Adimchinobe Echemandu, running back di California, decisivo nella vittoria contro USC
Le prime due università del ranking NCAA, Oklahoma e Miami osservavano un turno di riposo quindi tutti gli sguardi erano concentrati sulla partita di USC, numero 3, che doveva affrontare in trasferta l'università della California.
"Finalmente affrontiamo una squadra nella nostra conference", aveva dichiarato alla vigilia l'allenatore di USC, Pete Carroll, "L'obiettivo del nostro programma è quello di vincere la Pac-10 e Cal dovrebbe essere un buon test per vedere quanto lontano possiamo andare".
Carroll dovrà però aspettare un'altra partita per iniziare la sua rincorsa al titolo perché California ha sorpreso tutti ed ha interrotto la striscia di 11 successi consecutivi dei Trojans. Erano 50 anni che i Golden Bears (3 vinte e 3 perse quest'anno) non battevano un avversario votato così alto nel ranking.
Il primo tempo è stato tutto di California che ha accumulato 14 punti di vantaggio sulla squadra di Carroll, stupita forse dall'intraprendenza degli avversari. "Nel primo tempo in effetti non eravamo molto concentrati. Loro hanno giocato molto meglio di noi", ha dichiarato il quarterback titolare di USC, Matt Leinert (21 su 39 per 277 yard con 3 intercetti).
"Ci hanno preso alla leggera, come sempre", ha detto il wide receiver di Cal, Jonathan Makonnen, "Non ci hanno mai rispettato. UCS è un gran bel team ma in campo mi sono sembrati svogliati". Nel terzo quarto le parti si sono rovesciate e i Trojans sono riusciti a ristabilire la parità segnando 2 touchdown in 10 secondi (lancio di Leinert e intercetto ritornato nella end-zone di Lofa Tatupu).
Nell'ultimo quarto sia USC che California hanno segnato un field goal e i Golden Bears avrebbero potuto segnarne un altro se non si fossero visti bloccare il calcio da un difensore avversario. Il pareggio di USC arrivava a soli 16 secondi dalla fine grazie al kicker Ryan Killeen.
Nei primi 2 supplementari le cose non cambiavano perché Tyler Fredrickson, kicker di Cal, si faceva bloccare un calcio di 29 yard dallo special team di USC ed entrambe le università riuscivano a segnare un touchdown nel secondo tempo supplementare.
Nel terzo supplementare erano i Trojans ad avere la possibilità di passare in vantaggio ma Killeen falliva un calcio di 39 yard e riconsegnava il pallone ai Golden Bears. Dopo 3 corse infruttuose del running back di Cal, Adimchinobe Echemandu, l'università rimandava in campo Fredricskon. Il kicker riusciva a segnare da 38 yard fissando il punteggio sul 34 a 31 finale.
"Abbiamo addirittura spostato indietro il pallone di quasi una yard" , ha dichiarato a fine partita Fredrickson, "Non è la maniera ideale per calciare un field goal ma ci avevano già bloccato 2 calci. Ero arrivato al punto che avrei fatto qualsiasi cosa per vincere la partita".
La vittoria potrebbe segnare una svolta nella ricostruzione del programma di California intrapresa 3 anni fa dall'allenatore Jeff Tedford: "Abbiamo vinto in precedenza contro squadre della Top 25 del ranking ma è la prima volta che lo facciamo in diretta televisiva", ha dichiarato l'head coach, "Spero che ci possa aiutare in termini di visibilità e quindi nel recruiting".
Proprio Tedford è stato il maggior artefice della vittoria grazie ad un gameplan perfetto che spiazzato l'allenatore avversario. Carroll nel dopo gara si è complimentato per l'ottimo lavoro svolto dal collega: "Stasera è stato il migliore, senza dubbio. Alcune cose in difesa che avevamo preparato non hanno funzionato perché il loro attacco è stato imprevedibile. Hanno usato schemi che non avevamo mai visto".
