Chris Perry, RB di Michigan: per lui 219 yards contro Michigan State
Big 12
Dopo aver commentato la partita tra Oklahoma e Oklahoma State, analizziamo insieme la situazione nella Big 12.
La South Division, ormai, è appannaggio dei Sooners, che stracciando i Cowboys, hanno ipotecato il titolo divisionale e l'accesso alla finale di Conference: i tre prossimi avversari dei Sooners, Texas A&M, Baylor e Texas Tech occupano le tre ultime posizioni della division e chiaramente non hanno i mezzi per competere contro i ragazzi di Bob Stoops; Oklahoma è pronta ad arrivare al Sugar Bowl imbattuta e con i favori del pronostico dalla propria parte.
Primi inseguitori dei Sooners sono i Texas Longhorns, i quali hanno un bilancio di 4-1 all'interno della Big 12; purtroppo, quell'unica sconfitta è avvenuta proprio contro Oklahoma, che quindi ha lo scontro diretto a proprio vantaggio. Di conseguenza, la finale di conference è una vera utopia per Texas, poiché due sconfitte dei Sooners nelle prossime tre partite sarebbero davvero la sorpresa del decennio.
Tuttavia, i Longhorns hanno reagito ottimamente alla batosta inferta loro dai Sooners, con tre successi consecutivi: quello di sabato è stato davvero convincente, poiché avvenuto contro Nebraska, considerata da tutti la seconda forza dell'intera Big 12.
La partita non ha avuto storia, con Texas dominante in ogni fase del gioco: l'attacco ha sfruttato al meglio le prestazioni del QB Vince Young e del RB Cedric Benson, che hanno corso rispettivamente per 163 e 174 yards, mentre la difesa ha limitato gli avversari a sole 161 yards.
Con questa performance, Texas ha raggiunto l'undicesimo posto nei ranking di ESPN / USA Today e della AP; purtroppo, l'approdo ad un bowl importante pare alquanto improbabile per i Longhorns, visto che occupano la dodicesima posizione nel ranking BCS.
Dietro ai Longhorns, ci sono i Cowboys di OSU, i quali hanno visto le loro quotazioni crollare in maniera drastica: sicuramente i Sooners erano considerati favoriti, ma chi si sarebbe potuto immaginare una simile batosta. Tuttavia, sabato prossimo ci sarà l'appuntamento del riscatto, infatti, Oklahoma State ospiterà proprio Texas, in una partita che determinerà la seconda forza della South Division.
Con 3-2 (stesso bilancio di OSU) c'è anche Texas Tech, la quale però deve ancora affrontare sia Texas, sia Oklahoma; chiudono la classifica, le mediocri Texas A&M e Baylor.
Molto più intricata, invece, è la situazione nella South Division, in cui la sconfitta di Nebraska ha completamente riaperto i giochi: i Cornhuskers sono stati raggiunti da Kansas State (3-2) e ora vedono in pericolo l'accesso alla finale di conference.
La corsa per il titolo divisionale, infatti, è aperta anche per Missouri (2-2), che tra l'altro può vantare lo scontro diretto favorevole con Nebraska; molto probabilmente, la lotta per stabilire la rivale di Oklahoma sarà combattuta fino al termine: Kansas State, infatti, dovrà affrontare nelle ultime due partite stagionali sia Missouri, sia Nebraska.
CLASSIFICA
North Division
Nebraska 3-2 (7-2)
Kansas State 3-2 (7-3)
Missouri 2-2 (6-2)
Kansas 2-3 (5-4)
Colorado 1-4 (3-6)
Iowa State 0-4 (2-6)
South Division
Oklahoma 5-0 (9-0)
Texas 4-1 (7-2)
Oklahoma State 3-2 (7-2)
Texas Tech 3-2 (6-3)
Texas A & M 2-3 (4-5)
Baylor 1-4 (3-6)
ACC
La ACC, probabilmente, è la meno interessante tra le sei conference principali: Florida State, ormai, è già sicura del primo posto (anche se a pari merito), mentre le altre squadre navigano nella mediocrità .
