite all'interno della conference) ma alle loro spalle avanzano i Tennessee Vols che devono ancora giocare una (facile) partita contro Kentucky e potrebbero quindi raggiungerle al primo posto.
Le possibilità sono tante ma vediamo di esaminare le più probabili. Se Tennessee dovesse perdere lasciando così da sole Florida e Georgia sarebbe la prima a rappresentare la divisione nella finale di conference in virtù della vittoria nello scontro diretto.
Georgia (ammettendo che sabato riesca a vincere contro Georgia Tech) avrebbe comunque qualche possibilità di arrivare ad un Bowl BCS se finisce al quarto posto nel ranking BCS e la terza in classifica (per adesso LSU) vince il titolo della propria conference. Se invece la terza non è campione di conference, Georgia finirà nel gruppo di squadre che aspirano ad un bowl di media importanza e probabilmente giocherà il Capital One Bowl.
Se Tennessee vincesse si ritroverebbero in tre in testa alla classifica ed entrerebbe in gioco il ranking BCS. La squadra peggio posizionata viene eliminata direttamente e se le altre due sono a distanza di soli 5 posti nel ranking conterà lo scontro diretto mentre in caso di distanza maggiore andrà in finale quella meglio posizionata. Come detto Florida ha vinto lo scontro con Georgia quindi per avanzare deve scavalcare Tennessee nel ranking BCS ed avvicinarsi abbastanza ai Bulldogs. Se Florida rimane dietro i Vols, invece, sarà Georgia ad andare avanti perché ha vinto lo scontro diretto con Tennessee.
Nello scorso turno Georgia ha superato a fatica Kentucky guadagnando 442 yard totali grazie anche all'attacco di tipo no-huddle che ha messo in difficoltà gli avversari. "Non so perché non ci ho pensato prima. L'ultima volta che avevamo usato quest'attacco avevamo ottenuto ottimi risultati ma è rimasto in soffitta per quasi tutta la stagione. Il prossimo anno cercherò di usarlo di più", ha scherzato l'allenatore Mark Richt.
Il protagonista dell'incontro per i Bulldogs è stato sicuramente il kicker Billy Bennett che è diventato il leader nella classifica all-time per punti segnati in carriera (382) ed ha stabilito il record di field goal trasformati (81). Bennett nelle ultime 2 stagioni ha avuto molte chance anche perché l'attacco dei Bulldogs spesso ha guadagnato yard su yard ma arrivato nella end-zone si è dovuto accontentare dei 3 punti.
È cambiata invece rispetto al passato l'efficienza del quarterback David Greene. Per la seconda volta consecutiva non ha lanciato nessun intercetto e sembra essersi messo alle spalle le incertezze del passato che avevano portato a 9 intercetti in 6 partite. "All'inizio della partita avevo molta fiducia nella squadra e col passare del tempo, specialmente con i terzi down convertiti senza problemi, ho acquistato maggiore sicurezza ed ho dato poche chance di intercetto agli avversari", ha detto il quarterback.
Pochi problemi invece per Tennessee che ha battuto nettamente Vanderbilt per 48 a 0 ed ha confermato il suo ottimo stato di forma. I senior della squadra hanno ripagato adeguatamente i tifosi che prima della partita li avevano festeggiati per la loro ultima partita casalinga con la maglia dei Vols. Il giocatore più applaudito è stato il quarterback Casey Clausen che anche se non ha la stessa popolarità dei giocatori che lo hanno preceduto ha comunque lasciato il segno in Tennessee.
"Credo che siano in molti a sottovalutarlo solo perché non ha vinto nessun titolo. Ogni anno ha fatto dei progressi e in quanto a voglia di lavorare non è secondo a nessuno. Ora è uno dei migliori che ci siano nella NCAA eppure se ne parla poco. Per questo cercheremo di vincere la divisione, per dargli un'altra possibilità di farsi apprezzare da tutta la nazione", ha dichiarato il centro Scott Wells.
Se l'attacco non è un problema altrettanto non si poteva dire della difesa fino a qualche settimana fa. Invece nelle ultime 4 partite Tennessee ha concesso un solo touchdown ed ha prodotto 9 palle perse nelle ultime 3 sfide. Più che ad aggiustamenti tattici il merito va attribuito alla ritrovata coesione nel reparto che ora in campo comunica molto di più rispetto al passato e riduce al minimo i momenti di distrazione.
"In primavera ed anche ad inizio stagione la situazione era terribile", spiega il defensive coordinator John Chavis, "I giocatori non riconoscevano gli schemi avversari, si posizionavano male ma soprattutto non parlavano fra di loro. Ora invece se qualcuno commette un errore gli altri sono disponibili a dare una mano e non hanno problemi a farsi sentire. C'è voluta molta pazienza ed ore in sala filmati e sul campo ma ora le cose sembrano andare per il verso giusto. L'unico dispiacere è perdere per il prossimo anno alcuni senior su cui la squadra faceva molto affidamento. In ogni caso ci penseremo dopo aver giocato il Bowl. Non chiedetemi quale", chiude Chavis.