La difesa, infatti, ha giocato una delle peggiori partite da quando Carroll allena USC costringendo l'attacco a rischiare più del dovuto per rientrare in partita. Una buona linea offensiva ha fatto tutto il possibile per aiutare i running back ma le 66 yard guadagnate la dicono lunga sulla prestazione della difesa di California.
Un altro big match della Pacific 10 era la sfida fra Washington State e Oregon. I primi avevano vinto 3 gare consecutive dopo lo scivolone nel turno iniziale contro Notre Dame mentre Oregon, 15esima nel ranking, era reduce dalla brillante vittoria contro una delle favorite nella corsa al titolo, Michigan.
La partita si presentava quindi equilibrata ma l'esito del campo ha sorpreso tutti gli addetti ai lavori: Washington State ha vinto con quasi 40 punti di scarto (55 a 16) sfruttando tutti gli errori di Oregon. "Il primo tempo, in cui abbiamo regalato 7 volte il pallone agli avversari, è stato il peggiore che io abbia mai visto in tutta la mia vita", ha dichiarato l'allenatore di Oregon, Mike Bellotti.
L'head coach ha provato di tutti, compreso il cambio di quarterback, ma la squadra ha risposto quando ormai era troppo tardi. Lo svantaggio di 36 punti accumulato nei primi 2 quarti ha reso inutile ogni tentativo di rimonta da parte dei Ducks. "Nel primo tempo stavamo ancora pensando al successo su Michigan e non siamo mai entrati in partita", ammette il wide receiver Samie Parker, "Nello spogliatoio eravamo carichi come al solito ma in campo abbiamo combinato poco".
Non si è salvato nessun reparto: i quarterback hanno lanciato 7 intercetti (prima di questa partita non erano mai stati intercettati), la difesa non si è praticamente vista ed anche gli special team sono sembrati deconcentrati, commettendo molti errori fra cui anche 2 punt bloccati (uno di questi è stato ricoverato nella end-zone da Washington State).
Va ovviamente riconosciuto anche il merito dei Cougars che hanno metodicamente approfittando degli errori di Oregon (31 punti dei 38 del primo tempo sono arrivati dalle 9 palle perse dei Ducks). "Abbiamo combattuto e giocato con orgoglio ma avevamo di fronte uno dei migliori team della conference", ha dichiarato Bellotti.
Il quarterback titolare di Oregon, Kellen Clemens, ha detto che "la partita per noi è stata un incubo. Non ho mai visto tanti passaggi sporcati dalla difesa. La loro linea difensiva e i linebacker hanno giocato un ottima partita".
La conferma arriva dall'allenatore dei Cougars, Bill Doba: "La nostra strategia difensiva era di mettere pressione al quarterback e di toccare più palloni possibile. Questa è stata la chiave dell'incontro perché li ha mandati fuori ritmo". "Era visibile la loro frustrazione", ha dichiarato il lineman Jeremy Williams, "Lavoravano duro eppure noi eravamo su ogni lancio, concedevamo pochissime yard".
Un'altro upset è quello di Michigan State che ha sconfitto la numero 9 del ranking, Iowa. Il quarterback Jeff Smoker sembra recuperato dopo la sospensione dello scorso anno ed anche in questa partita, com'era già successo contro Notre Dame una settimana fa, ha trascinato la squadra al successo nella prima partita fra squadre della Big Ten.
Smoker ha completato 11 dei primi 12 lanci portando in vantaggio la squadra che ha poi dovuto soltanto tenere sotto controllo l'attacco avversario, privo dei suoi 2 migliori wide receiver. La difesa ha sfruttato queste assenze mettendo sotto pressione il quarterback avversario, Nathan Chandler, che non ha certo disputato una delle sue migliori partite (5 sack subiti e soltanto 11 lanci su 23 completati).
