Steven Jackson, tailback di Oregon State e possibile candidato per l'Heisman Trophy
Proseguiamo la nostra consueta analisi settimanale delle conference NCAA occupandoci di Big 12, Big Ten e Pac-10.
Big 12
Quella che una volta era conosciuta come una delle conference con i migliori running back quest'anno viene definita invece la conference dei quarterback. B.J. Symons (Texas Tech), Jason White (Oklahoma), Bill Whittemore (Kansas) riempiono ogni settimana le prime pagine con le loro imprese. "Questo è il miglior gruppo di quarterback che io abbia mai visto nella Big 12 e ogni settimana si aggiunge qualcuno nuovo", ha dichiarato Dan McCarney, head coach di Iowa State.
La vera sorpresa del gruppo è B.J. Symons. Solo nelle ultime 3 partite ha lanciato per 1752 yard, il più alto totale per quel numero di gare nella NCAA dal 1990. Per lui si parla di una candidatura all'Heisman Trophy anche se il fatto di essere quasi sconosciuto fino a 2 mesi fa e di giocare in un sistema che notoriamente favorisce i quarterback lo penalizza non poco. "Per me non ci sono dubbi. B.J. è il migliore giocatore della nazione perché produce più degli altri nonostante non abbia a disposizione quello che hanno gli altri", ha dichiarato il suo coach, Mike Leach.
Secondo Lyle Setencich, defensive coordinator di Texas Tech, "stiamo assistendo a qualcosa di speciale in quest'attacco. Non esiste nel paese un gruppo come questo. Quando mi dicono che Symons è un prodotto del sistema lo prendo come un complimento perché non tutti sono in grado di giocare così bene con degli schemi esigenti come i nostri".
Fra le università quella che più ha stupito è Baylor. Considerata da qualche anno la squadra più debole della conference, l'università sta giocando invece un campionato dignitoso che ha avuto finora il punto più alto nella vittoria della settimana scorsa contro Colorado che ha interrotto la striscia di 29 sconfitte consecutive con squadre della conference.
Considerando che la squadra è molto giovane (i senior titolari sono pochi) non è difficile pronosticare un ulteriore miglioramento per la prossima stagione. Già quest'anno si sono messi in mostra il running back Rashad Armstrong (primo posto nella Big 12 per media di yard corse con 118) ed il quarterback Aaron Karas.
Questa settimana i Bears affrontano un test impegnativo nella partita contro Texas A&M che non battono dal 1985. Gli avversari sono in un momento difficile e la speranza di Baylor è di vincere non solo per battere la tradizione ma anche per rendere più forte il legame con i tifosi che finora hanno seguito con un po' di scetticismo la squadra (fatta eccezione per l'entusiasmo mostrato quando sono stati tirati giù i pali del campo dopo la vittoria contro Colorado).
Nella prima parte di campionato la delusione della conference è stata sicuramente Colorado. La sconfitta contro Baylor è la terza consecutiva per un team che ad inizio stagione era nella Top 25 ed aspirava ad un posto in un Bowl della BCS. La partita della scorsa settimana ha messo in discussione tutto lo staff tecnico perché nonostante la scusante dell'infortunio al quarterback titolare, Joel Klatt, la squadra di coach Gary Barnett ha disputato una pessima partita.
"Non blocchiamo bene e sbagliamo i tackle. Qui non si tratta di schemi o di chi gioca titolare perché in campo ci può andare anche un campione ma se non riesce a far bene neanche le cose fondamentali ci sarà da soffrire. Questa è la situazione attuale, purtroppo", ha dichiarato Barnett.
Una delle caratteristiche dell'università è una linea offensiva di talento ma quest'anno il ritorno di un solo titolare dalla scorsa stagione ha stravolto gli equilibri. La difesa è agli ultimi posti nazionali in quasi tutte le statistiche e le 3 partite consecutive con più di 40 punti concessi non si vedevano da molti anni a Colorado.
Le sofferenze sul campo avranno conseguenze anche dal punto di vista economico. Colorado ha modernizzato lo stadio pagando il tutto con fondi interni nella speranza di guadagnare da abbonamenti annuali e luxury box. Gli introiti però sono molto bassi perché lo stadio non è mai stato stracolmo, i prezzi sono troppo alti e non c'è la possibilità di abbassarli per non dover rimborsare chi già ha pagato. Le sconfitte non aiutano certo l'università e già circolano voci su possibili avvicendamenti a livello dirigenziale che coinvolgerebbero anche lo staff tecnico.
Big Ten
Ad inizio stagione tutti pronosticavano un testa a testa fra Michigan ed Ohio State, campioni in carica della conference e della nazione. Invece dopo 6 partite in testa alla classifica della Big Ten, insieme a Wisconsin, ci sono 2 squadre che soltanto un paio di mesi fa nessuno avrebbe mai immaginato così in alto: Minnesota e Michigan State.