Chiude il trio Florida che ancora una volta dovrà fare affidamento sulle matricole per avere qualche speranza di arrivare al Georgia Dome. Il freshman più in vista è sicuramente il quarterback Chris Leak che domenica contro Florida State avrà la possibilità di stabilire il record dell'università per yard lanciate da una matricola. Gliene mancano 336 per superare l'attuale detentore, Danny Wuerffel, che a differenza di Leak non un vero freshman perché era stato fermo un anno per imparare il sistema di gioco.
"Sta giocando così bene che non sembra neanche una matricola", ha dichiarato il centro Mike Degory. Dello stesso parere anche l'head coach Ron Zook che però preferirebbe non dover ricorrere in modo così massiccio ai freshmen: "Avrei preferito inserirli gradualmente ma i ragazzi imparano in fretta e questa esperienza tornerà utile il prossimo anno. Basta guardare i progressi di 2 veri freshman dello scorso anno (Fason e Hand) che in questa stagione non hanno avuto nessun tipo di problema e ci hanno dato una grossa mano".
Dietro le 3 squadre di testa ci sono South Carolina, Kentucky, Vanderbilt che non vedono l'ora di mettersi alle spalle una stagione che ha portato poche soddisfazioni. La delusione maggiore è stata sicuramente la prima che ha già iniziato a pensare alla prossima stagione licenziando 4 assistenti e confermando l'allenatore Lou Holtz, un istituzione, che sembrava pronto al ritiro ma ha deciso di continuare fino al 2008.
West Division
Sabato era in programma lo scontro diretto fra LSU e Ole Miss che dava la possibilità a questi ultimi di chiudere definitivamente il discorso con 2 turni di anticipo. Invece al termine della partita i giochi per il primo posto erano ancora aperti perché i Tigers di LSU hanno vinto 17 a 14 bloccando l'arma più pericolosa degli avversari (il quarterback Eli Manning) e raggiungendoli così in testa alla classifica (entrambe hanno un record di 6 vittorie ed 1 sconfitta).
La partita era iniziata male per i Tigers perché gli avversari erano passati in vantaggio con un touchdown segnato sull'intercetto di un lancio del quarterback Matt Mauck. Nella partita lo junior veniva intercettato altre 2 volte ma rimediava abbondantemente ai suoi errori con i 2 touchdown lanciati che gli hanno permesso di stabilire il record dell'università per touchdown lanciati in una stagione (23).
Il pari ruolo avversario invece ha fatto poco per rilanciare la sua candidatura in vista dell'Heisman Trophy finendo con meno del 50 percento di passaggi completati, un intercetto e 3 sack subiti. La brutta giornata di Manning è purtroppo arrivata proprio nel giorno dell'ultima partita casalinga giocata dal senior, davanti a tutti i parenti ed in uno stadio pronto a rendere onore al giocatore che ha (quasi?) interrotto 4 decadi di insuccessi nella SEC per i Rebels.
"LSU ci ha messo sotto pressione per l'intera partita e noi abbiamo cercato in ogni modo di contrastarli ma purtroppo non ci siamo riusciti. La mia prestazione poi non è certo stata delle migliori. Mi dispiace molto perché abbiamo avuto le nostre opportunità ma ho mancato alcuni giocatori, ho fatto lanci non precisi mettendo così in difficoltà i compagni", ha spiegato il fratello del ben più famoso Peyton.
Manning non è comunque l'unico dei Rebels ad aver giocato sottotono. Il kicker Jonathan Nichols ha sbagliato 2 field goal nella partita più importante della stagione dopo averne sbagliato soltanto uno su 24 tentativi quest'anno. A questo poi va aggiunta, anche se ormai non è più una novità , la carenza di un gioco di corse per Ole Miss, costretta troppo spesso ad affidarsi all'invettiva di Manning. Sabato i back Tremaine Turner e Vashon Pearson hanno guadagnato soltanto 51 yard in 16 tentativi ma dovrebbero essere impegnati maggiormente nell'ultimo turno contro Mississippi State (una delle peggiori difese contro le corse della SEC).
LSU si è confermata ancora una volta la sorpresa della SEC anche se parlare di sorpresa per un team che a livello nazionale ha vinto 10 partite su 11 è forse esagerato. La forza principale dei Tigers è stata come sempre la difesa che ha tenuto in gara la squadra quando l'attacco stentava a decollare. Per rendersi l'idea di cosa vuol dire affrontare LSU basta ricordare che Ole Miss prima della partita di sabato viaggiava ad una media di 37 punti ad incontro mentre sabato solo nell'ultimo quarto l'attacco è riuscito ad entrare nella end-zone.
I progressi compiuti dalla difesa che dopo il training camp sembrava il reparto più in difficoltà dei LSU ha stupito tutti, coach Nick Saban compreso. "Avevamo qualche problema nei ruoli di safety e linebacker ma siamo stati fortunati ad indovinare qualche spostamento di giocatori ed abbiamo potuto fare affidamento su un buon gruppo di matricole. Tutta il reparto comunque è stata fantastico perché ora siamo meglio di quanto io stesso immaginavo solo qualche mese fa", ha dichiarato l'allenatore.