"Una volta segnato il primo touchdown abbiamo subito recuperato una loro palla persa e da quel momento la nostra partita è stata in discesa", ha dichiarato l'allenatore di Michigan State, John L. Smith, "I nostro staff ha preparato benissimo la partita, lo abbiamo eseguito bene fin dall'inizio ed abbiamo vinto la battaglia delle palle perse, fondamentali contro un buon team come Iowa".
"Quest'anno dobbiamo guadagnarci il rispetto di tutti", ha detto il safety Jason Harmon (x palle recuperate), "Dobbiamo riportare in alto il nome di Michigan State dopo quello che è successo lo scorso anno, il licenziamento del nostro allenatore ed il successivo crollo. I due successi recenti contro avversari importanti dimostrano che facciamo sul serio".
L'attacco di Iowa ha confermato tutti i problemi emersi nelle precedenti partite: "Sappiamo di non avere molto talento", ha dichiarato il tailback Fred Russell, "Siamo giovani e se andiamo in svantaggio diventa dura per noi mettere in mostra quell'esplosività che avevamo in passato".
I Hawkeyes hanno raccolto soltanto 92 yard nel secondo tempo, iniziato con Michigan State, avanti di 10 punti e in più di un'occasione Chandler ha dato l'impressione di non sapere cosa fare con il pallone. "È chiaro che la presenza in campo di wide receiver al primo anno non lo ha certo aiutato. L'unica nostra speranza, oltre al recupero degli infortunati, è che i giocatori imparino in fretta negli allenamenti settimanali".
Anche l'università di Alabama ha giocato alla pari con una squadra del ranking ma, a differenza di Michigan State, non è riuscita a spuntarla. I Crimson Tide sono infatti stati battuti in casa soltanto dopo 2 overtime da Arkansas, numero 9 del poll AP, in una brutta partita caratterizzata da penalità , palle perse e gravi errori mentali da entrambe le parti.
Il temporale che si è abbattuto sullo stadio di Alabama ha evidentemente colpito anche Arkansas che si è "svegliata" soltanto nel terzo quarto, quando era in svantaggio 31 a 10. Fino ad allora i Razorbacks avevano perso ben 4 palloni e si erano fatti fischiare contro 11 penalità per 74 yard complessive. Nel secondo tempo, invece, la difesa di Alabama ha opposto poca resistenza e Arkansas ha potuto segnare 21 punti consecutivi e portare la partita all'overtime.
Nel primo tempo supplementare Alabama riusciva ad intercettare un lancio del quarterback avversario ma una penalità per comportamenti antisportivi (eccessivi festeggiamenti da parte dei Crimson Tide) li costringeva a partire dalla 40 yard di Arkansas invece che dalle 25.
Il quarterback Brodie Croyle, rimasto in campo nonostante un infortunio al braccio sinistro, guadagnava un prezioso primo down che veniva però sprecato dal kicker Brian Bostick che sbagliava di parecchi metri il calcio. Non falliva invece il kicker di riserva di Arkansas, entrato in campo dopo i due errori del titolare, che trasformava un calcio di 19 yard e permetteva alla sua università di vincere la quarta partita consecutiva.
L'errore di Bostick non ha certo migliorato la posizione dell'allenatore Mike Shula, matricola nella NCAA, che dopo una buona partenza nelle ultime due partite ha perso la sfida tattica con gli allenatori avversari. L'allenatore non ha ancora vinto in casa e dovrà fare i conti con la 'Bama Nation che nonostante i 2 anni di penalizzazione da parte della NCAA (borse di studio ridotte e il ban dai Bowl) è ancora convinta che i Crimson Tide siano in lotta per il titolo della conference.
Chi invece è in corsa per la vittoria finale nonostante qualche difficoltà offensiva di troppo è Ohio State. L'avversario di questa settimana, NorthWestern, non batteva Ohio State dal 1971 ma l'attacco dei Buckeyes doveva fare a meno del quarterback titolare, Craig Krenzel, giocatore molto importante negli schemi di coach Tressel ed i tailback nel roster non sono certamente all'altezza di Maurice Clarett.
