Contro Washington State, UCLA ha perso 7 palloni e la possibilità di giocarsi nell'ultima giornata il titolo della Pac-10
L'università che ha beneficiato maggiormente dalle partite dello scorso weekend è stata quella che non è neanche scesa in campo: USC. I Trojans, seppure scavalcati in classifica da Washington State che ha battuto UCLA, aumentano ancora di più le loro chance di assicurarsi un posto in un Bowl della BCS.
Infatti sia USC che Washington State vantano una sconfitta a testa ma nel confronto diretto i Trojans hanno avuto la meglio e quindi in caso di arrivo alla pari sarebbero automaticamente invitati. USC e UCLA invece si affronteranno nell'ultimo turno di regular season ma la sconfitta dei Bruins rende sicuramente più agevole il compito dei Trojans che affronteranno un avversario con poche o nessuna possibilità di arrivare in testa alla classifica.
Come detto nella partita clou della settimana Washington State ha superato UCLA nonostante l'assenza per buona parte dell'incontro del quarterback Matt Kegel che è stato sostituito da una matricola (Josh Swogger) dopo un tackle particolarmente duro nel primo quarto. A salvare i Cougars ci ha pensato comunque il tailback Jonathan Smith che ha segnato 3 touchdown ottenendo 215 delle 323 yard guadagnate da WSU.
Per Kegel si tratta del secondo infortunio alla spalla destra e nonostante a fine partita fosse a bordo campo pronto ad entrare non è difficile ipotizzare per lui un turno di riposo nella prossima partita contro Arizona State. Coach Bill Doba non si è dichiarato ottimista: "Noi ci prepareremo per affrontare ASU con Swogger in campo. Se Matt dovesse recuperare in extremis forse potrebbe scendere in campo ma non so se è il caso di rischiarlo con il rischio di perderlo per la sfida con Washington".
Swogger, considerando che non giocava una partita completa da 3 anni, se l'è cavata abbastanza bene, più di quello che sembrano indicare i numeri appesantiti dai troppi errori dei ricevitori (5 su 16 per 82 yard e 2 intercetti).
Il freshman ha mostrato una buona leadership e soprattutto ha fatto vedere di aver un buon braccio: "Ha molto talento e ogni suo lancio era molto preciso, sia come altezza che come potenza. Anzi a volte lanciava anche troppo forte causando così dei problemi ai compagni che non erano abituati", ha dichiarato Timm Rosenbach, allenatore dei quarterback di WSU.
La buona prova di Swogger ha fatto passare in secondo piano gli il numero di palle perse (7 come già era accaduto nella sconfitta con USC della settimana scorsa). "Non possiamo continuare a cercare di sopravvivere ai nostri errori. Dobbiamo eliminare quegli errori perché non sempre affronteremo un avversario che perde il nostro stesso numero di palloni", ha dichiarato Doba.
Per i Bruins si tratta di una sconfitta maturata soprattutto per errori propri, primo fra tutti quello di sottovalutare Smith: "WSU è una squadra che preferisce lanciare e non penso che in passato abbiano corso così tante volte", ha dichiarato il safety Ben Emanuel II, "bisogna riconoscere che hanno studiato bene la nostra difesa".
Coach Karl Dorrell sposta invece l'attenzione sugli errori commessi alla fine del primo tempo che hanno permesso a WSU di segnare 14 punti: "Pensavamo di segnare qualche punto per andare caricati nello spogliatoio ed invece un loro ottimo punt return ed un nostro fumble che gli ha permesso di segnare 7 punti facili ci hanno tolto ogni possibilità ".
UCLA ha inoltre confermato tutti i suoi problemi in attacco, specialmente nella linea offensiva. I Bruins schierano 2 matricole e 2 giocatori al secondo anno che hanno concesso in 10 partite 37 sack (di gran lunga i peggiori nella Pac-10).
"Penso sia più che altro un problema di difficoltà nel riconoscere la difesa avversaria. Questo confonde i nostri giocatori che raddoppiano alcuni avversari e lasciano completamente liberi altri. Quindi è colpa di noi allenatori che non li prepariamo a sufficienza per le partite. Cercheremo di migliorare da questo punto di vista per le ultime 2 partite ma sono fiducioso in un progresso nella prossima stagione", ha spiegato Dorrell.
I problemi della linea non aiutano certo i quarterback che finora si sono alternati sul campo più per gli infortuni dovuti ai sack che per scelta tecnica. Il livello dei 2 quarterback non è in ogni caso eccelso quindi i Bruins avrebbero comunque qualche difficoltà in attacco anche se non ai livelli attuali. Il titolare è Matt Moore ma Drew Olson viene spesso chiamato in causa con scarsi risultati (in due hanno lanciato 9 intercetti contro soltanto 7 touchdown).
Contro WSU Moore ha completato soltanto 11 passaggi su 29 lanciando 2 intercetti e mostrando una scarsa mobilità che non gli ha permesso di evitare i sack (4). Dorrell allora ha mandato in campo Olson ma il quarterback ha lanciato nel terzo quarto un intercetto che ha posto fine ad ogni speranza di una clamorosa rimonta.
"La colpa non è di un singolo ma dell'intero reparto che non ha approfittato di tutte le occasioni che la nostra difesa, veramente eccellente oggi, ci ha concesso. I difensori non facevano in tempo a togliersi l'elmetto che subito dovevano entrare in campo. Spero che questo faccia riflettere tutti per prepararsi adeguatamente alla partita contro Oregon", conclude Dorrell.
Nelle partite che vedevano coinvolte squadre di metà classifica e quindi già fuori dalla lotta per il primo posto, spicca il successo proprio di Oregon su California. I Ducks hanno avuto bisogno di 2 cambi del quarterback e di un improvviso blackout per avere ragione dei Bears e tenere vicino all'80 percento la percentuale di vittorie casalinghe di coach Mike Bellotti.
