Michigan – Ohio State 35 – 21

Il QB John Navarre, giunto all'ultima partita della carriera, ha guidato alla perfezione l'attacco.

Sabato scorso ad Ann Arbour, Michigan, si è disputata la centesima edizione della sfida tra Michigan Wolverines e Ohio State Buckeyes, una partita che anche in questo 2003 avrebbe assegnato il titolo della Big Ten, oltre ad assicurare un posto nel Rose Bowl; vista l'importanza di questo incontro, lo stadio di Michigan è stato invaso da 112.118 tifosi, un record di affluenza per quanto riguarda il College Football.

Alla vigilia della partita, gli occhi erano puntati soprattutto sul QB John Navarre, il senior giunto all'ultimo incontro della sua carriera in maglia Wolverines (bowl escluso), che era sempre stato criticato per la sua incapacità  di battere i Buckeyes, fatto inaccettabile a Michigan; ma soprattutto c'era grande interesse nel vedere se la rinomata difesa di Ohio State fosse riuscita a fermare il pericoloso attacco di Michigan.

Dopo una serie di punt all'inizio del primo periodo, i Wolverines hanno iniziato il secondo drive della giornata, partendo dalle proprie 11 yards, quindi con un lungo cammino per arrivare in endzone: nonostante la cattiva posizione di partenza, Michigan ha cominciato a sviluppare il proprio gioco offensivo, soprattutto con il RB Chris Perry, che, con alcune corse e ricezioni, ha permesso l'ingresso nel territorio avversario.

Poco dopo, i Wolverines si sono conquistati un 1st and Goal a sole 6 yards dal TD, per poi segnare, con un gioco particolare di Steve Breaston, la prima meta dell'incontro: Michigan aveva completato un lunghissimo drive da 89 yards, mantenendo il possesso per oltre 7 minuti.

Nel secondo quarto, i padroni di casa hanno colpito ancora, questa volta con Navarre, che, con la collaborazione del WR Braylon Edwards, ha completato un TD pass da 64 yards, sorprendendo la secondaria di Ohio State; queste due segnature erano un chiaro segnale che Michigan era in possesso delle armi per scardinare la difesa avversaria.

Chris Perry, infatti, ha continuato a guadagnare yards su yards, aiutato ovviamente da un splendida linea offensiva che si è sbarazzata senza grossi problemi dei linemen e linebacker avversari: quando Perry, a 5:49 dall'intervallo, ha varcato per la terza volta la endzone dei Buckeyes, gli spettatori hanno capito che la giornata sarebbe stata davvero speciale.

Fortunatamente per Ohio State, Krenzel è riuscito a guidare un drive sostenuto, portando i suoi al TD a pochi secondi dalla fine del secondo quarto; nonostante la segnatura, tra i sostenitori di Ohio State l'ottimismo non era il sentimento prevalente: Michigan, infatti, aveva guadagnato 73 yards in 18 giochi sulle corse, dimostrando la propria efficienza contro un reparto che nelle precedenti partite ne aveva concesse mediamente 50. Ma non solo il ground game aveva avuto successo durante i primi 30 minuti, visto che anche Navarre si era imposto alla grande, con 12 su 19 per 179 yards; ottima anche la prestazione della difesa, che a parte il TD, aveva controllato perfettamente l'attacco di Ohio State.

Su questa base, i Wolverines hanno controllato anche la ripresa, non prima però di aver segnato un TD in apertura, coprendo 62 yards in meno di due minuti; sotto 7-28, le speranze di Ohio State erano ridotte al lumicino, anche se a metà  del terzo quarto Krenzel trovava un nuovo TD pass, che riduceva le distanze.

Sul 28-14, i Buckeyes hanno preso coraggio, soprattutto con la difesa, che finalmente è riuscita a bloccare l'attacco avversario: successivamente, dopo che Ohio State aveva segnato la terza meta dell'incontro grazie ad un drive di 93 yards, tra i tifosi di Ann Arbour si poteva notare un po' di preoccupazione.