I Tigers concludono la loro stagione regolare venerdì in casa contro Arkansas e in caso di vittoria si assicureranno un posto nella finale di conference proprio per il successo contro Ole Miss che in caso di arrivo con lo stesso record farà la differenza. La sfida fra due giorni comunque ha assunto importanza anche a livello nazionale perché LSU si trova al terzo posto nel ranking BCS e in caso di successo con la contemporanea sconfitta di USC contro Oregon St. potrebbero addirittura giocarsi il titolo nazionale nel Sugar Bowl del 4 gennaio.
Alle loro spalle c'è Auburn che nell'Iron Bowl contro Alabama ha sprecato un vantaggio di 16 punti ma è riuscita lo stesso a portare a casa la vittoria. La vittoria stentata di sabato, seppure contro una delle rivali storiche dell'università , non ha migliorato la condizione dell'head coach di Auburn, Tommy Tuberville. I Tigers (soprannome diffuso nella SEC) avevano iniziato la stagione con ambizioni di titolo nazionale ma un campionato appena sufficiente potrebbe costare il posto all'allenatore che soltanto a febbraio aveva firmato un quinquennale e che in caso di licenziamento riceverebbe un'indennità di 4 milioni.
"Quando sono arrivato qui mi è stato detto che dovevo battere a tutti i costi Alabama e negli ultimi 4 anni ci sono riuscito 3 volte. Penso quindi di aver fatto il mio dovere anche se ammetto che quest'anno io stesso mi attendevo di più da me e dalla squadra", si è difeso Tuberville. quando ha sentito venir meno la fiducia nel suo operato da parte dei dirigenti l'head coach ha detto di essere rimasto "shockato solo dal fatto che qualcuno abbia parlato di un mio licenziamento".
L'atteggiamento di Tuberville è comprensibile perché nelle ultime 4 stagione Auburn ha sempre concluso con un record positivo e una stagione come quella che si sta per concludere, seppure segnata dalla delusione dell'obiettivo mancato, non giustifica certo il suo allontanamento. "Non abbiamo avuto un buon anno e sono il primo ad ammetterlo ma i ragazzi si sono sempre impegnati allo stremo", conclude l'allenatore.
Da parte loro i dirigenti non hanno rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale, neanche allo stesso allenatore. Voci dall'interno annunciano brutte notizie per il coach ma non è escluso un ravvedimento nei prossimi giorni ed in ogni caso bisognerà aspettare la fine della stagione regolare per saperne di più. Quel che è certo è che in caso di licenziamento dell'attuale allenatore, Auburn farà un deciso passo indietro verso la corsa al titolo nazionale perché se i pronostici la mettevano così in alto buona parte del merito andava sicuramente al lavoro svolto da Tuberville.
I Tigers venerdì potrebbero essere raggiunti in classifica da Arkansas che affronterà LSU nella partita che, come detto, decide la division. I Razorbacks sperano nel colpaccio soprattutto per l'ottimo stato di forma dei back e soprattutto del quarterback Matt Jones che finora hanno segnato 31 touchdown ed hanno guadagnato una media di 240 yard a partita.
Jones ha tolto l'etichetta di squadra "uni-dimensionale" ad Arkansas dimostrandosi pericoloso non solo con le gambe ma anche con il braccio. Il quarterback quest'anno finalmente è emerso come uno dei migliori della SEC (è addirittura il primo nella conference in quanto ad efficienza) ed ha beneficiato parecchio della buona annata della linea offensiva guidata da Shawn Andrews (finalista al Lombardi Trophy, premio riservato al migliore lineman della nazione).
In fondo alla classifica della divisione ci sono Alabama e Mississippi State. I primi hanno perso ogni speranza di chiudere in crescendo questa bruttissima stagione (iniziata con i ben noti problemi di Mike Price a febbraio) con la sconfitta di sabato e nell'ultima sfida contro Hawaii dovranno mettercela tutta per non entrare nella storia dell'università . Se dovessero perdere, infatti, i Crimson Tide di quest'anno sarebbero la prima squadra di Alabama dal 1955 a perdere più di 8 partite.
Anche Mississippi State giocherà una partita importante perché quella contro Mississippi sarà l'ultima da allenatore di Jackie Sherrill che ha già annunciato il suo ritiro a fine stagione. In 13 anni Sherrill (che in passato ha allenato un certo Dan Marino) è diventato l'allenatore più vincente nella storia dell'università ed ha risollevato il programma che aveva avuto soltanto una stagione vincente nei 9 anni precedenti alla sua assunzione.
Negli ultimi 3 anni la squadra non ha mai ottenuto un record vincente ma nella memoria dei tifosi dei Bulldogs resteranno per sempre le vittorie contro la rivale storica del programma, Mississippi, e il titolo divisionale conquistato nel 1998. "Ha convinto tutti che la nostra università è in grado di competere con chiunque e che possiamo vincere anche nel football", ha detto il dirigente che lo ha assunto, Larry Templeton, "Per questo non gli saremo mai grati abbastanza".