Oregon pur di ridurre i passivi stratosferici ha implementato un sistema particolare di gestione dell'elettricità che, controllato da un computer, permette qualche risparmio ma all'inizio dell'ultimo quarto c'è stato un aumento improvviso di intensità che ha mandato in tilt le luci dello stadio costringendo le squadre ad aspettare negli spogliatoio 23 minuti prima di poter tornare in campo.
All'uscita degli spogliatoi California ha trovato di fronte una squadra completamente diversa e sotto la guida del quarterback Kellen Clemens Oregon ha segnato 14 punti consecutivi ed ha vinto la partita fino a quel momento in mano agli avversari.
Nel primo quarto Clemens aveva giocato così male da essere addirittura tolto dal campo ma nei 15 minuti finali si è riscattato lanciando quello che sarebbe stato il touchdown che ha ridato convinzione ai suoi (ricezione di 31 yard del tight end Tim Day che portava lo score sul 14 a 17).
Clemens è stato ancora decisivo a 47 secondi dalla fine quando ha lanciato il pallone a Terrence Whitehead che ha segnato i 7 punti del sorpasso decisivo. "È tutto merito del nostro staff tecnico che ha chiamato quello schema. Ci avevamo provato già prima ma avevo rovinato tutto con un errore. Per fortuna sono tornato in campo per rimediare", ha dichiarato Clemens che deve comunque ringraziare il blackout che ha "raffreddato" Jason Fife che lo aveva sostituito più che degnamente nei 2 quarti centrali. "Io l'ho coperto all'inizio e lui ha coperto me alla fine. Nessuno di noi due si può lamentare", ha scherzato a fine partita Fife che probabilmente sabato tornerà a sedersi in panchina.
California, anche se non ha fatto vedere quel gioco offensivo spettacolare cui l'head coach Jeff Tedford ci aveva abituato, ha disputato una buona partita in attacco. Si è messo in luce soprattutto il quarterback Aaron Rodgers che si è confermato uno dei migliori della conference quando viene messo sotto pressione dai giocatori avversari.
Rodgers ha retto sulle sue spalle tutto il peso dell'attacco e sarebbe riuscito a far vincere i suoi se i difensori non avessero accusato nell'ultimo quarto un crollo psicologico che ha favorito i Ducks. I rimpianti aumentano ancora di più considerando che nei primi 3 quarti la difesa di Cal era parsa molto migliorata rispetto alle partite precedenti. Poi si è spenta la luce e Clemens ha fatto il resto.
Nelle altre due sfide della conference Stanford come previsto ha superato Arizona State mentre ben altro significato ha avuto l'upset di Washington ad opera di Arizona. I Wildcats rompono la serie negativa di sconfitte casalinghe in partite di conference durate 3 anni e vincono per la prima volta in casa contro gli Huskies dal 1992.
Il protagonista della vittoria è stato il tailback Mike Bell che ha corso per 3 touchdown (69, 67 e 37 yard) ed ha superato per la terza volta consecutiva il muro delle 100 yard guadagnate (obiettivo non da poco per un giocatore dei derelitti Wildcats). Decisiva è stata anche la pressione esercitata dalla linea difensiva che sembra trasformata dopo l'esonero John Mackovic con cui i giocatori hanno avuto più di un'incomprensione.
Al suo posto è stato promosso, ad interim, il defensive coordinator Mike Hankwitz che ha finalmente ottenuto quella vittoria che serviva a rafforzare la sua posizione da head-coach. La sensazione è che Hankwitz si sia meritato sul campo la conferma, anche per il buon lavoro svolto con un gruppo di giocatori poco motivato, ma i dirigenti dell'università non si sono ancora pronunciati.
"Considero queste partite finali come una lunga intervista per il posto", ha detto l'allenatore che ha comunque dichiarato di non voler fare pressione sull'università , "lascerò che sia il campo e l'impegno dei giocatori a parlare".
Della lista dei possibili candidati fanno parte, oltre allo stesso Hankwitz, anche Ricky Hunley, assistente dei Cincinnati Bengals, Glen Mason, head coach di una delle squadre rivelazione di quest'anno, Minnesota, e Norm Chow, offensive coordinator di USC che finora ha fatto miracoli con i quarterback dei Trojans.
Prima della vittoria contro i Cougars il record di Hankwitz era 0-4 ma tenendo in considerazione lo stato in cui si trovava la squadra al momento dell'esonero del suo predecessore non è difficile notare il buon lavoro svolto dall'ex coordinator.
Una sua eventuale conferma sarebbe il primo passo verso la riabilitazione di un programma che deve risollevarsi subito dopo la burrasca Mackovic, anche in virtù del fatto che conosce già ambiente e giocatori.
L'attuale head coach comunque ha dichiarato di essere disposto anche a rimanere soltanto come defensive coordinator perché "ritengo che la squadra abbia un ottimo potenziale. Negli ultimi 2 anni i giocatori che hanno firmato con noi si sono rivelati ottimi giocatori e se anche quest'anno il recruiting andrà bene allora potremo vincere qualcosa in più". Che sia la volta buona per una squadra che solo 5 anni fa vinse 12 partite su 13 e finì quarta nella nazione?
Classifica
Washington State 5-1
USC 4-1
UCLA 4-2
Oregon State 3-2
Oregon 3-3
Washington 3-3
California 3-3
Stanford 2-4
Arizona State 1-4
Arizona 1-4
Prossimo turno
Arizona State @ Washington State
Oregon @ UCLA
Stanford @ Oregon State
USC @ Arizona
Washington @ California