Minnesota è addirittura imbattuti a livello nazionale (6 vittorie) e possono contare finalmente sul quarterback Asad Abdul-Khaliq (9 touchdown lanciati contro 2 intercetti e primo posto nella conference per efficienza nei lanci). Oltre al senior è sicuramente degno di nota anche il gruppo di tailback che finora ha guadagnato 277 yard per gara ed ha segnato ben 22 touchdown.
Minnesota sembra anche aver risolto il problema delle troppe palle perse che avevano condizionato la scorsa stagione. Nelle due partite all'interno della conference i Gophers non hanno perso neanche un pallone e sono ora terzi nella Big Ten per differenza fra palle perse e recuperate (+4). "Il merito è di Abdul-Khaliq che non fa più scelte azzardate", ha dichiarato il coach Glen Mason.
Il calendario non è impossibile perché non deve affrontare Ohio State e Purdue (4-1) e giocherà in casa le partite contro Michigan, Michigan State e Wisconsin. Sabato i Gophers sfideranno proprio Michigan e l'esito della partita dirà molto sulle chance di Minnesota di guadagnarsi un posto in un Bowl della BCS. Le chance di arrivarci non sono però molte perché Ohio State nonostante i problemi di gioco continua a vincere ma i Gophers si sono già dichiarati contenti del fatto di aver iniziato la stagione con 6 successi consecutivi (non avveniva dal 1960).
Altra squadra rivelazione è Michigan State che sotto la guida del nuovo allenatore John L. Smith ha vinto 5 partite su 6 e soprattutto ha recuperato uno dei migliori quarterback della conference, Jeff Smoker (sospeso lo scorso anno per abuso di sostanze), che finora ha lanciato per 1500 yard e 10 touchdown.
Il merito va agli schemi del nuovo allenatore che prevedono sempre 3 o 4 ricevitori in campo dando così più opzioni al quarterback ma va soprattutto al giocatore che ha mostrato una maturità inaspettata. "Proprio quello che gli è successo lo scorso anno ha stimolato molto Jeff. Si era guadagnato una brutta fama ma quest'anno sta facendo di tutto per migliorare", ha detto Smith.
Il calendario ora prevede 4 trasferte nelle prossime 5 partite ed anche se fra gli avversari soltanto Minnesota è sembrata in forma è difficile dimenticare che Michigan State ha vinto soltanto 2 partite in trasferta nelle ultime 3 stagioni. "Da qui in poi tutto sarà in salita. Già dalla sfida di sabato con Illinois dovremo stare attenti perché loro hanno raccolto meno di quello che meritavano. Dovremo fare molta attenzione ai loro lanci perché la nostra difesa contro il gioco aereo ha qualche problema di troppo". MSU dovrà anche limitare il numero di fumble perché i 4 palloni persi contro Indiana non sono costati caro soltanto per la manifesta inferiorità degli avversari.
Se MSU e Minnesota si disputano il titolo di rivelazione della prima parte di stagione non ci sono dubbi su quale università abbia deluso maggiormente: Penn State (0-2 nella conference e 2-4 in totale). Coach Paterno ha una squadra molto inesperta in cui finora si è messo in luce un vero freshman, il running back: Austin Scott. Il fatto che la parola freshman non sia inclusa nel vocabolario di Paterno la dice lunga sulle doti di Scott che ovviamente non è ancora al livello di Larry Johnson ma è quinto nella Big Ten per yard corse a partita ed ha già segnato 5 touchdown dei 14 segnati da PSU.
Le prossime 3 partite non saranno certo facili (Purdue, Iowa ed Ohio State) e la prospettiva di presentarsi ad inizio novembre con un record di 2 vittorie e 7 sconfitte non è poi così remota. Quello che si è visto sul campo, anche nell'ultima partita buttata via contro Wisconsin, dice che Penn State ha una buon potenziale ma soffrirà molto per arrivare al 50 percento di vittorie a fine stagione.
L'attacco, guidato da Scott e dal quarterback Michael Robinson, progredisce ogni partita ma la difesa ha ancora troppe lacune. In 6 partite i Nittany Lions hanno concesso almeno 100 yard di corsa ad almeno 6 tailback. Il finale di stagione sarà decisivo per Penn State perché è ormai dal 2000 che Paterno dice che la squadra è in una fase di transizione ed i tifosi più influenti hanno iniziato a manifestare il loro disappunto. Si fanno sempre più insistenti le voci di una sua uscita di scena in favore di un'assistente ma il 77enne head coach ha ribadito più volte di non aver intenzione di andarsene.
Pac 10
Washington State e' sorprendentemente in testa alla classifica di conference nonostante del team dello scorso anno sia rimasto ben poco. Se ne sono andati l'allenatore che aveva riportato in alto il programma (Mike Price) e molte delle stelle che avevano trascinato al successo lo scorso anno i Cougars (Jason Gesser, Rien Long e Marcus Trufant su tutti).
Il nuovo coach, Bill Doba, ha sfruttato il suo passato da defensive coordinator per assemblare una delle migliori difese della nazione, capace anche di segnare se necessario (primi nella nazione per punti segnati dalla difesa). Doba ha trovato 2 ottimi titolari che non fanno rimpiangere gli ex compagni andati fra i professionisti nel right tackle Tai Tupai e nel cornerback Jason David.
