Sean Taylor (#26 in maglia bianca), MVP della partita contro FSU
Sabato pomeriggio, tutti gli occhi degli appassionati di College Football erano rivolti al Doak Campbell Stadium di Tallahassee, per il tradizionale incontro tra Florida State e Miami.
La partita si è giocata su un campo in condizioni pessime a causa di una fitta pioggia che ha creato molte difficoltà alle due squadre: l'incontro, di conseguenza, si è rilevato poco spettacolare, con addirittura cinque turnovers per parte.
Miami, tuttavia, ha saputo approfittare meglio della situazione e fin dalle prime battute ha preso l'inerzia della partita, mantenendola fino al termine; a metà del periodo iniziale, gli Hurricanes bloccano un punt, guadagnandosi un 1st and 10 a sole 14 yards dalla endzone grazie al recupero di Sean Taylor: nonostante la difesa di FSU eviti la meta, Miami può portarsi in vantaggio con un FG del kicker Jon Peattie.
Sul kickoff susseguente, Miami riconquista il possesso grazie ad un colpo di fortuna che regala un eccezionale 1st and 10 sulle 33 avversarie; ancora una volta la difesa dei Seminoles non concede il TD, ma gli Hurricanes si assicurano altri tre punti.
Su questo vantaggio iniziale, Miami costruisce la propria vittoria, approfittando delle numerose palle perse degli avversari: sul primo gioco del secondo quarto, Chris Rix si fa intercettare da Sean Taylor, restituendo il pallone agli Hurricanes che, marciando per 75 yards, segnano la prima meta della partita; l'autore del TD è il WR Kellen Winslow che riceve un perfetto passaggio del QB Brock Berlin. Nonostante l'errore nella conversione da due punti, Miami ha ormai preso il controllo della partita e per FSU la strada diventa sempre più in salita.
In seguito ad una serie di fumble e punt da entrambi le parti, FSU riconquista il possesso sulle proprie 12 yards con meno di cinque minuti da giocare prima dell'intervallo; dopo aver chiuso un primo down, Chris Rix commette l'errore decisivo, facendosi intercettare ancora da Taylor che riporta il pallone in TD: Miami 19 - FSU 0, risultato con cui si chiude il primo tempo.
La partita ormai è segnata, anche perché sul drive iniziale del terzo quarto, Chris Rix commette un ennesimo fumble, che si tramuterà in altri 3 punti per Miami: a questo punto, il vantaggio di 22 punti è incolmabile.
Nonostante la buona prestazione della difesa che intercetterà tre volte Brock Berlin, FSU non riuscirà più a riaprire la gara, anche se dopo il TD pass di Rix per Willie Reid nel terzo periodo, i tifosi di Tallahassee avevano iniziato a sperare in una rimonta.
Purtroppo per ben due volte, i Seminoles falliranno due conversioni di quarto down a pochissime yards dalla endzone, consegnando a Miami il successo finale; il TD pass di Rix per Chris Davis nell'ultimo gioco della partita serve solo a fissare il punteggio sul 22-14.
Cosa si può dire al termine di questa sfida? La vittoria dei ragazzi di Larry Coker è stata abbastanza sorprendente, soprattutto per il modo in cui si è svolta: l'assenza di Frank Gore sarebbe dovuta essere un grave handicap per Miami, ma Jarrett Payton si è comportato egregiamente correndo per 97 yards, mentre Kellen Winslow ne ha totalizzate 106 su ricezione, sorprendendo la decantata difesa dei Seminoles.
In attacco FSU ha fatto davvero fatica, come dimostrato dalle misere 61 yards guadagnate nel ground game che sono la vera chiave della partita: a causa dell'inefficacia del gioco sulle corse, Chris Rix è stato obbligato a lanciare 42 volte, completando appena 20 passaggi con 2 intercetti.
Le difficili condizioni atmosferiche possono essere una parziale attenuante alla debacle di FSU, ma Miami è sembrata una squadra migliore, che ha superato brillantemente il momento difficile dopo la stentata vittoria su West Virginia.
Nelle dichiarazioni del dopo-partita tutti i giocatori di Miami hanno espresso il loro entusiasmo per aver battuto i rivali per il quarto anno consecutivo; soprattutto c'è stata grande soddisfazione per aver smentito i critici che avevano espresso numerosi dubbi sulla reale consistenza della squadra.
Per quanto riguarda le statistiche, gli Hurricanes hanno portato a 38 la striscia di vittorie consecutive (di cui 17 in trasferta) in regular season; inoltre, bissando il successo a Tallahassee del 2000, hanno conquistato la prima doppietta esterna dal 1985-87.
Dopo questo importantissimo successo, Miami avrà un turno abbastanza agevole contro Temple, che però sarà seguito da due incontri difficilissimi contro Virginia Tech (fuori casa) e Tennessee; la partita contro gli Hokies, che hanno sommerso Syracuse 51-7, sarà davvero la chiave per stabilire la regina della Big East, ma sarà un compito assai impegnativo: Virginia Tech è salita al #3 del ranking di ESPN / USA Today, posizione legittima anche perché, assieme a Miami e a Oklahoma, è l'unica squadra ancora imbattuta nelle sei conference della BCS.
In verità nella Big East, ci sarebbe anche Pittsburgh, ma dopo la sconfitta contro Notre Dame le quotazioni sono scese; nonostante i Panthers non abbiano ancora disputato una partita all'interno della conference, pare improbabile un loro intervento nella lotta tra Miami e Virginia Tech.
Diverso il discorso per FSU che, oltre a scendere al #7 nel ranking, dovrà dire addio ai sogni di Sugar Bowl: ora i Seminoles devono concentrarsi sulla corsa alla ACC, a partire dal prossimo incontro in trasferta contro Virginia, che forse è l'unico ostacolo nella corsa al titolo della conference; fortunatamente, anche i Cavaliers stanno attraversando un momento delicato, visto che ieri sono stati sconfitti da Clemson. Come si può facilmente intuire, la ACC si sta dimostrando davvero debole, tanto che può essere considerato il raggruppamento meno attrezzato tra quelli della BCS.
Intanto, ci sono nuove notizie per quanto riguarda l'espansione della ACC, infatti, Boston College potrebbe lasciare la Big East, unendosi a Miami e Virginia Tech: se si dovesse verificare questo evento, la ACC diventerebbe a 12 squadre, quindi il progetto di finale di conference sarebbe plausibile. Intanto i massimi dirigenti della Big East stanno cercando di convincere Louisville, Cincinnati, Marquette e DePaul a lasciare la Conference USA, anche se solamente Cardinals e Bearcats presenterebbero il programma di football.