Unica formazione degna di nota è North Carolina State, che ha ricevuto 2 miseri voti dagli allenatori e altri 2 dai giornalisti; purtroppo, questi punteggi non sono stati sufficienti ad entrare nei ranking di ESPN / USA Today e della AP.
I Wolfpacks, alla vigilia della stagione, erano considerati come una minaccia al trono di FSU, ma purtroppo non hanno rispettato i pronostici; in verità , NC State ha perso solo 2 partite in questo 2003, ma hanno tratto numerosi vantaggi da un calendario piuttosto agevole: le uniche formazioni prestigiose tra le avversarie dei Wolfpacks sono Ohio State e FSU. Ora, NC State avrà un turno di riposo, prima di affrontare proprio i Seminoles, cui cercherà di fare lo sgambetto, e Maryland, in una sfida che dovrebbe stabilire la seconda forza della ACC.
Nonostante il livello mediocre, sia NC State sia Maryland dovrebbero ricevere ugualmente un invito per un bowl, anche se ovviamente non tra i più prestigiosi.
Il prossimo weekend offrirà soltanto 3 partite in cui sono impegnate formazioni della ACC: Wake Forest - North Carolina, Georgia Tech - Duke e FSU - Clemson. Quest'ultima sfida sarà sicuramente fonte di grande interesse per gli appassionati, non tanto per il risultato (pare abbastanza scontata una vittoria dei Seminoles), quanto piuttosto per la quinta edizione del Bowden Bowl: Clemson, infatti, è allenata da Tommy Bowden, il figlio del leggendario coach di Florida State, che purtroppo ha subito quattro sconfitte nel derby di famiglia.
Tuttavia, la situazione del giovane Bowden non è delle migliori, poiché i Tigers stanno attraversando un periodo complicato, vista la sconfitta 45-17 contro Wake Forest: per alcuni addetti ai lavori, Tommy Bowden potrebbe essere rimosso dalla panchina di Clemson al termine di questa stagione.
Prima di chiudere la parentesi sulla ACC, è necessario parlare di Florida State, che sabato scorso ha disputato un'affascinante sfida a South Bend, Indiana contro Notre Dame; questo incontro aveva fatto tornare alla mente la celeberrima partita del 1993, in cui i Fighting Irish avevano battuto i Seminoles, futuri vincitori del titolo nazionale. A dieci anni di distanza, FSU è ritornata su quel campo, ma questa volta il risultato è stato molto diverso: Florida State ha letteralmente stracciato Notre Dame, imponendole un umiliante 37-0, il primo shutout interno subito dagli Irlandesi dal 1978.
(Questa partita, inoltre, è stata una sfida all'interno della redazione di play.it: Perrino, infatti, è un acceso sostenitore di Notre Dame, mentre il sottoscritto di Florida State).
Questa è la classifica della ACC:
Florida State 6-0 (8-1)
NC State 4-2 (7-2)
Maryland 3-2 (6-3)
Georgia Tech 3-2 (6-3
Wake Forest 3-3 (5-4)
Clemson 3-3 (5-4)
Virginia 3-3 (5-4)
Duke 0-5 (2-7)
North Carolina 0-7 (1-8)
Big Ten
Chiudiamo l'articolo con l'analisi della Big Ten, una conference che ha presentato numerosi incontri interessanti.
La partita di cartello del weekend scorso è stato il sentito derby tra Michigan e Michigan State, con gli Spartans che, in caso di vittoria, avrebbero potuto mettere una seria ipoteca sul titolo della Big Ten.
Invece, il successo ha arriso ai Wolverines, autori di una prestazione maiuscola: MVP della gara è stato sicuramente il RB Chris Perry, che in 51 portate ha totalizzato ben 219 yards. Il punteggio finale 27-20 non dimostra completamente l'effettiva supremazia di Michigan, che si è dimostrata migliore in tutti i reparti.
