Il Freshman di Kansas JR Giddens schiaccia di potenza su Maurice Ager
Kansas da una parte, Michigan State dall'altra. Due grandi tradizioni a confronto, nonchè due tra le principali favorite alla corsa al titolo Ncaa di quest'anno, nonchè le favorite d'obbligo rispettivamente nella Big12 e nella Big Ten. Nel primo confronto di cartello di questa stagione, l'hanno spuntata (81-74) i Jayhawks di un Bill Self che si sta pian piano lasciando dietro ogni scetticismo iniziale, naturale nell'accogliere la pesante eredità di quel Roy Williams che i fan dei falchetti erano abituati a vedere in panchina da ormai ben 15 anni.
Bill Self (2-0 al debutto) e il ritorno di Wayne Simien
Adesso il coach col bicchierone di Coca sempre in mano sarà solo più un avversario a Lawrence, perchè la Self-mania è cominciata con questa vittoria netta, mai realmente in discussione, contro la squadra allenata da un altro grande mago della panchina, al secolo Tom Izzo. Eppure Bill Self non può nemmeno godere della vera attenzione dei riflettori, perchè l'uomo del momento è Wayne Simien, 205 cm, 120 kg di potenza per la straordinaria ala grande di Kansas, che ha presentato il suo biglietto da visita circa i suoi reali obiettivi: "Simien - spiega Tom Izzo - è il miglior lungo, probabilmente il miglior lungo tra tutti quelli che incontreremo quest'anno".
Detto da Tom Izzo, uno che non si fa certo pregare nel dare giudizi, questa affermazione ha un fondo di verità molto consistente. Ma cos'ha combinato Wayne contro gli Spartans?
Ventotto punti, con un lapidario 9/12 dal campo, 9/9 ai liberi, 8 rimbalzi, 2 stoppate, dominando in lungo e in largo la frontline degli Spartans. E' andato a segno con una varietà di movimenti impressionante: dalla media, in post con giro e tiro, rimbalzo offensivo con layup e persino una tripla in avvio di partita, segno che: "Mi sentivo davvero benissimo - spiega Simien - ho preso un gran ritmo durante la gara e mi è sembrato tutto molto facile". Per MSU invece è stato tutto drammaticamente molto difficile, in quanto non c'è stato verso di provare a contenerlo, se non facendogli fallo: "Ha davvero delle mani d'oro - confida ancora Izzo - abbiamo provato a limitarlo, ma lui prendeva palla, si girava e segnava; forse nel secondo tempo l'abbiamo limitato un po' meglio, ma magari anche lui era più stanco". Probabile, anche perchè Simien ha giocato 38 minuti, un career high che va dunque aggiunto al suo personale nei punti.
Se il buon giorno si vede dal mattino, le assolate distese di Lawrence e dintorni potrebbero essere davvero ridenti, e Wayne potrà togliersi quelle soddisfazioni che un tremendo infortunio alla spalla, con tanto di ricaduta, gli ha impedito di prendersi l'anno scorso, quando pur senza di lui i Jayhawks sono arrivati in finale, cedendo soltanto di misura ai miracolosi Orangemen di Carmelo Anthony.
Simien tra passato e presente
Per approfondire le conoscenze sul passato di questa ala che a Roy Williams ricordava tanto Karl Malone, vi rimandiamo alla lettura di questo pezzo d'archivio, datato febbraio 2002, tra l'altro un sottile amarcord di quella che era la vecchia versione del nostro sito
http://www.playit.mediacity.it/playit/html/ncaa/simien.html
Soffermiamoci ora su quelle che sono le aspettative attuali sul leader di Kansas, a cominciare dai pareri entusiastici che i suoi compagni hanno di lui, denomitore comune… Wayne is a beast: "Vedi, io lo amo - si esalta il play Aaron Miles, altra grande sorpresa di quest'anno - ha fatto ventotto punti senza nemmeno toccare tanti palloni, è una bestia", oppure sentite cosa ne pensa il freshman JR Giddens: "Wayne è una bestia (ok, sono abbastanza monotoni, NdR), ma se voi potreste guardarlo in allenamento non vi stupireste nemmeno di quello che ha fatto contro Michigan State". Keith Langford, che insieme a Simien è il giocatore più rappresentativo della truppa, si addentra in un'analisi più tecnica, facendo eco alle impressioni, le vedremo, del suo coach: "Se impariamo da dargli la palla con continuità , credo che possa essere il miglior giocatore della nazione; non siamo stupidi, sappiamo che se vogliamo vincere dobbiamo servirlo con costanza, anzi, vi dirò, il fatto di non averlo avuto con noi l'anno scorso va venire ancora più i nervi a chi come me ha perso quella maledetta finale". Concludiamo quindi con Bill Self: "Dobbiamo assolutamente servirlo di più, con MSU ha dimostrato la sua potenza, abbiamo dei grandi lunghi, che possono davvero fare la differenza, e dobbiamo imparare a dar loro di più la palla".
Kansas, la completezza di un roster davvero super
Grandi lunghi dice Self, e si, perchè il freshman David Padgett (210 cm) e il senior Jeff Graves (203 cm) completano una frontline con pochi eguali nella Ncaa. Ci sono tutti gli ingredienti per un buon basket: la straordinaria completezza di Wayne, la tecnica e il talento di David e la fisicità di Jeff dotano i Jayhawks di tantissime soluzioni, e della possibilità di ovviare ai problemi di falli. In un contesto simile, un onesto lungo come Moulane Njang, che completa di fatto la rotazione, il campo rischia spesso di vederlo col binocolo.
Nel backcourt Self può contare sull'esperienza degli junior Keith Langford e del miglioratissimo playmaker Aaron Miles, che sta aggiungendo un valido gioco offensivo al suo repertorio difensivo già di alto livello. Il tiratore Michael Lee, il play/guardia Omar Wilkes e il super swingman JR Giddens, uniti all'efficacia del jolly Bryant Nash danno un contributo aggiuntivo che rende i Jayhawks una delle franchigie più profonde del campionato.
Per gli Spartans una ferita leggera
Cosa cambia per gli Spartans dopo questa battuta d'arresto? Francamente un calo nel ranking, ma anche un'esperienza di alto livello contro una rivale credibile. Proprio su questo aspetto quella vecchia volpe di Tom Izzo potrebbe aver visto giusto, formulando un calendario no-conference davvero durissimo, ma al tempo stesso determinante nell'accrescere il livello di gioco dei suoi ragazzi. Un record meno altisonante non dovrebbe compromettere nulla, l'obiettivo di Izzo è portare la squadra al massimo al Torneo.
Tecnicamente contro i Jayhawks, come abbiamo visto, sono del tutto mancati i lunghi, e si è parzialmente salvato solo Paul Davis con 13 punti e 8 rimbalzi, mentre tra gli esterni sono andati bene Alan Anderson, autore di 16 punti e 7 assist, e Maurice Ager, top scorer degli Spartans con 17 punti. Male Chris Hill, subito frenato dai falli, e Kelvin Torbert mentre il freshman Shannon Brown ha dimostrato di aver i numeri per fare buone cose nel corso di questa annata.
Tatticamente Izzo dovrà impostare una squadra leggera e veloce, in grado di sopperire al deficit sotto le plance. Se ci riuscirà , molto probabilmente a marzo gli Spartans potranno dire la loro.