Il ruolo che dava le maggiori preoccupazioni era quello di quarterback. Gesser la scorsa stagione era considerato il migliore giocatore della Pac-10 insieme a Carson Palmer e la sua abilità nel creare giocate sia con passaggi che con le corse lo rendeva un leader difficile da sostituire.
Doba ha trovato comunque un ottimo quarterback in Matt Kegel che dopo aver fatto la riserva per 4 anni ha finalmente avuto l'opportunità ' di scendere in campo ed anche se le sue prestazioni non sono state costanti si e' guadagnato il rispetto di compagni ed allenatore.
“È un leader, un esempio, non solo in campo ma anche fuori e per una squadra giovane come la nostra non potevo chiedere di meglio. E' diverso come giocatore da Gesser perché è meno mobile nel pocket ma credo che sia più accurato nelle scelte ed ha un braccio migliore”, ha dichiarato Doba.
I Cougars finora hanno sempre vinto ad eccezione della partita contro Notre Dame, buttata al vento all'overtime dopo essere stati in vantaggio di 19 punti. “Se potessi cambiare una cosa nella nostra stagione vorrei rigiocare quella partita. Il nostro calendario tutto sommato non e' stato poi così malvagio e senza quella sconfitta saremmo stati imbattuti”.
Anche Oregon State ha accumulato finora una sola sconfitta perdendo negli ultimi minuti la partita contro Fresno State. I Beavers in questa prima parte di stagione sono stati trascinati dal tailback Steven Jackson (183 corse per 877 yard e 9 touchdown cui si aggiungono 18 ricezioni per 200 yard). Coach Mike Riley ha quindi impostato tutto il gioco su Jackson ed ha promesso di aumentare
ancora di più il numero di corse del giocatore.
“Jackson e' chiaramente un giocatore da Heisman Trophy ma sono in pochi a parlarne in tv. Noi non abbiamo le possibilità economiche di altre università per promuoverlo quindi l'unico modo per dargli più visibilità e' quello di fargli toccare il pallone ancora più spesso”, ha dichiarato Riley.
Il direttore della sezione atletica ha fornito una motivazione diversa: “Non e' una questione di denaro. E' un problema filosofico. Se il team non vince neanche Jackson riuscirà a vincere l'Heisman quindi il nostro primo pensiero va alla squadra. Anche se avessimo qualcuno disponibile a finanziare una campagna pubblicitaria con una donazione non accetteremmo l'offerta”.
Oregon State è probabilmente rimasta “scottata” dall'esperienza del 2001 con il tailback Ken Simonton quando l'università spese 100 mila dollari in cd, libri e pubbliche relazioni per spingere il running back nella corsa al trofeo. Il campo spezzò subito le illusioni del giocatore perché Simonton nella prima guadagnò solo 42 yard e i Beavers chiusero l'anno con un record mediocre (5-6).
Quest'anno Oregon State ha già eguagliato il numero di vittorie di quella stagione e spera di raccogliere almeno 3 vittorie nelle prossime 6 partite, tutte interne alla conference. La partita cruciale per le sorti di Jackson sarà la trasferta contro USC, trasmessa in diretta televisiva, che chiuderà la regular season.
Chiudiamo la rassegna della Pac-10 parlando di una storica università che a causa del cambio di allenatore durante l'off-season aveva avuto qualche difficoltà inizio stagione ma che ora, dopo la convincente vittoria per 46 a 16 su Washington, sembra essersi ripresa: UCLA
Nelle prime partite l'attacco era stato il peggiore della conference ma dopo l'ingresso in campo del quarterback Drew Olson a causa dell'infortunio del titolare, Matt Moore, le cose sono andate migliorando di settimana in settimana, fino ad arrivare alla migliore prestazione dell'anno contro Washington.
Ora Moore e' tornato ad allenarsi ma è probabile che parta in panchina vista la condizione di forma di Olson. L'allenatore Karl Dorrell ha voluto evitare qualsiasi discorso riguardo una controversia fra quarterback nascondendosi dietro un “Non vogliamo affrettare i tempi perché dobbiamo essere sicuri che abbia recuperato pienamente prima di mandarlo in campo dall'inizio”.
La strategia di Dorrell finora ha funzionato perché l'allenatore ha cercato di coinvolgere nell'attacco tutti i giocatori, senza dipendere da uno in particolare. Quando i tailback Tyler Ebell e Manuel White non sono stati un fattore Olson ha potuto contare su un buon gruppo di wide receiver in cui svetta Craig Bragg.
La difesa non e' mai stata un problema per UCLA e nelle 5 partite disputate i Bruins non hanno mai concesso più di 16 punti, eccezion fatta per i 59 di Oklahoma che però e' di un altro pianeta rispetto ad UCLA. Il leader e' il defensive end Dave Ball che si e' guadagnato il titolo di giocatore della settimana per i 3 sack e mezzo e i 2 fumble forzati contro Washington.