All'inizio del terzo quarto, Michigan ha preso un vantaggio di 17 punti, controllando abbastanza tranquillamente la rimonta di MSU: un fumble del QB John Navarre, riportato in endzone dagli Spartans, sembrava poter riaprire la partita, ma i Wolverines non si sono fatti prendere dal panico ed hanno portato a casa la vittoria che ha permesso loro di conquistare la vetta della classifica.
Un altro incontro interessante è stata la sfida tra Ohio State e Penn State, due squadre con diverse ambizioni per questo 2003: i Buckeyes lottano per il Rose Bowl (e teoricamente anche per il Sugar Bowl), mentre i Nittany Lions cercano ancora la prima vittoria all'interno della Big Ten.
Pur essendo chiaramente sfavorita, Penn State ha condotto la gara per quasi 60 minuti, mettendo in netta difficoltà la più quotata avversaria; tuttavia, ad 1:35 dalla chiusura, Ohio State è riuscita a segnare il TD che le ha permesso di vincere per 21-20.
Al termine dell'incontro sono emersi alcuni dibattiti riguardo Joe Paterno e il suo ruolo all'interno di Penn State; nessuno può mettere in discussione la grandezza di questo coach (che fino a qualche settimana fa era il più vincente nella storia della Division I-A), tuttavia vanno analizzati alcuni fattori:
Da quando si è unita alla Big Ten (1993), Penn State non aveva mai avuto un inizio peggiore (0-5 nella conference, 2-7 in totale)
Per la terza volta in quattro stagioni, Penn State completerà un bilancio sotto il 50%; nei precedenti 34 anni di gestione Paterno, soltanto una volta i Nittany Lions avevano chiuso un campionato con un bilancio negativo.
Per questi motivi, alcuni addetti ai lavori si augurerebbero le dimissioni del leggendario coach 76enne, che, a loro parere, non avrebbe più lo stesso carisma e le stesse qualità degli anni passati. Paterno, tuttavia, ha prontamente ribattuto alle accuse, confermando la propria presenza sulla panchina dei Nittany Lions la prossima stagione.
Ohio State, invece, ha conquistato il quarto successo all'interno della Big Ten, raggiungendo Michigan State, a sola mezza partita dai Wolverines. A 4-1 ci sono anche i Purdue Boilermakers, che sabato scorso hanno sconfitto 34-14 Northwestern, e ovviamente sono pronti a combattere per l'accesso al Rose Bowl.
Il prossimo turno presenterà numerose partite importantissime che potrebbero risultare decisive per l'assegnazione del titolo della Big Ten: Michigan State-Ohio State, Purdue-Iowa (in caso di sconfitta gli Hawkeyes saranno eliminati definitivamente dalla corsa al primo posto) e Wisconsin-Minnesota (chi vince spera ancora, chi perde termina le speranze); Michigan, invece, osserverà un turno di riposo, preludio alle sfide contro Northwestern e, soprattutto, contro Ohio State.
Incredibilmente, nella Big Ten ci sono ancora 7 squadre (su 11) che, in teoria, possono ancora guadagnarsi il titolo di conference; questo raggruppamento si sta davvero dimostrando come il migliore dell'intera nazione, infatti, tutte queste sette compagini hanno almeno sei vittorie complessive.
Questa è la classifica della Big Ten:
Michigan 5-1 (7-2)
Ohio State 4-1 (8-1)
Purdue 4-1 (7-2)
Michigan State 4-1 (7-2)
Minnesota 4-2 (8-2)
Iowa 3-2 (7-2)
Wisconsin 3-2 (6-3)
Northwestern 2-3 (4-5)
Penn State 0-5 (2-7)
Indiana 0-5 (1-8)
Illinois 0-6 (1-9)