Con oltre 13 minuti ancora da giocare, la partita era chiaramente riaperta, ma purtroppo i Buckeyes hanno dovuto rinunciare al loro QB Krenzel, che a causa di un infortunio alla spalla, ha dovuto lasciare il posto alla riserva Scott McMullen.

Per la prima volta in difficoltà  durante la partita, l'attacco di Michigan ha saputo rispondere alla grande, impostando un eccellente drive da 88 yards, chiusosi con il TD di Chris Perry a 7:55 dalla fine; la quinta meta della giornata ha spento le speranze di rimonta dei Buckeyes, consegnando la vittoria finale ai Wolverines, che hanno interrotto una striscia di due sconfitte consecutive contro gli odiati rivali.

Stabilire l'MVP della giornata è davvero difficile, infatti tutti i giocatori di Michigan meriterebbero una menzione speciale: lanciando per 278 yards e 2 TD, John Navarre ha risposto con i fatti alle critiche che lo consideravano un perdente negli incontri importanti, mentre Perry ha conquistato 157 yards in 30 portate, contro la rinomata difesa dei Buckeyes.

Con questa vittoria, Michigan ha conquistato il primo titolo della Big Ten dal 1997 e, cosa ancora più dolce, ha rovinato i sogni di gloria di Ohio State, che addirittura potrebbe rimanere fuori dai Bowl BCS: grazie al titolo di conference, i Wolverines si sono garantiti un posto nel Rose Bowl di Pasadena, anche se le speranze di Sugar Bowl non sono ancora del tutto tramontate.

Nelle altre partite della giornata (l'ultima per quanto riguarda la Big Ten), non si sono verificati risultati sorprendenti: Purdue ha superato Indiana 24-16, confermandosi come terza forza del raggruppamento, Iowa ha battuto Wisconsin 27-21, Michigan State è finalmente tornata alla vittoria grazie ad un 41-10 su Penn State, ed infine Northwestern si è sbarazzata della pessima Illinois 37-20.

In chiusura di articolo è necessario preparare un breve commento sulla Big Ten 2003: indubbiamente il livello di gioco è stato molto elevato, e questo non solo grazie a Michigan e Ohio State; soltanto Illinois, Indiana e Penn State si sono dimostrate inferiori rispetto al resto delle formazioni.

Purdue, ad esempio, ha completato una stagione fantastica, chiudendo con un bilancio di 9-3 (6-2 nella conference) e meritandosi l'ingresso tra le prime venti squadre della nazione; un simile discorso può essere esteso a Minnesota, che con 9-3, ha completato il miglior bilancio dal 1905. Sicuramente positivo è stato anche il 2003 di Iowa, che seppure non abbia ripetuto il brillante titolo di conference della passata stagione (a pari merito con Ohio State), ha confermato la propria stabilità ; finale amaro, invece, per Michigan State, che fino a qualche settimana fa sognava addirittura il Rose Bowl, prima di risvegliarsi bruscamente con Michigan e Ohio State.

Tutto sommato discreto anche il comportamento di Northwestern e Wisconsin, che pur non essendo molto accreditate in pre-season, si sono levate alcune soddisfazioni: i Badgers, ad esempio, hanno inflitto ad Ohio State la prima sconfitta dopo 19 successi consecutivi.

Classifica finale della Big Ten
Michigan Wolverines 7-1 (10-2) - Campioni della Big Ten
Ohio State Buckeyes 6-2 (10-2)
Purdue Boilermakers 6-2 (9-3)
Minnesota Golden Gophers 5-3 (8-3)
Iowa Hawkeyes 5-3 (8-3)
Michigan State Spartans 5-3 (8-4)
Wisconsin Badgers 4-4 (7-5)
Northwestern Wildcats 4-4 (6-6)
Penn State Nittany Lions 1-7 (3-9)
Indiana Hoosiers 1-7 (2-10)
Illinois Fighting Illini 0-8 (1-11)

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