Ohio State è comunque riuscita a vincere grazie ad una difesa che ha concesso soltanto 185 yard agli avversari e ad un attacco che sotto la guida del quarterback di riserva, Scott McMullen, non ha commesso molti errori ed ha svolto il suo compitino (touchdown di 1 yard lanciato da McMullen e corsa di 12 yard del tailback Lydell Ross).
"Non esistono parole per definire la nostra difesa", ha commentato Tressel. La pensa così anche il quarterback avversario, Brett Basanez: "Specialmente la loro linea è insuperabile. Penso che lì ci siano almeno 2 future prime scelte nel draft NFL". L'attacco di Northwestern è entrato nella metà campo avversaria soltanto 3 volte e l'unica volta che era riuscita a segnare un touchdown se lo è visto annullare per una penalità .
Tutto come previsto anche nella partita casalinga dei Michigan contro Indiana. La difesa della squadra ospite ha disputato un'ottima partita intercettando fra l'altro i primi 2 possessi di Michigan ma tutto è stato vanificato dall'attacco, poco incisivo contro una delle migliori difese della nazione (sesta per punti concessi e terza per yard guadagnate dagli avversari).
"Possiamo tirare in ballo tante sciocchezze ma alla fine per vincere bisogna mandare in attacco 11 giocatori capaci di giocare come una squadra e creare qualcosa per segnare punti. Oggi non ci siamo riusciti e l'unica cosa è tornarci su in allenamento e migliorare prima possibile", ha dichiarato il quarterback di Indiana Matt LoVecchio. "Il primo tempo è stato ignobile", ha dichiarato l'allenatore DiNardo, "Non si può pensare di venire in Michigan e vincere senza attacco".
Anche il reparto offensivo di Michigan è andato a corrente alternato ma la difesa e soprattutto gli special team hanno permesso di andare in vantaggio 14 a 0 nel primo quarto senza che l'attacco segnasse neanche un punto (Steve Breaston ha ritornato un punt nella end-zone e Jeremy LeSeur ha segnato sei punti su un intercetto). "Abbiamo studiato la loro difesa tutta la settimana e sapevamo quali erano le zone di campo in cui LoVecchio preferisce lanciare", ha detto a fine partita LeSeur.
Un allenatore che non dovrà , almeno per un po', studiare i filmati avversari è John Mackovic, licenziato da Arizona dopo aver iniziato la stagione con una sola vittoria a fronte di 4 sconfitte. Hanno inciso specialmente le prime 3 sconfitte (concluse con uno score totale di 166 a 30 per gli avversari) e il rapporto con lo spogliatoio che non è mai migliorato da quando i giocatori hanno tentato, senza successo, un ammutinamento.
"John è una buona persona e un buon allenatore ma non è in grado di far vincere la nostra università ed io ne sono colpevole quanto lui", ha dichiarato il direttore della sezione atletica di Arizona, Jim Livengood, "Qui non si tratta delle irrequietudini dei tifosi o dei messaggi su internet. Parliamo invece di giocatori da aiutare in qualsiasi modo per farli maturare e far loro godere gli anni collegiali".
Lo scorso novembre 50 giocatori andarono da Livengood a chiedere il licenziamento dell'allenatore ma hanno dovuto aspettare quasi un anno prima di vedere accolta la loro richiesta. "Non siamo arrivati a questo punto per un singolo episodio ma è una cosa che è andata crescendo man mano che passava il tempo. Sono cose che capitano in questo campo ma ora pensiamo solo a far bene nelle prossime partite".
L'allenatore fino a fine stagione sarà il defensive coordinator Mike Hankwitz e nel frattempo Livengood cercherà con calma l'allenatore cui affidare il posto il prossimo anno. Non è stata ancora stilata la lista dei possibili candidati ma dovrebbero esserci Mike Stoops, assistente di Oklahoma, e Rick Neuheisel, ex coach di Washington e originario dell'Arizona.